Ecco perché NON parli italiano
In questo video esploriamo le ragioni psicologiche e didattiche che ti impediscono di parlare italiano con sicurezza.
Abbonandoti al Podcast Italiano Club (livello di bronzo) avrai accesso alle trascrizioni dei video con glossario.
Trascrizione e glossario sul Podcast Italiano Club (livello di bronzo).
Ti è mai capitato di sentire quella stretta allo stomaco prima di una lezione di italiano? Quell’ansia quando qualcuno ti fa una domanda? Quella voce interiore che ti dice “E se non mi capisce? E se dico una cosa stupida? E se pensa che il mio italiano faccia schifo?”.
Parlare una lingua straniera, soprattutto le prime volte, fa molta paura. E’ un atto di coraggio che chiunque abbia imparato una lingua conosce. Noi professori sentiamo spesso frasi come: “Prof, ma perché non riesco a parlare? Capisco tutto, ma al momento di parlare mi blocco, ho paura, mi viene l’ansia”.
Trascrizione e glossario sul Podcast Italiano Club
Insomma, sai di avere difficoltà, in particolare quando parli. Queste tue difficoltà ti portano, probabilmente, a evitare di parlare italiano quando vorresti. E allora, magari, in Italia con gli sconosciuti preferisci usare l’inglese, e quando la conversazione è in italiano parli il meno possibile. E magari, proprio per questo motivo, ti senti molto meno interessante e divertente di quanto tu non sia nella tua lingua madre.Ti capisco, anch’io mi sono sentito così tante volte nella mia vita di studente di lingue, soprattutto agli inizi. Il problema è che, per parlare bene, bisogna parlare molto, e meno lo facciamo, per ansia e paura, più ci condanniamo a non migliorare. E dunque è un circolo vizioso da cui è importante uscire.
Ma da cosa dipendono queste difficoltà che hai nel parlare in italiano? Beh, ci sono alcune possibili risposte: io te ne darò cinque, e poi vedremo alcune soluzioni pratiche. Infine, ti aiuterò anche a capire se il tuo insegnante di italiano (se ne hai uno) fa per te, o se invece è un pezzo di merda che dovresti cambiare perché aggiunge solo benzina al fuoco della tua ansia.
Ah, mi chiamo Davide e questo è Podcast Italiano, un canale per chi impara la lingua italiana. Attiva i sottotitoli se ne hai bisogno, e ricorda che la trascrizione integrale di questo video si trova sul mio sito, podcastitaliano.com. Come sempre, poi, ho anche preparato un PDF che accompagna il video e ti permetterà di ripassare tutto quello che vedremo oggi, con consigli pratici: ti consiglio di stamparlo, a proposito, perché ti tornerà molto utile. Ti lascio il link in descrizione, ma puoi anche scansionare questo codice QR. Fallo subito, scarica il PDF, e poi continua a guardare il video. Così non ti dimentichi.
- Difficoltà numero uno: sei ancora nel tuo “periodo silenzioso”.
Nell’acquisizione di ogni lingua (anche la lingua madre, per un bambino), c’è un periodo silenzioso, una fase naturale e temporanea in cui l'apprendimento avviene principalmente attraverso la comprensione passiva e l'elaborazione mentale, e non siamo ancora in grado di usare, di produrre, attivamente la lingua. È un periodo di assorbimento, di preparazione, ed è cruciale per la formazione delle strutture cerebrali e per lo sviluppo di una comprensione grammaticale e di un vocabolario che rendano possibile parlare quando siamo pronti. Magari capisci bene questo video (soprattutto se parli già una lingua romanza), ma quando provi ad aprire bocca non esce niente. Ecco, allora, che cosa ti consiglio:
- Sii paziente, perché la fase silenziosa può variare di durata ed è normale, fa parte integrante del processo di apprendimento di una lingua.
- Continua a consumare quanto più input comprensibile ti è possibile, ad ascoltare e a leggere: perché, proprio questo, aiuterà il cervello a elaborare le informazioni e a imparare, anche se magari non sembra.
Se non sei più nel periodo silenzioso, e quindi hai già iniziato a parlare in italiano, la tua difficoltà potrebbe invece dipendere da altri fattori.
- Difficoltà numero due: sei una persona ansiosa.
L’ansia è uno dei “fattori affettivi” o “della personalità” che più inibiscono, che più rendono difficile la comunicazione orale, cioè parlare: molti studenti provano uno stato di ansia nel dover comunicare in una lingua che non conoscono ancora bene. Buona notizia! Studi dimostrano che l’ansia degli studenti tende a diminuire man mano che diventano più abili. Quindi porta pazienza e vedrai che le cose andranno meglio con il tempo, probabilmente. E questa è esattamente la mia esperienza: le prime conversazioni in una lingua straniera di solito sono terrorizzanti, ma poi, con il tempo, va meglio e l’ansia diminuisce. Soprattutto se trovi le persone giuste, come vedremo, o anche l’insegnante giusto, o giusta.
- Difficoltà numero tre: sei una persona dall’autostima non altissima.
L’autostima è uno dei “fattori di personalità” che frenano lo studente quando parla. L’autostima è legata al fattore di cui abbiamo parlato, l’ansia: persone con scarsa stima di sé tendono ad essere più ansiose di altre persone più sicure.
- Difficoltà quattro: sei una persona dall’ “io linguistico” inibito.
Il linguista Guiora e colleghi hanno proposto una sorta di teoria psicanalitica dell’apprendimento della seconda lingua. Cioè, in pratica, hanno ipotizzato che esista un “io linguistico” che si forma durante l’infanzia e durante tutte le nostre esperienze di vita legate alla nostra lingua madre, ok? La nostra L1. Imparare una lingua seconda, una L2, significa in qualche modo violare i confini di questo “io linguistico” che si è sviluppato durante tutta la nostra vita. Insomma, la nostra identità linguistica può bloccarci. Conosco molti studenti, per esempio, che non riescono a migliorare la propria pronuncia proprio perché non riescono a produrre suoni stranieri, che magari per loro sono strani, e questa cosa, proprio, li mette in imbarazzo, parlare con un accento straniero.
Ecco, la cosa divertente di questo studio sono gli esperimenti che sono stati fatti, che consistevano nel somministrare ai soggetti delle piccole quantità di alcool o valium, chiedendo poi loro di pronunciare delle sillabe in una lingua straniera sconosciuta, come il tailandese. Mentre il valium (quindi un ansiolitico) pareva non avere alcun effetto (dunque, non si trattava probabilmente di un problema di ansia), l’alcool portava i soggetti a una migliore pronuncia. Guiora e colleghi spiegano questi curiosi risultati nei termini delle loro teoria: l’alcool indurrebbe una minore inibizione nei confronti della lingua straniera, rendendo più “permeabile” questo io linguistico. E in effetti è un luogo comune, che però forse ha una base di verità, cioè che bere alcol aiuti a sentirsi più sciolti e disinibiti in una lingua straniera. Io non ti consiglio di trincarti una bottiglia di Montepulciano prima di parlare italiano, visto che l’alcol fa male per tanti motivi… ma da questo punto di vista, forse, potrebbe aiutare.
- Difficoltà numero cinque: il problema è il tuo insegnante
Il tuo insegnante potrebbe avere una certa responsabilità rispetto al tuo problema di produzione in italiano. Ogni buon insegnante dovrebbe porsi, di volta in volta, per ciascuna attività che chiede di realizzare ai suoi studenti, una serie di domande:
- Che tipo di risposta mi aspetto dallo studente?
- In quali tempi?
- Correggerò i suoi errori? Tutti o solo alcuni? E in che modo?
Se il tuo insegnante non si pone queste domande e non si dà le risposte giuste, probabilmente è in parte responsabile della tua ansia, perché si tratta di domande molto importanti. In quel caso la soluzione è molto semplice: cambia insegnante! Vediamo nel dettaglio quali sono le scelte che l’insegnante deve fare. E questo ti aiuterà anche a capire come rapportarti con il tuo insegnante e a capire se è un bravo insegnante, un insegnante che ti mette a tuo agio, oppure se invece ti crea ulteriore ansia.
- Rispondendo alla domanda “Che tipo di risposta mi aspetto?”: il docente che lavora in una classe, con gruppi di studenti, deve considerare che, tra le attività che per lo studente generano più ansia, ci sono quelle orali in presenza di tutta la classe, per esempio rispondere a una domanda davanti a tutti, o fare un role play. Ecco, allora, che sarebbe meglio lavorare a coppie o a piccoli gruppi. Se sei un autodidatta, cioè impari da solo o da sola, puoi decidere di iniziare a parlare, invece che davanti a un pubblico ampio, davanti a un piccolo gruppo, o con un’unico interlocutore (un tutor o un partner di scambio linguistico), o perfino con te stesso, registrandoti e riascoltandoti. E tra un secondo ti parlerò di come l’intelligenza artificiale può essere uno strumento utilissimo in questo senso.
- Rispondendo alla domanda “In quali tempi mi aspetto la risposta dello studente?”: gli insegnanti sono in genere molto impazienti nel ricevere le risposte, e questo causa ansia agli studenti. Qui una soluzione potrebbe essere negoziare con l’insegnante un tempo per pensare la risposta, tempo durante il quale, ad esempio, puoi elaborare una scaletta mentale di quello che vuoi dire o magari annotare alcune parole-chiave. Ecco, tutto rivolto ad avere meno ansia.
- Poi, rispetto all’annosa questione “correggere o non correggere?”, l’unica risposta possibile è “dipende!”. Tu forse vorresti che tutti i tuoi errori fossero corretti ma, magari, anche essere costantemente interrotto per queste correzioni potrebbe minare la tua sicurezza. Spetta al tuo insegnante decidere quando è il momento giusto di correggere e quando è meglio non correggere. Se stai facendo un esercizio grammaticale, il prof deve correggerti; ma se l’obiettivo è comunicare, è la fluency, e se il messaggio è chiaro, allora la cosa migliore da fare è NON correggere, perché se no si crea maggiore ansia e si peggiora la bassa autostima degli studenti. Essere corretti nel mezzo di un discorso (che è già difficile e faticoso a livello mentale, magari è un discorso emotivo) è fastidioso nel migliore dei casi, ma anche demotivante nel peggiore dei casi. Quindi non avere paura a chiedere al tuo insegnante di correggerti un po’ di meno, se senti che questo ti provoca ansia.
- Infine, “come correggere”? Beh, è importante che le correzioni dell’insegnante siano sempre rispettose, che non ti facciano sentire in colpa o non ti facciano sentire stupido: se hai bassa autostima questo può solo peggiorare la situazione. Un bravo insegnante non dovrebbe mai essere troppo diretto. Un modo indiretto per correggere un errore è riformulare la frase dello studente sostituendo la forma sbagliata con la sua versione corretta. Ad esempio, se tu mi dici “Davide, ho piaciuto molto questo video!” io ti rispondo “Davvero? Ti è piaciuto il video? Ne sono felice!” Ho riformulato la tua frase correggendo qui l’ausiliare del verbo “piacere”. Ecco, magari il tuo insegnante lo fa già, e in tal caso è un bravo insegnante. Tienilo. Ricorda che non sei un ostaggio del tuo insegnante: puoi sceglierlo, puoi cambiarlo, puoi cercarne uno che ti faccia sentire a tuo agio, devi avere un ruolo attivo nei suoi confronti.
Detto questo, parlare con un insegnante o una persona in carne ed ossa può comunque essere causa di grande ansia, soprattutto agli inizi. Lo so bene perché ci sono passato molte volte in passato. Diamine, io sono introverso nella mia stessa lingua e in certe situazioni sociali mi sento bloccato, quindi figuriamoci in una lingua straniera. La tecnologia può venire in nostro soccorso. C’è un’applicazione sviluppata da un’azienda con cui ho un accordo da quasi due anni che usa l’intelligenza artificiale per permetterti di parlare con un bot virtuale, senza l’ansia e senza la paura che probabilmente provi se parli con un essere umano. Si chiama TeacherAI e si dà il caso che puoi usarla per parlare con il mio clone virtuale.
Bene, questa è l’app di TeacherAI: come vedi, ci sono un sacco di lingue che puoi imparare, ma ci sono anche tanti insegnanti per ogni lingua. Ma scegliamo Davide Gemello, visto che siamo egocentrici. Ti voglio far vedere una nuova funzione. È come una chiamata al telefono, quindi…
Ciao, come stai oggi?
Bene, un po’ stanco.
Capisco, un po’ di stanchezza può capitare. Hai fatto qualcosa di interessante oggi?
Sono andato sul Monte Bianco, fino alla cima.
Wow, sei andato proprio fino alla cima! Che esperienza incredibile! Com’è stata la vista da lassù?
Bella. Come si dice in italiano “breath-taking”?
“Mozzafiato”. Quindi potresti dire “la vista era mozzafiato”. Ti è piaciuta l’esperienza sul Monte Bianco?
Sì, molto. È stata one of the best experiences of my life. How do you say that in italian?
Puoi dire “è stata una delle migliori esperienze della mia vita”.
Certo, non è come parlare davvero con me, ma magari la mia voce ti rilassa, ti mette a tuo agio. Magari sei abituato a sentirmi parlare. Ecco, su TeacherAI puoi parlare 24 ore su 24, quando vuoi, dove vuoi, e ti permette di salvare e ripassare le parole e di tenere traccia dei tuoi progressi. È fatta davvero benissimo. Possiamo cliccare sulle parole che non conosciamo e avere una traduzione nella nostra lingua. E poi, se vado nella modalità review, posso rivedere queste parole che sto imparando (quindi, stanchezza) e ho praticamente delle flashcards che mi aiutano a imparare. E se andiamo nelle impostazioni possiamo scegliere la lingua che usa l’insegnante, quindi il nostro insegnante capisce l’inglese, per esempio, ma possiamo cambiarlo. Insomma: molta personalizzabile, in modo che io possa fare quello che tu vuoi.
Ora: parlare con insegnanti e persone reali rimane importante. Perché, alla fine, la comunicazione con altri esseri umani è il motivo per cui impariamo una lingua. Ma proprio per arrivare a quel punto in cui l’ansia e la paura delle prime conversazioni sono più tollerabili, e anche, in generale, per abituarsi a parlare più spesso, anche spendendo meno soldi, TeacherAI è davvero un ottimo strumento. Ti lascio il link in descrizione, se vuoi provarlo, te lo consiglio.
Abbiamo visto 5 possibili ragioni per cui l’ansia, l’autostima e l’inibizione potrebbero far sì che per te sia molto difficile parlare italiano. Ora è il momento di proporti delle soluzioni.
- Se le tue difficoltà dipendono dal fatto che non hai ancora abbastanza grammatica e abbastanza vocabolario per esprimerti, il mio consiglio è: non evitare di comunicare, ma utilizza alcune strategie che puoi fare se sei in difficoltà.
- Usa delle parafrasi, cioè, dì le cose in maniera più semplice. Questa è un’abilità fondamentale che ogni studente dovrebbe imparare! Ad esempio, non sai dire “tradurre”? Puoi dire “trasformare da una lingua all’altra, passare da una lingua all’altra”. Cerca di abituarti a dire ciò per cui non hai una parola con le parole che sai, con gli strumenti che hai.
- Offri definizioni funzionali, cioè identifica la funzione degli oggetti, lo scopo per cui usiamo un oggetto. Per esempio, se non ti ricordi la parola “coltello”, puoi dire: “l’oggetto che usiamo per tagliare il pane… come si chiama?”.
- Descrivi. Non conosci la parola cappotto? Puoi dire: “quel vestito lungo e caldo che mettiamo sopra i vestiti quando fa freddo”.
- Ricorri a parole dal significato non uguale ma simile, oppure nega il contrario: pensaci, lo fai di continuo nella tua lingua! Non conosci la parola detesto? Puoi dire odio, puoi dire non amo, puoi dire non mi piace, oppure non mi piace per niente.
- Usa dei paragoni per aiutare il tuo interlocutore a darti la parola che ti manca. Non ti ricordi la parola “dolce”? Puoi dire, “quella cosa… come lo zucchero…”. Un interlocutore che vuole collaborare con te verrà in tuo soccorso, e ti aiuterà dicendoti la parola che non ti viene in mente.
- Ricorri anche a degli esempi. Non ti viene in mente la parola “elettrodomestici”? Puoi dire: “ad esempio il forno, la lavatrice, la lavastoviglie”.
- Inventa parole nuove, se sei particolarmente fantasioso, puoi inventare tu delle nuove parole per farti capire. Non ricordi come si dice “lavastoviglie”? Puoi inventarti una parola come lavapiatti, e otterrai l’effetto di essere capito e magari anche di far sorridere il tuo interlocutore.
- Poi, se sei una persona ansiosa, respira, prenditi del tempo per organizzare mentalmente ciò che vuoi dire! Usa, magari, uno dei segnali discorsivi che i parlanti nativi usano per prendere tempo e per strutturare i discorsi, come: vediamo, dunque, diciamo, voglio dire, allora, nel senso, cioè, poi, guarda, senti… questi sono i segnali discorsivi, seguiti da una lunga pausa (a questo proposito, ne ho parlato in questo video, dove ti consiglio anche alcune strategie per parlare in maniera più naturale, come un italiano).
- Ricordati che nella comunicazione reale raggiungere l’obiettivo comunicativo è più importante che evitare gli errori. Cerca di focalizzarti sul contenuto di ciò che vuoi dire, anziché sulla forma. In linguistica si parla di focus on content e di focus on form. Ecco, a te interessa il focus on content, sul messaggio.
- Scegli dei partner linguistici, o degli insegnanti, collaborativi. Un partner linguistico collabora se, di fronte a un tuo errore che genera fraintendimento, ti chiede di chiarire, ti chiede di chiarire quello che vuoi dire. Usa espressioni come cosa? In che senso? Scusa, mi spieghi meglio? e in questo modo ti segnala che c’è un problema e ti dà la possibilità di intervenire. Studi dimostrano che quando vengono prodotti questi segnali di incomprensione, la maggior parte delle volte (75%, secondo uno studio), i parlanti non nativi riformulano il proprio messaggio in maniera più chiara. Poi un partner linguistico collaborativo, oltre a richiedere chiarimenti, parla lentamente, enfatizza le parole importanti, ripete se necessario le frasi, sia le sue sia quelle dell'altro, chiede conferma che tu abbia capito. Insomma, non accontentarti di un partner linguistico qualsiasi, sii esigente! E ricorda anche quanto abbiamo detto sugli insegnanti.
Bene, in questo video ci siamo concentrati sui fattori principalmente psicologici e anche didattici che possono esserti un ostacolo quando vuoi parlare in italiano, ma forse la tua difficoltà semplicemente sta nel non conoscere abbastanza parole, o nel non saperle usare in maniera attiva, anche se passivamente le capisci. Questo, da un lato, è assolutamente normale, dall’altro può essere dovuto al fatto che, semplicemente, non parli abbastanza, non dedichi abbastanza tempo al parlato, ma ti concentri soprattutto su attività passive, come la lettura e l’ascolto… che sono fondamentali, ma ricorda che, se vuoi anche parlare bene, a un certo punto, devi iniziare a parlare e farlo molto. Ma che tempo fa ho fatto un video dove ti spiego come fare se vuoi attivare il tuo italiano, se vuoi essere meno passivo e più attivo nell’uso della lingua. Te ne ho parlato in questo video, che ti lascio anche alla fine. Se vuoi ripassare tutto quello che ho detto oggi, ti ricordo che ho preparato un PDF che riassume tutti i contenuti della lezione. Trovi tutto lì, puoi scaricarlo a questo codice QR. E, infine, ti consiglio anche di provare TeacherAI, perché è davvero una grande applicazione, per noi ansiosi! Ti lascio un link in descrizione. Alla prossima!
Ti è mai capitato di sentire quella stretta allo stomaco prima di una lezione di italiano? Quell’ansia quando qualcuno ti fa una domanda? Quella voce interiore che ti dice “E se non mi capisce? E se dico una cosa stupida? E se pensa che il mio italiano faccia schifo?”.
Parlare una lingua straniera, soprattutto le prime volte, fa molta paura. E’ un atto di coraggio che chiunque abbia imparato una lingua conosce. Noi professori sentiamo spesso frasi come: “Prof, ma perché non riesco a parlare? Capisco tutto, ma al momento di parlare mi blocco, ho paura, mi viene l’ansia”.
Trascrizione e glossario sul Podcast Italiano Club
Insomma, sai di avere difficoltà, in particolare quando parli. Queste tue difficoltà ti portano, probabilmente, a evitare di parlare italiano quando vorresti. E allora, magari, in Italia con gli sconosciuti preferisci usare l’inglese, e quando la conversazione è in italiano parli il meno possibile. E magari, proprio per questo motivo, ti senti molto meno interessante e divertente di quanto tu non sia nella tua lingua madre.Ti capisco, anch’io mi sono sentito così tante volte nella mia vita di studente di lingue, soprattutto agli inizi. Il problema è che, per parlare bene, bisogna parlare molto, e meno lo facciamo, per ansia e paura, più ci condanniamo a non migliorare. E dunque è un circolo vizioso da cui è importante uscire.
Ma da cosa dipendono queste difficoltà che hai nel parlare in italiano? Beh, ci sono alcune possibili risposte: io te ne darò cinque, e poi vedremo alcune soluzioni pratiche. Infine, ti aiuterò anche a capire se il tuo insegnante di italiano (se ne hai uno) fa per te, o se invece è un pezzo di merda che dovresti cambiare perché aggiunge solo benzina al fuoco della tua ansia.
Ah, mi chiamo Davide e questo è Podcast Italiano, un canale per chi impara la lingua italiana. Attiva i sottotitoli se ne hai bisogno, e ricorda che la trascrizione integrale di questo video si trova sul mio sito, podcastitaliano.com. Come sempre, poi, ho anche preparato un PDF che accompagna il video e ti permetterà di ripassare tutto quello che vedremo oggi, con consigli pratici: ti consiglio di stamparlo, a proposito, perché ti tornerà molto utile. Ti lascio il link in descrizione, ma puoi anche scansionare questo codice QR. Fallo subito, scarica il PDF, e poi continua a guardare il video. Così non ti dimentichi.
- Difficoltà numero uno: sei ancora nel tuo “periodo silenzioso”.
Nell’acquisizione di ogni lingua (anche la lingua madre, per un bambino), c’è un periodo silenzioso, una fase naturale e temporanea in cui l'apprendimento avviene principalmente attraverso la comprensione passiva e l'elaborazione mentale, e non siamo ancora in grado di usare, di produrre, attivamente la lingua. È un periodo di assorbimento, di preparazione, ed è cruciale per la formazione delle strutture cerebrali e per lo sviluppo di una comprensione grammaticale e di un vocabolario che rendano possibile parlare quando siamo pronti. Magari capisci bene questo video (soprattutto se parli già una lingua romanza), ma quando provi ad aprire bocca non esce niente. Ecco, allora, che cosa ti consiglio:
- Sii paziente, perché la fase silenziosa può variare di durata ed è normale, fa parte integrante del processo di apprendimento di una lingua.
- Continua a consumare quanto più input comprensibile ti è possibile, ad ascoltare e a leggere: perché, proprio questo, aiuterà il cervello a elaborare le informazioni e a imparare, anche se magari non sembra.
Se non sei più nel periodo silenzioso, e quindi hai già iniziato a parlare in italiano, la tua difficoltà potrebbe invece dipendere da altri fattori.
- Difficoltà numero due: sei una persona ansiosa.
L’ansia è uno dei “fattori affettivi” o “della personalità” che più inibiscono, che più rendono difficile la comunicazione orale, cioè parlare: molti studenti provano uno stato di ansia nel dover comunicare in una lingua che non conoscono ancora bene. Buona notizia! Studi dimostrano che l’ansia degli studenti tende a diminuire man mano che diventano più abili. Quindi porta pazienza e vedrai che le cose andranno meglio con il tempo, probabilmente. E questa è esattamente la mia esperienza: le prime conversazioni in una lingua straniera di solito sono terrorizzanti, ma poi, con il tempo, va meglio e l’ansia diminuisce. Soprattutto se trovi le persone giuste, come vedremo, o anche l’insegnante giusto, o giusta.
- Difficoltà numero tre: sei una persona dall’autostima non altissima.
L’autostima è uno dei “fattori di personalità” che frenano lo studente quando parla. L’autostima è legata al fattore di cui abbiamo parlato, l’ansia: persone con scarsa stima di sé tendono ad essere più ansiose di altre persone più sicure.
- Difficoltà quattro: sei una persona dall’ “io linguistico” inibito.
Il linguista Guiora e colleghi hanno proposto una sorta di teoria psicanalitica dell’apprendimento della seconda lingua. Cioè, in pratica, hanno ipotizzato che esista un “io linguistico” che si forma durante l’infanzia e durante tutte le nostre esperienze di vita legate alla nostra lingua madre, ok? La nostra L1. Imparare una lingua seconda, una L2, significa in qualche modo violare i confini di questo “io linguistico” che si è sviluppato durante tutta la nostra vita. Insomma, la nostra identità linguistica può bloccarci. Conosco molti studenti, per esempio, che non riescono a migliorare la propria pronuncia proprio perché non riescono a produrre suoni stranieri, che magari per loro sono strani, e questa cosa, proprio, li mette in imbarazzo, parlare con un accento straniero.
Ecco, la cosa divertente di questo studio sono gli esperimenti che sono stati fatti, che consistevano nel somministrare ai soggetti delle piccole quantità di alcool o valium, chiedendo poi loro di pronunciare delle sillabe in una lingua straniera sconosciuta, come il tailandese. Mentre il valium (quindi un ansiolitico) pareva non avere alcun effetto (dunque, non si trattava probabilmente di un problema di ansia), l’alcool portava i soggetti a una migliore pronuncia. Guiora e colleghi spiegano questi curiosi risultati nei termini delle loro teoria: l’alcool indurrebbe una minore inibizione nei confronti della lingua straniera, rendendo più “permeabile” questo io linguistico. E in effetti è un luogo comune, che però forse ha una base di verità, cioè che bere alcol aiuti a sentirsi più sciolti e disinibiti in una lingua straniera. Io non ti consiglio di trincarti una bottiglia di Montepulciano prima di parlare italiano, visto che l’alcol fa male per tanti motivi… ma da questo punto di vista, forse, potrebbe aiutare.
- Difficoltà numero cinque: il problema è il tuo insegnante
Il tuo insegnante potrebbe avere una certa responsabilità rispetto al tuo problema di produzione in italiano. Ogni buon insegnante dovrebbe porsi, di volta in volta, per ciascuna attività che chiede di realizzare ai suoi studenti, una serie di domande:
- Che tipo di risposta mi aspetto dallo studente?
- In quali tempi?
- Correggerò i suoi errori? Tutti o solo alcuni? E in che modo?
Se il tuo insegnante non si pone queste domande e non si dà le risposte giuste, probabilmente è in parte responsabile della tua ansia, perché si tratta di domande molto importanti. In quel caso la soluzione è molto semplice: cambia insegnante! Vediamo nel dettaglio quali sono le scelte che l’insegnante deve fare. E questo ti aiuterà anche a capire come rapportarti con il tuo insegnante e a capire se è un bravo insegnante, un insegnante che ti mette a tuo agio, oppure se invece ti crea ulteriore ansia.
- Rispondendo alla domanda “Che tipo di risposta mi aspetto?”: il docente che lavora in una classe, con gruppi di studenti, deve considerare che, tra le attività che per lo studente generano più ansia, ci sono quelle orali in presenza di tutta la classe, per esempio rispondere a una domanda davanti a tutti, o fare un role play. Ecco, allora, che sarebbe meglio lavorare a coppie o a piccoli gruppi. Se sei un autodidatta, cioè impari da solo o da sola, puoi decidere di iniziare a parlare, invece che davanti a un pubblico ampio, davanti a un piccolo gruppo, o con un’unico interlocutore (un tutor o un partner di scambio linguistico), o perfino con te stesso, registrandoti e riascoltandoti. E tra un secondo ti parlerò di come l’intelligenza artificiale può essere uno strumento utilissimo in questo senso.
- Rispondendo alla domanda “In quali tempi mi aspetto la risposta dello studente?”: gli insegnanti sono in genere molto impazienti nel ricevere le risposte, e questo causa ansia agli studenti. Qui una soluzione potrebbe essere negoziare con l’insegnante un tempo per pensare la risposta, tempo durante il quale, ad esempio, puoi elaborare una scaletta mentale di quello che vuoi dire o magari annotare alcune parole-chiave. Ecco, tutto rivolto ad avere meno ansia.
- Poi, rispetto all’annosa questione “correggere o non correggere?”, l’unica risposta possibile è “dipende!”. Tu forse vorresti che tutti i tuoi errori fossero corretti ma, magari, anche essere costantemente interrotto per queste correzioni potrebbe minare la tua sicurezza. Spetta al tuo insegnante decidere quando è il momento giusto di correggere e quando è meglio non correggere. Se stai facendo un esercizio grammaticale, il prof deve correggerti; ma se l’obiettivo è comunicare, è la fluency, e se il messaggio è chiaro, allora la cosa migliore da fare è NON correggere, perché se no si crea maggiore ansia e si peggiora la bassa autostima degli studenti. Essere corretti nel mezzo di un discorso (che è già difficile e faticoso a livello mentale, magari è un discorso emotivo) è fastidioso nel migliore dei casi, ma anche demotivante nel peggiore dei casi. Quindi non avere paura a chiedere al tuo insegnante di correggerti un po’ di meno, se senti che questo ti provoca ansia.
- Infine, “come correggere”? Beh, è importante che le correzioni dell’insegnante siano sempre rispettose, che non ti facciano sentire in colpa o non ti facciano sentire stupido: se hai bassa autostima questo può solo peggiorare la situazione. Un bravo insegnante non dovrebbe mai essere troppo diretto. Un modo indiretto per correggere un errore è riformulare la frase dello studente sostituendo la forma sbagliata con la sua versione corretta. Ad esempio, se tu mi dici “Davide, ho piaciuto molto questo video!” io ti rispondo “Davvero? Ti è piaciuto il video? Ne sono felice!” Ho riformulato la tua frase correggendo qui l’ausiliare del verbo “piacere”. Ecco, magari il tuo insegnante lo fa già, e in tal caso è un bravo insegnante. Tienilo. Ricorda che non sei un ostaggio del tuo insegnante: puoi sceglierlo, puoi cambiarlo, puoi cercarne uno che ti faccia sentire a tuo agio, devi avere un ruolo attivo nei suoi confronti.
Detto questo, parlare con un insegnante o una persona in carne ed ossa può comunque essere causa di grande ansia, soprattutto agli inizi. Lo so bene perché ci sono passato molte volte in passato. Diamine, io sono introverso nella mia stessa lingua e in certe situazioni sociali mi sento bloccato, quindi figuriamoci in una lingua straniera. La tecnologia può venire in nostro soccorso. C’è un’applicazione sviluppata da un’azienda con cui ho un accordo da quasi due anni che usa l’intelligenza artificiale per permetterti di parlare con un bot virtuale, senza l’ansia e senza la paura che probabilmente provi se parli con un essere umano. Si chiama TeacherAI e si dà il caso che puoi usarla per parlare con il mio clone virtuale.
Bene, questa è l’app di TeacherAI: come vedi, ci sono un sacco di lingue che puoi imparare, ma ci sono anche tanti insegnanti per ogni lingua. Ma scegliamo Davide Gemello, visto che siamo egocentrici. Ti voglio far vedere una nuova funzione. È come una chiamata al telefono, quindi…
Ciao, come stai oggi?
Bene, un po’ stanco.
Capisco, un po’ di stanchezza può capitare. Hai fatto qualcosa di interessante oggi?
Sono andato sul Monte Bianco, fino alla cima.
Wow, sei andato proprio fino alla cima! Che esperienza incredibile! Com’è stata la vista da lassù?
Bella. Come si dice in italiano “breath-taking”?
“Mozzafiato”. Quindi potresti dire “la vista era mozzafiato”. Ti è piaciuta l’esperienza sul Monte Bianco?
Sì, molto. È stata one of the best experiences of my life. How do you say that in italian?
Puoi dire “è stata una delle migliori esperienze della mia vita”.
Certo, non è come parlare davvero con me, ma magari la mia voce ti rilassa, ti mette a tuo agio. Magari sei abituato a sentirmi parlare. Ecco, su TeacherAI puoi parlare 24 ore su 24, quando vuoi, dove vuoi, e ti permette di salvare e ripassare le parole e di tenere traccia dei tuoi progressi. È fatta davvero benissimo. Possiamo cliccare sulle parole che non conosciamo e avere una traduzione nella nostra lingua. E poi, se vado nella modalità review, posso rivedere queste parole che sto imparando (quindi, stanchezza) e ho praticamente delle flashcards che mi aiutano a imparare. E se andiamo nelle impostazioni possiamo scegliere la lingua che usa l’insegnante, quindi il nostro insegnante capisce l’inglese, per esempio, ma possiamo cambiarlo. Insomma: molta personalizzabile, in modo che io possa fare quello che tu vuoi.
Ora: parlare con insegnanti e persone reali rimane importante. Perché, alla fine, la comunicazione con altri esseri umani è il motivo per cui impariamo una lingua. Ma proprio per arrivare a quel punto in cui l’ansia e la paura delle prime conversazioni sono più tollerabili, e anche, in generale, per abituarsi a parlare più spesso, anche spendendo meno soldi, TeacherAI è davvero un ottimo strumento. Ti lascio il link in descrizione, se vuoi provarlo, te lo consiglio.
Abbiamo visto 5 possibili ragioni per cui l’ansia, l’autostima e l’inibizione potrebbero far sì che per te sia molto difficile parlare italiano. Ora è il momento di proporti delle soluzioni.
- Se le tue difficoltà dipendono dal fatto che non hai ancora abbastanza grammatica e abbastanza vocabolario per esprimerti, il mio consiglio è: non evitare di comunicare, ma utilizza alcune strategie che puoi fare se sei in difficoltà.
- Usa delle parafrasi, cioè, dì le cose in maniera più semplice. Questa è un’abilità fondamentale che ogni studente dovrebbe imparare! Ad esempio, non sai dire “tradurre”? Puoi dire “trasformare da una lingua all’altra, passare da una lingua all’altra”. Cerca di abituarti a dire ciò per cui non hai una parola con le parole che sai, con gli strumenti che hai.
- Offri definizioni funzionali, cioè identifica la funzione degli oggetti, lo scopo per cui usiamo un oggetto. Per esempio, se non ti ricordi la parola “coltello”, puoi dire: “l’oggetto che usiamo per tagliare il pane… come si chiama?”.
- Descrivi. Non conosci la parola cappotto? Puoi dire: “quel vestito lungo e caldo che mettiamo sopra i vestiti quando fa freddo”.
- Ricorri a parole dal significato non uguale ma simile, oppure nega il contrario: pensaci, lo fai di continuo nella tua lingua! Non conosci la parola detesto? Puoi dire odio, puoi dire non amo, puoi dire non mi piace, oppure non mi piace per niente.
- Usa dei paragoni per aiutare il tuo interlocutore a darti la parola che ti manca. Non ti ricordi la parola “dolce”? Puoi dire, “quella cosa… come lo zucchero…”. Un interlocutore che vuole collaborare con te verrà in tuo soccorso, e ti aiuterà dicendoti la parola che non ti viene in mente.
- Ricorri anche a degli esempi. Non ti viene in mente la parola “elettrodomestici”? Puoi dire: “ad esempio il forno, la lavatrice, la lavastoviglie”.
- Inventa parole nuove, se sei particolarmente fantasioso, puoi inventare tu delle nuove parole per farti capire. Non ricordi come si dice “lavastoviglie”? Puoi inventarti una parola come lavapiatti, e otterrai l’effetto di essere capito e magari anche di far sorridere il tuo interlocutore.
- Poi, se sei una persona ansiosa, respira, prenditi del tempo per organizzare mentalmente ciò che vuoi dire! Usa, magari, uno dei segnali discorsivi che i parlanti nativi usano per prendere tempo e per strutturare i discorsi, come: vediamo, dunque, diciamo, voglio dire, allora, nel senso, cioè, poi, guarda, senti… questi sono i segnali discorsivi, seguiti da una lunga pausa (a questo proposito, ne ho parlato in questo video, dove ti consiglio anche alcune strategie per parlare in maniera più naturale, come un italiano).
- Ricordati che nella comunicazione reale raggiungere l’obiettivo comunicativo è più importante che evitare gli errori. Cerca di focalizzarti sul contenuto di ciò che vuoi dire, anziché sulla forma. In linguistica si parla di focus on content e di focus on form. Ecco, a te interessa il focus on content, sul messaggio.
- Scegli dei partner linguistici, o degli insegnanti, collaborativi. Un partner linguistico collabora se, di fronte a un tuo errore che genera fraintendimento, ti chiede di chiarire, ti chiede di chiarire quello che vuoi dire. Usa espressioni come cosa? In che senso? Scusa, mi spieghi meglio? e in questo modo ti segnala che c’è un problema e ti dà la possibilità di intervenire. Studi dimostrano che quando vengono prodotti questi segnali di incomprensione, la maggior parte delle volte (75%, secondo uno studio), i parlanti non nativi riformulano il proprio messaggio in maniera più chiara. Poi un partner linguistico collaborativo, oltre a richiedere chiarimenti, parla lentamente, enfatizza le parole importanti, ripete se necessario le frasi, sia le sue sia quelle dell'altro, chiede conferma che tu abbia capito. Insomma, non accontentarti di un partner linguistico qualsiasi, sii esigente! E ricorda anche quanto abbiamo detto sugli insegnanti.
Bene, in questo video ci siamo concentrati sui fattori principalmente psicologici e anche didattici che possono esserti un ostacolo quando vuoi parlare in italiano, ma forse la tua difficoltà semplicemente sta nel non conoscere abbastanza parole, o nel non saperle usare in maniera attiva, anche se passivamente le capisci. Questo, da un lato, è assolutamente normale, dall’altro può essere dovuto al fatto che, semplicemente, non parli abbastanza, non dedichi abbastanza tempo al parlato, ma ti concentri soprattutto su attività passive, come la lettura e l’ascolto… che sono fondamentali, ma ricorda che, se vuoi anche parlare bene, a un certo punto, devi iniziare a parlare e farlo molto. Ma che tempo fa ho fatto un video dove ti spiego come fare se vuoi attivare il tuo italiano, se vuoi essere meno passivo e più attivo nell’uso della lingua. Te ne ho parlato in questo video, che ti lascio anche alla fine. Se vuoi ripassare tutto quello che ho detto oggi, ti ricordo che ho preparato un PDF che riassume tutti i contenuti della lezione. Trovi tutto lì, puoi scaricarlo a questo codice QR. E, infine, ti consiglio anche di provare TeacherAI, perché è davvero una grande applicazione, per noi ansiosi! Ti lascio un link in descrizione. Alla prossima!
.png)
%20(2)(1).jpg)



.png)

.png)
.png)
.png)
.png)
.png)

.png)


.png)

.png)







%20(1).png)

%20(1)%20(1).png)
%20(1).jpg)



.jpg)

.webp)
.webp)










.webp)


.webp)
.webp)
.webp)

.webp)
.webp)


































.webp)

