Cookies

Cliccando su "Accetta", consentirai alla raccolta di cookies sul tuo dispositivo per farci migliorare la qualità del sito, analizzarne l'utilizzo ed aiutarci nelle nostre azioni di marketing. Leggi la nostra Privacy Policy per saperne di più.

Non dire 'IO' in italiano!

March 3, 2022

Trascrizione

Accedi o registrati per continuare a leggere

Mi chiamo Davide. Ho 26 anni. Amo le lingue. Vivo a Torino e sto registrando questo video. Che cosa manca in queste frasi? Beh, “io”. Il pronome personale “io”.

Oggi parliamo di un modo di rendere il tuo italiano più naturale.

Questo è Podcast Italiano, un progetto per chi impara o ama la lingua italiana. Attiva i sottotitoli, se ne hai bisogno, e ti ricordo che trovi la trascrizione PDF e l’audio isolato di questo video nel mio PI Club, la mia pagina su Patreon dove pubblico contenuti esclusivi per chi impara l’italiano.

Un consiglio che do sempre agli stranieri per parlare in maniera più naturale è di non usare, nella maggioranza dei casi, il pronome personale soggetto. Cioè non solo “io”, ovviamente, “tu”, “lui/lei”, “noi”, “voi”, “loro”. Capirete però che “non dire IO” era un titolo più accattivante, sapete, il clickbait è importante. Bene, dovete sapere che l’italiano è una lingua a soggetto nullo, o in inglese, “pro-drop” (da “pronoun dropping”); cioè, in italiano il pronome tipicamente si omette. Prendiamo questa frase.

Quando vado al mare sono sempre felice.

Non c’è alcun bisogno di dire “quando io vado al mare io sono sempre felice”. Anzi, sarebbe del tutto innaturale, dunque non mettiamo “io”. O ancora:

Luca ha un talento speciale. Mi chiama sempre quando ceno.

Nessun pronome, cioè non dico “lui mi chiama quando io ceno”. Non serve, perché si capisce di chi parlo dal verbo, dalla desinenza: chiama, lui, ceno, io. Se parli lingue come spagnolo o portoghese non ti sto dicendo niente di nuovo. Ma continua a guardare il video, eh? Non andare da nessuna parte! Se parli inglese, francese o altre lingue invece devi fare più attenzione perché queste lingue… In francese, per esempio, che è una lingua romanza come l’italiano, il pronome soggetto è obbligatorio sempre:

Je m’appelle Davide, je suis youtuber, j’ai 26 ans.

Cioè, bisogna metterlo, è obbligatorio. Mentre in italiano normalmente non si mette. Detto ciò, ci sono alcuni casi in cui il pronome soggetto si usa anche in italiano, e a volte è proprio obbligatorio. Non li conoscete? Tranquilli, ve li spiego io. Voi, però, fate attenzione.

Prendiamo la frase “Io vado a casa”. Che significa “io vado a casa?” Eh no, non è uguale a “vado a casa”, perché quell’”io” dà un’informazione in più. Significa qualcosa del tipo “per quanto riguarda me, vado a casa”, “quanto a me, vado a casa”. Sto parlando di quello che farò io, perché tu magari non andrai casa, o magari sì, non lo so, in ogni caso non sto parlando di te, ma di me; IO, personalmente, vado a casa. Spesso usiamo il pronome in questo modo quando c’è un contrasto: “io vado a casa, lui credo rimarrà ancora un po’”

Lui va a dormire, tu cosa fai?

Noi arriviamo alle 13, voi quando arrivate?

Sto cambiando l’argomento usando il pronome.

Noi — voi

Io — tu

Lui — io

Immaginate di essere al ristorante con amici, il cameriere passa al tavolo e chiede “gradite un dolce?”

Una risposta normale sarebbe “Io no grazie”, anche senza il verbo; oppure “io passerei al caffè”. Sarebbe strano rispondere “no grazie”, senza “io”, oppure “passerei al caffè”. Perché è importante “io”, dobbiamo aggiungerlo. È un modo di indicare che sto parlando solo di me: “io non lo voglio, gli altri non lo so…”.

Vediamo un secondo caso interessante, in cui il pronome si mette, ma questa volta dopo il verbo.

Prendiamo una frase come “Ti passo a prendere io”.

Vedete? Il soggetto è dopo il verbo, “Ti passo a prendere io”, e metterlo in questa posizione lo mette in evidenza, indica che è l’informazione nuova e più importante, proprio quell’”io”. Cioè, l’informazione nuova è che sono io che ti passo a prendere, e non altre persone. Passo a prenderti io. Oppure possiamo interpretarla come “io passo a prendere te e non tu me”, quindi sono io che passo a prenderti.

Mentre se dicessi solo “ti passo a prendere”, senza aggiungere io, ecco, non avremmo questa informazione extra.

Vediamo la differenza di significato tra queste tre frasi.

Vado al supermercato. Informazione neutra.

Io vado al supermercato. Questo è il primo caso. E “io” indica che sto parlando di me, di ciò che farò io. Oppure

Vado io al supermercato. Con il soggetto dopo il verbo, che significa che “sarò io a fare questa cosa che dobbiamo comunque fare”. Questo lo sappiamo già, ma l’informazione nuova è che sono io che andrò, non tu, non lui, non un’altra persona. Io.

Facciamo ancora un altro esempio.

“Hai fatto i compiti?” è una domanda neutra.

“Tu hai fatto i compiti?” significa “per quanto riguarda te”. Sto parlando, ora, di te. Io magari non li ho fatti, Serena invece sì: ma tu, li hai fatti? Cioè, sto spostando il discorso da me o da altre persone su di te, e per questo uso il “tu”.

Ora, magari nella vostra classe siete studenti pigri, ma anche un po’ furbi. Non fate i compiti sempre tutti, ma vi alternate. Una volta i compiti li fai tu, una volta Giovanni, una volta Carlotta, così da non lavorare tutti ogni volta e poter rilassarvi, che so, guardando Podcast Italiano, per esempio. E la domanda qui sarebbe:“Hai fatto tu i compiti?” o “hai fatto i compiti tu?”. Mettiamo il “tu” dopo il verbo. Cioè, sei stato tu a fare i compiti questa volta?” Anche qui qualcuno doveva farli, questo lo sappiamo già, purtroppo i compiti bisogna farli a scuola, ma l’informazione nuova nella domanda è “sei stato proprio tu?”

È chiara la differenza? Non è facile, ma io… l’ho spiegata. Spero che tu l’abbia capita. “Spero che tu l’abbia capita”.

Ma prima di passare al terzo caso in cui usiamo obbligatoriamente o quasi il pronome personale soggetto, ti voglio parlare dello sponsor di oggi, che è NordVPN.

Non sai che cos’è una VPN? Male! Ma te lo spiego io. Proprio io. Una VPN è una rete privata virtuale, un sistema che ti permette di connetterti a internet in maniera sicura, proteggendo la tua identità online e nascondendo il tuo indirizzo IP. Ora, se è vero che nella maggior parte dei casi sei già protetto, abbastanza protetto, ci sono casi in cui non lo sei, per esempio se ti connetti a reti WiFi pubbliche; ecco, in quel caso, una VPN potrebbe essere una buona idea per evitare che una persona malintenzionata qualsiasi si impossessi dei tuoi dati personali. Di questi tempi spesso mi capita, per esempio, di lavorare fuori casa, in giro, e per non rischiare mi connetto a NordVPN, così se devo inserire password o dati sensibili so di essere al sicuro.

Un altro uso interessante per noi amanti di lingue straniere è la possibilità di accedere a contenuti bloccati. Per esempio quando un sito ci dice “non puoi vedere questo contenuto dal tuo paese”, ecco, NordVPN risolve il problema. Basta scegliere un server localizzato in un paese dove il contenuto non è bloccato e il gioco è fatto. Puoi anche in questo modo avere accesso a contenuti di piattaforme di streaming come Netflix o RaiPlay di paesi diverso dal tuo.

E puoi farlo da tutti i dispositivi perché NordVPN funziona su tutti i principali sistemi operativi e anche sul telefono. Io te lo consiglio.

Segui il link che ti metto in descrizione o tra i commenti per avere accesso a uno sconto esclusivo dedicato a chi segue Podcast Italiano! Prova NordVPN, hai trenta giorni per farlo e potrai sempre rinunciare se non sei soddisfatto. Grazie a Nord per il sostegno a Podcast Italiano!

Ci sono casi in cui il pronome soggetto si usa non per trasmettere informazioni aggiuntive come nei casi che abbiamo visto, ma solamente per evitare ambiguità, cioè per non confondere. Questo avviene soprattutto con il congiuntivo, che è uguale nelle prime tre forme del presente. Sia, sia, sia; abbia, abbia, abbia; dica, dica, dica, ecc.

Se io dico: “Penso che abbia capito” ma di chi sto parlando? “Penso che abbia capito chi? Ok, non sto parlando di me (prima persona) perché in quel caso dovrei dire “penso di aver capito”, dunque il soggetto è lo stesso e dunque usiamo l’infinito. Rimangono dunque la seconda e terza persona. “Penso che TU abbia capito” o “penso che LUI o LEI abbia capito?” A chi mi riferisco?

Così come l’ho detta, senza il soggetto, “penso che abbia capito”, la frase sarebbe normalmente interpretata come “penso che lui o lei abbia capito”. Perché quando intendiamo la seconda persona tipicamente aggiungiamo il pronome per evitare questa ambiguità. “Penso che tu abbia capito”.

Facciamo un altro esempio.

“Credi che sia stato bravo?” Di chi stiamo parlando, di me o di lui, terza persona? Beh, anche qui normalmente se non c’è il pronome penseremmo a lui, terza persona. Per specificare che stiamo parlando di me, prima persona, è meglio aggiungere ‘io’: “credi che io sia stato bravo?” Attenzione, non è realmente obbligatorio, ma lo si fa spesso per evitare questa ambiguità del congiuntivo.

Bene, mi rendo conto che il video si chiama “non dire IO” e poi ho parlato in realtà di come e quando si usa ma ricordatevi che i pronomi personali soggetto nella maggior parte dei casi non sono necessari, anzi, sono proprio strani, quindi vi consiglio di non usarli. Io non li userei… voi fate come volete.

Ma fatemi sapere, nella vostra lingua il pronome soggetto è obbligatorio? Vi ringrazio per aver visto questo video. Ringrazio come sempre tutti i membri del Podcast Italiano Club che sostengono questo progetto e hanno accesso a contenuti esclusivi e noi ci vediamo la prossima settimana con un nuovo video. Alla prossima!

Video precedente

Video successivo


Non c'è nessun video precedente


Non c'è nessun video successivo