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Vivere in Italia o vivere all'estero? Con @italiastoria

February 18, 2024

Trascrizione

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Marco: In Italia siamo riusciti a creare un mostro in cui…

 

Davide: Un ibrido. Il peggio dei due mondi.

 

Marco: Il sistema sanitario è un buon sistema sanitario, quello italiano. Ma scherziamo?

Trascrizione con glossario e audio isolato (sul PI Club)

 

Marco: …Perché tutto costruito su una vecchia società, su una società dove lavorava solo l'uomo e dove c'erano i nonni sempre vicino.

Davide: Sono di nuovo qui con Marco Cappelli di Storia d'Italia.

Marco: Grazie Davide, è veramente un piacere averti qui a casa mia. Questo è insomma… è quarter di Storia d'Italia, insomma. 

Davide: Sì, lo vediamo dai libri .

Marco: Ecco i miei due libri. 

Davide: Pronti via marchette. 

Marco: Vabbè, lo metto per far vedere…

Davide: Non siamo qui per parlare di storia ma della tua storia personale perché tu sei emigrato dall'Italia, sei un cervello in fuga, possiamo dire, sei emigrato dall'Italia. 

Marco: In fura, Il cervello non lo so… a parte… se andate in fuga pure quello. In Italia si dice così. Cervelli in fuga. Penso sia una cosa peculiare dell'Italia. Non so per quale motivo. 

Davide: Si dice “brain drain” in inglese.

Marco: Ah, il brain…

Davide: È più il fenomeno del…

Marco: Ah ok, quindi in effetti c'è anche in inglese. 

Davide: Sì. Tu da quanto tempo è che non vivi in Italia? A che età te ne sei andato? Perché?

 

Marco: Allora io stabilmente vivo in Belgio dal 2012. Però, ecco un'altra esperienza ho vissuto anche un pochino di tempo negli Stati Uniti, dove ho conosciuto mia moglie attuale, che è un tipico caso di russo texano. Ce ne sono tanti…

Davide: Tutti conoscono… [Marco: di russi texani.] una persona così nella propria vita.

Marco: Ma in un certo senso mi sentivo emigrante già a 19 anni perché io sono andato all'estero, nel senso che sono sono andato dal sud Italia al nord Italia.

Davide: Cioè, è come emigrare e come emigrare all'estero.

Marco: Esatto. È come emigrare all’estero, e quindi già a 19 anni… sono un raro caso, tra l'altro, di diciannovenne che esce di casa insomma.

 

Davide: Sì sì, beh, abbiamo visto per il nostro corso, no, che la media mi pare sia sui 29–30 anni?

Marco: 29–30 anni per… ma con tanta gente che rimane ben oltre.

Davide: Sì sì sì.

Marco: Perché se la media è 29–30 vuol dire che tanti sono anche 35, 36, 37.

Davide: Sì. Io sono uscito di casa a 24 che è già sotto la media, tu molto sotto la media, tu eri praticamente ancora in fasce nella culla quando sei stato buttato fuori da…

Marco: Per gli italiani, quando dico a 19 anni la maggior parte delle persone rimane inorridita.

Davide: “Ma sei pazzo?” 

Marco: Inorridita, no? E io… poi era proprio un distacco forte perché da Pescara a Milano era veramente come andare in un altro mondo, insomma. Non era, diciamo, una città a fianco, insomma. E ho anche una famiglia internazionale come dicevo perché mia moglie è… è di origine dell'Unione Sovietica, poi vissuta negli Stati Uniti e le figlie… parlavo ieri con un poliglotta come Davide, mie figlie parlano diverse lingue perché vanno a scuola in francese, con me parlano in italiano, con la mamma in russo ma vedono anche film in inglese, quindi anche l'inglese, e studiano a scuola l'olandese come seconda lingua. 

Davide: Sì, è una situazione bellissima per chi ama le lingue. Quindi l'idea era parlare un po’ delle differenze tra Italia e estero. Tipico video che avranno fatto tante persone [Marco: Sì], che però è interessante secondo me per capire un po’. Dal tuo punto di vista i vantaggi, gli svantaggi del vivere all'estero rispetto a vivere in Italia. Quindi andiamo per punti magari.

Marco: Allora il primo punto che per me non conta tanto è il clima, cioè la prima, la prima cosa che direbbero gli italiani direbbero il clima e il cibo.

Davide: Sì.

Marco: E a me piace il cibo di qualunque posto del mondo con pochissime eccezioni. E tendenzialmente del clima… Anzi, a me piace il freddo. Ho sempre adorato a Milano la nebbia e mi è sempre piaciuto comunque un clima uggioso [Davide: Sì.] e detesto il caldo. 

Davide: Vabbè, Marco è una persona particolare, è fatto così, lo accettiamo com’è. 

Marco: E poi mi sono sposato una russa freddolosa, però vabbè. E… e quindi il…

Davide: Se potessi tu andresti al Polo Nord, no?

Marco: Io andrei ancora p… io in vacanza… vado in vacanza in Islanda, in Norvegia. Per me quelli sono i posti da andare in vacanza e mia moglie vuole sempre andare al caldo. 

Davide: Non sei un abruzzese tipico, tu, cioè…

Marco: No, ma in realtà gli abruzzesi sono montanari perché noi abbiamo le montagne alte [Davide: È vero, è vero.], fa freddo. È una cosa che non si sa del centro Italia che può fare molto… l'hanno scoperto gli americani, gli inglesi durante la seconda guerra mondiale che sono arrivati in Italia pensando di andare in un paese del Mediterraneo caldo e poi hanno scoperto che è l'inverno in Italia, piove tanto, fa freddo e bisogna essere vestiti bene come… meglio che nel nord Europa. Però il… ecco, queste cose a me non interessano, però mi manca in un certo senso la varietà del paesaggio italiano. Quello sì, è una cosa innata dell'Italia. L'italia è un Paese che nel suo piccolo ha tanta varietà paesaggistica: montagne, colline, pianure, coste frastagliate, isole, eccetera. Essere all'interno di una grande pianura che va dal… praticamente dai Pirenei fino alla Siberia, in un certo senso è un po’ limitante da questo punto di vista. 

Davide: Sì. Poi bisogna anche dire tutta questa varietà in un territorio concentrato, no? 

Marco: Sì. 

Davide: Perché se mi dici “gli Stati Uniti” vabbè è un continente, chiaro che c'hai dentro di tutto. Però in Italia [Marco: però io conosco…] a distanza di 1 ora passi dal mare alla montagna. Io però conosco Dallas, dove vado con i miei suoceri, so che nel giro di 5–6 ore il paesaggio è sempre quello, quindi il…

Davide: Sì.

Marco: Sì, la particolarità dell'Italia è che se tu attraversi l'Italia in 3–4 ore d'auto passi per dieci paesaggi diversi. 

Davide: Sì.

Marco: Uno potrebbe dire “non vale niente”. Per me vale tanto, vale anche tanto poter semplicemente andare in montagna in giornata. Ecco, questo mi manca. Però può essere, può sembrare una banalità, per me non lo è, ma anche la stessa varietà delle città. Tante città, lo dicevamo anche in un altro video, tante città molto varie tra di loro dove tu sei a Milano e in un’ora sei a Torino che questa città di epoca ottocentesca, grandiosa, con il re molto molto da capitale di un regno, due ore in un'altra direzione sei a Venezia, la città medievale con le calli, i canali, senza le auto. Per me è un paradiso. 

Davide: Sì. Marco odia le auto. Anche io un po’ le odio, ma lui di più.

Marco: Io di più. O un’ora verso sud, a Genova, una città costruita su… praticamente in verticale, su una montagna. Ecco, avere tutta questa varietà è veramente formidabile, ecco in un certo senso. Però, ecco, ci sono anche le cose negative, ecco.

Davide: A questo proposito potremmo anche parlare dell'aspetto urbano, di urbanistica, no? Non so se l'avevamo… vogliamo parlarne in un video a parte?

Marco: Però magari sì, un accenno si potrebbe fare tra i tre posti, quindi Italia, Nord Europa e America, diciamo. Perché per me in un certo senso mi piace molto di più come è gestito lo spazio pubblico in Nord Europa, dove c'è spazio per pedoni, bici e anche auto. Trasporto pubblico funziona bene… abbastanza bene anche in Italia, checché se ne dica.

Davide: E qua arriverà… arriveranno tutti gli italiani a dirti “Ma che cazzo stai dicendo?”

Marco: “Non è vero, non è vero!” Di solito sono quelli che non lo prendono mai, che dicono che non funziona, però è vero che funziona un po’ meglio, ci sono… c'è più varietà tendenzialmente nelle città del nord Europa, proprio perché c'è questa commistione, no? Più è importante il pedone più dunque sono importanti i mezzi pubblici e quindi avere questo… questa gestione dello spazio più democratica, meno auto dipendente per me è molto importante per la qualità di vita, cioè poter uscire e avere e… praticamente gestirsi la propria vita in un raggio a piedi di 5–10 minuti. Questo è quello che per me fa qualità della vita, per tanti altri è mettersi in macchina e fare un quarto d'ora. Da questo punto di vista trovo che… non tutte le città americane, perché ci sono grandi eccezioni come Boston, New York, San Francisco, ma molte città americane sono all'estremo opposto dove c'è tanto verde, c'è tanto spazio, e questo comunque è positivo, però la cosa negativa è che si è schiavi dell'automobile. In Italia siamo riusciti a creare un mostro in cui…

 

Davide: Un ibrido. Il peggio dei due mondi.

Marco: …a parte i meravigliosi centri storici comunque invasi dalle auto [Davide: È vero, è vero.], comunque invasi dalle auto tranne lodevoli eccezioni... 

Davide: Che poi… cioè, che poi fai passare auto in strade minuscole [Marco: Esatto.] che è pure peggio. 

Marco: Esatto.

Davide: A quel punto se vuoi essere dipendente dalle auto allora fai come in America che c’hanno 18 corsie, no?

Marco: 18 corsie, esatto. Però diciamo comunque i centri storici tendenzialmente perché costruiti in un'altra epoca, un'epoca prima delle automobili sono belli, sono vivibili ma le periferie, anche le estreme periferie, quindi oltre la periferia addirittura, cioè la parte delle conurbazioni eccetera ha lo sprawl, quindi la diffusione massiccia sulla campagna di una città americana ma il disordine dell'Italia, quindi senza almeno la grazia dei sobborghi, dei suburbs americani che sono comunque belli da vedere. Invece i nostri suburbs non sono così belli da vedere, ecco. 

Davide: Ultimamente hai visto molto il nostro caro Marco Cappelli qui su Podcast Italiano. Beh, se ti stanno piacendo i nostri contenuti recenti, amerai anche “Dentro l'Italia, in italiano”, il nuovo corso di italiano avanzato di Podcast Italiano scritto proprio insieme a Marco. Ti porteremo alla scoperta dell'Italia moderna toccando temi di cultura, storia, società. Al tempo stesso ti aiuteremo a migliorare le tue conoscenze linguistiche, cosicché tu possa fare un salto di qualità da livello intermedio a livello avanzato. Il corso è una fusione di cultura e lingua. Il nucleo di ogni capitolo è un video su argomenti storici o culturali di venti o più minuti, che poi è completato da un approfondimento su un tema grammaticale avanzato, da un approfondimento lessicale, da flashcards, da esercizi. Quindi, come vedi, un bel po’ di materiali, ma anche una comunità di studenti dove potrai cimentarti in sfide di scrittura e commentare gli episodi. Oltre a ciò, acquistando entro il 19 febbraio avrai accesso a dei bonus speciali. L'audiolibro del mio ebook “Come raggiungere il livello avanzato in italiano”; dirette mensili con Marco sui temi del corso; flashcards delle parole difficili che usiamo negli episodi e poi sconti del 50% su “Fonetica italiana semplice” e “La storia di Italo”. Ti lascio tutte le informazioni importanti nel link in descrizione. Le iscrizioni stanno per chiudere quando pubblico questo video e non riapriranno per molti mesi. Quindi se può interessarti questo è il momento, il momento di fare un salto di qualità nel tuo italiano e di intraprendere un viaggio alla scoperta della vera Italia.

 

Marco: Un'altra cosa, un'altra differenza è la differenza dell'approccio alla genitorialità che ha un impatto, secondo me anche sul famoso… sulle famose nascite. Dici “Perché poche nascite in Italia?” Perché il bambino in un certo senso è l'araldo della fine della vita indipendente, quindi non si può più vivere una volta che hai il bambino, il focus sarà solo sul bambino e il bambino deve essere protetto da tutto, quindi bisogna dare questa enorme attenzione, quindi non rimane lo spazio per i genitori tendenzialmente in Italia, secondo me è molto poco. E questo trovo che sia un limite culturale in un certo senso, mentre Nord Europa è fatto da… bambini facciamoli presto, tendenzialmente anche in America questo è abbastanza simile, prima che in Italia, molto prima, anche perché c'è meno carica del… di essere genitore. Si, sei genitore ma vai a teatro, vai al cinema, fai quello che vuoi e ogni tanto bisogna stare attenti ai bambini, ogni tanto bisogna anche dare attenzione ai genitori, alla mamma e al papà. Sono importanti anche loro, ecco. Qui si può sembrare una cosa banale, ma ha un impatto culturale importante, io ho notato. E collegata a questo un'altra cosa è assumere che il ruolo del genitore che accudisce di più è quello della donna in Italia. È ancora ahimè… sta cambiando, c'è l'evoluzione in corso ma secondo me è ancora molto forte. Io mi ricordo ancora come…

 

Davide: Non c'è il congedo di paternità ancora… ancora oggi in Italia. Immagino ci sia in Belgio? 

 

Marco: In Belgio c'è, lo stesso… donne e uomini hanno lo stesso identico congedo.

 

Davide: Cioè, in Italia il padre non può prendersi dei mesi a casa.

 

Marco: Qui è quattro mesi per la donna e quattro mesi per l'uomo.

Davide: Sì.

Marco: E quindi… e questo è il modo di fare.

 

Davide: …come dovrebbe essere.

 

Marco: E quindi… e notare: quattro mesi solamente perché uno dice, un italiano dice: “Ah, solo quattro mesi!” Lo so che per un americano spesso non… non c'è proprio il con… la maternità ma è fatta apposta per essere poco per tutti e due, così che… dando per scontato che tutti e due se ne devono occupare e in più ci sono tante strutture in Belgio per aiutare i genitori, i neogenitori, quindi l'asilo per tutti, sia nido, quando sono molto piccoli è molto comune lasciare anche i bambini all'asilo nido, mentre in Italia l'asilo nido… cioè, sei uno che abbandona i bambini! E… e poi a due anni e mezzo tutti vanno a scuola, quindi da questo punto di vista i bambini a due anni e mezzo sai che dalle 8 alle 03:30 del pomeriggio saranno a scuola e questa è una cosa che comunque insomma dà un termine abbastanza corto al periodo di maggiore impegno genitoriale che sono i primi due anni e mezzo, diciamo. Poi dopo due anni e mezzo cominci ad avere gli spazi per te insomma.

 

Davide: In Italia c'è molto… è molto presente la figura anche dei nonni che aiutano i genitori…

 

Marco: Sì, perché di nuovo lo Stato non aiuta e quindi la società deve fare da supplente allo Stato, quindi devono essere i nonni quindi… e questo crea una serie di disfunzioni secondo me. Poi anche di cose positivi perché cresce… io non sono cresciuto con i nonni ma perché i miei nonni erano lontani. Di nuovo sono un'eccezione anche in questo. Però questo crea di… rimanere legati ai nonni sempre, quindi non puoi andare a vivere lontano dai nonni.

Davide: Esatto.

Marco: E io vedo tanti amici in Italia che hanno avuto questo problema, mentre noi non abbiamo avuto questo problema. Innanzitutto sai che a due anni e mezzo andranno a scuola i bambini e saranno li dalle 8 alle 03:30 di pomeriggio? Ah, un'altra cosa: la scuola. 

Davide: Cosa hai da dire sulla scuola? 

Marco: Ne parlavamo oggi con…. Ne parlavo qualche settimana fa con amici che sono rimasti in Italia, no? Allora la scuola in Italia non è… è buona in generale, come qualità dell'insegnamento secondo me, in generale poi…

 

Davide: Marco è molto, ottimista vedete? È l'unica persona che parla bene dei trasporti pubblici, della scuola… 

 

Marco: Ma in realtà.

 

Davide: Cosa pensi del sistema sanitario?

 

Marco: Ma il sistema sanitario è un buon sistema sanitario, quello italiano. Ma scherziamo? Ma… allora senza fare l'esempio con gli Stati Uniti che… dove veramente non c'è paragone, nel senso che è molto migliore quello italiano, ma anche rispetto a Paesi come l'Inghilterra che è molto autocelebrativa nel dire che è un… diciamo, un sistema sanitario nazionale eccetera ma io trovo che sia molto migliore il sistema italiano. Questo non vuol dire tornando alla scuola che non ci siano dei problemi grossi secondo me di impostazione. Uno dei problemi grossi di impostazione per esempio è lasciare molto spazio ai compiti. Quindi si studia a scuola ma poi una enorme parte dello studio in realtà è a casa. Questo vuol dire che se sei una famiglia benestante, molti possono permettersi di studiare con uno che fa ripetizioni, quindi una specie di insegnante di sostegno, no? Allora andrai benissimo perché tu hai l'insegnante privato, ma se non hai l'insegnante privato, se i genitori lavorano, se tu sei da solo, è più difficile, stai creando delle disparità sociali. E in più è tutto, è tutto costruito sul fatto che ci sono i nonni di nuovo. Quindi tipicamente dalla scuola italiana si esce a 12:00 e mezza, all’1 che è troppo presto.

 

Davide: Io uscivo a quell'ora, venivo parcheggiato da mia nonna e ci rimanevo fino alle cinque.

 

Marco: E di nuovo se tu non hai i nonni è troppo presto.

Davide: Sì, è vero.

Marco: Come fai? Come fa una famiglia ad avere due persone che lavorano, come è necessario, perché tutto costruito su una vecchia società, su una società dove lavorava solo l'uomo e dove c'erano i nonni sempre vicino. Sempre di più, anche in Italia, paese restio al cambiamento, non è più così. Lavorano tutti e due e i nonni spesso non sono vicini o spesso sono troppo anziani. Siccome l'età continua ad aumentare, perché le persone rimandano, perché sentono diventare genitori come un passaggio faticoso, difficilissimo, da rimandare il più possibile, quindi dopo varie generazioni di rimandi, ormai i nonni hanno 80 anni o non ci sono neanche più. Quindi questa società non può continuare a funzionare in quel modo. O un'altra cosa che detesto della scuola italiana è che ci siano delle vacanze lunghissime d'estate che durano tre mesi e mezzo e nessuna vacanza durante l'anno. E qui è inconcepibile, cioè ogni sette settimane loro fanno una pausa perché… ed è tutto studiato sul fatto che i ragazzi, i bambini devono lavorare ma poi devono riposarsi. E in Italia non solo fanno poche vacanze, durante le vacanze devono fare i compiti, mentre qui dicono no, durante le vacanze non devi fare nessun compito perché durante le vacanze… le vacanze sono fatte per giocare, divertirsi, socializzare. Fa… diciamo, sviluppare altre cose che non siano l'apprendimento e trovo questo… che questo sia proprio un'impostazione molto retrograda che deriva dal… dall'impostazione fascista della scuola, l'abbiamo detto in un… una puntata del corso, no?

 

Davide: Del corso… del corso o del podcast?

 

Marco: No, no, era il corso sul… ah no era del podcast, scusate! Una puntata del podcast.

 

Davide: Creiamo così tanti contenuti che ormai ci dimentichiamo dove abbiamo detto le cose.

 

Marco: Scusate. Però ecco, il sistema sanitario italiano tu hai detto è un buon sistema sanitario in difficoltà ultimamente perché sono state tagliate un po’ di risorse. Qualche medico e infermiere se n'è andato all'estero perché pagano meglio, quindi so che sta peggiorando ma fino a quando sono andato via io, quindi magari ho un ricordo di dieci anni fa, io l'ho sempre trovato ottimo, super efficiente.

 

Davide: C'è anche chi dice che diventa sempre più difficile che questo sistema riesca a sostenersi e che si andrà sempre più verso… verso il privato, però insomma, non sono dentro a quel mondo lì quindi non so dire. È vero che vedo io stesso che… cioè mi trovo sempre più spesso a passare dal… da insomma, dal privato perché a volte devi aspettare tantissimo davvero per se vuoi fare degli esami che ti servono con urgenza.

 

Marco: Allora, questo è vero per, diciamo, per le cose che non sono veramente importanti, diciamo, veramente urgenti. Però quando hai bisogno di una vera assistenza sanitaria urgente o anche cose importanti come nel mio caso la nascita dei bambini, cioè…

Davide: Sì, quello è vero.

Marco: Avere delle strutture gratuite, dove tu non... Questo può sembrare strano, io… io mi ricordo che parlavo con mio suocero negli Stati Uniti, [mi] fa: “M avete messo da parte i soldi per la nascita per... per l'ospedale?” Ho detto: “quali soldi per l'ospedale?” Ha detto: “Sì, beh…” Poi ho scoperto che costa… negli Stati Uniti costa 6000–7000$ di media. Poi dipende ovviamente come sempre negli Stati Uniti, dipende quale assicurazione hai [Davide: Certo.], quanto è buona eccetera. In Italia penso non farebbe nessuno bambino se fosse [Davide: No, no.] con quei costi lì, proprio… ma in generale quel tipo di… di assistenza… ma anche qui, qui la cosa interessante è che… che è un sistema un po’ misto, nel senso che il… tipicamente tu hai una mutua che ti ripaga dopo che tu hai speso, la mutua che costa pochissimo, non è un'assicurazione sanitaria come negli Stati Uniti, è una mutua [che] costa 8€ al mese per intenderci, e che però ripaga la quasi totalità delle spese di… di… di assistenza insomma. 

 

Davide: Un’altra cosa che abbiamo menzionato che trovo abbastanza interessante è che secondo te gli italiani hanno una maggiore voglia di lavorare, cito le nostre note, che questa… cioè, detta… detta così sembra quasi sorprendente, no? Perché dire che gli italiani abbiano più voglia di lavorare… tipicamente noi abbiamo l'immagine degli statali italiani, non me ne vogliano, i lavoratori statali che…

 

Marco: Attenzione che mia madre è postale, mio padre ferroviere, però il…

 

Davide: …che insomma timbrano il cartellino e poi vanno in spiaggia, insomma i soliti discorsi… però vabbè forse quello è un mondo a parte, anche, però…

 

Marco: Ma anche… Anche in quel mondo lì. Io ti dico, ripeto: dalla mia esperienza personale, cioè, mio padre l'hanno dovuto cacciare dalle ferrovie e lui non riusciva ad andare in pensione. Ferrovie adesso sono una società di proprietà pubblica ma un tempo erano proprio un pezzo dello Stato le ferrovie italiane e questo lo vedo in tantissime persone. Ma poi se si va sul privato… ecco, questa è una cosa che potrebbe stupire tanti. In Italia si lavora tantissimo, si potrebbe dire troppo, sicuramente troppo. A detta di chiunque gli orari lavorativi in Italia sono molto ampi e c'è molta più disponibilità da parte del personale rispetto al Belgio, ma io direi rispetto alla maggior parte dei paesi, c'è molta più disponibilità da parte del personale a venire incontro alle esigenze del datore di lavoro se c'è bisogno di più lavoro. Ma sì lavoriamo di più. 

Davide: Sì, è vero.

Marco: E questo… questo…

 

Davide: Straordinari non pagati…

 

Marco: Straordinari non pagati, “ma sì, siamo tutti sulla stessa barca, dobbiamo fare… dobbiamo andar bene, quindi lavoriamo un altro po’...”

Davide: Questo lo dicono i manager secondo me, quelli sotto in realtà [Marco: Ma quelli sotto…] lo fanno perché… perché forse c'è una sorta di peer pressure che devi farlo...

 

Marco: Però, però quello che dico è che al di là dei luoghi comuni, io mi sono sentito “E, voi fate… gli italiani fate la siesta” Nessun italiano fa la siesta, diciamolo innanzitutto. 

 

Davide: Sì, poi la siesta non è neanche una…

 

Marco: Non esiste, non è una cosa italiana, c'è la pausa pranzo e basta. Ma il… il punto è che è normalissimo in Italia lavorare in un ufficio dalle 9 alle 8 di sera.

Davide: Certo.

Marco: È normalissimo. In Belgio è inconcepibile, in Germania ancora di più. Cioè, in Germania…

Davide: …chiamano la polizia!

Marco: Ti buttano fuori. Per carità, sono anche d'accordo che sia una cosa positiva di avere questo ordine anche di… di non lavorare oltre, ma assolutamente non è vero che gli italiani non lavorano e ve lo dico io che ho visto tutte e due le culture lavorative e conosco anche tanti altri che lavorano in tante… perché io lavoro con tutta l'Europa e anche con gli Stati Uniti, ho una… una mia azienda è americana e lavoro con tutti i Paesi d'Europa, quindi più o meno, diciamo, uno sguardo su… su tutta l'Europa ce l'ho. Ho anche lavorato con aziende giapponesi, se vogliamo dirla tutta, ecco però gli italiani sono più vicini ai giapponesi [Davide: Sì?] di quanto siano ai tedeschi.

 

Davide: E i giapponesi si dice che si uccidono…

Davide: E rispetto agli americani?

 

Marco: Gli italiani sono più vicini ai giapponesi che ai tedeschi e sono più vicini agli americani e ai giapponesi, anche gli americani lavorano tanto, troppo rispetto a tedeschi, belgi, francesi, inglesi. Noi siamo i più giapponesi d'Europa da questo punto di vista. Ma… ed è dimostrabile matematicamente. Voi potete andare a cercare le… le ricerche a riguardo e le statistiche, troverete la conferma.

 

Davide: Fantastico. Quindi in questo video abbiamo imparato che il sistema sanitario nazionale italiano è ottimo, i trasporti pubblici sono ottimi, gli italiani sono lavoratori infaticabili. Smontato tutti gli…

 

Marco: Ma io ho detto le cose… Io ho detto cose negative e ho detto tante cose negative. E ho detto, è anche una cosa negativa lavorare troppo. 

Davide: Certo, certo. 

Marco: Cioè, non è una cosa solo positiva. [Davide: Certo.] Cioè, non lo sto dicendo come una cosa positiva. Sto solo dicendo che non è vero che non lavoriamo tanto, potrebbe essere una cosa negativa. Cioè, qui per esempio i negozi sono chiusi la domenica, tutti i negozi di tutto il Paese sono chiusi.

 

Davide: Beh, anche in Italia sono quasi tutti chiusi. 

 

Marco: I centri commerciali sono aperti.

 

Davide: Sì, però se vuoi andare in un bar non ne trovi uno aperto.

 

Marco: Ma il centro commerciale è aperto, l'Ikea è aperto. 

Davide: Centro commerciale sì, quello sì, quello sì. 

Marco: E qui no! Nessun negozio di nessun tipo in tutto il paese è aperto di domenica. Stessa cosa in Germania, inconcepibile. In Italia è aperto perché per dare magari più, diciamo… per dare più rispetto… diciamo, per accordare maggiore importanza agli interessi del datore di lavoro rispetto al lavoratore. Si può vedere anche in questo modo. I trasporti pubblici sono ottimi… diciamo, non sono ottimi diciamo, sono buoni, buoni… Dipende anche dalla latitudine e dalla città [Davide: È vero, è vero.] però nessuna città è veramente veramente deprimente. Io ho trovato spesso in Inghilterra dei posti con trasporti pubblici veramente carenti, molto peggiori di qualunque città italiana. E dico, ovviamente fuori Londra che ha dei trasporti ottimi, no? Per non parlare di Stati Uniti. [Negli] Stati Uniti, [i] trasporti pubblici [sono] deprimenti, con l'eccezione solita di New York.

 

Davide: Noi italiani spesso ci bacchettiamo, siamo molto critichi… critici di noi stessi ed a volte, cioè, è giusto essere critici…

 

Marco: A volte… Molto spesso a ragione…

 

Davide: Sì, certo, però…

 

Marco: Ma spesso sbagliamo, cioè dovremmo essere critici su altre cose, tipo la scuola. Quello che ho detto prima della scuola, che secondo me è una grossa pecca. Se ne parla molto meno di invece dire “gli italiani non sono lavoratori” che non è vero.

 

Davide: Sì, ci sono cose che non apprezziamo forse abbastanza. 

Marco: Sì sì sì.

Davide: …che diamo per scontate. Va bene, dai. Grazie Marco, andate ad ascoltare Storia d'Italia se volete scoprire la storia del nostro Paese dal IV secolo dopo Cristo fino al VII adesso…

 

Marco: Sì, sono arrivato al VII.

 

Davide: Ci risentiremo presto, ne sono sicuro.

 

Marco: Grazie. Grazie Davide, Ciao, alla prossima.

Marco: Ciao ciao.

 

Davide: Dai un'occhiata a “Dentro l'Italia, in italiano” e ricorda che le iscrizioni stanno per chiudere. Link in descrizione.

 

Trascrizione con glossario e audio isolato (sul PI Club)

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