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Perché la Q esiste in italiano?

February 12, 2023

Trascrizione

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SCUOLA si scrive con la C in italiano e non con la Q. Scriverlo con la Q, ci viene detto fin da piccoli, è uno degli errori più gravi in italiano. Un errore marchiano. Un peccato mortale. Ma che poi, perché?

Benvenuti, io sono Davide, e questo è Podcast Italiano, un canale YouTube per chi impara o ama la lingua italiana.

Dopo tutto ci sono tantissime parole simili a “scuola”, la maggior parte, che si scrivono effettivamente con la Q: “quadro”, “quando”, “quindi”, “quotidiano”; ma è anche vero che abbiamo parole come “scuola”, che si scrivono con la C: “cuoco”, “cuoio”, “cuore”, “scuotere”. Perché?

Mi pongo questi interrogativi tutti i giorni.

Andiamo con ordine. In tutte le parole che abbiamo visto c’è un gruppo di suoni interessante: /kw/. Qui, quo, qua, senti? Questo /kw/. Il gruppo /kw/ è composto da /k/, cioè il suono di “casa” o “cosa”, e /w/, il suono di “uomo”, indicato graficamente con una U. E dunque /kw/ si può scrivere QU o CU, ed è sempre seguito da una vocale: “quando”, “questo”, “quindi”, “cuore”, “scuola”, “quota” e così via.

Ora, in linea teorica se volessimo… ma non si fa eh, mi raccomando, non si fa, ma se volessimo anche, in linea puramente teorica, potremmo anche scrivere “squola” con la Q. Non linciatemi, per favore. Se ci pensate il suono di Q è lo stesso di C. “Scuola”, “quota”. Oppure potremmo abolire la Q e scrivere sempre C: a che serve la Q se ha lo stesso suono della “C dura”, di /k/? Non è una lettera un po’ inutile? Da dove viene?

  1. Sì, è abbastanza inutile; 2) Ovviamente viene dal latino.

La lettera Q ha una storia affascinante nei secoli e viene addirittura dall’etrusco. Ma in latino classico la Q si usava essenzialmente come in italiano, in parole in cui c’era [kʷ], come “quāle(m)”, “quattuor”, “quando”, “quasi”, ecc. Questa cosa di scrivere /kw/ con QU la faceva già il latino. E si sa: se lo faceva il latino, lo devi fare anche tu. Senza porti alcuna domanda. Non osare contraddire il Dio latino.

Scherzi a parte, ci sono però alcune parole italiane in cui questa sequenza  /kw/ si è generata spontaneamente, non c’era nelle parole corrispondenti in latino. Parole come  “scuola”, “cuore”, “cuoio”, in latino erano “schola(m)”, “cor”, “coriu(m)”. “Co”, non “cuo”. E quindi c’è stato un cambiamento fonetico molto importante in queste parole, che si chiama “dittongamento toscano”.

Pfff… Mi sto già annoiando…

No, rimani, è interessante! E rimanete anche voi. Le O brevi latine (perché in latino c’erano vocali brevi e vocali lunghe) in sillabe aperte (cioè, che terminano per vocale, come CO-) tipicamente in italiano hanno generato il “dittongo”, “gruppo”, “sequenza”, non ci addentriamo in questa questione, /wɔ/ con una O aperta. Vediamo alcuni esempi:

rota(m) → ruota

bonu(m) → buono

locu(m) → luogo

focu(m) → fuoco

o → uo

Questo mutamento storico è il motivo per cui “schola(m)” è diventato “scuola”, “cocu(m)” “cuoco”, “coriu(m)” “cuoio”. Quindi, in queste parole in latino si scriveva CO pronunciato /ko/ che poi è diventato /kwɔ/ che noi scriviamo mantenendo la C originale.

E di fatto solo una manciata di parole appartengono a questo gruppo: “scuola”, “cuoio”, “cuore”, “scuotere” e poche altre. E questi sono gli unici casi in cui possiamo scrivere quel gruppo /kw/ con CU, sempre, sempre prima di una O. In tutti gli altri casi (molto più numerosi), prima di tutte le altre vocali, scriveremo sempre QU (“quadro”, “quotidiano”, “questura”, “quasi”, “quinto”), come d’altronde si faceva già in latino in tutte queste parole.

Mistero risolto, grazie per la visione… scheerzo, non abbiamo ancora finito. Calma e sangue freddo.

Guarda, sono ad un passo dal cliccare su un altro video.

Esistono un sacco di parole grammaticali in italiano (quindi con una funzione, non tanto un significato) super comuni come “qui”, “quindi”, “questo”, “quello” che hanno la Q ma in latino, badate bene, non ce l’avevano, la Q. E sapete perché? Beh, perché non esistevano. Ovviamente il latino aveva parole per dire “qui” o per dire “questo”, cioè non si può fare a meno di queste parole, ma noi non usiamo quelle parole. Ne abbiamo create di nuove.

Prendiamo “qui”: in latino si diceva “hīc” (presente “hīc et nunc” No? Vabè). Bene, il nostro “qui” viene dalla fusione di “ĕcc(um)” e “hīc”, “ĕcc(um)” “hīc”, “ĕcc(um)” “hīc”, “ĕcc(um)...hīc” → “qui”. “Eccum” è fondamentalmente come il nostro “Ecco!” Dunque, il nostro “qui” vuole segretamente dire “ecco qui”. Hm, interessante!

Prendiamo ora “questo”. “Questo” viene da “(ĕc)cu(m) ĭstu(m)”, cioè letteralmente “ecco questo”. “(ĕc)cu(m) ĭstu(m)” “*(ĕc)cu(m) ĭstu(m)” → “questo”.

Altre parole grammaticali come “qua”, “quello”, “quindi” hanno origini simili, sono fusioni di parole in cui /k/, quel /k/ iniziale viene da “eccum”.

Queste parole sono italiane: in latino non c’erano. Perché dunque abbiamo scelto di scriverle con la Q e non con la C? La Q si usava solo per parole veramente latine? No, non per forza. Fin dagli inizi della scrittura in lingua italiana queste parole si sono scritte con la Q, forse per analogia con le parole grammaticali effettivamente latine (come “quando”, “quasi”, “quale”; ecco, queste sono davvero parole che c’erano già in latino ed erano praticamente uguali); ma forse anche perché la C quando abbiamo questa sequenza /kw/, come abbiamo visto, si usava in pochissime parole, quelle che abbiamo visto (“scuola”, “cuoio”, “cuoco”) ed era sempre in ogni caso prima di una O. In tutti gli altri casi, di fronte a tutte le altre vocali si usava Q per /kw/, dunque aveva senso farlo anche con queste nuove parole grammaticali: “questo”, “qua”, “quindi”, “quello”.

Bene, grazie per aver guarda- ancora no: un attimo di pazienza, perché dobbiamo dire ancora due cose importanti. Ma prima, vi ricordo che ho un mini-corso di pronuncia, in cui spiego come imparare davvero la pronuncia dell’italiano. Finora a chi l’ha fatto è piaciuto molto, quindi ciò mi fa molto molto piacere. Non vi nascondo che il mini-corso è una parte di un corso più grande che si chiama Fonetica Italiana Semplice ed è un corso completo di pronuncia italiana in cui entro nel dettaglio di temi come, per esempio, come si pronuncia il suono /w/. Ma il corso funziona anche da solo, perché è più generale, vi parla di metodi e tecniche per imparare la pronuncia. Quindi, link in bio. No, non è bio, è descrizione…

C’è un errore che fanno molti stranieri. Ma anche molti italiani, in realtà. Come recita un famoso detto, “su qui e su qua l’accento non ci va”. Si scrive “qui” e “qua”, senza accento. E questo perché in una parola come QUI l’accento è per forza sulla I. La U, pronunciata con questo famoso suono /w/, di fatto si comporta come una consonante e non può di conseguenza avere l’accento. Se l’accento fosse sulla U /ˈkui/, quella U sarebbe una vera vocale e in quel caso dovremmo scrivere C-U-I. Cosa che facciamo nella parola… “cui”  (“il libro di cui ti ho parlato”). Avremo dunque QUI (senza accento) e CUI.

Davide, prima hai detto questo: “Ma forse anche perché la C quando abbiamo questa sequenza /kw/ si usava in pochissime parole, quelle che abbiamo visto (“scuola”, “cuoio”, “cuoco”)”. Ma scusa, e invece parole come “innocuo”, “vacuo”, “perspicuo”? Mi sembra onestamente che ci sia scritto C-U-O oppure leggo male? Vabbè che non c’ho gli occhiali, però… Perché in queste parole mettiamo una C? Perché non ce lo vuoi dire, perché ce lo stai nascondendo?

Speravo non te ne accorgessi. Sì, anche queste effettivamente si scrivono con CUO, ma hanno un’origine diversa da “scuola”, “cuoco”, “cuoio”: vengono da “innocuu(m)”, “vacuu(m)”, “perspicuu(m)”. Non c’è stato dunque quel dittongamento da O a UO, “schola(m)” → “scuola”. C’è invece CUU(M) che è diventato regolarmente CUO. E sentite, almeno in una pronuncia più da pedante (quindi perfetta per me) si pronuncerebbe /kuo/, con una vera separazione tra /u/ e /o/, /kuo/ e non /kwɔ/. /inˈnɔkuo/, /ˈvakuo/. Ora… questa è davvero una cosa da pedanti e suppongo la stragrande maggioranza delle persone dica in realtà /inˈnɔkwo/, /kwo/, /kwo/, come “quotidiano”. Ma se c’è qualche italiano all’ascolto che dice /inˈnɔkuo/, ci scriva un commento.

Che sete, fammi bere un bicchiere d’acqua. “Acqua”... CQ? CQ è il modo di indicare la sequenza /kw/ in cui /k/ è geminato, quindi lungo. Sentite /ˈakkwa/, /ˈakkwa/? E per qualche motivo si è preferito scrivere CQ allo scrivere QQ, come si fa normalmente con le consonanti geminate in italiano: va’ a sapere perché. E per lo stesso motivo abbiamo CQ nei derivati di “acqua” come questi e in altre parole come “acquistare” o “tacqui”, “tacque” (il passato remoto del verbo “tacere”).

Ma c’è un’eccezione: “soqquadro”, bellissima parola che significa “disordine”, “caos”. “Mettere a soqquadro una stanza”, cioè “mettere sottosopra una stanza”. La conoscevi? Scrivimi nei commenti. Perché due Q e non CQ? Boh… qualcuno ha scelto di fare così, non dimentichiamoci che l’ortografia è spesso arbitraria.

Riassumendo le cose più importanti che abbiamo imparato nel video:

  • La sequenza /kw/ più vocale si rappresenta con QU + vocale in quasi tutti i casi, tranne in una manciata di parole con la C sempre prima di O, CUO, ed è così per motivi storici.
  • Per altri motivi storici, diversi da questi, scriviamo CUO in parole come “innocuo”, “vacuo”, “perspicuo”Su QUI e QUA l’accento non ci va, perché quella U è come se fosse una consonante.
  • Infine, se abbiamo /kkw/ con una /k/ geminata, lunga, scriviamo di solito CQ: “acqua”, “acquistare”, “tacque”.
  • Ma “soqquadro”, con due Q.Grazie per aver visto il video.

Chi di voi stesse imparando l’italiano troverà un sacco di contenuti esclusivi nel mio Podcast Italiano Club, la mia pagina dove potete abbonarvi, sostenere il mio progetto e avere un sacco di materiali in più: oltre alle trascrizioni di questi video, podcast esclusivi di approfondimento o dove spiego parole interessanti, video solo per gli abbonati, un gruppo Telegram e moltissima altra roba che ti aiuterà a portare il tuo italiano al livello successivo. A proposito, ho creato un documento dove raccolgo tutti i materiali del Club… Cioè, c’era già ma ora è più bello. Così, anche se non siete iscritti, potete farvi un’idea di tutto quello che c’è dentro. Vi ricordo poi il mini-corso di pronuncia, fatelo, mi raccomando. E infine, non vi ho parlato del mio ultimo episodio del podcast. Se non sapevate, ho un podcast e di recente è uscito un nuovo episodio. Andatelo ad ascoltare. Tutti i link sono in descrizione. Un saluto. Ciao!

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