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Questa parola è MORTA (con Luke Ranieri)

February 10, 2021

Trascrizione

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Le persone muoiono.

Gli esseri viventimuoiono.

I pianeti, le stelle,le galassie muoiono.

L’universo stessoscomparirà un giorno.

Trascrizione PDF con glossario audio isolato (PI Club)

In questo elencomacabro non mancano le parole: anche le parole, spesso, muoiono; o per lo menosmettono di essere usate.

Oggi parleremo di unabella parola che non usiamo più nella lingua di tutti giorni ma che sopravvivenella letteratura.

Benché sia morta,dunque, ha lasciato un ricordo di sé, come fanno anche le persone.

Benvenuti su PodcastItaliano, un progetto pensato per chi impara o ama la lingua italiana.

Ti ricordo che seimpari l’italiano con i miei video puoi accedere al PDF con la trascrizione eil lessico difficile iscrivendoti al mio Club su Patreon: un modo di sostenerequesto progetto e di fare progressi in italiano, entrando in una comunità dipiù di quasi 600 persone che l’hanno già fatto.

1) Solere - La parolamorta o moribonda di cui vi parlavo è “solere”.

Se parlate linguecome lo spagnolo o il catalano la conoscete bene, non vi devo spiegare che vuoldire.

[USO DI “SOLER” INSPAGNOLO] Nelle vostre lingue “soler” è un vocabolo del tutto comune.

Ma per tutti glialtri, che significa “solere”? “Solere” significa “essere soliti”, “avereun’abitudine”, una “consuetudine”.

Per molto tempo “solere”è stata una parola comunissima.

Vediamo come siusava: - Pietro suole fare una passeggiata ogni sera; - I miei cugini soglionoandare in vacanza al mare.

Vediamo ora unesempio tratti dalla letteratura: - Ben sei crudel, se tu già non ti duoli, Pensandociò che al mio cor s’annunziava: E se non piangi, di che pianger suoli? (Dante)E se non piangi, di che cosa sei solito piangere? Ecco, “Solere” si coniugavaal presente come “volere”, tranne la seconda persona singolare.

“Soglio”, “suoli”,“suole”, “sogliamo”, “solete”, “sogliono”.

Come detto, però,questo verbo non si usa più nella lingua di tutti i giorni.

Cioè, non “sogliamo”più adoperarlo al giorno d’oggi, se non in una frase fatta che ogni italianoconosce: “come si suol dire”, ovvero “come si dice comunemente”.

Come si suol dire,iscriviti a Podcast Italiano e attiva la campanella.

” Ma “come si suol dire” è l’unico uso che sopravvive delverbo “solere”.

Da insegnante non vi consigliereidi usare questo verbo, se non volete sembrare un po’ eccentrici.

Vediamo allora alcunealternative comuni che esprimono la stessa idea di azione che facciamo disolito, comunemente, che esprime “solere”: 1) La più comune è proprio “disolito”: - Di solito mi alzo alle 8 di mattina.

- Di solito gliitaliani fanno una colazione dolce.

2) Abbiamo poil’avverbio “solitamente”, ma anche altri come “generalmente”, “normalmente”,“comunemente”.

Quindi: - Solitamentemi alzo alle 8 di mattina.

- Solitamente gliitaliani fanno una colazione dolce.

3) E infine abbiamola costruzione “essere solito + verbo all’infinito”, forse la meno usata delletre ma comunque piuttosto comune.

Quindi: - Sono solitoalzarmi alle 8 di mattina.

- Gli italiani sonosoliti fare una colazione dolce.

E anche al passato siusa: - Da piccoli eravamo soliti andare al mare tutte le estati.

Avete notato chetutte queste parole sono imparentate con “solere”, cioè la nostra bella parolamorta? Per essere precisi, derivano tutte dal latino “solitus” (da cui “solito”in italiano) che deriva dal latino solēre (da cui l’italiano “solere”) .

Ma per parlare dilatino ho bisogno del mio amico esperto di lingua latina: Luke Ranieri.

L: Ciao Davide! D:Luke, che mi puoi dire su “solere”? L: Allora: solēre deriva dalproto-indoeuropeo.

Il proto-indoeuropeo,come sai è una lingua antica da cui discendono quasi tutte le lingue europee enumerose lingue asiatiche.

La parola inproto-indoeuropeo era probabilmente *swe-dʰh1-.

Vedi la prima parte,*swé ? Ha originato parole come “suo” (“suus” in latino) e “sé” (dal latinosē), ma anche “solo” (sōlus in latino), l’inglese “self” e il russo свой.

Era una radiceriflessiva che si riferiva alle cose e ai numeri.

La seconda radice,*dʰeh1-, significa invece “fare” o “collocare”, da cui deriva l’inglese “do”,il tedesco “tun” e il russo дело.

Quindi in questaparola è contenuta l’idea di “sé” e l’idea di “fare”.

Alla fineun’abitudine è un nostro personale modo di fare, non pensi? Il protoindoeuropeo*swe-dʰh1 ha dato origine al proto-italico *sweðēō, che poi è diventato *sodeōin proto-latino e infine soleō nel latino classico.

D: Mmm, interessante.

Come suonerebbero inlatino le due frasi di prima? L: Allora: - Di solito mi alzo alle 8 di mattinasarebbe: Ut solet, hōrā octāvā mātūtīnā surgō.

Oppure: Soleō hōrāoctāvā mātūtīnā surgere.

Invece “Di solito gliitaliani fanno una colazione dolce” sarebbe: Ut solet, Italī jentant dulcibus.

Oppure Italī solentjentāre dulcibus.

D: Fantastico.

Grazie, Luke.

Non andare via però,che mi servi anche dopo.

Abbiamo visto che c’èun legame tra “solito” e “solere”, e c’era già in latino questo legame.

Ma anche “insolito” èimparentato con “solere”.

Possiamo parlare di“Un evento insolito”, “un fatto insolito”, ovvero qualcosa che non è solito,cioè non è comune.

E c’è poi un’altraparola interessante che deriva da “solere”, ovvero “insolente”.

Una persona“insolente” è una persona che manca di rispetto, che è arrogante: - Ma perchései così insolente? Letteralmente significa “che non suole essere”.

Come dire, che sicomporta in maniera “insolita”, non comune, nel senso specifico diinsolitamente arrogante.

Non siate insolenti,siate brave persone.

Come vedete “solere”ha lasciato tante tracce nella lingua italiana, anche se la parola “solere” nonsi usa di fatto più.

Non si USA.

2) Usare, usuale C’èun’altra famiglia di parole che esprimono più o meno la stessa idea, collegateal verbo “usare”.

Si può, in unregistro un po’ elegante, usare… “usare” nel senso di “solere fare qualcosa”, omeglio, “essere soliti fare qualcosa”.

- Nella mia famigliausavamo cenare presto tutte le sere - cioè, “solitamente cenavamo presto” - InItalia non si usa bere il cappuccino dopo pranzo.

Cioè, non è un’usanzaitaliana, gli italiani non sono soliti farlo.

Ecco, questo uso nonè più così comune nell’italiano parlato di oggi, ma comunque si usa.

Si usa usarlo.

Tra l’altro ininglese esiste una struttura molto simile, che però oggi si impiega solo altempo passato.

- We used to havedinner early, ovvero letteralmente “usavamo cenare presto”, anche se oggisarebbe più comune in italiano “eravamo soliti mangiare presto” oppure “disolito/ solitamente mangiavamo presto” o, semplicemente, “mangiavamo presto” ebasta.

Sì, perchél’imperfetto trasmette già da solo l’idea di azione ripetuta nel passato.

“Mangiavamo”, tantevolte.

C’è poi l’aggettivo“usuale”: “usuale” è qualcosa che è solito accadere, che non è insolito, dunque.

Si parla poi di un“uso”, col significato di “abitudine”, per esempio nella frase “usi e costumi”di un popolo, ovvero le sue “usanze”, le sue “tradizioni”.

“Gli usi e costumidelle popolazioni della foresta amazzonica”, per esempio.

Ma qual è il legametra queste parole e il significato principale di “usare” nel senso “adoperarequalcosa come strumento” (come nella frase “per piantare il chiodo ho usato ilmartello”)? Ecco, sei ancora qui.

Luke? L: Sono semprequi, Davide.

Io sono ovunque e inogni epoca.

Come il latino,immortale e ubiquo.

D: Ottimo.

Che mi dici di“usare” in latino? Cioè, a dove deriva questo termine? L: Allora, “usare” è unaparola dal latino tardo-volgare, “*usāre”: non era quindi una parola… usata nellatino classico.

D: E in latino che sidiceva solitamente per tradurre “usare”? Cioè, come si direbbe per esempio “perpiantare il chiodo ho usato il martello”? L: In latino il verbo era ūti.

In latino questafrase in latino sarebbe: ut clāvum cōnfīgerem malleō ūsus sum.

ūsus sum è una formadel verbo ūti (“usare” in italiano).

Ci sono tante paroleche derivano da ūti, come “utile” (dal latino “ūtile(m)), oppure “utente” (dallatino “ūtente(m)”, participio presente di “ūti”), che in inglese chiamiamo“user”.

D: E da “ūti” come siarriva a “usāre”? Sono un po’ diverse, no? L: Hai ragione.

In latino c’erano icosiddetti verbi “frequentativi”, chiamati anche “intensivi” o “iterativi”.

Indicano la stessaazione ma fatta in maniera più intensa, o lunga oppure ripetuta, come in questocaso.

Ūsāre è come ūti maripetuto.

Ma ti ripeto, non èun verbo del latino classico, quindi Cicerone non lo avrebbe mai usato.

D: Ma in latino ūtiaveva già un significato di di “azione usuale”, cioè, che facciamo,abitualmente, comunemente? L: Direi di no, in latino il verbo ūti in sé nonaveva questo significato, ma l’aggettivo ūsuālis (usuale) e il verbotardo-volgare usāre ce lo avevano.

Prendi ūsuālis, chederiva dal participio passato di ūti “ūsus” (“avendo usato”): ecco, ūsuālisindicava in senso stretto una cosa “che si usa” o che è “adatta all’uso”.

Beh, qualcosa che siusa comunemente è “usuale”, nel senso che intendiamo anche oggi di ordinario,di comune, usuale, appunto.

Invece il verbotardo-volgare ūsāre, che deriva anch’esso da ūsus contiene in sé il significatodi azione ripetuta, come ti dicevo prima.

Beh, qualcosa che fairipetutamente è qualcosa che… usi fare, che sei solito fare, quindi c’è questaidea di abitudine.

D: Grazie per lavostra saggezza, maestro! Però rimani qui che mi servi ancora.

L: Sempre un piacere.

3) Abituare,abitudine Prima ho accennato a un’altra famiglia di parole, quelle imparentatecon “abituare”, “abituarsi”, “abitudine”.

Vediamole.

In italiano abbiamoil verbo “abituarsi”, che significa “acquisire un’abitudine”.

- Pietro si ètrasferito da poco e non si è ancora abituato a vivere in Germania.

- Federica ha trovatolavoro da poco, si sta abituando alla nuova vita.

Ma si può anche“abituare qualcuno a fare qualcosa”.

- Simona ha moltotalento, ma bisogna abituarla al sacrificio – cioè, “bisogna far sì che Simonasi abitui al sacrificio”.

C’è poi la parolastessa “abitudine”.

Attenzione, nonparliamo di “abito”, come in altre lingue, in spagnolo, in inglese, ma“abitudine”, qualcosa che facciamo “abitualmente”, come in francese, “habitude”.

- Luca ha l’abitudinedi svegliarsi tardi.

- Lavarsi i dentitutti i giorni è una buona abitudine.

Ma anche “farel’abitudine a qualcosa”, cioè “abituarsi”.

- Devo farel’abitudine a lavorare da casa.

Bene, quindi da doveviene questa famiglia di parole? “Abitudine”, “abituarsi”? L: Allora, In latinosi usava la parola habēre, che significa “avere”, come puoi immaginare.

“In latino da habērederiva habitus, che si può usare un po’ come si usa anche oggi in inglese(“habit”), in spagnolo (“habito”), in italiano (“abitudine”, che in realtàviene da “habitudinem”, ma comunque anche questo viene da “habitus”) .

“habitus” aveva ilsignificato di carattere, stato, condizione, disposizione.

“habit” in inglese o“abitudine” in italiano, se ci pensi, hanno a che fare con qualcosa che faparte di noi: un’abitudine è come se fosse una seconda pelle, una secondanatura, fa parte della nostra identità.

D: È interessanteperò che “abito” in italiano si è specializzato con il senso di “vestito”, o“abito”.

L: Già in latinoaveva quel significato, tra l’altro.

Perché ciò che siamosoliti avere con noi è il nostro “abito”.

D: E la parola“abituare”? L: “abituare” viene dal verbo latino habituāre, che in latinosignifica più o meno quello che significa oggi “abituare” in italiano.

D: - Optimē! Grātiās,Lūcī.

4) Costume,consuetudine C’è ancora un’ultima famiglia di parole di cui vorrei parlarvi.

Partiamo da“costume”, che in italiano può significare alcune cose.

O “abitudine, modo difare” - è mio costume alzarmi presto Anche se si tratta di un uso abbastanzaletterario, a mio modo di vedere.

Poi un uso più comunecomune è invece “costume” nel senso di “usanza”, “tradizione” di un popolo:abbiamo parlato prima dell’espressione “gli usi e costumi di una popolazione”.

Vediamo usi simili di“costume” in tante lingue europee: “coutume” e “accoutumer” in francese, da cuil’inglese ha preso “custom”, “customary”, o in spagnolo “costumbre” e“acostumbrarse”.

E a proposito, initaliano c’era il verbo “accostumarsi”, ora non si usa più ma esisteva.

Vi voglio poi parlaredi “consuetudine”, dal latino (consuetudinem).

Luke, sei sempre qui?L: Rieccomi.

Allora,“consuētūdinem” deriva dal verbo cōnsuēscere, che significa sostanzialmente“abituarsi a qualcosa” oppure “essere soliti” fare qualcosa, tutte parole chehai già spiegato.

Interessante la*seconda parte, svēscere: è imparentata con solere e risale in ultima istanza alprotoindoeuropeo *swe-dʰh1-.

, di cui parlavamo prima, ti ricordi?.

Da cōnsuēscere derivaanche “cōnsuētus”, che se non sbaglio avete anche in italiano.

D: Proprio così,“consueto” lo usiamo anche in italiano e significa “solito”, “abituale”,“usuale” (tutte parole che abbiamo già visto) Per esempio: - L’avvocato ogginon è arrivato al suo ufficio all’ora consueta, cioè “alla solita ora”.

Starete pensando: mache cavolo c’entra “consuetudine” con “costume”? Sono diversissime.

Ebbene, “costume”deriva da “consuetudinem”, per quanto sembri incredibile.

Questo è ilpassaggio: “consuetudinem” – “consuetunem” -> “costume”.

Non è fantastical’etimologia? Ma perché allora abbiamo due parole diverse? Perché abbiamo“costume” e “consuetudine”? Perché “costume” è l’evoluzione della parola latina“consuetudinem”, e “consuetudine” è invece la parola latina presa direttamentedal congelatore (ovvero dai libri in latino) e reinserita artificialmente nellessico dell’italiano.

Questo fenomeno èconsueto in italiano, ma magari ne parlerò in un altro video.

Ah, vi starete forsechiedendo: e “costume” come “il costume da bagno” o “un costume di carnevale”?Allora, “costume” significa “consuetudine”, “usanza”, no?.

Da lì è passato a significarepiù specificamente anche un’abitudine di abbigliamento di un popolo, quindi unospecifico costume popolare e poi da lì si è ulteriormente ristretto, passando asignificare “capo di abbigliamento che ha uno scopo preciso”, come il costumedi carnevale.

Bello, vero? Bene,abbiamo visto tante parole, spero che abbiate imparato qualcosa di nuovo.

Alcune domande pervoi: conoscevate tutte queste parole? Conoscevate l’origine di queste parole?Se sapete altre lingue, ci sono parole imparentate a quelle che abbiamo visto?Se parlate lingue non-romanze, c’è qualche etimologia interessante legata alleparole che indicano “abitudine”, “costume”, “qualcosa che facciamo di solito”,“usi”, “usanze? E ditemi: che cosa siete soliti fare per imparare l’italiano? Oppurein generale nella vita? Ecco, se volete potete provare a esercitarvi a usaretutte queste parole nei commenti.

Ringrazio il amicoLuke Ranieri per aver preso parte a questo video.

Se v’interessaimparare il latino attraverso input comprensibile andate sul suo canaleScorpioMartianus e se v’interessano video sull’etimologia (e molto altre coseinteressanti), andate sul suo canale Polymathy.

Vi ricordo che oltreal PDF di questo video sul mio Podcast Italiano Club avrete accesso a tantialtri materiali, come un episodio esclusivo di un podcast in cui approfondiròtutte le parole che abbiamo visto oggi con tantissimi esempi, così che possiatefare pratica.

Ringrazio di cuore lepersone che sostengono questo pgetto, le vedete scorrere ai lati.

Noi vediamo nelprossimo video, statemi bene.

Alla prossima!

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