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Come insegnare una lingua su YouTube, con @LearnAmo

January 21, 2022

Trascrizione

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Chi di voi impara l’italiano probabilmente conosce il canale YouTube “Lernamo” di Graziana e Rocco, uno dei canali più famosi dedicati all’insegnamento della lingua italiana. Qualche tempo fa ho fatto una chiacchierata con Graziana e Rocco e oggi con un po’ di ritardo ve la propongo. Abbiamo parlato di vari argomenti: dell’insegnare l’italiano online, del loro percorso, di quale pensano sarà il futuro di queste piattaforme, dunque spero vi piaccia. Buona visione!

D: Ciao a tutti, benvenuti a un nuovo video su Podcast Italiano e questo video è molto speciale perché sono con Rocco e Graziana di “Learnamo” e prima di tutto benvenuti. Come va? Come state?

R: Bene, bene.

D: Di dove siete e come vi siete conosciuti?

G: Noi siamo entrambi pugliesi, in particolare io vengo da una città vicino Bari, una piccola città vicino Bari.

R: Io invece vengo da una città più al nord ma sempre in Puglia; infatti, noi ci siamo conosciuti all’università a Bari.

G: Sì, abbiamo entrambi studiato lingue all’università a Bari.

R: E quindi come vi siete trovati all’università? Insomma, raccontateci un po’ il vostro periodo universitario.

G: Non ci siamo trovati male, devo dire, non lo so, personalmente credo di non aver così tanto imparato le lingue come pensavo, soltanto quello. Cioè magari quello che ho imparato l’ho imparato più fuori proprio dall’ambito universitario, che dentro l’ambito universitario. Però in generale ti dà un buon modo di pensare.

R: Diciamo magari non è tanto, possiamo dire, pragmatico, a volte è un po’ troppo teorico.

D: Certo.

R: Questa è la nostra impressione. Tu hai studiato anche lingue, no?

D: Sì, sì anche io ho studiato lingue. Prima mediazione linguistica, poi ho fatto lingue per la comunicazione internazionale. Però è la mia stessa impressione. E quindi poi come avete deciso di iniziare il vostro progetto? Eravate a Bologna? Era dopo la magistrale o durante la magistrale?

G: Infatti no, era prima. Era a Bari, durante la triennale.

D: Okay.

G: Abbiamo avviato il progetto.

R: Usavamo spesso YouTube per imparare le lingue, per migliorare e quindi ho fatto, diciamo, ho avuto un’idea. Ho usato quello che se non mi sbaglio alcuni chiamano ingegneria inversa, tipo ho guardato gli altri, ho capito come facevano guardando e ho applicato più o meno gli stessi metodi. Poi vabbè li abbiamo un po’ personalizzati, ognuno ha il suo stile, le sue capacità, le sue propensioni, però in generale ci siamo ispirati a quelli prima di noi, no?

G: Esatto.

D: Certo.

G: Perché abbiamo pensato: se noi abbiamo bisogno di questo per le lingue che noi studiamo, sicuramente anche gli stranieri che imparano l’italiano hanno bisogno di risorse dello stesso tipo. Abbiamo trasformato in risorsa per altri, quello che già altri prima di noi avevano fatto.

D: Quindi voi non avevate un’esperienza di insegnamento tradizionale o…

R: Avevamo esperienza con le lezioni online con gli studenti stranieri, però in un’aula tradizionale mai. In un’aula di una scuola o di università non abbiamo mai… ah io, per il mio dottorato ho fatto qualche lezione di italiano in un’università ma è stato recentemente, quando abbiamo iniziato non avevamo esperienza nel mondo tradizionale dell’istruzione.

G: Sì, nelle classi.

D: Nemmeno io in realtà. Io non ho neanche certificazioni. A volte mi chiedo se possono servire oppure no.

R: Forse prima si, adesso un po’ meno. È come se internet e tutte queste risorse online abbiano in un certo modo ridotto il valore di quello che erano il mondo tradizionale, no? È come se ormai chiunque, in una sorta di democratizzazione dell’istruzione, può insegnare, chiunque può apprendere e quindi…

D: Non ci sono barriere all’ingresso, no? Prima se volevi insegnare, se volevi insegnare in una scuola di lingue dovevi, e devi ancora adesso, avere un titolo per farlo.

G: Si, io penso anche che la gente lo capisca. Se tu sei una persona che dice tante stupidaggini, in realtà la gente lo capisca, il pubblico, e quindi smette di seguirti.

R: Cioè è come dire, se tu sei il professore e vai in una classe e dici una marea di stronzate, poi se vuoi censurala la parola stronza, che va beh…

D: No, no la teniamo, la teniamo.

R: Se tu dici una marea di stronzate non ci sarà nessuno lì a mettere in dubbio quello che tu dici, mentre su internet di solito se tu dicessi tante stronzate qualcuno ti direbbe: guarda che stai dicendo cose inutili, sono sbagliate. E non avresti, non riusciresti ad avere successo, teoricamente.

D: Pensandoci penso di aver detto varie stronzate io nel corso degli anni, però se non dici solo stronzate ma anche cose vere, magari.

G: La gente lo apprezza.

D: Non so voi se vi è capitato ogni tanto di dire cose non proprio giuste, o se ve l’han fatto mai notare.

G: Sicuramente, qualche volta è capitato.

R: Beh io non lo ammetterei. No, scherzo. Sicuramente è capitato sì, sicuramente.

D: Voi avete avuto un grandissimo successo su Youtube, avete non so quasi 200 mila iscritti mi pare. Qual è la vostra ricetta, quali sono i vostri segreti. Divulgate al mondo i vostri segreti!

G: Segreti diciamo non ne abbiamo perché abbiamo un po’ adattato il nostro stile in base a quello che pensavamo fosse migliore per il pubblico devo dire.

R: Sì, diciamo che ci sono una serie di elementi che entrano in gioco no? Per raggiungere numeri interessanti. Bisogna creare tanti contenuti che abbiano un certo valore, no? Quella è la chiave, no? È la cosa fondamentale in questi progetti qui online dove tu sei social media, vuoi crearti un pubblico. Poi qual è il tuo punto di vista, anche tu ora hai raggiunto 100 mila iscritti ho visto prima.

G: E tu hai una ricetta?

D: Beh non lo so, secondo me chiaramente fare contenuti di qualità. Io forse ho un approccio diverso dal vostro, nel senso che faccio meno contenuti, voi fate quanti? 2-3 video alla settimana mi sembra, siete piuttosto attivi mentre io ne faccio…

G: Due.

D: Un po’ di meno. Si penso la regolarità, comunque, sia la cosa più importante. Tra dieci anni secondo voi faremo sempre questa cosa, faremo sempre video su Youtube?

G: Probabilmente sì. Secondo me sì o se non sarà Youtube, non so, forse nascerà una nuova piattaforma o qualcosa del genere ma sì, l’abbiamo visto negli ultimi due anni un po’ con la pandemia, ecc. Tutti si sono spostati online e quindi, infatti i nostri video sono diventati risorse anche per le scuole.

D: Quindi vi scrivono insegnanti che usano i vostri contenuti?

G: Si, infatti. Addirittura, mi è capitato una ragazza di sedici anni che abita vicino casa mia a Bari, vicino Bari, che mi ha mandato un video e mi ha detto: “Ma questa sei tu? La nostra professoressa ci ha dato da studiare questo video durante la lezione”.

D: Però quindi, però per studenti italiani non stranieri.

G: Sì sì, era un video di grammatica; quindi, loro stavano studiando durante la lezione di italiano.

R: Comunque anch’io spesso nei commenti leggo gente che scrive “ciao dalla 3B (terza B)” oppure tipo…

D: Ah sì?

R: Sì, oppure “like chi sta guardando questo video dalla 2A”, “chi ha avuto questo video come compito per casa”. È divertente, sì, visto… a te sono più divulgativi, diciamo, hai un approccio più diverso, un po’ più discorsivo nei tuoi video.

D: Si, non so neanche io come descriverli. A volte sono più curiosità, non lo so, spazio molto da un argomento all’altro dello stesso video. Ho visto che voi siete anche molto presenti su Instagram, siete su Tiktok, pensate si andrà più magari su piattaforme di questo tipo?

G: Mm, non credo. Secondo me non completamente. Quelle piattaforme sono molto buone per dare, non so, delle pillole per chi vuole imparare giusto qualcosa di tanto in tanto e dire “ah, questo non lo sapevo” ecc. però un video di dieci minuti penso che sia sempre meglio per chi vuole imparare le basi.

R: Sì, in realtà i contenuti molto brevi vanno bene oggi. Tipo leggevo che la gente vuole imparare in maniera super rapida e quindi contenuti tipo quelli pubblicati su TikTok o su, per esempio, gli shorts di Youtube vanno molto ora e sì, probabilmente saranno un’alternativa a quei video lunghi di 15 minuti, di 10 minuti che pubblichiamo ora, no? Quindi bisognerà creare entrambi i contenuti se vuoi stare al passo con i tempi. Questo penso di sì, poi non lo so, boh, non lo so come finirà, qui cambia tutto velocemente, quindi.

D: Si, infatti, è quello che mi chiedo anche io. Io ho qualche dubbio relativamente, non so, al valore anche pedagogico di TikTok o Instagram, per le lingue nello specifico. Magari mi sbaglio, però non so, mi sembra che ci siano così tante distrazioni che…

R: No ma secondo me sei come i professori che criticano Youtube e i social media per imparare, no?

D: Impossibile.

R: Non accetti l’arrivo delle nuove generazioni che ti spazzeranno via, come spazzeranno via noi e un giorno criticheremo per invidia, no? È normale. Noi ora siamo i vecchi.

D: Chiaro, chiaro.

G: Non ancora, lo diventeremo.

D: Volevo chiedervi quali sono le vostre principali soddisfazioni o anche difficoltà che avete avuto in questi anni.

G: Soddisfazione più grande penso quando abbiamo ottenuto il silver button, almeno per me.

R: Sì, quello è figo. Tra un po’ arriverà anche a te.

G: Esatto. Tutti i commenti, comunque, di gente che si complimenta, che ci ringrazia, i messaggi, quelli fanno sempre piacere.

R: I messaggi sì, ovviamente sì.

G: Sono una soddisfazione.

R: Noi li leggiamo sempre ma è troppo complicato rispondere a tutti, per noi. Questo è un po’ un rammarico.

G: Non sappiamo tu se riesci a stare al passo con tutti i messaggi, per esempio, le e-mail che ti arrivano.

D: Non molto in realtà.

G: I commenti…

D: Anche se penso di riceverne molti meno di voi però sono piuttosto scarso a gestire questo aspetto.

G: È difficile.

R: È molto problematico la gestione del sito web. Perché noi pubblichiamo sempre articoli relazionati con i video che creiamo, quindi, il sito web è abbastanza grande ora, ha molti contenuti, eserciti, etc. e questo è una fonte di problemi per noi, perché più delicato in un certo senso. È più facile che nascano problemi.

D: Che si rompa, sì, quello lo so. Volevo ancora farvi qualche domanda invece sulla vostra terra d’origine, sulla Puglia. C’è qualcosa della Puglia che vi manca, voi adesso non vivete lì da un po’ mi sembra.

G: Sì è vero. Il clima, un po’, perché è sicuramente più caldo.

R: Il cibo a volte, non è male qui, adesso siamo a Firenze. È buono il cibo però ovviamente a volte sai c’è quella cosa che vuoi, che desideri proprio che qui non la fanno e vorresti fartela spedire ma è troppo.

D: Vi fate mai spedire pacchi da…

R: Qualche volta sì.

G: Qualche volta sì, qualche volta sì, però ci sono sempre quelle cose tipo, personalmente la focaccia, che è difficile mandare in un pacco ed è difficile trovare altrove.

D: Però vi trovate bene comunque anche fuori, insomma.

G: Sì, alla fine si, è interessante comunque vivere in altre città, vedere altre realtà.

D: Nella vostra esperienza quanto si usa il dialetto dalle vostre parti?

R: Mm, si usa, si usa un bel po’ sinceramente, sì.

G: Io anche non lo definirei pugliese perché infatti ce ne sono tantissimi diversi da città a città, quindi per esempio i nostri dialetti sono diversi. Qualche parola è completamente diversa e incomprensibile da un dialetto all’altro, a distanza di 80 km. A Torino c’è un dialetto, si parla ancora?

D: A Torino, per me, la mia esperienza è molto diversa perché a Torino tra i giovani è praticamente morto il dialetto e questo perché insomma a Torino c’è stato un grande rimescolamento demografico, c’è stata tantissima immigrazione nel secondo dopoguerra e quindi alla fine la lingua comune è diventata l’italiano. Poi se parliamo di altre zone del Piemonte, ci sono zone in cui si usa molto di più, è molto più attivo, però a Torino ecco, un giovane che parli torinese, o la variante torinese del piemontese, è una cosa molto molto rara.

G: Qualche volta è affascinante scoprire, perché i dialetti sono molto collegati alla storia, alla cultura, per esempio nel nostro caso i dialetti del sud, a volte mostrano somiglianze al francese, allo spagnolo a causa un po’ dell’influenza di questi popoli nel sud.

D: Quest’estate sono stato a Ischia, e vabbè è un posto magari un po’ diverso, però mi ha sorpreso molto che tutti parlano normalmente in napoletano e da noi è una cosa che non esiste.

R: Noi siamo stati a Ischia due anni fa, un’isola molto bella devo dire, non mi ricordo che parlassero napoletano se devo essere sincero.

G: Ma forse perché è più naturale per noi, non ci hai fatto caso.

R: Ah è vero, forse per noi è così normale qualcuno usi un dialetto nel Sud, che magari non ci facciamo caso. Però si, ha senso, data la vicinanza a Napoli.

D: Sì io l’ho notato molto, le persone in giro, in spiaggia, tra di loro, c’era chi usava solo l’italiano, chi faceva un mix e tanti che parlavano napoletano sempre. Forse per me è anche un po’ più difficile capirlo, non so, magari dato che voi parlate dialetti del sud, c’è più intercomprensione, mentre per me è un po’ più difficile. Questo non lo so.

G: Chiariamolo perché molti stranieri subito diventano un po’ frustrati quando non capiscono il dialetto, ma in realtà non è colpa loro, cioè anche per noi è difficile se il dialetto che non è il nostro e non è vicino alla nostra città.

D: A me nessuno parlerebbe mai, cioè se vanno a Napoli non è che mi parlano in napoletano se sanno che sono del Nord. Se voi andate in Veneto non vi parlano in Veneto, insomma c’è una lingua comune che è l’italiano e allora magari ci rivedremo sul vostro canale a quanto mi sembra di capire.

R: Sì, faremo un video interessante sulla pronuncia. La pronuncia tra nord e sud, le differenze più evidenti, più palesi.

D: Iscrivetevi al canale di Graziana e Rocco se non lo conoscete “Learnamo” ma sicuramente lo conoscete e grazie ancora per il vostro tempo.

G: Grazie a te per l’invito.

D: Alla prossima.

G: Alla prossima.

R: Ciao.

G: Ciao.

Spero vi sia piaciuto il video. Come dicevo, tra poco uscirà un video sulla pronuncia, differenze regionali di pronuncia sul canale di Graziana e Rocco. E se non li seguite, seguiteli perché hanno un sacco di materiali per imparare la lingua italiana. A proposito di materiali per imparare la lingua italiana, avete mai sentito parlare del Podcast Italiano Club? Mai sentito? È la mia pagina Patreon dove troverete un sacco di materiali esclusivi che non ci sono da nessun’altra parte che vi aiuteranno ad imparare la lingua italiana sostenendo allo stesso tempo me e questo progetto. Ogni video ha la trascrizione, tra l’altro, adesso sono anche interattive, cento episodi di un podcast esclusivo, analisi di canzoni, video extra mai pubblicati su YouTube, una chat su Telegram per i membri, dirette esclusive, tantissime altre cose. Andate a dare un’occhiata al Club. Grazie ai membri per il sostegno. Ci vediamo presto nel prossimo video. Ciao!

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