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Love your NATIVE language! [IT / with IT/EN subs]

December 27, 2020

Trascrizione

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Molti di noi amano le lingue straniere.

Ma quanti di noi amano la propria madrelingua? Quanti di noi la curano con la stessa attenzione e passione che riserviamo alle lingue straniere? Il video di oggi è un po’ la continuazione di un video che feci qualche mese fa.

In quel video, dal titolo volutamente provocatorio, parlavo di come da qualche mese avessi iniziato a dedicarmi attivamente al miglioramento dell’italiano, che è la mia madrelingua (giuro, non sono russo o tedesco).

Per me era qualcosa di nuovo, dato che per molti anni mi ero dedicato anima e corpo alle lingue straniere.

Ne ero ossessionato: ogni secondo del mio tempo libero lo passavo ascoltando un podcast o guardando un video in russo, in francese, in spagnolo, in tedesco.

Quest’anno ho fatto più o meno lo stesso, ma questa volta con l’italiano: ho cercato di immergermi nell’italiano e di perfezionare la mia conoscenza passiva e attiva con la stessa passione e dedizione con cui per anni ho imparato le lingue straniere.

Vediamo esattamente cosa ho fatto e perché secondo me è importante che tutti lo facciano.

Benvenuti su Podcast Italiano, Il progetto dedicato a chiunque impari la lingua italiana o semplicemente la ami.

Trascrizione PDF con glossario audio isolato (PI Club)

Ti ricordo che se impari l’italiano con i miei video, nel mio Club su Patreon troverai il PDF con la trascrizione, il lessico difficile, l’audio dei video (che puoi quindi riascoltare come podcast, se preferisci) e tanti altri materiali bonus.

Trovi il link qui.

Ma che ho fatto, concretamente? Che cosa ho fatto per migliorare l’italiano? In primo luogo mi sono immerso in maniera quasi ossessiva in un mondo di contenuti in italiano: ho letto tanti libri (e non ho mai letto tanto quanto quest’anno); ho iniziato ad ascoltare audiolibri (cosa che prima non facevo); ho ascoltato alcuni podcast; ho continuato a guardare tantissimi video qui su youtube; ho frequentato addirittura alcuni eventi online, come i webinar, che a causa della pandemia sono proliferati (perché tutto oramai si fa online).

Ora, quali contenuti bisogna ascoltare se si vuole affinare le proprie competenze nella madrelingua? Io penso che bisogna essere selettivi, bisogna mettersi alla prova.

Per questo è molto più utile fruire di contenuti linguisticamente complessi, cioè libri, documentari, conferenze di Barbero.

Capite bene che a questo scopo non serve a molto guardare TV spazzatura o passare il tempo su TikTok.

È fruendo di contenuti difficili, uscendo dalla nostra zona di comfort linguistico, che avremo più probabilità di incontrare parole e costruzioni nuove, che in parte assorbiremo naturalmente, per osmosi, e che in parte, se vogliamo, possiamo imparare in maniera più attiva e consapevole.

Se vi sembra di avere già sentito questo discorso, è normale, perché sto dicendo le stesse cose che consiglierei normalmente a chi impara una lingua straniera.

Niente di nuovo.

A proposito di parole: una cosa che ripeto spesso è che per parlare bene una lingua bisogna sapere tante parole.

Ed è per questo che ho cercato di ampliare il mio vocabolario in italiano.

In che modo? Beh, come ho detto l’immersione linguistica già aiuta in maniera, naturale, inconscia, quasi.

Ma ho fatto anche un lavoro più attivo: ho proprio iniziato a segnarmi in un file sul telefono le parole o le locuzioni interessanti che incontravo e non conoscevo.

Oramai è diventata un’abitudine, un automatismo: se non conosco una parola la vado subito a cercare su un dizionario, perché mi dà quasi fastidio non averla nel mio repertorio linguistico.

E poi, me la segno.

Oltre a questo, ho sviluppato l’abitudine di fare attenzione alle parole che usano gli altri e pensare: “ma io uso questa parola normalmente?”.

Se la risposta è “no” faccio la stessa cosa: me la segno e poi quando ho tempo la ripasso.

Ci sono tante belle parole, se ci pensate, che capiamo perfettamente, ma che non fanno parte del nostro vocabolario attivo.

Ed è un peccato.

Ma oltre ad ampliare il vocabolario, ho cercato anche di migliorare l’eloquenza, ovvero la capacità di usare la lingua parlata in maniera efficace (che per me è molto importante).

Una cosa che in passato mi dava molto fastidio era la mia incapacità in alcune situazioni di esprimermi in maniera chiara.

Per esempio, mi capitava quando risentivo le registrazioni del mio podcast.

Spesso avevo l’impressione che il mio modo di parlare fosse sconnesso, fosse poco chiaro.

Mi sembrava di non riuscire a spiegarmi bene.

E quindi ho provato a rimediare.

Anche in questo caso ho fatto quello che consiglio sempre a chi impara una lingua: parlare tanto, anche da soli.

Perché l’input passivo è fondamentale ma non è sufficiente: per parlare bene e scrivere bene bisogna fare tanta tanta tanta pratica.

Vedete perché dico che migliorare una lingua straniera e migliorare la propria lingua sono processi tutto sommato simili? Dico le stesse cose, praticamente.

Fare monologhi sembrerà strano ma è un esercizio davvero efficace.

Esercitarsi a verbalizzare, a mettere in parole i nostri pensieri, come se li dovessimo comunicare ad altre persone (anche se poi magari non lo facciamo per davvero ed è solo un esercizio), cercando di curare la forma, la precisione lessicale, la chiarezza del messaggio, nonché la pronuncia e l’intonazione (che per me sono molto importanti).

Insomma, cercare di lavorare sulle proprie abilità oratorie.

A me piace farlo per esempio quando passeggio oppure quando sono sotto la doccia.

Ma oltre a parlare da solo come un pazzo furioso, produrre video e podcast ovviamente mi aiuta (che poi alla fine anche in quel caso parlo a un microfono); oltre a ciò ho fatto anche un bel po’ di dirette qui sul canale.

Quindi ho fatto tanta pratica.

Ed è servita? Credo di sì: io oggi mi sento più sicuro nell’esprimermi in italiano; mi sembra di parlare con più disinvoltura, di essere più sciolto, anche di pronunciare meglio le parole e di non incappare soprattutto in quelle fastidiose interferenze tra lingue che mi portavano a volte a dire cose in italiano che in realtà erano influenzate dal russo, per esempio, ecco.

Mi sembra poi che mi vengano in mente le parole più rapidamente, come se pensassi più velocemente.

Di fatto ho trattato l’italiano come una lingua straniera, con dedizione, attenzione e amore.

Ho capito quanto è bello saper usare bene la propria lingua e ho capito quanto bisogna esercitarsi per arrivare a un punto in cui uno si può dire bravo, un bravo comunicatore.

Ma è una cosa che serve davvero? Perché migliorare la propria madrelingua? Cioè, dobbiamo davvero fare tutto lavoro? Perché? 1) Partiamo da un’idea che ora mi sembra quasi banale ma a cui prima non pensavo.

Essere madrelingua non significa automaticamente parlare bene.

Conosco tanti madrelingua che parlano male: cioè, magari non fanno errori grammaticali palesi, ma sono trasandati, trascurati nel loro modo di parlare (io mi includo in questa categoria); non si capisce dove vogliano andare a parare con i loro discorsi; a volte tentano di usare parole complicate ma le usano a sproposito.

E volte si tratta anche di persone istruite; chiaramente avere una buona istruzione aiuta, ma non significa parlare al meglio delle proprie possibilità ed essere bravi comunicatori.

La lingua è come un muscolo, che se non alleniamo si atrofizza.

O perlomeno, non cresce.

2) Seconda osservazione — anche questa forse un po’ ovvia ma importante.

Per la maggior parte di noi, persone che vivono nel proprio paese di origine, dove la società parlala nostra L1 (cioè lingua madre) le lingue straniere hanno un’importanza tutto sommato relativa.

Cioè, a me, per esempio, a che serve conoscere il russo? O, non so, lo spagnolo? Chiaro, se le usassi per lavoro sarebbe un altro conto, ma in ogni caso qui in Italia l’italiano rimane la lingua più utile da conoscere per vivere una vita piena, integrati nella società.

Cioè, capite cosa intendo? Si parla spesso di quanto è importante conoscere l’inglese (che sicuramente è importante per tanti motivi), ma non si mette molto l’accento sull’importanza del sapere bene la nostra L1, che è poi la lingua che usiamo al lavoro, a scuola, nelle relazioni, in mille situazioni.

Perché la lingua è una competenza che si dice “trasversale”, cioè, attraversa tutti i contesti.

Se ci pensate usiamola lingua praticamente in qualsiasi contesto che preveda una comunicazione con altri esseri umani.

Capire e sapere usare bene la propria lingua è un modo di vivere meglio, di vivere una vita sociale più completa, secondo me.

4) Magari potreste pensare che saper parlare bene serva soprattutto a chi parla tanto in pubblico; ma alla fine non siamo un po’ tutti “public speakers”, oratori? In alcuni contesti ci troviamo tutti a parlare pubblicamente, che ne so, al lavoro o con gli amici o sui social.

Saper raccontare una storia in maniera accattivante oppure parlare di una questione di lavoro con i colleghi o difendere le proprie idee in maniera efficace durante una discussione, saper parlare di sé stessi in maniera interessante: sono tutte abilità che possono tornare utili.

5) Poi, ho l’impressione poi che conoscere bene la propria lingua ci aiuti anche a usare meglio le lingue straniere che impariamo.

Cioè, con questo intendo qui conoscere le strutture della lingua: la grammatica, la fonologia, l’etimologia delle parole, la sua storia, le somiglianze con altre lingue.

Prendiamo proprio l’esempio della grammatica: tante persone hanno difficoltà a imparare la grammatica nelle lingue straniere proprio perché non l’hanno mai imparata bene nella propria lingua.

Se non sai distinguere una congiunzione da una preposizione nella tua lingua sarà molto più difficile farlo in una lingua straniera.

6) Un’ultima considerazione.

Spesso si viene giudicati per il modo in cui si parla o si scrive.

Che ci piaccia o no è così: la lingua è un po’ come l’abbigliamento o l’aspetto fisico.

Esprimersi in maniera sconnessa, usare parole a sproposito, fare errori grammaticali o ortografici (che sono molto stigmatizzati socialmente) è un po’ come andare in giro con una macchia di pomodoro sulla maglia oppure, che ne so… puzzare.

Se andiamo a un colloquio di lavoro e parliamo come se fossimo al pub, oppure sbagliamo un congiuntivo (che è un errore che comunque ha un forte stigma sociale in Italia, ma anche nelle vostre lingua ci saranno errori simili) è come se… puzzassimo; cioè, facciamo inevitabilmente una brutta figura, anche se poi magari diciamo cose intelligentissime.

Ho parlato tanto delle abilità orali, ma anche la scrittura merita due parole.

La scrittura è una pratica che molti di noi dopo la scuola abbandonano.

Intendo scrivere testi argomentati, complessi; non solo messaggi brevi su Whatsapp.

Scrivere è una competenza diversa dal parlare, per tanti aspetti: richiede più attenzione, pazienza, riflessione, anche tempo; purtroppo è un’abilità ignorata secondo me tanto nell’apprendimento di lingue straniere quanto nella propria lingua.

Scrivere però è anche importante perché ci aiuta a pensare in modo più lineare, a mettere ordine ai nostri pensieri a volte caotici.

Ed è difficilissimo farlo bene.

Me ne rendo conto ogni volta che provo a farlo.

E io non mi considero bravo a scrivere, tutt’altro, proprio per questo ammiro molto chi lo sa fare bene.

Detto questo, tutti abbiamo occasioni di scrivere: prendiamo i messaggi su whatsapp, o le mail di lavoro, i post che pubblichiamo sui social.

Ecco, penso che si possa cercare di iniziare da qui, facendo un po’ più di attenzione alla forma, alla coerenza, cercando di usare parole più eleganti, o cercando di fare attenzione alla chiarezza delle cose che diciamo; anche solo rileggere ciò che scriviamo prima di inviarlo, già questo aiuta, di solito.

In conclusione: se siamo amanti delle lingue in generale, perché non coltivare anche la nostra lingua? Perché non trattarla con la stessa attenzione, con lo stesso rispetto e lo stesso amore che abbiamo nei confronti delle lingue straniere? Ora ho qualche domanda per voi: che rapporto avete con la vostra madrelingua? Cercate di migliorarla? In che modo? Amate leggere nella vostra lingua? Vi piace parlare in pubblico o lo odiate? Vorrei concludere questo video ringraziandovi per la vostra compagnia in questo 2020, anno in cui questo progetto è cresciuto molto.

Grazie a tutti voi e grazie soprattutto ai membri del Podcast Italiano Club.

Sono molto orgoglioso della bella comunità di persone che si è creata su Club e anche sulla chat Telegram del Club.

Non vedo l’ora davvero di incontrarvi tutti dal vivo, ma anche quelli che non sono sul Club, tutti.

Prima o poi sarà possibile, prima o poi si potrà si potrà, abbiate fede.

Un abbraccio a tutti voi, vi mando un augurio di buone feste, di buon Natale, di felice 2021.

Ci vediamo ilprossimo anno.

 

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