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Su YouTube si diventa ricchi?🤑💰 - Speciale 100.000 iscritti!

November 5, 2021

Trascrizione

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Grazie. Con una Z sola, ma pronunciata doppia. Per i 100.000 iscritti, intendo. Grazie di cuore, davvero. Ho pensato di approfittare di questo traguardo per parlarvi di com’è il lavoro dello YouTuber e della mia esperienza con questo canale negli scorsi 4 anni.

È un bel lavoro? Vale la pena di farlo? E soprattutto, si guadagna (è questo che vi interessa, ammettetelo)?

Benvenuti su Podcast Italiano, un canale per chi impara o ama la lingua italiana.

Vi ricordo di attivare i sottotitoli, se vi servono, e che a questo link troverete la trascrizione con il glossario delle parole e locuzioni difficili sul mio PI Club.

Lo YouTuber. Un lavoro che ti permette di avere fama, gloria, rispetto, ammiratori e soprattutto, un sacco di soldi. Vero? VERO?

Trascrizione PDF con glossario audio isolato (PI Club)

Non mi definisco quasi mai questa con etichetta, youtuber, perché mi sembra che attorno a questo termine ci sia ancora oggi uno stigma, un pregiudizio, almeno qui in Italia.

Gli youtuber agli occhi di molte persone sono quei fannulloni, quei perditempo che non hanno voglia di trovarsi un lavoro serio fondamentalmente e perciò si mettono a fare video stupidi sui Internet.

E lo stesso vale per “influencer”, quindi preferisco usare il termine ‘creatore di contenuti’, che confonde tutti ma almeno non ti fa sembrare un perditempo. Vediamo dunque per quale strano motivo potrebbe saltarvi in mente di fare un lavoro ridicolizzato e stigmatizzato dalla società. E perché sarebbe meglio cambiare idea finché siete in tempo. Scherzo…

Pro 1: La creatività Una delle cose che più amo di questo bizzarro mestiere è la componente creativa. Amo il processo creativo che sta dietro a un video: dal trovare gli argomenti, alla scrittura dei copioni, al montaggio, alla creazione delle miniature. Non tutti i lavori hanno una componente creativa così forte; ma quello dello YouTuber sì, e di questo sono molto contento.

Pro 2: La libertà La libertà è bella e piace a tutti. Non dover sottostare a regole e gerarchie è meraviglioso. Sono io a decidere se fare video di 20 minuti o di 5 (purtroppo sono io a deciderlo ), a decidere diche parlare, se far uscire pochi o tanti video, se fare il buffone o essere serio. Posso decidere i miei orari di lavoro (anche qui, purtroppo, visto che mi metto a lavorare alle dieci di mattina spesso). Posso decidere quando andare in vacanza. Amo la libertà di questo mestiere, amo fare quello che voglio. Ma…sono davvero libero?

Contro 1: Schiavi dell’algoritmo Dovete sapere che c’è un’entità misteriosa e capricciosa che governa questo magico posto: l’ALGORITMO, di cui noi Youtubers siamo schiavi. L’algoritmo è ciò che decide il destino dei nostri video, quali proporvi nell’homepage e quali invece nascondervi. Spesso se ne parla come se fosse una divinità: nessuno sa esattamente come funziona, cosa vuole da noi, come ragiona; ma si cerca di non far arrabbiare il dio algoritmo, di assecondarlo, di dargli i contenuti che vuole, di non scontentarlo; dopotutto il nostro destino è nelle sue mani. Una cosa sul Dio Algoritmo la sappiamo: vuole da noi contenuti su cui voi clicchiate e che guardiate il più a lungo possibile. Il suo obiettivo è infatti tenervi incollati allo schermo per sempre, 24 ore al giorno, farvi vedere più pubblicità e far fatturare miliardi a Google. E in tutta onestà questo è una spetto del mio lavoro che un pochino mi inquieta, il fatto di essere complice, nel mio piccolo ovviamente, ma di essere complice di queste dinamiche malsane dei social network, che portano noi e voi, utenti, a passare tutto il tempo nostro tempo libero sulle loro piattaforme, danneggiando la nostra salute mentale e spesso rendendoci infelici. Allegria!

Contro 2: Dipendenza dai numeri Una diretta conseguenza della nostra schiavitù dall’algoritmo, è la seguente: è molto facile, se si è youtuber, sviluppare un’ossessione patologica per i numeri: visualizzazioni, iscritti, CPM, CTR, watch time, engagement, click through rate e un sacco dimetriche dai nomi in inglese che YouTube ci permette, molto gentilmente, di monitorare costantemente da una comoda app chiamata YouTube Studio, cosicché questa ossessione sia sempre con noi, ovunque andiamo, in vacanza, al ristorante, al parco, sempre nelle nostre tasche, a portata di mano. Con i grafici, le visualizzazioni in tempo reale, i commenti su ogni video del canale. Un sogno, vero? Ora, se faccio un video e dedico molto tempo e energie voglio che le persone lo guardino, naturalmente: per questo farò di tutto per creare miniature e titoli il più possibile accattivanti (se non proprio “clickbait” ma cerco di evitarlo) su cui voi cliccherete auspicabilmente; e farò il possibile per raggiungere nuovo pubblico, nuovi spettatori, perché così è come si sopravvive e si cresce su YouTube. Ma bisogna ricordare a sé stessi –e questa non è una cosa facile – che le visualizzazioni non sono tutto, che un video può essere guardato da meno persone del normale, ma che magari a quelle persone il video piace, le intrattiene, le aiuta, le… le fa ridere e dunque non è per forza un fallimento. È importante capirlo perché YouTube ti porta aquesta ossessione per i numeri, a questa spasmodica ricerca delle visualizzazioni. Quando l’avrò capito anch’io vi farò sapere, visto che quel momento non èancora arrivato..

Pro 3: Ti permette di avere un pubblico L’algoritmo è la croce, ma anche la delizia degli YouTuber. Se io ho un pubblico che mi segue(tra cui ci sei anche TU) è grazie a lui, al Dio Algoritmo probabilmente, o grazie a una collaborazione. Avere un pubblico è bello per il proprio ego, ma soprattutto per il fatto di avere una comunità di persone che ti segue, che commenta, che trova utile e bello ciò che fai e te lo fa sapere perché hai un contatto diretto con il pubblico. Ma la riconoscenza altrui non dà da mangiare che io sappia. E anche per questo avere un pubblico è molto importante e utile, per esempio, se offrite delle lezioni, avete dei prodotti o servizi che vendete, un corso, una pagina Patreon (iscriviti al Podcast Italiano Club dove troverai un sacco di contenuti esclusivi!). Per me le lezioni all’inizio erano fondamentali e mi hanno aiutato a giustificare il fatto di guadagnare pochissimo o niente dai video pur dedicandoci un sacco di tempo. Ah, mi vuoi dire che da YouTube non si diventa mega ricchi?

Contro 3: Si guadagna, generalmente, poco Sto parlando ora dei guadagni provenienti direttamente da YouTube, legati alle pubblicità che vedete prima o durante i video, quelle che sceglie lui, il Dio Algoritmo. Chiaramente sto generalizzando: dipende dalle visualizzazioni e da tanti fattori. Ma ecco, se state considerando una carriera su YouTube non pensate di arricchirvi e nemmeno di riuscire a guadagnare uno stipendio solo dalle pubblicità di YouTube: poi, certo, non è impossibile, ma è difficile. E comunque sarebbe poco saggio, visto che i guadagni da YouTube sono molto instabili. Come dicevo prima, bisogna trovare fonti di guadagno esterne. Questo si lega ad un altro aspetto negativo: il fatto di dipendere da una piattaforma.

Contro 4: Dipendere da una piattaforma In quanto creatori di contenuti dipendiamo da un’azienda che sta in America che in qualsiasi momento potrebbe cambiare le proprie regole, cancellarvi i video o il canale senza motivo, abbattere la reach, demonetizzare i video… insomma, può fare quello che vuole e questo contribuisce a una sensazione di fragilità. Abbi pietà di me, Dio Algoritmo. - seguitemi anche su Instagram, perché nel caso il mio canale dovesse implodere sarebbe utile aver un altro modo di raggiungervi - per lo stesso motivo, vi consiglio di iscrivervi alla mia e-mail list, in cui comunico quando escono i video e i podcast (non faccio spam, giuro). Trovate il link in basso. - tre: premete sulla campanella, se vi va. La campanella significa che voi riceverete una notifica sul vostro telefono quando pubblico un video. DATEMI LA VOSTRA ATTENZIONE.

Pro 4: Migliorare come persona e acquisire competenze Io credo che fare lo YouTuber mi abbia reso una persona migliore e mi abbia aiutato a sviluppare competenze utili. Prima ero insicuro e timido; ora invece sono insicuro e timido ma so montare i video su Adobe Premiere Pro. Ho meno difficoltà a comunicare (anche se parlare a una fotocamera non è affatto come parlare in pubblico), ho una pronuncia migliore, ho imparato a usare vari programmi; ma soprattutto ho sviluppato un grandissimo amore per la mia linguae ho imparato un sacco di cose sull’italiano e sulla linguistica, visto che passo un sacco di tempo a leggere libri e articoli per preparare questi video. Questo per farvi un’idea dei libri che sto leggendo o che ho sempre vicino a mee consulto spesso. Sì, li leggo tutti insieme, no? Perché… perché è buono per il cervello.

Contro 4: Solitudine YouTube non è un lavoro molto “sociale”. Certo, anche questo dipende molto da quello che fate voi concretamente, ma nel mio caso non lo è. Mi sveglio (tardi), mi metto a lavorare a un video (quindi generalmente o leggo, o scrivo, o registro, o monto) e, se tutto va bene, dopo 4-5 giorni di lavoro lo pubblico. È un processo nel mio caso piuttosto solitario e sedentario, che potrebbe non fare per voi se siete persone molto socievoli. Fortunatamente io sono sociopatico.

Pro 5: Collaborazioni Detto ciò, una cosa che amo di questo mestiere sono le collaborazioni: ultimamente ho avuto modo di conoscere grazie a questo lavoro persone fantastiche, creatori di contenuti di grande bravura; e l’estate scorsa, vi ricorderete, ho organizzato questo raduno informale che ho chiamato Lingotubers che è stata un’esperienza davvero stupenda, divertente e arricchente. E presto avrò modo di fare altre collaborazioni simili, dunque c’è questo elemento di socialità in un lavoro che però per me è abbastanza solitario. Ma torniamo a lamentarci, che alla fine è il motivo per cui siete quino? A chi non piace sentire un tizio lamentarsi su internet? È buono… è buono per l’engagement, ho sentito. Perché se non sono riuscito a dissuadérvi dal diventare youtuber, considerate ancora questa cosa prima di mollare il vostro lavoro che vi fa guadagnare 20.000 euro al mese per mettervi a “youtubare”:considerate che rendere un hobby il proprio lavoro a tempo pieno può portare a odiare quell’hobby. Perché un lavoro è un lavoro. Può essere sì, bello e appagante, ma rimane una professione con le sue difficoltà, le sue ansie, le sue frustrazioni. Anch’io nel preparare questi video ho momenti di difficoltà, ansia, frustrazione, senso di inadeguatezza, momenti in cui tutto perde senso. Ma comunque mi piace, eh, mi piace!

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