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La mia personalità (con Irene)

Principiante
#
78

July 10, 2025

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Note e risorse

In questo episodio, insieme a Irene, parliamo delle nostre personalità e caratteristiche. Discutiamo di pregi e difetti, di come siamo cambiati nel tempo e riflettiamo su quali aspetti del carattere possono essere sia punti di forza che di debolezza.

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Trascrizione

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Questo è Podcast Italiano Principiante, un podcast per chi vuole imparare o migliorare il proprio italiano. Io mi chiamo Davide e oggi, insieme a Irene, che sicuramente conosci se hai ascoltato altri episodi di questo podcast, discuto di un argomento interessante, credo, ovvero... le nostre personalità. Dunque, un episodio interessante se vuoi imparare a descriverti, a descrivere la tua personalità in italiano, e dire come sei fatto o come sei fatta. Ti ricordo, (molto importante), trovi la trascrizione con glossario sul nostro sito, podcastitaliano.com. Se ti iscrivi, potrai scaricarla e imparare un sacco di parole grazie al glossario dettagliato che prepariamo per te. E, se vuoi, puoi anche lasciare un commento. Se ci ascolti su Spotify o altre app di podcast, trovi il link direttamente nelle note dell'episodio. Questo è quanto, buon ascolto.

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Trascrizione interattiva dell'episodio

Davide: Ciao Irene, sono contento di registrare questo episodio con te. Come stai?

Irene: Ciao Davide, ciao a tutti! Sono molto contenta anch'io. Sto bene, sono un po’ stanca ma sto bene. Tu come stai?

Davide: Idem, cioè, uguale, anch'io sono un po’ stanco, ma contento di essere qui per registrare questo episodio sulle nostre personalità. Abbiamo pensato di parlare di noi e raccontarvi un po' come siamo.

Irene: Perfetto, non vedo l'ora di iniziare! Però, Davide, mi raccomando, ci devi raccontare anche qualche tuo difetto, non solo pregi, va bene?

Davide: Ce ne sono vari nella lista di caratteristiche che ho preparato, quindi sì.

Irene: Bene.

[00.57] Davide: Ti faccio questa domanda. Ti consideri una persona, diciamo, socievole, estroversa, che ama stare con gli altri, o una persona timida, più introversa, o magari una via di mezzo, quindi... un po' è un po'?

Irene: È una bella domanda, forse una via di mezzo fra introversa e estroversa, perché, di mia natura, sono molto tranquilla, sono abbastanza silenziosa, abbastanza timida, però con le giuste persone, con la giusta compagnia, sono abbastanza pazzerella, abbastanza socievole. Quindi direi, con la giusta compagnia, estroversa, mentre con persone che non conosco o persone con cui non mi trovo bene, con cui mi sento a disagio, quindi non sto molto bene, allora molto introversa. E tu, invece?

Davide: Anche io. Anch’io sono come te, diciamo che, in passato, avrei detto che… mi sarei definito timido e introverso. Da piccolo ero molto timido, con il tempo sono migliorato, però è come dici tu. C'è sempre una differenza tra i contesti in cui sono più a mio agio, quindi con persone che conosco, con cui mi trovo bene, e le situazioni in cui mi trovo con persone che conosco poco, o che ho appena conosciuto, o con cui non mi trovo così bene, magari. O con cui non ho molto in comune, anche! In quei casi sono molto timido, abbastanza timido.

Irene: Certo.

Davide: Quindi… però sono migliorato nel tempo. Tu pensi di aver fatto progressi o sei sempre uguale? Perché io, rispetto a vent’anni fa, sono molto meno timido, quindi c'è un miglioramento.

Irene: Molto bene, bravissimo. Non lo so se ho fatto progressi, perché forse anch'io da piccola ero un pochino più timida, da adolescente ero molto estroversa, molto molto estroversa, e forse ero troppo estroversa, da adolescente.

Davide: Ah sì?

Irene: Sì. Quindi, crescendo, sono diventata più matura e ho trovato un equilibrio… un equilibrio, diciamo, la giusta via di mezzo fra l'essere introversa ed estroversa. E mi piace, mi piace come sono adesso. Molto tranquilla ma anche molto simpatica con le giuste persone. Posso chiederti, secondo te, qual è il tuo miglior pregio?

Davide: Mmh. Il mio miglior pregio? Non so se ne ho. No, scherzo! Forse, non lo so, potrei forse dire questo: quando qualcosa mi piace, sono molto determinato e molto ambizioso. L'altro lato della medaglia è che, se non voglio fare qualcosa, non sono motivato. Il contrario! Trovo difficile fare qualcosa controvoglia. Però, se qualcosa mi piace, tendo a ossessionarmi un po' con quell’argomento, con quella cosa, e magari diventare anche bravo. Può essere… sì, può essere un argomento, una competenza… insomma, varie cose. Però, sì, faccio fatica a spingermi a fare ciò che non mi piace.

Irene: Però sei coerente, quindi diventi molto bravo e riesci a portare avanti i tuoi progetti e quello che ti piace. Se una cosa non ti piace, invece, procrastini, e proprio non riesci…

[05:55] Davide: Sì, assolutamente. E diciamo che, se voglio fare qualcosa, posso essere anche abbastanza testardo e caparbio nel cercare di farla. Devo farla. Se non mi importa, non mi importa. Dimmi invece il tuo, Irene. Il tuo… la tua migliore qualità.

Irene: Secondo me, la mia migliore qualità è che sono molto positiva, molto ottimista, mi piace trovare le soluzioni ai miei problemi, ovviamente, non ai problemi degli altri. Ma quando posso aiutare, cerco di aiutare in ogni modo, anche gli altri. Però, se ho un problema, riesco sempre a trovare la soluzione e a rimanere positiva e super ottimista. E, in generale, è difficile deludermi o è difficile che io rimanga delusa da qualcuno, o da qualcosa, perché sono sempre, cerco sempre di vedere il lato positivo delle cose.

Davide: Però, una domanda: se sei ottimista, e tu quindi pensi bene di una persona, e poi questa persona non fa le cose come ti aspetti, non rimani delusa se eri ottimista su quella persona? Non so se è chiara la domanda.

Irene: Sì, è molto chiara, e… diciamo che sono ottimista, però non sono una sognatrice. Nel senso che sono abbastanza… sì, sono abbastanza realista, quindi riesco a capire subito, no? Che cosa aspettarmi da una situazione. Cerco di non avere mai aspettative troppo alte, proprio per evitare delusioni. Quindi non mi aspetto mai tanto, magari ci spero, spero di ricevere tanto, ma se non è così, non fa niente, probabilmente doveva andare così. E se una persona mi delude, insomma… non è un problema mio, quindi, anche lì, cerco di vedere il lato positivo, fortunatamente non è colpa mia, è colpa dell'altra persona.

Davide: E ti offendi, sei una persona che si offende molto? Ti sto intervistando come uno psicoterapeuta.

Irene: Volevo proprio dirti che, d'altro canto, il mio peggior difetto è che sono molto permalosa.

Davide: Ah sì? Ti capisco comunque, perché anche… era il mio difetto, insomma… che avrei menzionato.

Irene: Sei… anche tu sei permaloso?

Davide: Anche qui è una cosa che è migliorata nel corso del tempo, forse anche vivendo con Erika che è… non è per nulla permalosa. Però io lo sono sempre stato abbastanza, e ora riconosco che è un grande limite, essere permalosi. Perché per esempio, non so, magari una persona ti può… innanzitutto, è un limite se una persona ti critica, noto. Perché subito lo prendi come attacco personale; e da piccolo ero molto così, non apprezzavo le critiche. Seconda cosa, a volte, no? Ci si può prendere in giro tra amici, persone che si vogliono bene, amichevolmente. Però se uno è permaloso è più difficile che accetti la presa in giro simpatica, no? Bonaria. E quindi vedo tanti limiti all'essere permaloso e cerco di non esserlo e sto migliorando anche qui. Per me è proprio una cosa che… per me è negativa, e non mi piace questa cosa di me.

Irene: Per me non è negativa, perché diciamo che non è un vero difetto nel mio caso, nel senso che sono molto autoironica. Quindi rido dei miei difetti, rido di quello che faccio, se sbaglio, se faccio degli errori, rido. Sono molto autoironica, non faccio mai ironia degli errori degli altri. A meno che non ho un rapporto molto stretto, no? Un legame molto stretto. Ok? Altrimenti non rido degli errori degli altri, perché...

Davide: Neanche in maniera simpatica? Perché a Roma questa è una cosa che si fa molto, no? Prendere in giro bonariamente gli altri, no?

Irene: Sì!

Davide: Pensavo fosse molto… cioè, ovviamente, poi, non tutte le persone sono uguali in una città, non voglio dire questo, però… tu non hai questa caratteristica che io associo molto alla Romanità, no? Il prendersi in giro, sfottersi...

Irene: Sì, no, no, ce l’ho, ce l’ho questa caratteristica, lo faccio. Però non apertamente su magari cose… non rido di cose che magari… potrebbero far stare male un'altra persona, ad esempio, no? Spesso il romano medio, diciamo, il classico romano di Roma, ride apertamente un po' di tutto, no? E non sta lì a considerare, a pensare anche alla sensibilità degli altri. È molto aperto il romano. Io sto molto attenta. E quindi poi mi aspetto che gli altri facciano, ipoteticamente (uso il congiuntivo perché faccio un’ipotesi, è una mia aspettativa), mi aspetto che gli altri facciano lo stesso con me. E se non lo fanno, dipende anche dal contesto, sai? Dipende dal contesto, dalla persona… però se non lo fanno, magari, ci rimango male. Però dipende… sono abbastanza aperta e autoironica. Quindi… sicuramente anche in questo sono migliorata anch'io, diciamo, in questa… in questa cosa. Non sono più tanto permalosa, però un pochino.

Davide: È un percorso di miglioramento. Per me è un miglioramento, per te non lo so, ma per me un miglioramento, trovo.

Irene: Assolutamente.

Davide: Mi piace di più la mia versione non permalosa. Prende le cose meno seriamente, insomma… non si offende per cavolate.

Irene: Sì.

Davide: Che tra l'altro è anche una cosa un po' culturale, nel senso… secondo me, qui al Nord, in Piemonte, soprattutto, siamo abbastanza chiusi e, in generale, facciamo di tutto per essere il meno diretti possibile.

Irene: Sì.

Davide: E per non offendere gli altri, per non… che può essere una cosa che a qualcuno piace. Però, ecco… dal punto di vista dell'idea, dello stereotipo, l'opposto dei romani, nell'essere schietti e diretti. Siamo poco… molto poco schietti.

Irene: È vero.

Davide: E un po' permalosi in generale.

Irene: Sì, è interessante perché è difficile tracciare il confine, no? Una linea di confine fra l'essere aperti e l'essere schietti. Quindi comunicare apertamente, spontaneamente, e l'essere invadente, l'essere fastidioso. Invadente secondo me è la parola giusta: magari se una persona gioca troppo può essere divertente per alcune persone, per altre può essere un po' invadente e fastidioso, no?

Davide: Certo.

Irene: Sì, alcuni romani… sì, alcuni romani hanno questo limite, che non capiscono quando è il momento di giocare, di scherzare, e quando invece non è il momento di scherzare. Ma, insomma…

Davide: Per esempio… mi viene un esempio parlando di questo. Io sono una persona che è molto poco fisica. Io non toccherei mai una persona che non conosco, no? Ci sono altre culture, anche in Italia, ma anche all'estero, che invece sono molto più aperte in questo; che magari si abbracciano, si toccano fisicamente, no? Non c'è giusto e sbagliato, ovviamente.

Irene: Certo.

Davide: Però per chi è più riservato può essere un po' scioccante, magari, quando qualcuno di una cultura più espansiva, no? Ha questo rapporto con la fisicità più aperto, no?

Irene: Una piccola parentesi: per noi, a Roma, ad esempio, il contatto fisico è abbastanza importante. Non solo fra amici, ma anche fra conoscenti. È una cosa in più. Però, c'è una cosa che fanno tantissimo a Roma, e parlo di loro, e non mi… non mi conto come una romana, per quanto riguarda questa cosa. C'è una cosa che fanno spesso i romani che mi dà fastidio. E non so se si fa in tutta Italia, ma è quando parlano e ti toccano il braccio per attirare, per richiamare, la tua attenzione, anche se tu li stai ascoltando. Quindi parlano e continuano a toccarti il braccio, in continuazione.

Davide: Ah, insistentemente a toccarti il braccio, ok?

Irene: O mio dio, in quei momenti io vorrei dare un cazzotto in faccia alla persona che mi tocca il braccio insistentemente, mi dà tantissimo fastidio.

Davide: Sì, qua non si fa tanto, però dipende… dipende dalla provenienza della persona, perché abbiamo tante persone del centro del Sud…

Irene: Certo.

Davide: …quindi c'è un mix grande.

[16:29] Irene: Posso farti un’ultima domanda?

Davide: Vai.

Irene: Posso chiederti se c'è una tua caratteristica che definisci sia un pregio, sia un difetto? Può essere entrambi.

Davide: Mmh. Forse il fatto di essere abitudinario: mi piace avere certe abitudini. Sono una persona molto abitudinaria, faccio sempre le stesse cose. Tutti i giorni, con poca varietà. E penso che, da un punto di vista, sia utile; avere una routine è una cosa utile, dà una struttura alla tua vita, al tuo tempo, alla tua settimana. Dall'altro lato, a volte trovo difficile uscire dalla routine : o meglio, poi lo faccio e mi piace, ma ho sempre una certa resistenza. Tipo “non ho voglia, devo fare questo, non ho voglia di… non so, cambiare la mia routine”, poi di solito ne vale la pena. No? Magari devo partire per qualche giorno…

Irene: Certo.

Davide: …andare da qualche parte, e dico “ma io non c’ho voglia, perché ho preso questo impegno di andare a questo evento. Chi c’ha voglia!”. Poi, in realtà, va sempre bene. Però è quel pensiero iniziale: “non ho voglia di fare altro…

Irene: Certo.

Davide: …di uscire dalla routine“

Irene: Che ha il tuo equilibrio e tutto va esattamente come deve andare.

Davide: Sì. Però ci vuole, perché se fai sempre le stesse cose, poi dopo un po'… ti rompi un po’, ti rompi le scatole.

Irene: Sì, sì, sì. Se la routine è buona di base, se uno si sveglia presto, magari fa un po' di sport, prende il caffè, inizia a lavorare, mangia, si riposa, riesce anche ad uscire un po' il pomeriggio. Se la routine è buona, alla fine, ci sta. Se uno ha una cattiva routine, invece, può essere un problema.

Davide: Beh, poi cos'è una cattiva routine? Non avere una routine, forse. Non lo so.

Irene: Sì, forse vivere alla giornata.Ok, oggi che cosa devo fare? Mi sveglio a mezzogiorno e poi vediamo che succede”.

Davide: Sì. E invece giro la domanda anche a te. Hai una qualità che è anche un limite?

Irene: Tutte le mie qualità sono un limite! No, scherzo. Sì!

Davide: Sei… sei ambivalente!

Irene: Sono ambivalente. No, scherzi a parte. Sicuramente il fatto di essere una perfezionista, per i miei standard. Perché non possiamo essere perfezionisti. Ci sarà sempre qualcuno che è più perfezionista di noi. Però sono un po' perfezionista, almeno nei campi di mio interesse, nei campi che mi interessano. Ad esempio, la cucina: se sto cucinando qualcosa e non viene come io mi aspettavo, io apro il secchio dell'immondizia e butto tutto. Magari butto ingredienti che ho pagato 60€. No, io devo buttare tutto, perché non è venuto esattamente come desideravo. Ovviamente sto esagerando, non buttate il cibo, non sprecate mai il cibo. Però, in generale, se sto lavorando a qualcosa di manuale, se sto disegnando, se sto dipingendo, e non viene bene… impazzisco. Quindi ho sempre bisogno di organizzarmi bene con quello che devo fare, qualsiasi cosa sia: cucinare, creare qualcosa di artistico, scrivere una storia, qualsiasi cosa sia… o vestirmi, se ho in mente un outfit o qualcosa che voglio indossare, e ho dimenticato di essere ingrassata, quando vado a vestirmi impazzisco, voglio distruggere lo specchio. Ed è così un po' in tutti i campi. Può essere un pregio, perché cerco sempre di fare le cose fatte bene, ma d'altro canto può essere un difetto perché, se non ci riesco, mi arrabbio con me stessa, o con gli altri, se sto lavorando con altre persone. Questo è il motivo per cui mi piace tanto lavorare da sola. Faccio fatica a lavorare in una squadra, perché vorrei fare tutto io per fare le cose fatte bene.

Davide: Sì, è vero, è vero, ti capisco. Anche se… si migliora, con il tempo.

Irene: Sì, sì, speriamo, dai!

Davide: Io nel tempo ho iniziato a fregarmene. Bisogna… sì, bisogna fregarsene un po’. Soprattutto se hai un canale YouTube e fai tanti contenuti, non puoi pensare che tutto esca come vuoi. Qualcosa sarà meglio, qualcosa peggio. Alla fine, il mio motto è che la qualità è la quantità. Ok, senza esagerare, però… c'è un po' di verità in questo.

Irene: Certo, il lavoro che tu fai e tutto ciò che mandi avanti, non è possibile… insomma, da fare da soli, no? È una cosa che… non… non è umano riuscire a fare tutto quel lavoro da solo, quindi… però immagino sia difficile fidarsi di altre persone per i propri progetti.

Davide: Ma dico anche non solo fidarsi, ma anche il lavoro che faccio io stesso.

Irene: Certo.

Davide: Cioè, un tempo sarei impazzito a fare le cose nella maniera che volevo. E adesso… sono un po' meno...

Irene: Davide, ci piaci spontaneo.

Davide: Che poi è anche quello. Cioè, tu puoi fare il video, il podcast più studiato, con più ricerca, ma poi alla fine piace l'episodio così, registrato senza preparazione, dove parli di cose a caso, no? E alla fine uno si chiede “ma allora perché lo faccio negli altri casi?”

Irene: È vero! Interessante, interessante.

Davide: Va bene. Niente, direi che possiamo concludere qui. Vi chiediamo, cari ascoltatori, quali sono le vostre caratteristiche di personalità, come è la vostra personalità, descrivetela con qualche aggettivo. Fateci sapere nei commenti su Spotify, oppure anche sul sito, su podcastitaliano.com. E… questo è tutto. Irene, vuoi aggiungere altro?

Irene: Assolutamente. Vi saluto e non vedo l'ora di leggere i vostri commenti. Mi raccomando, scrivete almeno un difetto e un pregio.

Davide: Perfetto. Grazie Irene e alla prossima.

Irene: Ciao.

Davide: Ciao.

Bene, siamo arrivati alla fine della nostra conversazione. Ti voglio dire solo due cose. La prima è che, se ti piace questo podcast, puoi aiutarmi, aiutarci, facendoci un piccolo favore, ovvero lasciando 5 stelle su Spotify. Attenzione, non devi lasciare un commento, perché una volta l'ho detto e mi avete lasciato tanti commenti con 5 emoji di stelle. No, non intendo questo. Potete dare un voto al podcast, su Spotify o su altre piattaforme, che è utile perché aiuta altre persone a scoprire questo podcast. Ti ricordo la trascrizione con il glossario sul sito, se vuoi ripassare le parole difficili e nuove per te. E infine, ti ricordo che abbiamo un corso d'italiano per studenti principianti che ti aiuta a raggiungere il livello intermedio. Si chiama La Storia di Italo e, attraverso una storia emozionante e appassionante, ti aiuta a consolidare le strutture principali dell'italiano. Scoprilo sul sito, e… ci vediamo nel prossimo episodio. Ciao!

Questo è Podcast Italiano Principiante, un podcast per chi vuole imparare o migliorare il proprio italiano. Io mi chiamo Davide e oggi, insieme a Irene, che sicuramente conosci se hai ascoltato altri episodi di questo podcast, discuto di un argomento interessante, credo, ovvero... le nostre personalità. Dunque, un episodio interessante se vuoi imparare a descriverti, a descrivere la tua personalità in italiano, e dire come sei fatto o come sei fatta. Ti ricordo, (molto importante), trovi la trascrizione con glossario sul nostro sito, podcastitaliano.com. Se ti iscrivi, potrai scaricarla e imparare un sacco di parole grazie al glossario dettagliato che prepariamo per te. E, se vuoi, puoi anche lasciare un commento. Se ci ascolti su Spotify o altre app di podcast, trovi il link direttamente nelle note dell'episodio. Questo è quanto, buon ascolto.

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Trascrizione interattiva dell'episodio

Davide: Ciao Irene, sono contento di registrare questo episodio con te. Come stai?

Irene: Ciao Davide, ciao a tutti! Sono molto contenta anch'io. Sto bene, sono un po’ stanca ma sto bene. Tu come stai?

Davide: Idem, cioè, uguale, anch'io sono un po’ stanco, ma contento di essere qui per registrare questo episodio sulle nostre personalità. Abbiamo pensato di parlare di noi e raccontarvi un po' come siamo.

Irene: Perfetto, non vedo l'ora di iniziare! Però, Davide, mi raccomando, ci devi raccontare anche qualche tuo difetto, non solo pregi, va bene?

Davide: Ce ne sono vari nella lista di caratteristiche che ho preparato, quindi sì.

Irene: Bene.

[00.57] Davide: Ti faccio questa domanda. Ti consideri una persona, diciamo, socievole, estroversa, che ama stare con gli altri, o una persona timida, più introversa, o magari una via di mezzo, quindi... un po' è un po'?

Irene: È una bella domanda, forse una via di mezzo fra introversa e estroversa, perché, di mia natura, sono molto tranquilla, sono abbastanza silenziosa, abbastanza timida, però con le giuste persone, con la giusta compagnia, sono abbastanza pazzerella, abbastanza socievole. Quindi direi, con la giusta compagnia, estroversa, mentre con persone che non conosco o persone con cui non mi trovo bene, con cui mi sento a disagio, quindi non sto molto bene, allora molto introversa. E tu, invece?

Davide: Anche io. Anch’io sono come te, diciamo che, in passato, avrei detto che… mi sarei definito timido e introverso. Da piccolo ero molto timido, con il tempo sono migliorato, però è come dici tu. C'è sempre una differenza tra i contesti in cui sono più a mio agio, quindi con persone che conosco, con cui mi trovo bene, e le situazioni in cui mi trovo con persone che conosco poco, o che ho appena conosciuto, o con cui non mi trovo così bene, magari. O con cui non ho molto in comune, anche! In quei casi sono molto timido, abbastanza timido.

Irene: Certo.

Davide: Quindi… però sono migliorato nel tempo. Tu pensi di aver fatto progressi o sei sempre uguale? Perché io, rispetto a vent’anni fa, sono molto meno timido, quindi c'è un miglioramento.

Irene: Molto bene, bravissimo. Non lo so se ho fatto progressi, perché forse anch'io da piccola ero un pochino più timida, da adolescente ero molto estroversa, molto molto estroversa, e forse ero troppo estroversa, da adolescente.

Davide: Ah sì?

Irene: Sì. Quindi, crescendo, sono diventata più matura e ho trovato un equilibrio… un equilibrio, diciamo, la giusta via di mezzo fra l'essere introversa ed estroversa. E mi piace, mi piace come sono adesso. Molto tranquilla ma anche molto simpatica con le giuste persone. Posso chiederti, secondo te, qual è il tuo miglior pregio?

Davide: Mmh. Il mio miglior pregio? Non so se ne ho. No, scherzo! Forse, non lo so, potrei forse dire questo: quando qualcosa mi piace, sono molto determinato e molto ambizioso. L'altro lato della medaglia è che, se non voglio fare qualcosa, non sono motivato. Il contrario! Trovo difficile fare qualcosa controvoglia. Però, se qualcosa mi piace, tendo a ossessionarmi un po' con quell’argomento, con quella cosa, e magari diventare anche bravo. Può essere… sì, può essere un argomento, una competenza… insomma, varie cose. Però, sì, faccio fatica a spingermi a fare ciò che non mi piace.

Irene: Però sei coerente, quindi diventi molto bravo e riesci a portare avanti i tuoi progetti e quello che ti piace. Se una cosa non ti piace, invece, procrastini, e proprio non riesci…

[05:55] Davide: Sì, assolutamente. E diciamo che, se voglio fare qualcosa, posso essere anche abbastanza testardo e caparbio nel cercare di farla. Devo farla. Se non mi importa, non mi importa. Dimmi invece il tuo, Irene. Il tuo… la tua migliore qualità.

Irene: Secondo me, la mia migliore qualità è che sono molto positiva, molto ottimista, mi piace trovare le soluzioni ai miei problemi, ovviamente, non ai problemi degli altri. Ma quando posso aiutare, cerco di aiutare in ogni modo, anche gli altri. Però, se ho un problema, riesco sempre a trovare la soluzione e a rimanere positiva e super ottimista. E, in generale, è difficile deludermi o è difficile che io rimanga delusa da qualcuno, o da qualcosa, perché sono sempre, cerco sempre di vedere il lato positivo delle cose.

Davide: Però, una domanda: se sei ottimista, e tu quindi pensi bene di una persona, e poi questa persona non fa le cose come ti aspetti, non rimani delusa se eri ottimista su quella persona? Non so se è chiara la domanda.

Irene: Sì, è molto chiara, e… diciamo che sono ottimista, però non sono una sognatrice. Nel senso che sono abbastanza… sì, sono abbastanza realista, quindi riesco a capire subito, no? Che cosa aspettarmi da una situazione. Cerco di non avere mai aspettative troppo alte, proprio per evitare delusioni. Quindi non mi aspetto mai tanto, magari ci spero, spero di ricevere tanto, ma se non è così, non fa niente, probabilmente doveva andare così. E se una persona mi delude, insomma… non è un problema mio, quindi, anche lì, cerco di vedere il lato positivo, fortunatamente non è colpa mia, è colpa dell'altra persona.

Davide: E ti offendi, sei una persona che si offende molto? Ti sto intervistando come uno psicoterapeuta.

Irene: Volevo proprio dirti che, d'altro canto, il mio peggior difetto è che sono molto permalosa.

Davide: Ah sì? Ti capisco comunque, perché anche… era il mio difetto, insomma… che avrei menzionato.

Irene: Sei… anche tu sei permaloso?

Davide: Anche qui è una cosa che è migliorata nel corso del tempo, forse anche vivendo con Erika che è… non è per nulla permalosa. Però io lo sono sempre stato abbastanza, e ora riconosco che è un grande limite, essere permalosi. Perché per esempio, non so, magari una persona ti può… innanzitutto, è un limite se una persona ti critica, noto. Perché subito lo prendi come attacco personale; e da piccolo ero molto così, non apprezzavo le critiche. Seconda cosa, a volte, no? Ci si può prendere in giro tra amici, persone che si vogliono bene, amichevolmente. Però se uno è permaloso è più difficile che accetti la presa in giro simpatica, no? Bonaria. E quindi vedo tanti limiti all'essere permaloso e cerco di non esserlo e sto migliorando anche qui. Per me è proprio una cosa che… per me è negativa, e non mi piace questa cosa di me.

Irene: Per me non è negativa, perché diciamo che non è un vero difetto nel mio caso, nel senso che sono molto autoironica. Quindi rido dei miei difetti, rido di quello che faccio, se sbaglio, se faccio degli errori, rido. Sono molto autoironica, non faccio mai ironia degli errori degli altri. A meno che non ho un rapporto molto stretto, no? Un legame molto stretto. Ok? Altrimenti non rido degli errori degli altri, perché...

Davide: Neanche in maniera simpatica? Perché a Roma questa è una cosa che si fa molto, no? Prendere in giro bonariamente gli altri, no?

Irene: Sì!

Davide: Pensavo fosse molto… cioè, ovviamente, poi, non tutte le persone sono uguali in una città, non voglio dire questo, però… tu non hai questa caratteristica che io associo molto alla Romanità, no? Il prendersi in giro, sfottersi...

Irene: Sì, no, no, ce l’ho, ce l’ho questa caratteristica, lo faccio. Però non apertamente su magari cose… non rido di cose che magari… potrebbero far stare male un'altra persona, ad esempio, no? Spesso il romano medio, diciamo, il classico romano di Roma, ride apertamente un po' di tutto, no? E non sta lì a considerare, a pensare anche alla sensibilità degli altri. È molto aperto il romano. Io sto molto attenta. E quindi poi mi aspetto che gli altri facciano, ipoteticamente (uso il congiuntivo perché faccio un’ipotesi, è una mia aspettativa), mi aspetto che gli altri facciano lo stesso con me. E se non lo fanno, dipende anche dal contesto, sai? Dipende dal contesto, dalla persona… però se non lo fanno, magari, ci rimango male. Però dipende… sono abbastanza aperta e autoironica. Quindi… sicuramente anche in questo sono migliorata anch'io, diciamo, in questa… in questa cosa. Non sono più tanto permalosa, però un pochino.

Davide: È un percorso di miglioramento. Per me è un miglioramento, per te non lo so, ma per me un miglioramento, trovo.

Irene: Assolutamente.

Davide: Mi piace di più la mia versione non permalosa. Prende le cose meno seriamente, insomma… non si offende per cavolate.

Irene: Sì.

Davide: Che tra l'altro è anche una cosa un po' culturale, nel senso… secondo me, qui al Nord, in Piemonte, soprattutto, siamo abbastanza chiusi e, in generale, facciamo di tutto per essere il meno diretti possibile.

Irene: Sì.

Davide: E per non offendere gli altri, per non… che può essere una cosa che a qualcuno piace. Però, ecco… dal punto di vista dell'idea, dello stereotipo, l'opposto dei romani, nell'essere schietti e diretti. Siamo poco… molto poco schietti.

Irene: È vero.

Davide: E un po' permalosi in generale.

Irene: Sì, è interessante perché è difficile tracciare il confine, no? Una linea di confine fra l'essere aperti e l'essere schietti. Quindi comunicare apertamente, spontaneamente, e l'essere invadente, l'essere fastidioso. Invadente secondo me è la parola giusta: magari se una persona gioca troppo può essere divertente per alcune persone, per altre può essere un po' invadente e fastidioso, no?

Davide: Certo.

Irene: Sì, alcuni romani… sì, alcuni romani hanno questo limite, che non capiscono quando è il momento di giocare, di scherzare, e quando invece non è il momento di scherzare. Ma, insomma…

Davide: Per esempio… mi viene un esempio parlando di questo. Io sono una persona che è molto poco fisica. Io non toccherei mai una persona che non conosco, no? Ci sono altre culture, anche in Italia, ma anche all'estero, che invece sono molto più aperte in questo; che magari si abbracciano, si toccano fisicamente, no? Non c'è giusto e sbagliato, ovviamente.

Irene: Certo.

Davide: Però per chi è più riservato può essere un po' scioccante, magari, quando qualcuno di una cultura più espansiva, no? Ha questo rapporto con la fisicità più aperto, no?

Irene: Una piccola parentesi: per noi, a Roma, ad esempio, il contatto fisico è abbastanza importante. Non solo fra amici, ma anche fra conoscenti. È una cosa in più. Però, c'è una cosa che fanno tantissimo a Roma, e parlo di loro, e non mi… non mi conto come una romana, per quanto riguarda questa cosa. C'è una cosa che fanno spesso i romani che mi dà fastidio. E non so se si fa in tutta Italia, ma è quando parlano e ti toccano il braccio per attirare, per richiamare, la tua attenzione, anche se tu li stai ascoltando. Quindi parlano e continuano a toccarti il braccio, in continuazione.

Davide: Ah, insistentemente a toccarti il braccio, ok?

Irene: O mio dio, in quei momenti io vorrei dare un cazzotto in faccia alla persona che mi tocca il braccio insistentemente, mi dà tantissimo fastidio.

Davide: Sì, qua non si fa tanto, però dipende… dipende dalla provenienza della persona, perché abbiamo tante persone del centro del Sud…

Irene: Certo.

Davide: …quindi c'è un mix grande.

[16:29] Irene: Posso farti un’ultima domanda?

Davide: Vai.

Irene: Posso chiederti se c'è una tua caratteristica che definisci sia un pregio, sia un difetto? Può essere entrambi.

Davide: Mmh. Forse il fatto di essere abitudinario: mi piace avere certe abitudini. Sono una persona molto abitudinaria, faccio sempre le stesse cose. Tutti i giorni, con poca varietà. E penso che, da un punto di vista, sia utile; avere una routine è una cosa utile, dà una struttura alla tua vita, al tuo tempo, alla tua settimana. Dall'altro lato, a volte trovo difficile uscire dalla routine : o meglio, poi lo faccio e mi piace, ma ho sempre una certa resistenza. Tipo “non ho voglia, devo fare questo, non ho voglia di… non so, cambiare la mia routine”, poi di solito ne vale la pena. No? Magari devo partire per qualche giorno…

Irene: Certo.

Davide: …andare da qualche parte, e dico “ma io non c’ho voglia, perché ho preso questo impegno di andare a questo evento. Chi c’ha voglia!”. Poi, in realtà, va sempre bene. Però è quel pensiero iniziale: “non ho voglia di fare altro…

Irene: Certo.

Davide: …di uscire dalla routine“

Irene: Che ha il tuo equilibrio e tutto va esattamente come deve andare.

Davide: Sì. Però ci vuole, perché se fai sempre le stesse cose, poi dopo un po'… ti rompi un po’, ti rompi le scatole.

Irene: Sì, sì, sì. Se la routine è buona di base, se uno si sveglia presto, magari fa un po' di sport, prende il caffè, inizia a lavorare, mangia, si riposa, riesce anche ad uscire un po' il pomeriggio. Se la routine è buona, alla fine, ci sta. Se uno ha una cattiva routine, invece, può essere un problema.

Davide: Beh, poi cos'è una cattiva routine? Non avere una routine, forse. Non lo so.

Irene: Sì, forse vivere alla giornata.Ok, oggi che cosa devo fare? Mi sveglio a mezzogiorno e poi vediamo che succede”.

Davide: Sì. E invece giro la domanda anche a te. Hai una qualità che è anche un limite?

Irene: Tutte le mie qualità sono un limite! No, scherzo. Sì!

Davide: Sei… sei ambivalente!

Irene: Sono ambivalente. No, scherzi a parte. Sicuramente il fatto di essere una perfezionista, per i miei standard. Perché non possiamo essere perfezionisti. Ci sarà sempre qualcuno che è più perfezionista di noi. Però sono un po' perfezionista, almeno nei campi di mio interesse, nei campi che mi interessano. Ad esempio, la cucina: se sto cucinando qualcosa e non viene come io mi aspettavo, io apro il secchio dell'immondizia e butto tutto. Magari butto ingredienti che ho pagato 60€. No, io devo buttare tutto, perché non è venuto esattamente come desideravo. Ovviamente sto esagerando, non buttate il cibo, non sprecate mai il cibo. Però, in generale, se sto lavorando a qualcosa di manuale, se sto disegnando, se sto dipingendo, e non viene bene… impazzisco. Quindi ho sempre bisogno di organizzarmi bene con quello che devo fare, qualsiasi cosa sia: cucinare, creare qualcosa di artistico, scrivere una storia, qualsiasi cosa sia… o vestirmi, se ho in mente un outfit o qualcosa che voglio indossare, e ho dimenticato di essere ingrassata, quando vado a vestirmi impazzisco, voglio distruggere lo specchio. Ed è così un po' in tutti i campi. Può essere un pregio, perché cerco sempre di fare le cose fatte bene, ma d'altro canto può essere un difetto perché, se non ci riesco, mi arrabbio con me stessa, o con gli altri, se sto lavorando con altre persone. Questo è il motivo per cui mi piace tanto lavorare da sola. Faccio fatica a lavorare in una squadra, perché vorrei fare tutto io per fare le cose fatte bene.

Davide: Sì, è vero, è vero, ti capisco. Anche se… si migliora, con il tempo.

Irene: Sì, sì, speriamo, dai!

Davide: Io nel tempo ho iniziato a fregarmene. Bisogna… sì, bisogna fregarsene un po’. Soprattutto se hai un canale YouTube e fai tanti contenuti, non puoi pensare che tutto esca come vuoi. Qualcosa sarà meglio, qualcosa peggio. Alla fine, il mio motto è che la qualità è la quantità. Ok, senza esagerare, però… c'è un po' di verità in questo.

Irene: Certo, il lavoro che tu fai e tutto ciò che mandi avanti, non è possibile… insomma, da fare da soli, no? È una cosa che… non… non è umano riuscire a fare tutto quel lavoro da solo, quindi… però immagino sia difficile fidarsi di altre persone per i propri progetti.

Davide: Ma dico anche non solo fidarsi, ma anche il lavoro che faccio io stesso.

Irene: Certo.

Davide: Cioè, un tempo sarei impazzito a fare le cose nella maniera che volevo. E adesso… sono un po' meno...

Irene: Davide, ci piaci spontaneo.

Davide: Che poi è anche quello. Cioè, tu puoi fare il video, il podcast più studiato, con più ricerca, ma poi alla fine piace l'episodio così, registrato senza preparazione, dove parli di cose a caso, no? E alla fine uno si chiede “ma allora perché lo faccio negli altri casi?”

Irene: È vero! Interessante, interessante.

Davide: Va bene. Niente, direi che possiamo concludere qui. Vi chiediamo, cari ascoltatori, quali sono le vostre caratteristiche di personalità, come è la vostra personalità, descrivetela con qualche aggettivo. Fateci sapere nei commenti su Spotify, oppure anche sul sito, su podcastitaliano.com. E… questo è tutto. Irene, vuoi aggiungere altro?

Irene: Assolutamente. Vi saluto e non vedo l'ora di leggere i vostri commenti. Mi raccomando, scrivete almeno un difetto e un pregio.

Davide: Perfetto. Grazie Irene e alla prossima.

Irene: Ciao.

Davide: Ciao.

Bene, siamo arrivati alla fine della nostra conversazione. Ti voglio dire solo due cose. La prima è che, se ti piace questo podcast, puoi aiutarmi, aiutarci, facendoci un piccolo favore, ovvero lasciando 5 stelle su Spotify. Attenzione, non devi lasciare un commento, perché una volta l'ho detto e mi avete lasciato tanti commenti con 5 emoji di stelle. No, non intendo questo. Potete dare un voto al podcast, su Spotify o su altre piattaforme, che è utile perché aiuta altre persone a scoprire questo podcast. Ti ricordo la trascrizione con il glossario sul sito, se vuoi ripassare le parole difficili e nuove per te. E infine, ti ricordo che abbiamo un corso d'italiano per studenti principianti che ti aiuta a raggiungere il livello intermedio. Si chiama La Storia di Italo e, attraverso una storia emozionante e appassionante, ti aiuta a consolidare le strutture principali dell'italiano. Scoprilo sul sito, e… ci vediamo nel prossimo episodio. Ciao!

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