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Le VOCALI dell'italiano STANDARD 👄🔊 | PRONUNCIA ITALIANA

May 8, 2021

Trascrizione

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Sapete quante sono le vocali in italiano standard? E sapete come si pronunciano? Il video di questa settimana doveva essere un altro,ovvero la pronuncia dell’italiano di Milano.

Un video che poi ho deciso di non pubblicare perché mi sono reso conto che per parlare di come a Milano pronunciano alcuni suoni, alcune vocali, soprattutto, dovevo prima spiegare come si pronunciano in italiano standard, e quindi perdevo un sacco di tempo.

E ho pensato: ma forse è meglio prima fare un video sulle vocali in italiano standard.

Ed è quello che faròoggi.

Questo video, tra l’altro, è una sorta di riassunto, un condensato di una lezione che ho tenuto sul mio Podcast Italiano Club, una lezione di due ore, interattiva, sulle vocali in italiano.

TrascrizionePDF con glossario audio isolato (PI Club)

Se vi interessa quella lezione e anche future lezioni sulla pronuncia in italiano potreste considerare di iscrivervi al mio Podcast Italiano Club.

Ah, mi son dimenticato! Io mi chiamo Davide, questo è Podcast Italiano.

Un canale per chi impara o ama la lingua italiana.

Quindi: le vocali in italiano standard.

Ma che cos’è l’italiano standard? Ne ho parlato in questo video, che vi consiglio di vedere.

Per riassumere, l’italiano standard è un modello ideale di pronuncia, che nessun italiano ha dalla nascita e che quindi bisogna imparare.

Detto ciò, per quanto riguarda le vocali possiamo guardare agli italiani dell’Italia centrale.

Perché in regioni come Toscana, Lazio, Umbria e Marche le vocali corrispondono sostanzialmente a quelle dell’italiano standard.

E quante sono, le vocali? Perché abbiamo cinque lettere, che sono A, E, I, O, U, ma abbiamo, in realtà, sette suoni, sette fonemi.

Perché abbiamo due suoni per la E e due suoni per la O.

Un suono chiuso e uno aperto.

é /e/, è /ɛ/, ó /o/,ò /ɔ/.

Comunque, secondo me ha senso partire da questa immagine, che è il cosiddetto diagramma vocalico dell’italiano, cioè, praticamente, un grafico che sarebbe una rappresentazione della bocca vista di lato.

I pallini che vedete indicano le sette qualità delle vocali, la posizione dei pallini indica la posizione che la lingua assume nella bocca per produrre i suoni, nello specifico il punto più alto della lingua.

/i/, /a/ I simboliche vedete sono quelli dell’IPA, l’alfabeto fonetico internazionale.

Si usano per indicare in maniera univoca e scientifica i suoni di una lingua.

Abbiamo sostanzialmente tre parametri.

Sull’asse orizzontale quanto una vocale è anteriore (quindi davanti) o posteriore (quindi dietro).

/i/ è una vocale anteriore, /u/ è una vocale posteriore, quindi con la lingua indietro.

Sentite? /i/, /u/,/i/, /u/.

Sentite il movimento della lingua.

Poi abbiamo l’asse verticale, quindi la lingua può essere in alto (abbiamo quindi una vocale chiusa, con la lingua più verso il palato, come la /i/, che è una vocale chiusa) e poi abbiamo una vocale come la /a/, quindi una vocale bassa, oppure aperta.

La lingua è bassa.

Sentiamo anche in questo caso: /iiiiaaa/ /iiiiaaa/ Sentiamo il movimento della lingua, percepiamo come si muove la lingua nella bocca.

Quindi, anteriore e posteriore.

Chiuso/aperto (oppure alto/basso) Il terzo parametro è l’arrotondamento delle labbra.

Se facciamo un suono come /u/ le labbra sono arrotondate.

Tra poco ci torniamo.

/a/ Quindi, la /a/.

La /a/ è una vocale centrale, quindi la lingua non è né davanti, né indietro, ma in centro.

Ed è una vocale aperta, quindi la lingua è bassa.

Casa, mamma, papà, mare, pane, anche.

Se la vostra lingua madre è l’inglese potreste avere la tentazione di dire qualcosa come /ˈkɑzɑ/,con la lingua più indietro.

/ˈkɑzɑ/.

Quindi dovete portarla più avanti.

/ˈkaza/.

/i/ Poi abbiamo la/i/, che è una vocale anteriore, chiusa, non arrotondata.

Che significa? Anteriore perché è davanti.

Chiusa perché è verso il palato, quindi in alto; non arrotondata perché le labbra non sono arrotondate.

Vino, mito, Cina, piccolo, birra.

La /i/ dovrebbe essere abbastanza facile per la maggior parte di voi, ma comunque dipende dalla vostra lingua di partenza, perché alla fine è sempre la lingua di partenza che causa dei problemi nella pronuncia della lingua che state imparando.

/u/ Passiamo poi alla/u/, quindi dalla /i/ portiamo indietro la lingua.

/iiiiiuuuu/ E notate(/u/), arrotondiamo anche le labbra.

Perché se no avremmo un altro suono, /ɯ/, che non è un suono dell’italiano.

E come vedete quindi l’arrotondamento è fondamentale, /u/.

Fumo, scusa, turno, multa, burro.

Se parlate inglese potreste produrre un suono tipo [ʉu̯], quindi attenzione a non dire: [ˈfʉu̯mo],[ˈskʉu̯za], [ˈtʉu̯rno].

Diciamo invece: /ˈfumo/, /ˈskuza/.

[u], con le labbraben arrotondate.

Le vocali medie (E,O) Ora arriviamo alla parte più difficile e forse anche più divertente.

Le vocali medie.

Sì, perché quando abbiamo queste due lettere, e sono accentate, in realtà possiamo avere due pronunce diverse: possiamo avere la “e” /e/ e possiamo avere la è /ɛ/.

Allo stesso modo anche la O quando è accentata può avere due pronunce: ó /o/ chiusa e ò /ɔ/aperta.

“E” chiusa.

/e/.

/ˈsera/ Quindi lalingua è un po’ più in alto, più verso la /i/, per questo si dice in realtà“semi-chiusa”, non totalmente chiusa, perché se no sarebbe una /i/.

/e/ Quindi avremo:inglese, vero, stesso, pesce, me, te, con una pronuncia di questo tipo.

“E aperta”.

/ɛ/ /ˈbɛne/.

Quindi da /e/passiamo a /ɛ/.

Abbassiamo un po’ la lingua.

Per questo abbiamo una vocale semi-aperta, oppure medio-aperta.

/ɛ/ Letto, bene, certo, bello, ecco, problema.

Attenzione, la possibilità di avere due suoni, /e/ oppure /ɜ/, esiste solo quando la nostra vocale è accentata, come negli esempi che abbiamo fatto.

Inglese, vero, stesso; bene, bello, certo.

Vedete, in queste parole la E è accentata, e può avere due pronunce.

Quando invece la E non è accentata, avremo di default un suono chiuso, come la /e/ alla fine della parola “cose”, oppure le due E non accentate in veloce.

Cose, veloce.

/e/ Ora, se vogliamo essere proprio precisi, non è sempre così: foneticamente è più complicato, e quindi a volte avremo in realtà delle realizzazioni che sono un po’ più chiuse, un po’ meno chiuse, ma sicuramente non avremo in posizione non accentata una /ɜ/.

Non possiamo mai avere una parola come /ˈkozɛ/.

Oppure /vɛˈloʧɛ/.

Non è possibile.

/veˈloʧe/.

/e/.

Se prendiamo la lettera /o/ abbiamo un fenomeno simile, nel senso che quando la lettera O è accentata abbiamo due possibilità: “O chiusa”.

/o/ /ˈroma/.

O (la “o”) è chiusa come in ora, Roma, croce, quindi /o/.

Con la lingua più in alto, più verso la /u/.

Per produrre la /o/dobbiamo arrotondare bene le labbra.

/o/.

Vedete quanto sono arrotondate? /o/ Ora, roma, croce, bisogno, giorno, colore, quindi /o/; “O aperta”.

/ɔ/ /ˈkoza/.

In altre parole abbiamo /ɔ/, quindi con la lingua un po’ più bassa.

Tra l’altro /o/ è anche più arrotondata, /ɔ/ è un pochino meno arrotondata.

/ɔ/ Porta, uomo, scuola, però, dirò, e così via.

Quindi /o/, /ɔ/.

Come abbiamo visto anche per la E abbiamo queste due possibilità solamente quando la vocale è accentata, quindi nelle parole che abbiamo visto.

Roma, croce; oppure porta, uomo.

A volte avremo /o/,come in Roma; a volte /ɔ/, come in porta.

Ma quando la O non è accentata, come per la E di default avremo la variante chiusa, Quindi /ˈkaldo/,/ ˈkwesto/, /ˈorarjo/.

Sono tutte /o/ chiuse.

/ˈkaldo/.

/o/ /ˈkwesto/.

/o/.

Chiusa.

Anche qui a volte avremo suoni più chiusi e suoni meno chiusi nella realtà delle cose, dipende dalla parola, dipende dai suoni che circondano la O; ma in ogni caso quello che non avremo sarà una /ɔ/ in vocali non accentate.

Non possiamo avere/ˈkwestɔ/, oppure /ɔˈrarjɔ/.

È impossibile.

/ˈkwesto/, /ˈorarjo/.

Chiuse.

Mi potreste chiedere: ma Davide, quindi se io ho una E o una O con l’accento, come faccio a sapere se è /e/ o /ɛ/, oppure /o/ o /ɔ/? Bella domanda.

Ci sono delle “regole” che in realtà hanno poi varie eccezioni.

Trovate delle liste.

Io non vi consiglio di impararle, perché sono molto molto complesse e, appunto, hanno tante eccezioni.

Io vi consiglio di iniziare ad ascoltare, e ad ascoltare persone dell’Italia centrale, della Toscana, di Roma.

Oppure, ovviamente, doppiatori, persone che hanno la pronuncia neutra, la pronuncia standard, e sentire come pronunciano le parole, e iniziare ad abituarvi a questi suoni.

Iniziare a sentire, prima di tutto, che c’è una differenza tra suoni aperti e chiusi, o meglio, semi-aperti e semi-chiusi.

E di cercare anche sui dizionari.

C’è un ottimo dizionario di pronuncia, che si chiama DIPI, dizionario di pronuncia italiana.

Ma in ogni dizionario troverete le indicazioni sulla pronuncia aperta o chiusa.

Quindi andate a controllare sui dizionari.

Se vi interessa farlo, ovviamente perché non è una distinzione fondamentale; come ho detto tanti italiani non rispettano questa distinzione dello standard, o comunque non pronunciano le vocali chiuse o aperte nel posto giusto.

La maggior parte degli italiani ha due suoni per la E e due suoni per la O, ma magari producono le vocali chiuse quando dovrebbero essere aperte o viceversa.

Insomma, dipende molto dalla pronuncia regionale.

C’è un’ultima cosa che vi volevo far notare.

Ovvero che nelle sillabe aperte, quindi che finiscono per vocale, come in CA-SA, BE-NE, quello che facciamo è allungare la vocale su cui cade l’accento, quindi : CAASA[ˈkaːza], BEENE [ˈbɛːne].

Non è [ˈkaza], [ˈbɛne],ma [ˈkaːza], [ˈbɛːne].

In spagnolo questa cosa per esempio non esiste.

In spagnolo infatti dicono [ˈkasa], ma in italiano è [ˈkaːza], con la vocale accentata più lunga.

Attenzione, questo succede soprattutto sulla parola su cui cade l’accento della frase, quindi “sono andato a CAASA”, perché se dico per esempio “casa mia è VUOOTA”, questo fenomeno succederà su VUOOTA [ˈvwɔːta], ma “casa”, “casa mia”, non sarà particolarmente allungato.

Casa mia è VUOOTA.

Quindi in questo caso[ˈvwɔːta].

Bene questa erano le regole principali, non ho detto tutto ma dopo tutto ho cercato di condensare una lezione di due ore in quindici minuti.

In realtà la lezione era interattiva, quindi abbiamo fatto anche esercizi con i miei fantastici membri del Club, che vedete scorrere qui ai lati.

Se vi interessa recuperare quella lezione andate sul Club.

Se vi interessano altri contenuti esclusivi, come un podcast esclusivo oppure le trascrizioni di questi video su YouTube o tante altre cose le trovate sempre sul Club.

Ringrazio i membri per il loro sostegno, per permettermi di fare questo lavoro.

Spero che questo video vi sia piaciuto, se avete delle domande scrivetele sotto.

Ah, fatemi anche sapere se sapevate che c’è questa differenza tra vocali aperte e vocali chiuse, fatemi sapere se la percepite o se non la percepite.

Detto questo io visaluto, ci vediamo nel prossimo video.

Alla prossima!

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