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    Natale in aeroporto (storia)

    Principiante
    #
    101

    December 18, 2025

    Note e risorse

    La storia di cinque sconosciuti che si incontrano alla vigilia di Natale nell'aeroporto di Ancona, dove tutti i voli sono in ritardo a causa della neve. Invece di restare frustrati e tristi, decidono di creare la loro piccola festa di Natale, condividendo tradizioni culinarie da Napoli, Milano, Bologna, Torino e Palermo.

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    Trascrizione

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    Ciao e benvenuto o benvenuta su Podcast Italiano Principiante, un podcast per chi sa un po’ di italiano e vuole fare progressi attraverso l’ascolto di storie, riflessioni e conversazioni facili… ma anche stimolanti. Oggi ti racconto una storia di Natale. Spero che ti piacerà. Come sempre, prima di cominciare, ti ricordo che troverai la trascrizione con il glossario sul nostro sito, podcastitaliano.com: queste risorse ti aiuteranno a capire perfettamente ogni parte di questa storia, ogni parola e costruzione che, magari, non conosci. Il link è nelle note di questo episodio, quindi vai a dare un’occhiata. La trascrizione è super utile, ti consiglio di usarla. Iniziamo: buon ascolto.

    Scarica la versione PDF della trascrizione
    Trascrizione interattiva dell'episodio

    È il 24 dicembre e l’aeroporto di Ancona, nelle Marche, è pieno di gente. Fuori nevica forte e la città sembra una montagna di zucchero. Dentro l’aeroporto, l’atmosfera è pesante e fredda: tutti i voli sono in ritardo. C’è chi deve andare a Milano, chi a Napoli, chi a Torino… e tutti i voli sono in estremo ritardo. Il tabellone, infatti, cambia continuamente gli orari dei voli: prima sono in ritardo di 10 minuti, poi di 20, poi di 30. All’inizio le persone sospirano e cercano di restare calme. Quando, però, il ritardo diventa di quattro ore, molti iniziano a perdere la pazienza. Le persone sono stanche, nervose e frustrate. Alcuni chiamano amici e parenti, altri protestano con gli impiegati: “Ma perché ci sono sempre ritardi a Natale? Oggi è la vigilia! Non voglio passarla in aeroporto!”.

    Alcuni dormono sulle sedie, avvolti nelle giacche pesanti, altri cercano di leggere, ma la confusione non li fa concentrare. L’aeroporto diventa un posto triste, pesante, freddo. In mezzo a tutto questo caos ci sono cinque persone sedute, in attesa. Non si conoscono, ma condividono la stessa frustrazione.

    C’è Luca, un ragazzo che deve andare a Napoli, che controlla il cellulare e borbotta: “Ancora ritardi… non arriverò mai a casa per il cenone.”

    Accanto a lui c’è Francesca, una ragazza che deve tornare a Milano, elegante, con un grande cappello rosso e i guanti abbinati. Dice: “Sempre la stessa storia a Natale. Non si può mai partire in tempo!”

    Poco più in là c’è Giulia, una studentessa di Bologna, con gli occhiali e un libro chiuso in mano. Sospira: “Non riesco a leggere, troppi rumori.”

    Vicino alla finestra c’è Marco, insegnante di Torino, che guarda la neve cadere e commenta: “Questo volo non parte più.”

    Infine c’è Sara, una signora di Palermo, al telefono con la sorella: “Non lo so quando arrivo… qui nessuno sa niente!”

    Gli altoparlanti annunciano ancora: “Attenzione: tutti i voli di oggi sono ulteriormente in ritardo. I nuovi orari saranno comunicati a breve.”

    Tutti sospirano insieme. La gente si guarda, innervosita. Gli sguardi di Sara, Marco, Giulia, Francesca e Luca si incontrano. Si sorridono. È una situazione buffa: cinque sconosciuti, seduti vicini, condividono lo stesso problema.

    Francesca scuote la testa: “Che giornata… sembra non finire mai.”

    Luca borbotta: “Io pensavo di arrivare a Napoli in tempo per comprare dei regali prima di andare a cena da mia nonna…!”

    Giulia interviene: “Io dovevo essere a casa alle sette… addio cenone.”

    Marco dice: “Neanche con la magia partiamo oggi.”

    Sara aggiunge: “Mi sento come una prigioniera della neve.”

    Così, quasi per caso, i cinque iniziano a parlare. Prima si lamentano insieme del freddo e dei ritardi. Poi ridono delle stesse frustrazioni. La conversazione diventa più leggera.

    Giulia dice: “Comunque, se restiamo qui per ore, possiamo almeno parlare un po’… da dove venite? Quali sono… ehm… quali erano i vostri piani per la vigilia?”

    Luca sorride: “Io vengo da Napoli. A casa mia la Vigilia è speciale. Facciamo il cenone: pesce, baccalà fritto, spaghetti con le vongole, struffoli, frutta secca. Poi giochiamo a tombola con la famiglia e ridiamo molto. Il Natale a Napoli è chiassoso, pieno di musica e suoni.”

    “Che cosa sono gli struffoli?” chiede Sara.

    “Gli struffoli sono un dolce tipico napoletano e meridionale, preparato soprattutto a Natale, e sono palline di pasta dolce, fritte, ricoperte di miele e decorate con canditi e zuccherini colorati.”

    “Sembrano deliziosi…”

    “Lo sono, lo sono! Se mi viene a trovare a Napoli glieli faccio assaggiare, signora!”

    “Dammi del tu, caro. Siete tutti giovani ma io sono giovane dentro. E tu cara, di dove sei?” chiede Sara a Francesca.

    “Io sono di Milano. Da me la vigilia è… abbastanza tranquilla. Per me, almeno, il pranzo del 25 è più importante. E non c’è bisogno di dirlo, il dolce tipico, a Milano, è il panettone, un dolce con uvetta e canditi. Alcuni preferiscono il pandoro, ma il panettone è tradizione milanese.”

    Giulia risponde: “Io adoro il panettone! Secondo me i bambini preferiscono il pandoro perché a loro non piace la frutta secca. Però gli adulti di solito preferiscono il panettone. No? Comunque io sono di Bologna e anche da noi il pranzo di Natale è molto lungo. Mangiamo tortellini in brodo, lasagne, arrosto. Mia nonna ogni anno prepara i tortellini a mano, piccolissimi e perfetti. Tutta la famiglia si riunisce, mangia e parla per ore.”

    Marco si unisce alla conversazione: “Buoni i tortellini! Mi vergogno a dirlo ma… non sono mai stato a Bologna. A Torino il Natale è speciale. I dolci tipici sono il bonèt, un budino di cioccolato con amaretti, e il gianduiotto. È uno dei cioccolatini più famosi d’Italia, sicuramente lo conoscete. Ah, e poi a Torino ci sono le Luci d’Artista, grandi decorazioni luminose. Passeggiare per il centro è bellissimo. Ho molta nostalgia di casa...”

    Sara esclama: “Che bellezza. Mi fate venire voglia di viaggiare per l’Italia. Anche se poi, con questi ritardi in aeroporto, mi passa la voglia di viaggiare. Io sono siciliana. Da noi il Natale è colorato e profumato. Ci sono arance, mandarini, cannoli e cassata. La Vigilia si mangia il pesce. E poi da noi sono speciali i presepi, finti e viventi. Avete presente cos’è un presepe vivente, sì? Le persone si vestono da personaggi del presepe e stanno fermi tutto il giorno. Bellissimo da vedere. E poi le strade hanno mercatini e musiche di Natale...”

    I cinque continuano a chiacchierare e a sorridersi a vicenda. È strano: cinque sconosciuti che parlano come vecchi amici. L’aeroporto, freddo e triste, diventa un posto un po’ più caloroso. Ma a distruggere quel momento di rilassatezza, è l’altoparlante dell’aeroporto, che annuncia ancora: “Il volo per Napoli è in ritardo di trenta minuti. Ripeto: il volo per Napoli è in ritardo di trenta minuti.”

    Luca sospira. Francesca sbuffa. Giulia chiude il libro. Marco guarda la neve fuori la finestra dell’aeroporto. Sara sorride.

    “Sapete cosa possiamo fare? Visto che non sappiamo quando e se torneremo a casa in tempo per la vigilia, allora possiamo fare una piccola festa di Natale qui, in aeroporto. Noi 5.”

    Gli altri ridono e dicono in coro: “Una festa in aeroporto?!”

    “Sì” risponde Sara.

    Facciamo una cosa. Avete 10 minuti per girare per i negozi dell’aeroporto, compreso il duty free, e comprare quello che volete: giochi per passare il tempo, cibo, bevande. Insomma… tutto ciò che volete condividere con noi. Ci rivediamo qui fra 10 minuti!” dice Luca.

    Ci sta!” dice Francesca.

    Ci sto!” dice Marco.

    “Anche io ci sto!” dice Giulia, alzandosi.

    Dopo 10 minuti in punto, i cinque si rincontrano dove erano poco prima.

    “Allora, che avete comprato?” chiede Sara.

    Luca: “Io ho trovato una tombola napoletana! Ora sì che mi sento a casa!”

    Francesca: “Io ho trovato un bel panettone della Bauli. Proprio come quello che mangio a Milano.”

    Marco: “Io ho trovato i gianduiotti torinesi!”

    Giulia: “Io ho trovato un ristorante che fa i tortellini. Ne ho ordinati 5 piatti. Tra poco vado a prenderli, saranno pronti!”

    Sara: “Fantastico! Che delizia! Io ho trovato dei mandarini siciliani. Sono già sbucciati ed in una confezione di plastica, ma almeno sono siciliani come me!”

    I cinque formano un cerchio di sedie vicino alle finestre. Alcune persone si fermano a guardare. Luca apre la tombola e inizia a distribuire le cartelle fra gli amici.

    “Devo ammettere una cosa…” dice Marco.

    “Cosa? Che questa vigilia di Natale è atipica ma comunque speciale?”

    “No! Cioè, anche… ma… quello che voglio dire è che… non gioco a tombola da quando ero piccolo! Non mi ricordo più come si gioca!”

    “Cosaaaa?!” urla Luca.

    “No, dai!” dice Francesca.

    “Ma non è possibile, su!” ride Sara.

    “Davvero! Mi spiegate al volo le regole?”

    “Ci penso io! Per farla breve e semplice, ti faccio vedere un video su YouTube.”

    Marco guarda il video e, intanto, Francesca taglia il panettone, riempiendo di briciole il pavimento dell’aeroporto, Giulia va a prendere i tortellini e Sara chiacchiera con Luca. Quando Marco è pronto, tutti iniziano a giocare a tombola mentre mangiano tortellini in brodo, panettone e qualche spicchio di mandarino. Poi arriva il momento del dolce, e Marco tira fuori i suoi amati gianduiotti.

    Molti passeggeri li guardano sorpresi. Gli altri passeggeri sono tristi, arrabbiati, amareggiati. Li guardano e non riescono a capire perché si divertono, che c’è di divertente nel passare la vigilia di Natale in aeroporto. Lontano dalla tua famiglia, senza regali, senza il fuoco acceso e il cibo fatto in casa. Non tutti riescono a capire i cinque amici.

    Ma loro sono felici. E si godono il loro piccolo miracolo di Natale. Perché, nella vita, è importante affrontare ogni disavventura col sorriso; anche quando le cose non vanno come vogliamo, anche quando ci sembra di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato. Così, mentre l’aeroporto continua ad essere lo sfondo di fretta, ansia e malinconia, i cinque amici costruiscono il loro Natale. Il tempo passa veloce. Parlano di dolci, film, ricordi d’infanzia. Sembrano essere amici da sempre.

    Poi, un annuncio inaspettato: “Il volo per Napoli sta per imbarcare. Siete pregati di recarvi al gate 32.” Luca si alza. Ha gli occhi lucidi, saluta tutti.

    E ancora: “Il volo per Milano sta per imbarcare. Siete pregati di recarvi al gate 33.”

    E continuano gli annunci per tutti i voli, che vengono chiamati uno alla volta.

    Prima di separarsi, Giulia propone: “Ragazzi, ci facciamo una promessa?”

    “Quale?” chiede Francesca.

    “Ogni anno, il 24 dicembre, ci scriviamo un messaggio per ricordare questo Natale in aeroporto.”

    “E che anche nei posti tristi può nascere qualcosa di bello” aggiunge Marco.

    “E che l’Italia ha mille tradizioni, ma un solo cuore” dice Luca.

    “E che il Natale è bello ovunque, se lo vivi con le persone giuste” conclude Sara.

    I cinque amici si abbracciano forte. Poi ognuno parte verso la propria città, portando con sé un pezzo di quella giornata speciale. La neve continua a cadere. L’aeroporto torna silenzioso, ma qualcosa è cambiato: quest’anno, sotto l’albero di Natale, cinque sconosciuti hanno trovato 4 amici, e un Natale difficile si è trasformato in un ricordo indimenticabile.

    La storia di oggi finisce qui. Tu che farai a Natale, hai piani? Che mangerai? Con chi lo passerai? Prima di salutarti ti ricordo che, se ti è piaciuta la storia, puoi lasciare un commento sia su Spotify che su Apple podcast, insomma sulla piattaforma su cui ci ascolti, ma anche sotto il video YouTube del nostro canale Podcast Italiano Principiante. Magari con il commento lascia anche qualche emoji a tema Natale. Io ti saluto, come sempre ti ringrazio per l’ascolto e per la tua compagnia. Spero che queste storie ti piacciano, noi ci divertiamo molto a scriverle, ad interpretarle, a scegliere la musica… quindi attendiamo un tuo feedback. Se ti è piaciuta, facci sapere. Allora, io ti saluto e ti auguro un buon Natale a te e alla tua famiglia, e buone feste. E visto che questo è l’ultimo episodio di questo podcast prima dell’anno nuovo, ti auguro anche buon anno nuovo: buon 2026. A presto, ciao.

    Ciao e benvenuto o benvenuta su Podcast Italiano Principiante, un podcast per chi sa un po’ di italiano e vuole fare progressi attraverso l’ascolto di storie, riflessioni e conversazioni facili… ma anche stimolanti. Oggi ti racconto una storia di Natale. Spero che ti piacerà. Come sempre, prima di cominciare, ti ricordo che troverai la trascrizione con il glossario sul nostro sito, podcastitaliano.com: queste risorse ti aiuteranno a capire perfettamente ogni parte di questa storia, ogni parola e costruzione che, magari, non conosci. Il link è nelle note di questo episodio, quindi vai a dare un’occhiata. La trascrizione è super utile, ti consiglio di usarla. Iniziamo: buon ascolto.

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    Trascrizione interattiva dell'episodio

    È il 24 dicembre e l’aeroporto di Ancona, nelle Marche, è pieno di gente. Fuori nevica forte e la città sembra una montagna di zucchero. Dentro l’aeroporto, l’atmosfera è pesante e fredda: tutti i voli sono in ritardo. C’è chi deve andare a Milano, chi a Napoli, chi a Torino… e tutti i voli sono in estremo ritardo. Il tabellone, infatti, cambia continuamente gli orari dei voli: prima sono in ritardo di 10 minuti, poi di 20, poi di 30. All’inizio le persone sospirano e cercano di restare calme. Quando, però, il ritardo diventa di quattro ore, molti iniziano a perdere la pazienza. Le persone sono stanche, nervose e frustrate. Alcuni chiamano amici e parenti, altri protestano con gli impiegati: “Ma perché ci sono sempre ritardi a Natale? Oggi è la vigilia! Non voglio passarla in aeroporto!”.

    Alcuni dormono sulle sedie, avvolti nelle giacche pesanti, altri cercano di leggere, ma la confusione non li fa concentrare. L’aeroporto diventa un posto triste, pesante, freddo. In mezzo a tutto questo caos ci sono cinque persone sedute, in attesa. Non si conoscono, ma condividono la stessa frustrazione.

    C’è Luca, un ragazzo che deve andare a Napoli, che controlla il cellulare e borbotta: “Ancora ritardi… non arriverò mai a casa per il cenone.”

    Accanto a lui c’è Francesca, una ragazza che deve tornare a Milano, elegante, con un grande cappello rosso e i guanti abbinati. Dice: “Sempre la stessa storia a Natale. Non si può mai partire in tempo!”

    Poco più in là c’è Giulia, una studentessa di Bologna, con gli occhiali e un libro chiuso in mano. Sospira: “Non riesco a leggere, troppi rumori.”

    Vicino alla finestra c’è Marco, insegnante di Torino, che guarda la neve cadere e commenta: “Questo volo non parte più.”

    Infine c’è Sara, una signora di Palermo, al telefono con la sorella: “Non lo so quando arrivo… qui nessuno sa niente!”

    Gli altoparlanti annunciano ancora: “Attenzione: tutti i voli di oggi sono ulteriormente in ritardo. I nuovi orari saranno comunicati a breve.”

    Tutti sospirano insieme. La gente si guarda, innervosita. Gli sguardi di Sara, Marco, Giulia, Francesca e Luca si incontrano. Si sorridono. È una situazione buffa: cinque sconosciuti, seduti vicini, condividono lo stesso problema.

    Francesca scuote la testa: “Che giornata… sembra non finire mai.”

    Luca borbotta: “Io pensavo di arrivare a Napoli in tempo per comprare dei regali prima di andare a cena da mia nonna…!”

    Giulia interviene: “Io dovevo essere a casa alle sette… addio cenone.”

    Marco dice: “Neanche con la magia partiamo oggi.”

    Sara aggiunge: “Mi sento come una prigioniera della neve.”

    Così, quasi per caso, i cinque iniziano a parlare. Prima si lamentano insieme del freddo e dei ritardi. Poi ridono delle stesse frustrazioni. La conversazione diventa più leggera.

    Giulia dice: “Comunque, se restiamo qui per ore, possiamo almeno parlare un po’… da dove venite? Quali sono… ehm… quali erano i vostri piani per la vigilia?”

    Luca sorride: “Io vengo da Napoli. A casa mia la Vigilia è speciale. Facciamo il cenone: pesce, baccalà fritto, spaghetti con le vongole, struffoli, frutta secca. Poi giochiamo a tombola con la famiglia e ridiamo molto. Il Natale a Napoli è chiassoso, pieno di musica e suoni.”

    “Che cosa sono gli struffoli?” chiede Sara.

    “Gli struffoli sono un dolce tipico napoletano e meridionale, preparato soprattutto a Natale, e sono palline di pasta dolce, fritte, ricoperte di miele e decorate con canditi e zuccherini colorati.”

    “Sembrano deliziosi…”

    “Lo sono, lo sono! Se mi viene a trovare a Napoli glieli faccio assaggiare, signora!”

    “Dammi del tu, caro. Siete tutti giovani ma io sono giovane dentro. E tu cara, di dove sei?” chiede Sara a Francesca.

    “Io sono di Milano. Da me la vigilia è… abbastanza tranquilla. Per me, almeno, il pranzo del 25 è più importante. E non c’è bisogno di dirlo, il dolce tipico, a Milano, è il panettone, un dolce con uvetta e canditi. Alcuni preferiscono il pandoro, ma il panettone è tradizione milanese.”

    Giulia risponde: “Io adoro il panettone! Secondo me i bambini preferiscono il pandoro perché a loro non piace la frutta secca. Però gli adulti di solito preferiscono il panettone. No? Comunque io sono di Bologna e anche da noi il pranzo di Natale è molto lungo. Mangiamo tortellini in brodo, lasagne, arrosto. Mia nonna ogni anno prepara i tortellini a mano, piccolissimi e perfetti. Tutta la famiglia si riunisce, mangia e parla per ore.”

    Marco si unisce alla conversazione: “Buoni i tortellini! Mi vergogno a dirlo ma… non sono mai stato a Bologna. A Torino il Natale è speciale. I dolci tipici sono il bonèt, un budino di cioccolato con amaretti, e il gianduiotto. È uno dei cioccolatini più famosi d’Italia, sicuramente lo conoscete. Ah, e poi a Torino ci sono le Luci d’Artista, grandi decorazioni luminose. Passeggiare per il centro è bellissimo. Ho molta nostalgia di casa...”

    Sara esclama: “Che bellezza. Mi fate venire voglia di viaggiare per l’Italia. Anche se poi, con questi ritardi in aeroporto, mi passa la voglia di viaggiare. Io sono siciliana. Da noi il Natale è colorato e profumato. Ci sono arance, mandarini, cannoli e cassata. La Vigilia si mangia il pesce. E poi da noi sono speciali i presepi, finti e viventi. Avete presente cos’è un presepe vivente, sì? Le persone si vestono da personaggi del presepe e stanno fermi tutto il giorno. Bellissimo da vedere. E poi le strade hanno mercatini e musiche di Natale...”

    I cinque continuano a chiacchierare e a sorridersi a vicenda. È strano: cinque sconosciuti che parlano come vecchi amici. L’aeroporto, freddo e triste, diventa un posto un po’ più caloroso. Ma a distruggere quel momento di rilassatezza, è l’altoparlante dell’aeroporto, che annuncia ancora: “Il volo per Napoli è in ritardo di trenta minuti. Ripeto: il volo per Napoli è in ritardo di trenta minuti.”

    Luca sospira. Francesca sbuffa. Giulia chiude il libro. Marco guarda la neve fuori la finestra dell’aeroporto. Sara sorride.

    “Sapete cosa possiamo fare? Visto che non sappiamo quando e se torneremo a casa in tempo per la vigilia, allora possiamo fare una piccola festa di Natale qui, in aeroporto. Noi 5.”

    Gli altri ridono e dicono in coro: “Una festa in aeroporto?!”

    “Sì” risponde Sara.

    Facciamo una cosa. Avete 10 minuti per girare per i negozi dell’aeroporto, compreso il duty free, e comprare quello che volete: giochi per passare il tempo, cibo, bevande. Insomma… tutto ciò che volete condividere con noi. Ci rivediamo qui fra 10 minuti!” dice Luca.

    Ci sta!” dice Francesca.

    Ci sto!” dice Marco.

    “Anche io ci sto!” dice Giulia, alzandosi.

    Dopo 10 minuti in punto, i cinque si rincontrano dove erano poco prima.

    “Allora, che avete comprato?” chiede Sara.

    Luca: “Io ho trovato una tombola napoletana! Ora sì che mi sento a casa!”

    Francesca: “Io ho trovato un bel panettone della Bauli. Proprio come quello che mangio a Milano.”

    Marco: “Io ho trovato i gianduiotti torinesi!”

    Giulia: “Io ho trovato un ristorante che fa i tortellini. Ne ho ordinati 5 piatti. Tra poco vado a prenderli, saranno pronti!”

    Sara: “Fantastico! Che delizia! Io ho trovato dei mandarini siciliani. Sono già sbucciati ed in una confezione di plastica, ma almeno sono siciliani come me!”

    I cinque formano un cerchio di sedie vicino alle finestre. Alcune persone si fermano a guardare. Luca apre la tombola e inizia a distribuire le cartelle fra gli amici.

    “Devo ammettere una cosa…” dice Marco.

    “Cosa? Che questa vigilia di Natale è atipica ma comunque speciale?”

    “No! Cioè, anche… ma… quello che voglio dire è che… non gioco a tombola da quando ero piccolo! Non mi ricordo più come si gioca!”

    “Cosaaaa?!” urla Luca.

    “No, dai!” dice Francesca.

    “Ma non è possibile, su!” ride Sara.

    “Davvero! Mi spiegate al volo le regole?”

    “Ci penso io! Per farla breve e semplice, ti faccio vedere un video su YouTube.”

    Marco guarda il video e, intanto, Francesca taglia il panettone, riempiendo di briciole il pavimento dell’aeroporto, Giulia va a prendere i tortellini e Sara chiacchiera con Luca. Quando Marco è pronto, tutti iniziano a giocare a tombola mentre mangiano tortellini in brodo, panettone e qualche spicchio di mandarino. Poi arriva il momento del dolce, e Marco tira fuori i suoi amati gianduiotti.

    Molti passeggeri li guardano sorpresi. Gli altri passeggeri sono tristi, arrabbiati, amareggiati. Li guardano e non riescono a capire perché si divertono, che c’è di divertente nel passare la vigilia di Natale in aeroporto. Lontano dalla tua famiglia, senza regali, senza il fuoco acceso e il cibo fatto in casa. Non tutti riescono a capire i cinque amici.

    Ma loro sono felici. E si godono il loro piccolo miracolo di Natale. Perché, nella vita, è importante affrontare ogni disavventura col sorriso; anche quando le cose non vanno come vogliamo, anche quando ci sembra di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato. Così, mentre l’aeroporto continua ad essere lo sfondo di fretta, ansia e malinconia, i cinque amici costruiscono il loro Natale. Il tempo passa veloce. Parlano di dolci, film, ricordi d’infanzia. Sembrano essere amici da sempre.

    Poi, un annuncio inaspettato: “Il volo per Napoli sta per imbarcare. Siete pregati di recarvi al gate 32.” Luca si alza. Ha gli occhi lucidi, saluta tutti.

    E ancora: “Il volo per Milano sta per imbarcare. Siete pregati di recarvi al gate 33.”

    E continuano gli annunci per tutti i voli, che vengono chiamati uno alla volta.

    Prima di separarsi, Giulia propone: “Ragazzi, ci facciamo una promessa?”

    “Quale?” chiede Francesca.

    “Ogni anno, il 24 dicembre, ci scriviamo un messaggio per ricordare questo Natale in aeroporto.”

    “E che anche nei posti tristi può nascere qualcosa di bello” aggiunge Marco.

    “E che l’Italia ha mille tradizioni, ma un solo cuore” dice Luca.

    “E che il Natale è bello ovunque, se lo vivi con le persone giuste” conclude Sara.

    I cinque amici si abbracciano forte. Poi ognuno parte verso la propria città, portando con sé un pezzo di quella giornata speciale. La neve continua a cadere. L’aeroporto torna silenzioso, ma qualcosa è cambiato: quest’anno, sotto l’albero di Natale, cinque sconosciuti hanno trovato 4 amici, e un Natale difficile si è trasformato in un ricordo indimenticabile.

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