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La versione migliore di me (storia)

Principiante
#
85

August 28, 2025

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Note e risorse

La storia di Valeria, una donna di 38 anni che vive una vita sedentaria e decide di iscriversi in palestra dopo un piccolo incidente domestico. Il suo primo giorno di allenamento si trasforma in un'esperienza inaspettata che la porterà a riflettere su chi vuole diventare.

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Trascrizione

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Ciao e bentornato o bentornata su Podcast Italiano Principiante, un podcast per chi sa un po’ di italiano e vuole fare progressi, Anche oggi ti propongo una storia, a tema palestra e allenamento. Spero ti piacerà. Come sempre, prima di incominciare, ti ricordo che troverai la trascrizione con il glossario sul nostro sito, podcastitaliano.com : queste risorse ti aiuteranno a capire perfettamente ogni parte di questa storia, ogni parola e costruzione che, magari, non conosci. Il link è nelle note di questo episodio, quindi vai a dare un’occhiata. Iniziamo: buon ascolto.

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Trascrizione interattiva dell'episodio

Valeria ha 38 anni, una collezione di pigiami di flanella e una passione per le serie TV ambientate negli ospedali, anche se lei, in ospedale, non ci vuole andare mai, neanche quando sta male. Lavora da casa da tre anni, è una grafica, una libera professionista, e la sua media di passi giornalieri è di circa… 400. Inclusi quelli verso il frigorifero.

Non ha figli né animali domestici ma, in compenso, ha un divano che ormai ha preso la forma del suo corpo. La sua dieta? Pasta, pane, biscotti e caffè zuccheratissimo. Ogni tanto mangia qualche zucchina bollita, ma solo per sentirsi in pace con la coscienza. Fuma, e quando è stressata fuma il doppio. Quando deve andare a fare la spesa, prende la macchina anche se il supermercato è a sette minuti a piedi… in discesa.

Valeria non sta male. O almeno, non ancora: fortunatamente è ancora giovane. Ma un giorno, mentre si piega per raccogliere il telecomando caduto dal divano, sente una fitta alla schiena.

“Ahhhhhh, ahia!”

Niente di drammatico. Valeria è un po’ esagerata.

“Oddio, la schiena! Che male!”

Valeria si ferma. La sua espressione di dolore si trasforma in un’espressione di shock. In un attimo, si rende conto che ha quasi 40 anni, e… sta invecchiando. Esatto: non sta crescendo, come quando hai 20 anni e hai tutta la vita davanti per fare follie; sta invecchiando, e deve iniziare a pensare a se stessa, deve iniziare a prendersi cura di sé.

Così, in un raro slancio di impulsività, il nostro bradipo Valeria cerca su Google: “palestra vicino a me”. E clicca sui risultati. Apre le varie pagine e guarda con attenzione la posizione, i prezzi e gli orari delle varie palestre. Dopo un’attenta analisi, sceglie una delle palestre, e la mattina dopo decide di andare a iscriversi.

“Ho provato mille volte ad allenarmi a casa: è impossibile! Forse se pago un abbonamento mi sentirò obbligata ad andarci, visto che ho pagato…”

Il giorno dopo, Valeria va a iscriversi in palestra. All’apparenza, la palestra è normalissima: luci fredde, profumo di disinfettante e musica da discoteca anni 2000. Valeria viene accolta da una ragazza entusiasta con trecce bionde e bicipiti scolpiti. Valeria paga e ottiene la sua tessera, che guarda come si guarda qualcosa che sappiamo che… non useremo mai più.

“Ho una tessera! Wow! Incoraggiante…”

Valeria decide di fare una prova il giorno stesso. Entra nello spogliatoio ed è pieno di donne nude che si fanno la doccia e si cambiano.

“Oddio! Scusate! Ahhhhh! Siete tutte nude!”

“È normale, qui ci cambiamo tutte. Non ti preoccupare!

Valeria si veste velocemente, mette le scarpe da ginnastica pulite e apre la porta che dà accesso alla sala pesi. Entra e incontra il suo istruttore: Matteo, un omone super muscoloso e alto, abbronzatissimo, che le dice: “Sei pronta a sudare?”

“Eh… eheh… certo!”

Valeria prende un tappetino e inizia con un po’ di stretching, un po’ di riscaldamento. Poi fa gli addominali e allena i bicipiti, i tricipiti, i glutei e le gambe. Decide di concludere con un po’ di cyclette: il suo cuore batte come un tamburo. Il sudore le cola anche dagli occhi, o forse… sono lacrime.

Quando arriva davanti al tapis roulant, si ferma.

Davanti alla fila di tapis roulant ci sono grandi specchi. Valeria si guarda. O almeno crede di guardare se stessa… perché la donna nello specchio… non è lei.

O meglio, lo è… ma non esattamente.

La donna nello specchio ha i suoi stessi tratti, lo stesso volto… ma è più luminosa, più forte, piu tonica, più dritta. Ha i capelli raccolti in una coda alta. Sorride. Valeria e la donna nello specchio indossano la stessa maglietta e gli stessi pantaloni. Valeria guarda lo specchio incredula.

“Ma…” mormora.

La donna nello specchio sorride.

“Sì, Valeria. Io sono te. Sono la te del futuro! E tu sei la me del passato!”

“Ehhh?”

Valeria sgrana gli occhi. Si guarda attorno. Nessuno sembra notare niente.

“Sei un’allucinazione?”

“No. O forse sì. Sono… il fantasma del futuro!”

Valeria fa un passo indietro. Rimane a guardare lo specchio, un po’ affascinata e un po’ spaventata. Poi risale sul tapis roulant e continua a camminare. Intanto guarda la donna riflessa nello specchio. Non può credere a ciò che vede.

“Tu non sei vera… non esisti… vero?”

“Vero. Ma forse un giorno esisterò.”

“E questo che significa?”

“Significa che ti devi impegnare, Valeria. Guardami! Sono la versione migliore di te. Sono allenata, felice, tonica, bella, allegra e sempre sorridente.”

“E allora? Anche io sono… tutto quello che hai detto…”

“Non è vero. La tua vita non ti piace, il tuo aspetto non ti piace… Valeria, sei insoddisfatta. Ammettilo. Ma puoi cambiare, devi solo…”

“Ahah! E che ne sai tu, eh? Non ci conosciamo neanche!

“Nessuno ti conosce meglio di me, e lo sai. Io sono te. Sono talmente tanto te che non esisto neanche. Mi stai immaginando.”

“Certo, quindi adesso le persone intorno a me mi vedono parlare con uno specchio, giusto? Mi vedono parlare con il mio riflesso?”

“È proprio così.”

Valeria si guarda intorno: in effetti, tutte le persone che si stanno allenando in palestra la guardano con uno sguardo strano, un po’ preoccupato. Le due continuano a parlare, senza vergogna.

“ Senti… lo so che non è facile iniziare a prendersi cura di sé. Ma voglio solo ricordarti una cosa: il corpo ti serve. Sempre. Ti serve ora, ti servirà a 40 anni, a 50 anni, anche a 70 e 80. Devi prendertene cura.”

“Ma io non ho tempo! Ho troppe cose da fare!”

“Hai tempo per le serie TV. Hai tempo per scrollare il telefono, quando sei su Instagram. Hai tempo per mangiare chili e chili di biscotti. Hai tempo per leggere. Valeria: tu hai tempo. Devi solo imparare a organizzarlo meglio”.

Valeria sbuffa.

“Senti, non si tratta di essere belle. Si tratta di stare bene. Lo sai che dopo i 35 anni perdi massa muscolare ogni anno se non fai niente? Lo sai che, se non lavori sull’equilibrio, la forza, e la stabilità ora, già a 60 anni avrai grandi problemi di salute?”

Valeria la guarda spaventata.

“Ma io non sono fatta per lo sport…”

“Nemmeno io lo ero. Sei tu che mi stai immaginando. Sei tu che stai sognando di diventare così, come mi vedi. Dai: un passo alla volta. Allenati, anche quando non ti va. Anche quando sei stanca. Anche se non vedi i risultati…”

“Ma…”

A quel punto lo specchio torna normale. Valeria abbassa lo sguardo e, sullo schermo del tapis roulant, legge “dieci minuti”. Ha camminato per dieci minuti. Senza fermarsi. Senza accorgersene. E senza lamentarsi, che per lei è il vero miracolo.

Scende lentamente, si sente le gambe un po’ molli, come gelatina. Si sente strana, un po’ stordita, ed è molto sudata: ha la maglietta appiccicata alla schiena e i capelli che sembrano un nido d’uccello. Eppure, Valeria sorride. Si guarda allo specchio e sorride. La versione brillante e atletica di lei non c’è più. Adesso c’è solo lei. Goffa, sudata, rossa come un pomodoro e con un’espressione un po’ scioccata. Ma… c’è anche qualcosa di nuovo in lei. Una scintilla. Valeria è orgogliosa di sé.

Si siede sulla panca. Apre la bottiglietta d’acqua e beve. Poi entra nello spogliatoio, si cambia ed esce dalla palestra. Fuori è ancora giorno. L’aria è fresca. Davanti a lei, a pochi metri, c’è la sua macchina parcheggiata. La guarda. Fa un respiro profondo. E poi inizia a camminare verso casa.

Cammina con passo lento, ma costante. Non ha fretta. E per la prima volta da tanto tempo, sente che sta facendo qualcosa di giusto.

Ripensa alla donna nello specchio, alla versione migliore di sé. E le fa una promessa. Anzi, si fa una promessa: non sa quanto ci metterà, né se riuscirà davvero a diventare così, ma almeno adesso ha un’idea chiara di chi vuole diventare e di cosa vuole fare… vuole prendersi cura di sé. E ha un’idea chiara anche di quale direzione prendere: ha già fatto il primo passo... e il secondo, e il terzo, e il quarto...

Bene, la storia finisce qui. Ti è piaciuta? Fammelo sapere con un commento su Spotify o sul nostro sito podcastitaliano.com. E fammi sapere se tu vai in palestra, se ti alleni a casa o se proprio non ti piace allenarti. E se cammini tanto, fammi sapere quanti passi fai al giorno. Inoltre, se ti va, valuta questo podcast con 5 stelle su Spotify o qualsiasi app usi per ascoltarci. Questo aiuterebbe sia il podcast sia gli studenti che cercano risorse per imparare l’italiano divertendosi. Io ti saluto. Grazie mille per l’ascolto. Un saluto e ci vediamo la prossima settimana. Ciao!

Ciao e bentornato o bentornata su Podcast Italiano Principiante, un podcast per chi sa un po’ di italiano e vuole fare progressi, Anche oggi ti propongo una storia, a tema palestra e allenamento. Spero ti piacerà. Come sempre, prima di incominciare, ti ricordo che troverai la trascrizione con il glossario sul nostro sito, podcastitaliano.com : queste risorse ti aiuteranno a capire perfettamente ogni parte di questa storia, ogni parola e costruzione che, magari, non conosci. Il link è nelle note di questo episodio, quindi vai a dare un’occhiata. Iniziamo: buon ascolto.

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Trascrizione interattiva dell'episodio

Valeria ha 38 anni, una collezione di pigiami di flanella e una passione per le serie TV ambientate negli ospedali, anche se lei, in ospedale, non ci vuole andare mai, neanche quando sta male. Lavora da casa da tre anni, è una grafica, una libera professionista, e la sua media di passi giornalieri è di circa… 400. Inclusi quelli verso il frigorifero.

Non ha figli né animali domestici ma, in compenso, ha un divano che ormai ha preso la forma del suo corpo. La sua dieta? Pasta, pane, biscotti e caffè zuccheratissimo. Ogni tanto mangia qualche zucchina bollita, ma solo per sentirsi in pace con la coscienza. Fuma, e quando è stressata fuma il doppio. Quando deve andare a fare la spesa, prende la macchina anche se il supermercato è a sette minuti a piedi… in discesa.

Valeria non sta male. O almeno, non ancora: fortunatamente è ancora giovane. Ma un giorno, mentre si piega per raccogliere il telecomando caduto dal divano, sente una fitta alla schiena.

“Ahhhhhh, ahia!”

Niente di drammatico. Valeria è un po’ esagerata.

“Oddio, la schiena! Che male!”

Valeria si ferma. La sua espressione di dolore si trasforma in un’espressione di shock. In un attimo, si rende conto che ha quasi 40 anni, e… sta invecchiando. Esatto: non sta crescendo, come quando hai 20 anni e hai tutta la vita davanti per fare follie; sta invecchiando, e deve iniziare a pensare a se stessa, deve iniziare a prendersi cura di sé.

Così, in un raro slancio di impulsività, il nostro bradipo Valeria cerca su Google: “palestra vicino a me”. E clicca sui risultati. Apre le varie pagine e guarda con attenzione la posizione, i prezzi e gli orari delle varie palestre. Dopo un’attenta analisi, sceglie una delle palestre, e la mattina dopo decide di andare a iscriversi.

“Ho provato mille volte ad allenarmi a casa: è impossibile! Forse se pago un abbonamento mi sentirò obbligata ad andarci, visto che ho pagato…”

Il giorno dopo, Valeria va a iscriversi in palestra. All’apparenza, la palestra è normalissima: luci fredde, profumo di disinfettante e musica da discoteca anni 2000. Valeria viene accolta da una ragazza entusiasta con trecce bionde e bicipiti scolpiti. Valeria paga e ottiene la sua tessera, che guarda come si guarda qualcosa che sappiamo che… non useremo mai più.

“Ho una tessera! Wow! Incoraggiante…”

Valeria decide di fare una prova il giorno stesso. Entra nello spogliatoio ed è pieno di donne nude che si fanno la doccia e si cambiano.

“Oddio! Scusate! Ahhhhh! Siete tutte nude!”

“È normale, qui ci cambiamo tutte. Non ti preoccupare!

Valeria si veste velocemente, mette le scarpe da ginnastica pulite e apre la porta che dà accesso alla sala pesi. Entra e incontra il suo istruttore: Matteo, un omone super muscoloso e alto, abbronzatissimo, che le dice: “Sei pronta a sudare?”

“Eh… eheh… certo!”

Valeria prende un tappetino e inizia con un po’ di stretching, un po’ di riscaldamento. Poi fa gli addominali e allena i bicipiti, i tricipiti, i glutei e le gambe. Decide di concludere con un po’ di cyclette: il suo cuore batte come un tamburo. Il sudore le cola anche dagli occhi, o forse… sono lacrime.

Quando arriva davanti al tapis roulant, si ferma.

Davanti alla fila di tapis roulant ci sono grandi specchi. Valeria si guarda. O almeno crede di guardare se stessa… perché la donna nello specchio… non è lei.

O meglio, lo è… ma non esattamente.

La donna nello specchio ha i suoi stessi tratti, lo stesso volto… ma è più luminosa, più forte, piu tonica, più dritta. Ha i capelli raccolti in una coda alta. Sorride. Valeria e la donna nello specchio indossano la stessa maglietta e gli stessi pantaloni. Valeria guarda lo specchio incredula.

“Ma…” mormora.

La donna nello specchio sorride.

“Sì, Valeria. Io sono te. Sono la te del futuro! E tu sei la me del passato!”

“Ehhh?”

Valeria sgrana gli occhi. Si guarda attorno. Nessuno sembra notare niente.

“Sei un’allucinazione?”

“No. O forse sì. Sono… il fantasma del futuro!”

Valeria fa un passo indietro. Rimane a guardare lo specchio, un po’ affascinata e un po’ spaventata. Poi risale sul tapis roulant e continua a camminare. Intanto guarda la donna riflessa nello specchio. Non può credere a ciò che vede.

“Tu non sei vera… non esisti… vero?”

“Vero. Ma forse un giorno esisterò.”

“E questo che significa?”

“Significa che ti devi impegnare, Valeria. Guardami! Sono la versione migliore di te. Sono allenata, felice, tonica, bella, allegra e sempre sorridente.”

“E allora? Anche io sono… tutto quello che hai detto…”

“Non è vero. La tua vita non ti piace, il tuo aspetto non ti piace… Valeria, sei insoddisfatta. Ammettilo. Ma puoi cambiare, devi solo…”

“Ahah! E che ne sai tu, eh? Non ci conosciamo neanche!

“Nessuno ti conosce meglio di me, e lo sai. Io sono te. Sono talmente tanto te che non esisto neanche. Mi stai immaginando.”

“Certo, quindi adesso le persone intorno a me mi vedono parlare con uno specchio, giusto? Mi vedono parlare con il mio riflesso?”

“È proprio così.”

Valeria si guarda intorno: in effetti, tutte le persone che si stanno allenando in palestra la guardano con uno sguardo strano, un po’ preoccupato. Le due continuano a parlare, senza vergogna.

“ Senti… lo so che non è facile iniziare a prendersi cura di sé. Ma voglio solo ricordarti una cosa: il corpo ti serve. Sempre. Ti serve ora, ti servirà a 40 anni, a 50 anni, anche a 70 e 80. Devi prendertene cura.”

“Ma io non ho tempo! Ho troppe cose da fare!”

“Hai tempo per le serie TV. Hai tempo per scrollare il telefono, quando sei su Instagram. Hai tempo per mangiare chili e chili di biscotti. Hai tempo per leggere. Valeria: tu hai tempo. Devi solo imparare a organizzarlo meglio”.

Valeria sbuffa.

“Senti, non si tratta di essere belle. Si tratta di stare bene. Lo sai che dopo i 35 anni perdi massa muscolare ogni anno se non fai niente? Lo sai che, se non lavori sull’equilibrio, la forza, e la stabilità ora, già a 60 anni avrai grandi problemi di salute?”

Valeria la guarda spaventata.

“Ma io non sono fatta per lo sport…”

“Nemmeno io lo ero. Sei tu che mi stai immaginando. Sei tu che stai sognando di diventare così, come mi vedi. Dai: un passo alla volta. Allenati, anche quando non ti va. Anche quando sei stanca. Anche se non vedi i risultati…”

“Ma…”

A quel punto lo specchio torna normale. Valeria abbassa lo sguardo e, sullo schermo del tapis roulant, legge “dieci minuti”. Ha camminato per dieci minuti. Senza fermarsi. Senza accorgersene. E senza lamentarsi, che per lei è il vero miracolo.

Scende lentamente, si sente le gambe un po’ molli, come gelatina. Si sente strana, un po’ stordita, ed è molto sudata: ha la maglietta appiccicata alla schiena e i capelli che sembrano un nido d’uccello. Eppure, Valeria sorride. Si guarda allo specchio e sorride. La versione brillante e atletica di lei non c’è più. Adesso c’è solo lei. Goffa, sudata, rossa come un pomodoro e con un’espressione un po’ scioccata. Ma… c’è anche qualcosa di nuovo in lei. Una scintilla. Valeria è orgogliosa di sé.

Si siede sulla panca. Apre la bottiglietta d’acqua e beve. Poi entra nello spogliatoio, si cambia ed esce dalla palestra. Fuori è ancora giorno. L’aria è fresca. Davanti a lei, a pochi metri, c’è la sua macchina parcheggiata. La guarda. Fa un respiro profondo. E poi inizia a camminare verso casa.

Cammina con passo lento, ma costante. Non ha fretta. E per la prima volta da tanto tempo, sente che sta facendo qualcosa di giusto.

Ripensa alla donna nello specchio, alla versione migliore di sé. E le fa una promessa. Anzi, si fa una promessa: non sa quanto ci metterà, né se riuscirà davvero a diventare così, ma almeno adesso ha un’idea chiara di chi vuole diventare e di cosa vuole fare… vuole prendersi cura di sé. E ha un’idea chiara anche di quale direzione prendere: ha già fatto il primo passo... e il secondo, e il terzo, e il quarto...

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