La vita di un’(ex) showgirl (storia)
La storia di Sara, una ex showgirl di 88 anni che, in una notte di pioggia, ripercorre la sua vita straordinaria davanti a un registratore: dal palco del Cabaret Volturno al successo travolgente, dalle storie d'amore all'inevitabile accettazione della vecchiaia.
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Ciao e benvenuto o benvenuta su Podcast Italiano Principiante, un podcast per chi sa un po’ di italiano e vuole fare progressi attraverso l’ascolto di storie, riflessioni e conversazioni facili… ma anche stimolanti. Oggi ti racconto una storia che parla di Sara. Sara è una signora di quasi novant’anni che, una volta, ai suoi tempi d’oro, era una showgirl. In questo racconto, Sara, ricorda la sua giovinezza con un po’ di tristezza e malinconia. Alla fine, però, si rende conto che… invecchiare è un processo naturale. Spero che questa storia ti piacerà. Come sempre, prima di cominciare, ti ricordo che troverai la trascrizione con il glossario sul nostro sito, podcastitaliano.com: queste risorse ti aiuteranno a capire perfettamente ogni parte di questa storia, ogni parola e costruzione che, magari, non conosci. Il link è nelle note di questo episodio, quindi vai a dare un’occhiata. La trascrizione è super utile, ti consiglio di usarla. Iniziamo: buon ascolto.
Scarica la versione PDF della trascrizione
Trascrizione interattiva dell'episodio
È notte. Ci troviamo in una stanza quasi vuota. Al centro della stanza, una scrivania, una lampada accesa e un vecchio taccuino color oro. Poi, un bicchiere di vino rosso, una penna e un paio di guanti di raso bianco, ormai vecchi.
Davanti alla finestra, Sara Bella, ottantotto anni, ex showgirl di fama internazionale, guarda la luna piena in silenzio. I suoi capelli d’argento, raccolti con cura, si muovono col vento. Il suo viso è truccato, come sempre, e ormai coperto di rughe.
Davanti a lei, c’è un registratore acceso.
Sara sorride.
“Eccomi qui. Sono arrivata a 88 anni. Io, che una volta ero una bella ragazza, facevo innamorare tutti. Ero una rubacuori. Ormai, solo sono una vecchia…”
Fuori piove. Le gocce scivolano sui vetri, come succede nei vecchi film d’epoca, quelli in bianco e nero. Sara chiude gli occhi e il suono della pioggia si trasforma nel rumore di un pubblico che applaude. È di nuovo sul palco di un teatro, il Cabaret Volturno, come la prima volta che ha ballato da sola sotto i riflettori. Aveva diciannove anni, un costume cucito male e il cuore che batteva più forte della musica. Era agitata.
“La prima volta che sono salita sul palco, che il sipario si è aperto e i riflettori mi hanno illuminata…”
“Date il benvenuto a… Sara Bella!”
“… ho capito che quella era la mia casa. E non il mio lavoro, attenzione, ma la mia casa. Sono nata per ballare, per essere una stella. Ma questa stella oggi si sta spegnendo, piano piano…”
Fuori è notte, la stanza è buia. Ma le luci del teatro che Sara ricorda con tanto amore la abbracciano, la illuminano ancora. La musica parte, nella sua testa, e Sara sente il cuore battere ancora.
“Il successo è difficile da raggiungere, ma quando arriva, è come un tornado. I paparazzi, gli impegni, gli scandali, le cene, i regali costosi, gli ammiratori, sinceri e bugiardi. E poi le amiche che diventano rivali, e le rivali che diventano amiche. La vita di una showgirl non è una passeggiata…”.
Sara ride, ricordando.
“Mi ricordo un’intervista di tanti anni fa. Il giornalista mi chiese: ‘Signora Bella, lei è felice?”. E io risposi: ‘Ma che domanda sciocca! Ho i diamanti ai piedi! Guarda le mie scarpe costosissime e preziose! Ma quella notte, quando ho tolto le scarpe, avevo i piedi pieni di vesciche…”
Sara si massaggia le dita dei piedi. Ora che è una donna anziana di quasi novanta anni, è ancora vanitosa, ma sicuramente molto più saggia di quando era giovane. Poi si ferma a pensare e…sorride.
“Ah, ho avuto tante storie d’amore. Uomini bellissimi, tutte mi invidiavano. Ce ne sono stati molti, alcuni sinceri, altri da copertina. Uno, però, non se n’è mai andato del tutto. Un pianista. Si chiamava Leonardo. Suonava jazz nei locali di Roma. Ci siamo amati per cinque anni, poi lui partì per New York. Si sposò. Non ci siamo mai più visti. Non ho voluto cercarlo, perché alcune persone vivono meglio nei ricordi che nella realtà. Tutti amano le showgirl ma nessuno vuole sposarle.”
Pausa. Il rumore del vino versato nel bicchiere riempie la stanza.
"Comunque, l’amore vero non finisce. Si ritira. Si nasconde in un angolo del cuore e aspetta. Prima o poi il dolore passa. E poi io ero una showgirl, avevo una carriera: dovevo continuare la mia vita nonostante il cuore spezzato.”
Sara si accarezza la guancia e chiude gli occhi.
“Gli anni ’80 furono crudeli. Nuove mode, nuovi volti, nuovi ritmi. Ragazze più giovani. Il pubblico voleva freschezza, e io invece cominciavo a perdere la luce. È difficile accettare che il tuo tempo sta finendo. Il corpo cambia, la pelle cede, la voce si fa roca, e i riflettori ti cercano sempre meno. Eppure, dentro, io ero sempre la stessa. La ragazza del Volturno. Ma nessuno voleva più guardarmi...”
Sara si alza lentamente. Il suo corpo è fragile ma ancora elegante. Cammina fino allo specchio e osserva il suo riflesso.
“È strano. Un giorno ti guardi allo specchio e non ti riconosci più. Vedi una signora anziana e pensi: “ma chi è questa?”. Ma poi guardi meglio, negli occhi, e ti accorgi che sei tu.”
Sara torna alla scrivania, si siede e apre il taccuino d’oro. Dentro ci sono vecchie foto in bianco e nero: lei, sorridente, accanto a cantanti famosi, registi, politici. Alcuni ormai dimenticati.
“Guarda qui…” dice, sfogliando lentamente. “Eravamo tutti giovani, belli, eleganti, ricchi. Tutti convinti di essere immortali. E ora? Molti di loro non ci sono più. Altri non ricordano nemmeno di essere stati famosi. Sai cosa non ti dicono, quando sei giovane? Che invecchiare non è un processo lento. Arriva all’improvviso e non lo puoi più controllare. I giovani devono godersi la vita.”
Si ferma, beve un sorso di vino.
“Negli anni ’90 ho smesso di ballare. Ero già troppo vecchia.Il mio ultimo spettacolo è stato a Milano. Ricordo che dietro le quinte ho pianto. Non per tristezza, ma per gratitudine. Avevo dato tutto, anche troppo. Ero stanca, ma felice. Poi, il silenzio. È quello il momento più difficile: quando i telefoni smettono di suonare, i giornali non ti cercano più, e le luci si spengono. Il tuo manager ti chiama due volte all’anno. La verità è che la fama è come un profumo costoso. Ti fa sentire speciale per un po’, appena lo spruzzi, ma svanisce in fretta. Come la gioventù.”
Si alza, guarda fuori dalla finestra. Ha smesso di piovere, la strada è bagnata e riflette la luna.
“Un giorno, un ragazzo mi ha riconosciuto al supermercato. Avrà avuto vent’anni o trenta. Era proprio carino. Mi ferma e mi dice: “Lei è Sara Bella, vero? Mia nonna la adorava”. “Mia nonna?”. Io ho sorriso, ma in quel momento ho capito che la mia bellezza ormai era solo un lontano ricordo. Eh già. Molti hanno paura di invecchiare. Io no. Ormai l’ho accettato.”
Sara riavvicina la bocca al registratore. La sua voce trema.
“La verità è che invecchiare non è una tragedia. Fa parte della vita. Quando sei giovane, credi che tutto sia eterno: la pelle liscia, gli applausi, gli amori. Ma niente lo è. Ed è giusto così. Se le rose non appassiscono, non nascono mai nuove rose. Io ho vissuto la mia fioritura. Ora è tempo di lasciare spazio ad altre ragazze. Le guardo, a volte, le ballerine di oggi. Sono tutte uguali. Tutte perfette, rifatte, convinte di sapere già tutto. E mi fanno tenerezza. Perché non sanno che la perfezione è la cosa più noiosa del mondo. È negli errori che si nasconde la grazia. È con le cadute che si impara a danzare davvero, che si lascia un segno.
Quando ero giovane, non avevo tempo per fermarmi. La mia vita era il palcoscenico. Persino la mia vita privata era su tutte le riviste. Oggi, invece, posso finalmente respirare. Posso ricordare senza paura. Posso ridere di me stessa. Ho fatto sciocchezze, certo. Ho amato uomini sbagliati, ho perso occasioni, ho fatto promesse che non ho mantenuto. Ma sapete una cosa? Non cambierei nulla”.
Sara versa ancora un po’ di vino nel bicchiere, lo alza come se brindasse: “Alla vita,” dice piano, “che non sempre è gentile, ma è comunque una cosa meravigliosa.”
Guarda verso la finestra, la luna ancora splende, enorme e dorata. Sara beve il suo vino.
“Forse un giorno, qualcuno ascolterà questa voce e penserà: ‘Era una donna felice’. E sì, lo ero. Lo sono ancora, anche adesso che la mia pelle si stropiccia come la seta vecchia e i miei passi fanno meno rumore. Perché la felicità non è nei riflettori. È nelle esperienze, nei successi e nei fallimenti, nei ricordi.”
Sara fa un respiro profondo. Si guarda le mani, segnate e tremolanti.
“Ecco, queste mani hanno stretto fiori, microfoni, lettere d’amore, valigie, biglietti aerei, mani di uomini che non sono più qui. Ora stringono solo l’aria, ma dentro quell’aria ci sono tutti i miei ricordi.”
Sorride di nuovo, più serena.
“E se qualcuno mi chiedesse qual è il segreto per vivere bene, direi questo: amate qualcosa. Qualunque cosa. Un’arte, una persona, un sogno. Fatelo con tutto il cuore.”
Sara preme il tasto stop del registratore. Smette di registrare quello che sarà il suo documentario, le sue memorie, che uscirà una volta che lei non ci sarà più. La stanza è silenziosa. Sara si alza, prende il telecomando e accende la TV. La televisione le illumina il viso e trasmette l’inizio di un vecchio programma: la sigla, la musica ritmata, le luci colorate.
Sullo schermo, giovani ragazze ballano, sorridono, si muovono con quell’energia che lei conosce bene, quella che, un tempo, era anche la sua. Resta a guardarle in silenzio. Non c’è malinconia nei suoi occhi, solo una dolce curiosità. Rivede in quei volti l’entusiasmo, la passione, il coraggio di chi sogna senza sapere quanto costa vivere un sogno che, prima o poi, finirà.
La storia di oggi finisce qui. Ti è piaciuta? Fammelo sapere con un commento. E fammi anche sapere se invecchiare ti spaventa o no. Insomma, qual è il tuo approccio all’invecchiamento. Apprezzo tanto i vostri commenti, mi piace moltissimo leggerli e rispondervi! Quindi li aspetto, va bene? Allora ti saluto, e ti ricordo che, se vuoi, puoi lasciare una valutazione al nostro podcast, magari di 5 stelle, sia su Spotify che sulle altre piattaforme che usi per ascoltarci. Se ti va, seguici anche su YouTube, su Podcast Italiano Principiante. Grazie mille e a giovedì prossimo, ciao!
Ciao e benvenuto o benvenuta su Podcast Italiano Principiante, un podcast per chi sa un po’ di italiano e vuole fare progressi attraverso l’ascolto di storie, riflessioni e conversazioni facili… ma anche stimolanti. Oggi ti racconto una storia che parla di Sara. Sara è una signora di quasi novant’anni che, una volta, ai suoi tempi d’oro, era una showgirl. In questo racconto, Sara, ricorda la sua giovinezza con un po’ di tristezza e malinconia. Alla fine, però, si rende conto che… invecchiare è un processo naturale. Spero che questa storia ti piacerà. Come sempre, prima di cominciare, ti ricordo che troverai la trascrizione con il glossario sul nostro sito, podcastitaliano.com: queste risorse ti aiuteranno a capire perfettamente ogni parte di questa storia, ogni parola e costruzione che, magari, non conosci. Il link è nelle note di questo episodio, quindi vai a dare un’occhiata. La trascrizione è super utile, ti consiglio di usarla. Iniziamo: buon ascolto.
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Trascrizione interattiva dell'episodio
È notte. Ci troviamo in una stanza quasi vuota. Al centro della stanza, una scrivania, una lampada accesa e un vecchio taccuino color oro. Poi, un bicchiere di vino rosso, una penna e un paio di guanti di raso bianco, ormai vecchi.
Davanti alla finestra, Sara Bella, ottantotto anni, ex showgirl di fama internazionale, guarda la luna piena in silenzio. I suoi capelli d’argento, raccolti con cura, si muovono col vento. Il suo viso è truccato, come sempre, e ormai coperto di rughe.
Davanti a lei, c’è un registratore acceso.
Sara sorride.
“Eccomi qui. Sono arrivata a 88 anni. Io, che una volta ero una bella ragazza, facevo innamorare tutti. Ero una rubacuori. Ormai, solo sono una vecchia…”
Fuori piove. Le gocce scivolano sui vetri, come succede nei vecchi film d’epoca, quelli in bianco e nero. Sara chiude gli occhi e il suono della pioggia si trasforma nel rumore di un pubblico che applaude. È di nuovo sul palco di un teatro, il Cabaret Volturno, come la prima volta che ha ballato da sola sotto i riflettori. Aveva diciannove anni, un costume cucito male e il cuore che batteva più forte della musica. Era agitata.
“La prima volta che sono salita sul palco, che il sipario si è aperto e i riflettori mi hanno illuminata…”
“Date il benvenuto a… Sara Bella!”
“… ho capito che quella era la mia casa. E non il mio lavoro, attenzione, ma la mia casa. Sono nata per ballare, per essere una stella. Ma questa stella oggi si sta spegnendo, piano piano…”
Fuori è notte, la stanza è buia. Ma le luci del teatro che Sara ricorda con tanto amore la abbracciano, la illuminano ancora. La musica parte, nella sua testa, e Sara sente il cuore battere ancora.
“Il successo è difficile da raggiungere, ma quando arriva, è come un tornado. I paparazzi, gli impegni, gli scandali, le cene, i regali costosi, gli ammiratori, sinceri e bugiardi. E poi le amiche che diventano rivali, e le rivali che diventano amiche. La vita di una showgirl non è una passeggiata…”.
Sara ride, ricordando.
“Mi ricordo un’intervista di tanti anni fa. Il giornalista mi chiese: ‘Signora Bella, lei è felice?”. E io risposi: ‘Ma che domanda sciocca! Ho i diamanti ai piedi! Guarda le mie scarpe costosissime e preziose! Ma quella notte, quando ho tolto le scarpe, avevo i piedi pieni di vesciche…”
Sara si massaggia le dita dei piedi. Ora che è una donna anziana di quasi novanta anni, è ancora vanitosa, ma sicuramente molto più saggia di quando era giovane. Poi si ferma a pensare e…sorride.
“Ah, ho avuto tante storie d’amore. Uomini bellissimi, tutte mi invidiavano. Ce ne sono stati molti, alcuni sinceri, altri da copertina. Uno, però, non se n’è mai andato del tutto. Un pianista. Si chiamava Leonardo. Suonava jazz nei locali di Roma. Ci siamo amati per cinque anni, poi lui partì per New York. Si sposò. Non ci siamo mai più visti. Non ho voluto cercarlo, perché alcune persone vivono meglio nei ricordi che nella realtà. Tutti amano le showgirl ma nessuno vuole sposarle.”
Pausa. Il rumore del vino versato nel bicchiere riempie la stanza.
"Comunque, l’amore vero non finisce. Si ritira. Si nasconde in un angolo del cuore e aspetta. Prima o poi il dolore passa. E poi io ero una showgirl, avevo una carriera: dovevo continuare la mia vita nonostante il cuore spezzato.”
Sara si accarezza la guancia e chiude gli occhi.
“Gli anni ’80 furono crudeli. Nuove mode, nuovi volti, nuovi ritmi. Ragazze più giovani. Il pubblico voleva freschezza, e io invece cominciavo a perdere la luce. È difficile accettare che il tuo tempo sta finendo. Il corpo cambia, la pelle cede, la voce si fa roca, e i riflettori ti cercano sempre meno. Eppure, dentro, io ero sempre la stessa. La ragazza del Volturno. Ma nessuno voleva più guardarmi...”
Sara si alza lentamente. Il suo corpo è fragile ma ancora elegante. Cammina fino allo specchio e osserva il suo riflesso.
“È strano. Un giorno ti guardi allo specchio e non ti riconosci più. Vedi una signora anziana e pensi: “ma chi è questa?”. Ma poi guardi meglio, negli occhi, e ti accorgi che sei tu.”
Sara torna alla scrivania, si siede e apre il taccuino d’oro. Dentro ci sono vecchie foto in bianco e nero: lei, sorridente, accanto a cantanti famosi, registi, politici. Alcuni ormai dimenticati.
“Guarda qui…” dice, sfogliando lentamente. “Eravamo tutti giovani, belli, eleganti, ricchi. Tutti convinti di essere immortali. E ora? Molti di loro non ci sono più. Altri non ricordano nemmeno di essere stati famosi. Sai cosa non ti dicono, quando sei giovane? Che invecchiare non è un processo lento. Arriva all’improvviso e non lo puoi più controllare. I giovani devono godersi la vita.”
Si ferma, beve un sorso di vino.
“Negli anni ’90 ho smesso di ballare. Ero già troppo vecchia.Il mio ultimo spettacolo è stato a Milano. Ricordo che dietro le quinte ho pianto. Non per tristezza, ma per gratitudine. Avevo dato tutto, anche troppo. Ero stanca, ma felice. Poi, il silenzio. È quello il momento più difficile: quando i telefoni smettono di suonare, i giornali non ti cercano più, e le luci si spengono. Il tuo manager ti chiama due volte all’anno. La verità è che la fama è come un profumo costoso. Ti fa sentire speciale per un po’, appena lo spruzzi, ma svanisce in fretta. Come la gioventù.”
Si alza, guarda fuori dalla finestra. Ha smesso di piovere, la strada è bagnata e riflette la luna.
“Un giorno, un ragazzo mi ha riconosciuto al supermercato. Avrà avuto vent’anni o trenta. Era proprio carino. Mi ferma e mi dice: “Lei è Sara Bella, vero? Mia nonna la adorava”. “Mia nonna?”. Io ho sorriso, ma in quel momento ho capito che la mia bellezza ormai era solo un lontano ricordo. Eh già. Molti hanno paura di invecchiare. Io no. Ormai l’ho accettato.”
Sara riavvicina la bocca al registratore. La sua voce trema.
“La verità è che invecchiare non è una tragedia. Fa parte della vita. Quando sei giovane, credi che tutto sia eterno: la pelle liscia, gli applausi, gli amori. Ma niente lo è. Ed è giusto così. Se le rose non appassiscono, non nascono mai nuove rose. Io ho vissuto la mia fioritura. Ora è tempo di lasciare spazio ad altre ragazze. Le guardo, a volte, le ballerine di oggi. Sono tutte uguali. Tutte perfette, rifatte, convinte di sapere già tutto. E mi fanno tenerezza. Perché non sanno che la perfezione è la cosa più noiosa del mondo. È negli errori che si nasconde la grazia. È con le cadute che si impara a danzare davvero, che si lascia un segno.
Quando ero giovane, non avevo tempo per fermarmi. La mia vita era il palcoscenico. Persino la mia vita privata era su tutte le riviste. Oggi, invece, posso finalmente respirare. Posso ricordare senza paura. Posso ridere di me stessa. Ho fatto sciocchezze, certo. Ho amato uomini sbagliati, ho perso occasioni, ho fatto promesse che non ho mantenuto. Ma sapete una cosa? Non cambierei nulla”.
Sara versa ancora un po’ di vino nel bicchiere, lo alza come se brindasse: “Alla vita,” dice piano, “che non sempre è gentile, ma è comunque una cosa meravigliosa.”
Guarda verso la finestra, la luna ancora splende, enorme e dorata. Sara beve il suo vino.
“Forse un giorno, qualcuno ascolterà questa voce e penserà: ‘Era una donna felice’. E sì, lo ero. Lo sono ancora, anche adesso che la mia pelle si stropiccia come la seta vecchia e i miei passi fanno meno rumore. Perché la felicità non è nei riflettori. È nelle esperienze, nei successi e nei fallimenti, nei ricordi.”
Sara fa un respiro profondo. Si guarda le mani, segnate e tremolanti.
“Ecco, queste mani hanno stretto fiori, microfoni, lettere d’amore, valigie, biglietti aerei, mani di uomini che non sono più qui. Ora stringono solo l’aria, ma dentro quell’aria ci sono tutti i miei ricordi.”
Sorride di nuovo, più serena.
“E se qualcuno mi chiedesse qual è il segreto per vivere bene, direi questo: amate qualcosa. Qualunque cosa. Un’arte, una persona, un sogno. Fatelo con tutto il cuore.”
Sara preme il tasto stop del registratore. Smette di registrare quello che sarà il suo documentario, le sue memorie, che uscirà una volta che lei non ci sarà più. La stanza è silenziosa. Sara si alza, prende il telecomando e accende la TV. La televisione le illumina il viso e trasmette l’inizio di un vecchio programma: la sigla, la musica ritmata, le luci colorate.
Sullo schermo, giovani ragazze ballano, sorridono, si muovono con quell’energia che lei conosce bene, quella che, un tempo, era anche la sua. Resta a guardarle in silenzio. Non c’è malinconia nei suoi occhi, solo una dolce curiosità. Rivede in quei volti l’entusiasmo, la passione, il coraggio di chi sogna senza sapere quanto costa vivere un sogno che, prima o poi, finirà.
La storia di oggi finisce qui. Ti è piaciuta? Fammelo sapere con un commento. E fammi anche sapere se invecchiare ti spaventa o no. Insomma, qual è il tuo approccio all’invecchiamento. Apprezzo tanto i vostri commenti, mi piace moltissimo leggerli e rispondervi! Quindi li aspetto, va bene? Allora ti saluto, e ti ricordo che, se vuoi, puoi lasciare una valutazione al nostro podcast, magari di 5 stelle, sia su Spotify che sulle altre piattaforme che usi per ascoltarci. Se ti va, seguici anche su YouTube, su Podcast Italiano Principiante. Grazie mille e a giovedì prossimo, ciao!


































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