Vita in città, vita in campagna
In questo episodio, Irene confronta la vita di città e la vita di campagna, raccontando la sua esperienza tra Roma e la Pennsylvania. Scopriremo le differenze nel ritmo di vita, nella comodità quotidiana e nel rapporto con la natura.
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Ciao e bentornato o bentornata su Podcast Italiano Principiante, un podcast che ti insegna l’italiano attraverso conversazioni, riflessioni e storie. Io sono Irene e sono tornata in Italia, a Roma, dove vivo, una settimana fa, dopo quasi 3 mesi negli Stati Uniti, in Pennsylvania. Sono partita per gli Stati Uniti a luglio, e sono tornata in Italia il primo ottobre.
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Trascrizione interattiva dell'episodio
L’argomento di oggi sarà una riflessione, sulla differenza fra la vita di città e la vita di campagna. Io abito in città e il mio fidanzato vive in campagna, quindi, quando siamo in Italia viviamo in città, a Roma, quando siamo in Pennsylvania viviamo in campagna. E… direi che la vita di campagna e la vita di città sono molto diverse.
Quando vado negli Stati Uniti, vivo in campagna. Il mio fidanzato abita lì, ha un bel terreno pieno di alberi, colline e grandi distese di prato. C’è anche un bosco di bambù. È un posto tranquillo, molto silenzioso, dove la mattina ti svegli con il suono degli uccelli e la sera ti addormenti con il suono dei grilli, delle rane e delle cicale. A volte, mentre siamo seduti sul portico, possiamo vedere a 10 m di distanza da noi un gruppo di cervi che beve dal fiume. O magari possiamo osservare gli uccelli e gli scoiattoli che mangiano proprio accanto a noi. È un po’ come vivere dentro a un film americano: il vialetto di ghiaia, il portico, il silenzio della campagna, le decorazioni autunnali, e quel profumo di erba e di natura che si sente ovunque. È bellissimo.
Tuttavia, per me, che sono nata e cresciuta a Roma, la vita in campagna è un piccolo shock culturale ogni volta che vado. Io sono abituata alla città, ai suoni del traffico, alle voci delle persone che parlano sotto casa, ai palazzi, ai bambini che giocano in cortile. Per me la città è una canzone che non finisce mai; un po’ caotica, sì, ma anche piena di vita. E allora in questo episodio voglio raccontarti proprio questo: le differenze tra la vita in città e la vita in campagna, i lati positivi e negativi di entrambe, almeno secondo la mia esperienza.
Ma prima di iniziare a riflettere su queste differenze, ti ricordo che l’episodio di oggi è accompagnato da una trascrizione con glossario. Se accedi alla trascrizione, troverai il testo di questo episodio e potrai leggere ciò che dico mentre ascolti. Insieme alla trascrizione, troverai anche un glossario con tutte le parole più difficili spiegate in italiano e tradotte in inglese, ma anche la spiegazione di alcune strutture grammaticali un po’ più difficili. La trascrizione e il glossario, ovviamente, sono gratuiti e si trovano sul sito podcastitaliano.com. Trovi anche il link nelle note di questo episodio.
Allora, partiamo dalla prima cosa che mi viene in mente, quando penso a Roma, o alla città, in generale: penso al fatto che hai tutto vicino casa. Io, a Roma, vivo in periferia, in una periferia viva, piena di negozi e servizi. Il mio quartiere, secondo me, è speciale. In dieci o venti minuti a piedi posso trovare praticamente tutto ciò che mi serve: una chiesa, un parco dove fare una passeggiata o leggere un libro, una gelateria che fa un gusto pistacchio meraviglioso, diverse pizzerie e locali per uscire la sera, l’edicola, il tabaccaio, la palestra, le scuole, i supermercati, il fruttivendolo, la farmacia, il dottore, e persino le poste.
In pratica, posso vivere benissimo senza macchina. Anzi; a Roma si vive meglio senza macchina. Posso camminare sempre, andare ovunque a piedi, e se voglio andare al centro di Roma, prendo la metro: in venti minuti sono lì, davanti al Colosseo o a Piazza di Spagna. Ci sono anche gli autobus, certo, anche se, lo ammetto, a Roma non sempre sono puntuali. A volte li aspetti dieci minuti, a volte trenta… ma alla fine arrivano. Tutto sommato, Roma è davvero ben collegata come città.
In campagna, invece, è tutto un po’ diverso. Vicino a casa del mio fidanzato, per esempio, c’è una fattoria molto carina che vende frutta e verdura fresche, miele e dolci fatti in casa. Il problema è che per arrivarci ci vogliono almeno venti minuti a piedi, camminando nel campo o nel bosco. È una passeggiata bellissima, tranquilla, con una vista stupenda, ma… non puoi certo farla ogni volta che ti serve, non so, un litro di latte! E se ti serve qualcosa di più “tecnico”, di più specifico, come, non so, la carta igienica, la fattoria non la vende. Allora devi andare a un negozio di casalinghi, cioè un negozio che vende le cose per la casa, come piatti, detersivi, pentole ecc. e lì in campagna devi per forza prendere la macchina e guidare 15/20 minuti per arrivarci.
Il supermercato più vicino lì in campagna? Anche quello è a venti minuti di macchina. Quindi sì, la campagna è splendida, ma non è “comoda”. In città, se ho voglia di un gelato alle undici di sera, scendo, giro l’angolo e torno a casa in cinque minuti. In campagna, invece, se non ti va di guidare per 20 minuti, il gelato, lo devi mangiare il giorno dopo, insomma.
Ma se, da una parte, la città ha tutto, dall’altra la campagna ha la pace. E non parlo solo di silenzio, ma proprio di un altro ritmo. Lì le giornate scorrono più lente. Ti svegli con la luce del sole che entra dalle finestre, senti gli uccellini che cantano, e la prima cosa che fai è, magari, sederti sul portico con una tazza di caffè caldo. Il panorama è verde, aperto, non c’è nessun palazzo davanti a te. In campagna, se vuoi, puoi anche uscire in pigiama o in mutande, e nessuno ti vede: i vicini sono lontani, spesso a centinaia di metri di distanza. È una libertà che in città è quasi impensabile.
A Roma, anche se esci solo per buttare la spazzatura, devi vestirti bene. Primo perché la gente ti osserva, dalle finestre, dai balconi; secondo perché incontri sempre qualcuno: un vicino, un amico, un conoscente, un familiare, il postino. È bello, ma a volte può anche essere stancante.
Una cosa che mi piace più della campagna è la notte. In campagna, non so perché, ma secondo me si dorme meglio. Proprio di cuore. E poi la notte è davvero buia. È nera, profonda, e puoi vedere le stelle. A Roma, anche di notte, c’è sempre un po’ di luce: i lampioni, i fari delle macchine, le finestre delle case con dentro le luci accese. In città c’è sempre un po’ di vita.
Che poi, forse, questo è un altro punto a favore della città, se vogliamo. La vita sociale. A Roma, o comunque in città, sei sempre in contatto con le persone. Poi, se, come me, vivi nello stesso quartiere in cui sei cresciuta o cresciuto, conosci tutti: il panettiere sa quale pane vuoi, la parrucchiera sa come vuoi i capelli, il barista sa come prendi il caffè, la signora del piano di sotto ti racconta della nipote che si sposa. Insomma, anche solo andando a fare la spesa, puoi incontrare qualcuno con cui scambiare due chiacchiere. E poi in città è più facile fare nuove amicizie: basta iscriversi a un corso, andare a una festa, o anche solo prendere la metro. La città è piena di incontri, di possibilità.
In campagna invece è tutto più “lento” anche da quel punto di vista. Le persone sono cordiali, ma non è così facile entrare nelle loro vite, fare amicizia. Penso che in campagna, se non esci con questo obiettivo, di fare amicizia, puoi passare giorni senza parlare con nessuno. Questa, per me, che sono abituata al rumore e alla gente, è la parte più difficile. Il sentirmi “isolata”, diciamo.
Un’altra differenza che ho notato è il modo in cui vivi il tempo. In città, le giornate scorrono in fretta. Hai sempre qualcosa da fare: un appuntamento a cui andare, un messaggio a cui rispondere, un caffè da prendere con qualcuno. Le strade sono piene, il traffico non ti fa rilassare, sei sempre in ritardo, devi muoverti, correre, in continuazione. In campagna invece il tempo si dilata. Puoi davvero goderti ogni momento: la colazione, una passeggiata, il tramonto. Non senti quella pressione costante di dover “fare qualcosa”. E devo dire che è una sensazione strana, soprattutto se sei abituata alla frenesia cittadina. Ti sembra quasi di “sprecare tempo”. Ma poi capisci che non lo stai sprecando: lo stai vivendo, il tempo. In campagna c’è una pace mentale che raramente si trova in città.
Sicuramente anche grazie alla connessione con la natura. Vivere immersi nel verde cambia il modo in cui percepisci tutto. Ogni giorno osservi come cambia la luce, come si muovono le nuvole, come crescono le piante. Persino i profumi sono diversi: l’erba bagnata, la legna bruciata, i fiori. In campagna respiri l’aria buona, non lo smog della città. In città, invece, la natura è più “domata”: la vedi nei parchi, nei vasi sui balconi, negli alberi lungo le strade. È una natura controllata, decorativa, mentre in campagna è viva, selvaggia, e a volte anche un po’ scomoda, come quando una vespa decide di pungerti o un ragno ti entra nei pantaloni. Odio gli insetti. Non li uccido ma li odio lo stesso. Li odio in silenzio e in segreto.
Diciamo che, tra la vita di campagna e la vita di città, io preferisco quella di città. Magari vorrei vivere in città e passare l’estate e le vacanze di Natale in campagna.
La città e la campagna sono due mondi diversi, e ognuno ha i suoi lati positivi e negativi. La città ti offre comodità, relazioni, stimoli. La campagna ti regala silenzio, spazio, equilibrio. A volte mi chiedo se un giorno potrei davvero vivere in campagna per sempre. E la verità è che non credo. Mi piace troppo la vita di città, il profumo della pizza la sera, il rumore dei motorini, le chiacchiere dei vicini. Io sono una ragazza di città. Anche se mi piace tantissimo anche la campagna; lì dormo più profondamente, mi rilasso e riposo, penso più chiaramente. Ma… non lo so. Forse, come in tutte le cose, la soluzione ideale sta nel mezzo. Chissà.
Per ora non mi lamento, perché posso rilassarmi in campagna per un po’ e poi tornare a lavorare in città. Godermi la bellezza di entrambi i posti. E poi, ogni volta, quando torno a Roma, mi manca la campagna, la Pennsylvania. Quando sono in Pennsylvania mi manca la città, mi manca Roma. Quindi non riesco a capire. Ma prima o poi arriverà il momento di mettere radici, cioè di stabilirsi definitivamente in un Paese, in una casa, in città o in campagna. E non sarà una scelta facile: io preferisco la città e il mio compagno la campagna. Scusa l’assonanza “compagno-campagna”.
Ma adesso voglio sapere cosa ne pensi tu: preferisci la città o la campagna? Secondo te, quali sono i lati positivi e i lati negativi della vita in città e della vita in campagna? Vediamo se puoi aiutarmi a scegliere, se riesci a convincermi con un bel commento! E se ti va, ricordati anche di valutare positivamente questo podcast su Spotify o su Apple Podcast. Tra l’altro, non so se lo sai, ma abbiamo anche un canale YouTube con questi podcast per principianti! Se cerchi Podcast Italiano Principiante su YouTube lo troverai. Seguici! Ti aspetto anche lì con qualche commento.
Io ti saluto e ci sentiamo giovedì prossimo con una nuova storia. Grazie per l’ascolto e a giovedì. Ciao!
Ciao e bentornato o bentornata su Podcast Italiano Principiante, un podcast che ti insegna l’italiano attraverso conversazioni, riflessioni e storie. Io sono Irene e sono tornata in Italia, a Roma, dove vivo, una settimana fa, dopo quasi 3 mesi negli Stati Uniti, in Pennsylvania. Sono partita per gli Stati Uniti a luglio, e sono tornata in Italia il primo ottobre.
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Trascrizione interattiva dell'episodio
L’argomento di oggi sarà una riflessione, sulla differenza fra la vita di città e la vita di campagna. Io abito in città e il mio fidanzato vive in campagna, quindi, quando siamo in Italia viviamo in città, a Roma, quando siamo in Pennsylvania viviamo in campagna. E… direi che la vita di campagna e la vita di città sono molto diverse.
Quando vado negli Stati Uniti, vivo in campagna. Il mio fidanzato abita lì, ha un bel terreno pieno di alberi, colline e grandi distese di prato. C’è anche un bosco di bambù. È un posto tranquillo, molto silenzioso, dove la mattina ti svegli con il suono degli uccelli e la sera ti addormenti con il suono dei grilli, delle rane e delle cicale. A volte, mentre siamo seduti sul portico, possiamo vedere a 10 m di distanza da noi un gruppo di cervi che beve dal fiume. O magari possiamo osservare gli uccelli e gli scoiattoli che mangiano proprio accanto a noi. È un po’ come vivere dentro a un film americano: il vialetto di ghiaia, il portico, il silenzio della campagna, le decorazioni autunnali, e quel profumo di erba e di natura che si sente ovunque. È bellissimo.
Tuttavia, per me, che sono nata e cresciuta a Roma, la vita in campagna è un piccolo shock culturale ogni volta che vado. Io sono abituata alla città, ai suoni del traffico, alle voci delle persone che parlano sotto casa, ai palazzi, ai bambini che giocano in cortile. Per me la città è una canzone che non finisce mai; un po’ caotica, sì, ma anche piena di vita. E allora in questo episodio voglio raccontarti proprio questo: le differenze tra la vita in città e la vita in campagna, i lati positivi e negativi di entrambe, almeno secondo la mia esperienza.
Ma prima di iniziare a riflettere su queste differenze, ti ricordo che l’episodio di oggi è accompagnato da una trascrizione con glossario. Se accedi alla trascrizione, troverai il testo di questo episodio e potrai leggere ciò che dico mentre ascolti. Insieme alla trascrizione, troverai anche un glossario con tutte le parole più difficili spiegate in italiano e tradotte in inglese, ma anche la spiegazione di alcune strutture grammaticali un po’ più difficili. La trascrizione e il glossario, ovviamente, sono gratuiti e si trovano sul sito podcastitaliano.com. Trovi anche il link nelle note di questo episodio.
Allora, partiamo dalla prima cosa che mi viene in mente, quando penso a Roma, o alla città, in generale: penso al fatto che hai tutto vicino casa. Io, a Roma, vivo in periferia, in una periferia viva, piena di negozi e servizi. Il mio quartiere, secondo me, è speciale. In dieci o venti minuti a piedi posso trovare praticamente tutto ciò che mi serve: una chiesa, un parco dove fare una passeggiata o leggere un libro, una gelateria che fa un gusto pistacchio meraviglioso, diverse pizzerie e locali per uscire la sera, l’edicola, il tabaccaio, la palestra, le scuole, i supermercati, il fruttivendolo, la farmacia, il dottore, e persino le poste.
In pratica, posso vivere benissimo senza macchina. Anzi; a Roma si vive meglio senza macchina. Posso camminare sempre, andare ovunque a piedi, e se voglio andare al centro di Roma, prendo la metro: in venti minuti sono lì, davanti al Colosseo o a Piazza di Spagna. Ci sono anche gli autobus, certo, anche se, lo ammetto, a Roma non sempre sono puntuali. A volte li aspetti dieci minuti, a volte trenta… ma alla fine arrivano. Tutto sommato, Roma è davvero ben collegata come città.
In campagna, invece, è tutto un po’ diverso. Vicino a casa del mio fidanzato, per esempio, c’è una fattoria molto carina che vende frutta e verdura fresche, miele e dolci fatti in casa. Il problema è che per arrivarci ci vogliono almeno venti minuti a piedi, camminando nel campo o nel bosco. È una passeggiata bellissima, tranquilla, con una vista stupenda, ma… non puoi certo farla ogni volta che ti serve, non so, un litro di latte! E se ti serve qualcosa di più “tecnico”, di più specifico, come, non so, la carta igienica, la fattoria non la vende. Allora devi andare a un negozio di casalinghi, cioè un negozio che vende le cose per la casa, come piatti, detersivi, pentole ecc. e lì in campagna devi per forza prendere la macchina e guidare 15/20 minuti per arrivarci.
Il supermercato più vicino lì in campagna? Anche quello è a venti minuti di macchina. Quindi sì, la campagna è splendida, ma non è “comoda”. In città, se ho voglia di un gelato alle undici di sera, scendo, giro l’angolo e torno a casa in cinque minuti. In campagna, invece, se non ti va di guidare per 20 minuti, il gelato, lo devi mangiare il giorno dopo, insomma.
Ma se, da una parte, la città ha tutto, dall’altra la campagna ha la pace. E non parlo solo di silenzio, ma proprio di un altro ritmo. Lì le giornate scorrono più lente. Ti svegli con la luce del sole che entra dalle finestre, senti gli uccellini che cantano, e la prima cosa che fai è, magari, sederti sul portico con una tazza di caffè caldo. Il panorama è verde, aperto, non c’è nessun palazzo davanti a te. In campagna, se vuoi, puoi anche uscire in pigiama o in mutande, e nessuno ti vede: i vicini sono lontani, spesso a centinaia di metri di distanza. È una libertà che in città è quasi impensabile.
A Roma, anche se esci solo per buttare la spazzatura, devi vestirti bene. Primo perché la gente ti osserva, dalle finestre, dai balconi; secondo perché incontri sempre qualcuno: un vicino, un amico, un conoscente, un familiare, il postino. È bello, ma a volte può anche essere stancante.
Una cosa che mi piace più della campagna è la notte. In campagna, non so perché, ma secondo me si dorme meglio. Proprio di cuore. E poi la notte è davvero buia. È nera, profonda, e puoi vedere le stelle. A Roma, anche di notte, c’è sempre un po’ di luce: i lampioni, i fari delle macchine, le finestre delle case con dentro le luci accese. In città c’è sempre un po’ di vita.
Che poi, forse, questo è un altro punto a favore della città, se vogliamo. La vita sociale. A Roma, o comunque in città, sei sempre in contatto con le persone. Poi, se, come me, vivi nello stesso quartiere in cui sei cresciuta o cresciuto, conosci tutti: il panettiere sa quale pane vuoi, la parrucchiera sa come vuoi i capelli, il barista sa come prendi il caffè, la signora del piano di sotto ti racconta della nipote che si sposa. Insomma, anche solo andando a fare la spesa, puoi incontrare qualcuno con cui scambiare due chiacchiere. E poi in città è più facile fare nuove amicizie: basta iscriversi a un corso, andare a una festa, o anche solo prendere la metro. La città è piena di incontri, di possibilità.
In campagna invece è tutto più “lento” anche da quel punto di vista. Le persone sono cordiali, ma non è così facile entrare nelle loro vite, fare amicizia. Penso che in campagna, se non esci con questo obiettivo, di fare amicizia, puoi passare giorni senza parlare con nessuno. Questa, per me, che sono abituata al rumore e alla gente, è la parte più difficile. Il sentirmi “isolata”, diciamo.
Un’altra differenza che ho notato è il modo in cui vivi il tempo. In città, le giornate scorrono in fretta. Hai sempre qualcosa da fare: un appuntamento a cui andare, un messaggio a cui rispondere, un caffè da prendere con qualcuno. Le strade sono piene, il traffico non ti fa rilassare, sei sempre in ritardo, devi muoverti, correre, in continuazione. In campagna invece il tempo si dilata. Puoi davvero goderti ogni momento: la colazione, una passeggiata, il tramonto. Non senti quella pressione costante di dover “fare qualcosa”. E devo dire che è una sensazione strana, soprattutto se sei abituata alla frenesia cittadina. Ti sembra quasi di “sprecare tempo”. Ma poi capisci che non lo stai sprecando: lo stai vivendo, il tempo. In campagna c’è una pace mentale che raramente si trova in città.
Sicuramente anche grazie alla connessione con la natura. Vivere immersi nel verde cambia il modo in cui percepisci tutto. Ogni giorno osservi come cambia la luce, come si muovono le nuvole, come crescono le piante. Persino i profumi sono diversi: l’erba bagnata, la legna bruciata, i fiori. In campagna respiri l’aria buona, non lo smog della città. In città, invece, la natura è più “domata”: la vedi nei parchi, nei vasi sui balconi, negli alberi lungo le strade. È una natura controllata, decorativa, mentre in campagna è viva, selvaggia, e a volte anche un po’ scomoda, come quando una vespa decide di pungerti o un ragno ti entra nei pantaloni. Odio gli insetti. Non li uccido ma li odio lo stesso. Li odio in silenzio e in segreto.
Diciamo che, tra la vita di campagna e la vita di città, io preferisco quella di città. Magari vorrei vivere in città e passare l’estate e le vacanze di Natale in campagna.
La città e la campagna sono due mondi diversi, e ognuno ha i suoi lati positivi e negativi. La città ti offre comodità, relazioni, stimoli. La campagna ti regala silenzio, spazio, equilibrio. A volte mi chiedo se un giorno potrei davvero vivere in campagna per sempre. E la verità è che non credo. Mi piace troppo la vita di città, il profumo della pizza la sera, il rumore dei motorini, le chiacchiere dei vicini. Io sono una ragazza di città. Anche se mi piace tantissimo anche la campagna; lì dormo più profondamente, mi rilasso e riposo, penso più chiaramente. Ma… non lo so. Forse, come in tutte le cose, la soluzione ideale sta nel mezzo. Chissà.
Per ora non mi lamento, perché posso rilassarmi in campagna per un po’ e poi tornare a lavorare in città. Godermi la bellezza di entrambi i posti. E poi, ogni volta, quando torno a Roma, mi manca la campagna, la Pennsylvania. Quando sono in Pennsylvania mi manca la città, mi manca Roma. Quindi non riesco a capire. Ma prima o poi arriverà il momento di mettere radici, cioè di stabilirsi definitivamente in un Paese, in una casa, in città o in campagna. E non sarà una scelta facile: io preferisco la città e il mio compagno la campagna. Scusa l’assonanza “compagno-campagna”.
Ma adesso voglio sapere cosa ne pensi tu: preferisci la città o la campagna? Secondo te, quali sono i lati positivi e i lati negativi della vita in città e della vita in campagna? Vediamo se puoi aiutarmi a scegliere, se riesci a convincermi con un bel commento! E se ti va, ricordati anche di valutare positivamente questo podcast su Spotify o su Apple Podcast. Tra l’altro, non so se lo sai, ma abbiamo anche un canale YouTube con questi podcast per principianti! Se cerchi Podcast Italiano Principiante su YouTube lo troverai. Seguici! Ti aspetto anche lì con qualche commento.
Io ti saluto e ci sentiamo giovedì prossimo con una nuova storia. Grazie per l’ascolto e a giovedì. Ciao!
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