Come raggiungere il livello avanzato in italiano

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    Sono rimasto senza luce per 10 ore

    Principiante
    #
    69

    May 8, 2025

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    Note e risorse

    In questo episodio ti racconto come ho passato 10 ore senza luce in Portogallo e come prepararsi a un evento del genere (consigli che spero non ti serviranno!).

    Scopri La Storia di Italo, il mio corso per raggiungere il livello intermedio.
    Trascrizione

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    Benvenuto o benvenuta: questo è Podcast Italiano Principiante, un podcast per chi sta imparando l'italiano e vuole fare progressi, ascoltando contenuti semplici e, almeno spero, interessanti. Io mi chiamo Davide. Ti ricordo che puoi trovare la trascrizione con glossario di ogni episodio sul nostro sito, podcastitaliano.com. La trascrizione con glossario è uno strumento fondamentale, davvero utile, perché ti permette di scoprire il significato di parole e costruzioni che non conosci, con ogni probabilità. Quindi ti consiglio di andare a dare un'occhiata. Trovi anche il link diretto alla pagina di questo episodio, nelle note dell'episodio, nella descrizione dell'episodio su Spotify o altre app di podcast, l'app dove mi stai ascoltando.

    Scarica la versione PDF della trascrizione
    Trascrizione interattiva dell'episodio

    Bene: ti voglio raccontare oggi una storia personale, un'esperienza che mi è accaduta di recente. Forse sai che, se hai letto le notizie, che in Spagna e in Portogallo di recente c'è stato questo blackout nazionale che ha colpito la penisola iberica, quindi Spagna e Portogallo, appunto. Io mi trovavo in Portogallo quando questo è successo e quindi ti voglio raccontare un po' di questa esperienza, come diciamo in italiano, più unica che rara, ok? Più unica che rara. Un evento che non è solo raro, ma probabilmente è unico, nel senso che... non succederà di nuovo, almeno spero, e che sicuramente non era mai accaduto nella mia vita.

    Dunque, io ero in Portogallo con alcuni amici: Leo, Elisa, Marcela e Cesar, quindi un po' di nazionalità diverse rappresentate, Francia, Portogallo, Brasile, Spagna. Sono tutti amici che insegnano lingue online come me. Tra l'altro, Leo ed Elisa probabilmente li conosci già, perché li ho intervistati su Podcast Italiano Principiante. Ma, comunque, l’idea era passare una settimana insieme in questa casa, che è, insomma, casa del papà di Leo, nel sud del Portogallo. E lavorare insieme, passare tempo insieme, scambiarci idee sul futuro delle nostre attività e... anche, insomma, ovviamente, divertirsi. Ed è quello che abbiamo fatto. È stata una bella settimana, ma ti voglio parlare del blackout del 28 aprile perché è stato un evento davvero particolare.

    Dunque, in realtà, noi, personalmente, non abbiamo visto scene strane, o apocalittiche, addirittura. Perché ci trovavamo in una zona molto tranquilla, una zona lontana da... cioè non così lontana, ma comunque non… non centrale, ecco. Non era il centro della città dove ci trovavamo, era una zona un po' fuori, una zona molto tranquilla, con case... “seconde case”, come diciamo in italiano, cioè case di persone che ci abitano… per andare in vacanza, vanno in vacanza, ma in quel momento, siccome non è ancora alta stagione (ok? Non è estate) erano abbastanza vuote: non c'era molta gente in giro, non c'era traffico… e comunque è una zona tranquilla, vicina alla spiaggia, quindi... quindi una zona... senza troppo traffico e senza troppo movimento.

    Quindi, di fatto, noi siamo rimasti in casa senza elettricità e stavamo lavorando. Ci rendiamo conto che non funziona internet. Poi, dopo un attimo, ci rendiamo conto che non è solo internet, ma è tutta la corrente che non va. È saltata la luce, come diciamo in italiano. “Saltare” e “è saltata la luce” significa “si è interrotta la corrente elettrica, l'elettricità”. Noi diciamo “la luce” per riferirci all'elettricità, ok? Non è solo la luce delle lampadine, delle lampade, dei lampadari, ma è la corrente elettrica in generale. Dopo un po', andando su internet, leggiamo che c'è un apagón o apagón che in spagnolo e in portoghese significa blackout. In italiano usiamo questo termine inglese. Non mi piace, ma è così. Dovete sapere, devi sapere che in italiano usiamo molte parole inglesi. A me questo non piace molto, ma è un dato di fatto, ok? E quindi io uso questa parola, così che tu sappia come lo chiamano gli italiani davvero, no? Perché, anche se non piace, bisognacredo sia importante parlare come parlano gli italiani. Quindi... c'è stato questo blackout. E quindi, dicevo, non è successo molto. Una cosa curiosa, nel nostro caso, è che eravamo... eravamo “intrappolati” in casa, in un certo senso, perché il palazzo, l’edificio dove ci trovavamo, ha due scale diverse: una scala... una scala vera e propria e, diciamo, un altro accesso, un altro ingresso, dove c'è l'ascensore, solo, senza scale, solo l'ascensore. Il fatto è che noi avevamo le chiavi solo della porta che conduce all'ascensore e non della porta che conduce alle scale. Quindi potevamo scendere dalle scale, ma non potevamo rientrare salendo le scale. Noi avevamo solo le chiavi per l'ascensore, no? E quindi non potevamo uscire tutti insieme, perché ovviamente l'ascensore è inutile, se sei nel bel mezzo di un blackout, ok?

    Quindi, vabbè, niente di particolarmente problematico. La soluzione è non uscire tutti insieme. In generale è stato... è stata un'esperienza surreale perché non funzionava internet. In realtà, a me sì, ma ero l'unico a cui più o meno andava internet, ok? L'unica persona a cui, più o meno, funzionava internet, ma agli altri no. E quindi ti rendi conto, in generale, di quanto siamo dipendenti dall'elettricità. E questo è un pensiero che ho fatto varie volte, in passato. Mi capita di chiedermi: “Cavolo, ma se davvero non dovessimo avere l'elettricità, cosa succederebbe?”. E questa è stata la dimostrazione, almeno per dieci ore, fortunatamente non per un mese o una settimana, però, di quello che succede, cioè: non puoi pagare nei posti, non puoi pagare con le carte, non puoi pagare con il telefono; non ti funziona neanche Internet, o comunque non benissimo, nella nostra situazione; non puoi... nel nostro caso, non potevamo lavorare, ovviamente, perché dopo un po' i computer si spengono e non funzionano più; non potevamo lavarci con l'acqua calda, no? Perché, nel nostro caso, l'acqua… l'acqua calda dipendeva dalla corrente elettrica. E che cos'altro? Che cos'altro?

    Quindi hai dei dispositivi che servono non a molto, perché non sono connessi a Internet che dopo un po' si scaricano. E tu rimani senza corrente. E non sai bene cosa fare se non hai, come dire, se non hai libri da leggere o altre cose manuali da fare, non sai bene… non sai bene cosa fare. Noi siamo così dipendenti, anche a livello di intrattenimento, di modi di spendere, di passare il nostro tempo, siamo dipendenti da questi dispositivi per tutte queste cose, che… che poi non sappiamo bene cosa fare quando non funzionano queste cose. In realtà, ripeto, i telefoni funzionano, solo non andava Internet. Nel mio caso, più o meno, andava, e quindi ero l'unica fonte di informazioni. Ma, appunto, non sapendo quanto tempo sarebbe durato, non volevo neanche consumare tutta la batteria del telefono. Fortunatamente, avevo una power bank molto capiente, quindi con molto spazio, con molta elettricità, al suo interno. E avevo anche cambiato da poco il telefono, quindi mi ha permesso di... insomma... avere un collegamento con il mondo esterno fino a sera, quando poi è tornata la luce, è tornata l'elettricità.

    Però… ecco alcune cose che, in una situazione del genere, fanno comodo e che noi non avevamo. Quindi... o avevamo alcune di queste, ma non tutte. Allora, innanzitutto, dei soldi contanti, dei contanti, cioè delle banconote e monete. In italiano si chiamano contanti, no? Cash in inglese. Io sono una persona che non usa mai i contanti. Ho una certa avversione per i contanti. Mi piacciono i pagamenti digitali. Pago direttamente col telefono, ovunque. Fortunatamente in Italia oggi è possibile, almeno a Torino, è molto facile pagare praticamente ovunque e quindi ho perso l'abitudine di avere i contanti. Non mi piace averli, non mi piace maneggiarli, sono sporchi. Quindi, non mi piace. È difficile, devi portare mille monetine, ti danno il resto in pezzi di metallo che non voglio avere con me. Sono pesanti, occupano spazio. Però, però… mi sono reso conto, mio malgrado, cioè a mio danno, diciamo, (neanche troppo, in realtà, però…) che se non hai contanti in una situazione del genere, non puoi pagare. Fortunatamente i nostri amici, insomma, due delle persone del gruppo, sono andate fisicamente a fare la spesa con i contanti che avevano e hanno comprato l’occorrente che ci serviva, perché i supermercati funzionavano, penso, con dei generatori di corrente elettrica, ma a quanto pare, fuori dal supermercato, ti avvisavano che puoi, che potevi, pagare solo con i contanti. E quindi se non ce li avevi, eri fregato, ok? Non potevi, non potevi pagare. Quindi: contanti, molto importanti. D'ora in poi, d'ora in poi, avrò dei contanti per ogni occasione, per ogni evenienza.

    Seconda cosa, una power bank. È importante avere una power bank, perché i nostri dispositivi durano poco senza power bank, qualche ora. Idealmente anche più di una e magari cariche, perché se abbiamo più di un dispositivo, viviamo con... insomma... altre persone, è utile averne più di una, ok?

    E cibo in scatola. Ecco, questa è una cosa che non avevamo. Vabbè, a parte qualche snack, sì. Quindi cibo come patatine, cose così, pane… avevamo delle cose, ma non avevamo cibo in scatola, che è molto utile in caso di blackout prolungato. Tra l'altro... fortunatamente, la nostra cucina andava a gas, ok? In realtà, a me piace molto la cucina, come dire, le cucine a induzione, no? Quindi elettriche, piacciono molto e sono un grande sostenitore, però… se c'è un blackout nazionale sono completamente inutili, così come l'acqua calda che non avevamo, un'altra mancanza causata dal blackout.

    Altre cose: in generale, penso che avere libri di carta sia una buona strategia. Io a casa mia ne ho molti, fortunatamente, ma lì non avevo nessun libro di carta e quindi non potevo leggere. Dovevo per forza usare il cellulare con la batteria rimasta, con il rischio, però che... si sarebbe scaricata più velocemente, ed era la nostra unica fonte, l'unico mezzo di contatto con il mondo esterno. Poi una torcia, una torcia a batterie o a pile. Una pila e una batteria sono la stessa cosa, in italiano. Molto utile, ok? Perché sì, puoi illuminarti con il cellulare, ma il discorso è sempre lo stesso, il cellulare dopo un po' può scaricarsi, ok? Se il blackout dura dieci ore. E poi anche una radio a pile o a batterie, che non avevamo. Però molte persone, a quanto pare, sono andate a comprare proprio per avere un modo di sentire le notizie e capire che cosa... che cosa stava succedendo intorno a loro.

    Quindi... questo è quanto. In realtà, come dicevo, è stata una giornata senza troppi eventi. La cosa curiosa è che alcune... alcuni di noi non riuscivano a contattare i propri cari, le proprie persone care che si trovavano nella penisola iberica. Questo quando ancora avevano Internet, no? Perché poi, come dicevo, dopo un po', sono rimasto l'unico con internet. E quindi sei isolato. Ti rendi conto che sei isolato, non puoi contattare i tuoi cari. Ed è davvero una situazione che un tempo era la normalità, magari 150 anni fa, 100 anni fa, no? Prima dei telefoni, era la normalità, non potevamo contattarci sempre, in qualsiasi momento. Però oggi diamo per scontate tutte queste cose e... davvero, siamo dipendenti, completamente dipendenti dall'elettricità. E quindi, mi raccomando, preparati, almeno… non dico di prepararti per una guerra nucleare o cose di questo genere, non so se quello è il caso… è il caso di fare queste cose, però è utile perlomeno avere qualche oggetto, come quelli che ti ho detto, per non arrivare completamente... impreparato o impreparata al prossimo blackout che spero di non vivere. Perché sì, non è così divertente, anche se comunque è stata una storia da raccontare e che io ho raccontato a te. Spero ti sia piaciuta.

    Ti ricordo che ho un corso, abbiamo un corso di italiano livello pre-intermedio, A2/B1, che si chiama La Storia di Italo, e ti permette di raggiungere il livello intermedio grazie al potere delle storie, della narrazione. La storia non racconta di un blackout, ma racconta di un giovane ragazzo statunitense che, negli anni 60, scopre di essere figlio di italiani, torna in Italia alla ricerca dei suoi genitori biologici, e… da lì, iniziano ad accadere cose molto interessanti. Un corso bello, che è piaciuto a tanti studenti, e che spero proprio piacerà anche a te. Si chiama La Storia di Italo, vallo a scoprire. Io ti saluto, ci sentiamo la prossima settimana. Ciao!

    Benvenuto o benvenuta: questo è Podcast Italiano Principiante, un podcast per chi sta imparando l'italiano e vuole fare progressi, ascoltando contenuti semplici e, almeno spero, interessanti. Io mi chiamo Davide. Ti ricordo che puoi trovare la trascrizione con glossario di ogni episodio sul nostro sito, podcastitaliano.com. La trascrizione con glossario è uno strumento fondamentale, davvero utile, perché ti permette di scoprire il significato di parole e costruzioni che non conosci, con ogni probabilità. Quindi ti consiglio di andare a dare un'occhiata. Trovi anche il link diretto alla pagina di questo episodio, nelle note dell'episodio, nella descrizione dell'episodio su Spotify o altre app di podcast, l'app dove mi stai ascoltando.

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    Bene: ti voglio raccontare oggi una storia personale, un'esperienza che mi è accaduta di recente. Forse sai che, se hai letto le notizie, che in Spagna e in Portogallo di recente c'è stato questo blackout nazionale che ha colpito la penisola iberica, quindi Spagna e Portogallo, appunto. Io mi trovavo in Portogallo quando questo è successo e quindi ti voglio raccontare un po' di questa esperienza, come diciamo in italiano, più unica che rara, ok? Più unica che rara. Un evento che non è solo raro, ma probabilmente è unico, nel senso che... non succederà di nuovo, almeno spero, e che sicuramente non era mai accaduto nella mia vita.

    Dunque, io ero in Portogallo con alcuni amici: Leo, Elisa, Marcela e Cesar, quindi un po' di nazionalità diverse rappresentate, Francia, Portogallo, Brasile, Spagna. Sono tutti amici che insegnano lingue online come me. Tra l'altro, Leo ed Elisa probabilmente li conosci già, perché li ho intervistati su Podcast Italiano Principiante. Ma, comunque, l’idea era passare una settimana insieme in questa casa, che è, insomma, casa del papà di Leo, nel sud del Portogallo. E lavorare insieme, passare tempo insieme, scambiarci idee sul futuro delle nostre attività e... anche, insomma, ovviamente, divertirsi. Ed è quello che abbiamo fatto. È stata una bella settimana, ma ti voglio parlare del blackout del 28 aprile perché è stato un evento davvero particolare.

    Dunque, in realtà, noi, personalmente, non abbiamo visto scene strane, o apocalittiche, addirittura. Perché ci trovavamo in una zona molto tranquilla, una zona lontana da... cioè non così lontana, ma comunque non… non centrale, ecco. Non era il centro della città dove ci trovavamo, era una zona un po' fuori, una zona molto tranquilla, con case... “seconde case”, come diciamo in italiano, cioè case di persone che ci abitano… per andare in vacanza, vanno in vacanza, ma in quel momento, siccome non è ancora alta stagione (ok? Non è estate) erano abbastanza vuote: non c'era molta gente in giro, non c'era traffico… e comunque è una zona tranquilla, vicina alla spiaggia, quindi... quindi una zona... senza troppo traffico e senza troppo movimento.

    Quindi, di fatto, noi siamo rimasti in casa senza elettricità e stavamo lavorando. Ci rendiamo conto che non funziona internet. Poi, dopo un attimo, ci rendiamo conto che non è solo internet, ma è tutta la corrente che non va. È saltata la luce, come diciamo in italiano. “Saltare” e “è saltata la luce” significa “si è interrotta la corrente elettrica, l'elettricità”. Noi diciamo “la luce” per riferirci all'elettricità, ok? Non è solo la luce delle lampadine, delle lampade, dei lampadari, ma è la corrente elettrica in generale. Dopo un po', andando su internet, leggiamo che c'è un apagón o apagón che in spagnolo e in portoghese significa blackout. In italiano usiamo questo termine inglese. Non mi piace, ma è così. Dovete sapere, devi sapere che in italiano usiamo molte parole inglesi. A me questo non piace molto, ma è un dato di fatto, ok? E quindi io uso questa parola, così che tu sappia come lo chiamano gli italiani davvero, no? Perché, anche se non piace, bisognacredo sia importante parlare come parlano gli italiani. Quindi... c'è stato questo blackout. E quindi, dicevo, non è successo molto. Una cosa curiosa, nel nostro caso, è che eravamo... eravamo “intrappolati” in casa, in un certo senso, perché il palazzo, l’edificio dove ci trovavamo, ha due scale diverse: una scala... una scala vera e propria e, diciamo, un altro accesso, un altro ingresso, dove c'è l'ascensore, solo, senza scale, solo l'ascensore. Il fatto è che noi avevamo le chiavi solo della porta che conduce all'ascensore e non della porta che conduce alle scale. Quindi potevamo scendere dalle scale, ma non potevamo rientrare salendo le scale. Noi avevamo solo le chiavi per l'ascensore, no? E quindi non potevamo uscire tutti insieme, perché ovviamente l'ascensore è inutile, se sei nel bel mezzo di un blackout, ok?

    Quindi, vabbè, niente di particolarmente problematico. La soluzione è non uscire tutti insieme. In generale è stato... è stata un'esperienza surreale perché non funzionava internet. In realtà, a me sì, ma ero l'unico a cui più o meno andava internet, ok? L'unica persona a cui, più o meno, funzionava internet, ma agli altri no. E quindi ti rendi conto, in generale, di quanto siamo dipendenti dall'elettricità. E questo è un pensiero che ho fatto varie volte, in passato. Mi capita di chiedermi: “Cavolo, ma se davvero non dovessimo avere l'elettricità, cosa succederebbe?”. E questa è stata la dimostrazione, almeno per dieci ore, fortunatamente non per un mese o una settimana, però, di quello che succede, cioè: non puoi pagare nei posti, non puoi pagare con le carte, non puoi pagare con il telefono; non ti funziona neanche Internet, o comunque non benissimo, nella nostra situazione; non puoi... nel nostro caso, non potevamo lavorare, ovviamente, perché dopo un po' i computer si spengono e non funzionano più; non potevamo lavarci con l'acqua calda, no? Perché, nel nostro caso, l'acqua… l'acqua calda dipendeva dalla corrente elettrica. E che cos'altro? Che cos'altro?

    Quindi hai dei dispositivi che servono non a molto, perché non sono connessi a Internet che dopo un po' si scaricano. E tu rimani senza corrente. E non sai bene cosa fare se non hai, come dire, se non hai libri da leggere o altre cose manuali da fare, non sai bene… non sai bene cosa fare. Noi siamo così dipendenti, anche a livello di intrattenimento, di modi di spendere, di passare il nostro tempo, siamo dipendenti da questi dispositivi per tutte queste cose, che… che poi non sappiamo bene cosa fare quando non funzionano queste cose. In realtà, ripeto, i telefoni funzionano, solo non andava Internet. Nel mio caso, più o meno, andava, e quindi ero l'unica fonte di informazioni. Ma, appunto, non sapendo quanto tempo sarebbe durato, non volevo neanche consumare tutta la batteria del telefono. Fortunatamente, avevo una power bank molto capiente, quindi con molto spazio, con molta elettricità, al suo interno. E avevo anche cambiato da poco il telefono, quindi mi ha permesso di... insomma... avere un collegamento con il mondo esterno fino a sera, quando poi è tornata la luce, è tornata l'elettricità.

    Però… ecco alcune cose che, in una situazione del genere, fanno comodo e che noi non avevamo. Quindi... o avevamo alcune di queste, ma non tutte. Allora, innanzitutto, dei soldi contanti, dei contanti, cioè delle banconote e monete. In italiano si chiamano contanti, no? Cash in inglese. Io sono una persona che non usa mai i contanti. Ho una certa avversione per i contanti. Mi piacciono i pagamenti digitali. Pago direttamente col telefono, ovunque. Fortunatamente in Italia oggi è possibile, almeno a Torino, è molto facile pagare praticamente ovunque e quindi ho perso l'abitudine di avere i contanti. Non mi piace averli, non mi piace maneggiarli, sono sporchi. Quindi, non mi piace. È difficile, devi portare mille monetine, ti danno il resto in pezzi di metallo che non voglio avere con me. Sono pesanti, occupano spazio. Però, però… mi sono reso conto, mio malgrado, cioè a mio danno, diciamo, (neanche troppo, in realtà, però…) che se non hai contanti in una situazione del genere, non puoi pagare. Fortunatamente i nostri amici, insomma, due delle persone del gruppo, sono andate fisicamente a fare la spesa con i contanti che avevano e hanno comprato l’occorrente che ci serviva, perché i supermercati funzionavano, penso, con dei generatori di corrente elettrica, ma a quanto pare, fuori dal supermercato, ti avvisavano che puoi, che potevi, pagare solo con i contanti. E quindi se non ce li avevi, eri fregato, ok? Non potevi, non potevi pagare. Quindi: contanti, molto importanti. D'ora in poi, d'ora in poi, avrò dei contanti per ogni occasione, per ogni evenienza.

    Seconda cosa, una power bank. È importante avere una power bank, perché i nostri dispositivi durano poco senza power bank, qualche ora. Idealmente anche più di una e magari cariche, perché se abbiamo più di un dispositivo, viviamo con... insomma... altre persone, è utile averne più di una, ok?

    E cibo in scatola. Ecco, questa è una cosa che non avevamo. Vabbè, a parte qualche snack, sì. Quindi cibo come patatine, cose così, pane… avevamo delle cose, ma non avevamo cibo in scatola, che è molto utile in caso di blackout prolungato. Tra l'altro... fortunatamente, la nostra cucina andava a gas, ok? In realtà, a me piace molto la cucina, come dire, le cucine a induzione, no? Quindi elettriche, piacciono molto e sono un grande sostenitore, però… se c'è un blackout nazionale sono completamente inutili, così come l'acqua calda che non avevamo, un'altra mancanza causata dal blackout.

    Altre cose: in generale, penso che avere libri di carta sia una buona strategia. Io a casa mia ne ho molti, fortunatamente, ma lì non avevo nessun libro di carta e quindi non potevo leggere. Dovevo per forza usare il cellulare con la batteria rimasta, con il rischio, però che... si sarebbe scaricata più velocemente, ed era la nostra unica fonte, l'unico mezzo di contatto con il mondo esterno. Poi una torcia, una torcia a batterie o a pile. Una pila e una batteria sono la stessa cosa, in italiano. Molto utile, ok? Perché sì, puoi illuminarti con il cellulare, ma il discorso è sempre lo stesso, il cellulare dopo un po' può scaricarsi, ok? Se il blackout dura dieci ore. E poi anche una radio a pile o a batterie, che non avevamo. Però molte persone, a quanto pare, sono andate a comprare proprio per avere un modo di sentire le notizie e capire che cosa... che cosa stava succedendo intorno a loro.

    Quindi... questo è quanto. In realtà, come dicevo, è stata una giornata senza troppi eventi. La cosa curiosa è che alcune... alcuni di noi non riuscivano a contattare i propri cari, le proprie persone care che si trovavano nella penisola iberica. Questo quando ancora avevano Internet, no? Perché poi, come dicevo, dopo un po', sono rimasto l'unico con internet. E quindi sei isolato. Ti rendi conto che sei isolato, non puoi contattare i tuoi cari. Ed è davvero una situazione che un tempo era la normalità, magari 150 anni fa, 100 anni fa, no? Prima dei telefoni, era la normalità, non potevamo contattarci sempre, in qualsiasi momento. Però oggi diamo per scontate tutte queste cose e... davvero, siamo dipendenti, completamente dipendenti dall'elettricità. E quindi, mi raccomando, preparati, almeno… non dico di prepararti per una guerra nucleare o cose di questo genere, non so se quello è il caso… è il caso di fare queste cose, però è utile perlomeno avere qualche oggetto, come quelli che ti ho detto, per non arrivare completamente... impreparato o impreparata al prossimo blackout che spero di non vivere. Perché sì, non è così divertente, anche se comunque è stata una storia da raccontare e che io ho raccontato a te. Spero ti sia piaciuta.

    Ti ricordo che ho un corso, abbiamo un corso di italiano livello pre-intermedio, A2/B1, che si chiama La Storia di Italo, e ti permette di raggiungere il livello intermedio grazie al potere delle storie, della narrazione. La storia non racconta di un blackout, ma racconta di un giovane ragazzo statunitense che, negli anni 60, scopre di essere figlio di italiani, torna in Italia alla ricerca dei suoi genitori biologici, e… da lì, iniziano ad accadere cose molto interessanti. Un corso bello, che è piaciuto a tanti studenti, e che spero proprio piacerà anche a te. Si chiama La Storia di Italo, vallo a scoprire. Io ti saluto, ci sentiamo la prossima settimana. Ciao!

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