Matrimonio imperfetto (storia)
La storia di un matrimonio tra un americano e un'italiana che deve affrontare un problema dell'ultimo minuto. Scopri come gli italiani riescono a trasformare un disastro in una festa indimenticabile.
Scopri La Storia di Italo, il mio corso per raggiungere il livello intermedio.
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Ciao e benvenuto o benvenuta su Podcast Italiano Principiante, un podcast per chi sa un po’ di italiano e vuole fare progressi attraverso l’ascolto di storie, riflessioni e conversazioni facili… ma anche stimolanti. Oggi ti propongo una storia che parla di un matrimonio in Italia, fra un americano e un’italiana. Tutto sembra andare bene ma poi c’è un problema che davvero mette il bastone fra le ruote ai due futuri sposini. Spero che questa storia ti piacerà. Come sempre, prima di cominciare, ti ricordo che troverai la trascrizione con il glossario sul nostro sito, podcastitaliano.com: queste risorse ti aiuteranno a capire perfettamente ogni parte di questa storia, ogni parola e costruzione che, magari, non conosci. Il link è nelle note di questo episodio, quindi vai a dare un’occhiata. La trascrizione è super utile, ti consiglio di usarla. Iniziamo: buon ascolto.
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Trascrizione interattiva dell'episodio
Ci sono due cose che gli italiani sanno fare bene: trasformare una festa in un disastro… e poi trasformare un disastro… in una festa. E questa è proprio la storia di un matrimonio iniziato come un disastro… e finito… vedrai come.
Olivia non vede i suoi genitori da tanto tempo. Dopo la laurea, è partita per gli Stati Uniti per un master, e poi ha trovato lavoro lì. Ogni tanto torna a casa a Siena per Natale o per l’estate, ma è sempre di corsa, di fretta, sempre con tante valigie, tanti impegni e pochissimo tempo.
E così, quando un giorno rientra a casa con un anello al dito, i suoi genitori restano senza parole. E quando lei, tutta sorridente, annuncia che si sposa… la madre quasi sviene. E non per l’emozione, o almeno, non solo per quella, ma per il nome dello sposo.
“Michael? Ma è americano, Olivia! E come facciamo con il pranzo, la cerimonia, le bomboniere, i parenti?”
Olivia la guarda con calma, e risponde con un sorriso: “Mamma, non ti preoccupare. Abbiamo tanto tempo per organizzare tutto nei minimi dettagli. Sarà un matrimonio semplice, con pochi invitati. E poi sono sicura che sei felice di sapere che ci sposeremo qui in Italia!”
Silenzio. La madre si siede sul divano, sospira.
“Quando ce lo presenti?”
Michael arriva in Italia. Il cielo è limpido e soleggiato. Olivia lo aspetta fuori dall’aeroporto, e poi lo porta a Siena, la città dove è cresciuta. I genitori li aspettano a casa, sul terrazzo, con una tavola già apparecchiata e un profumo di basilico che riempie l’aria. La mamma di Olivia, emozionata, ha gli occhi lucidi. Il padre, più silenzioso, osserva curioso il ragazzo americano che sta per varcare la soglia di casa. Michael arriva alla porta e gli tende la mano con un sorriso gentile.
“Piacere, sono Michael” dice in un italiano sorprendentemente buono.
“Ma… parli italiano?” dice la mamma di Olivia, colpita.
Lui annuisce: “Sì, studio italiano da più di un anno. È la mia lingua preferita.”
A tavola, tra un piatto di pici al sugo e un bicchiere di Chianti, tutti si rilassano. Michael ascolta con attenzione, cerca di capire tutto, e ogni tanto si volta verso Olivia per chiederle sottovoce il significato di qualche parola italiana che ancora non conosce.
I genitori di Olivia iniziano a guardare Michael con affetto: è un ragazzo gentile, buono, educato; aiuta la madre di Olivia a sparecchiare, scherza con il padre, e soprattutto guarda Olivia come la cosa più preziosa del mondo. Anche se in fondo sono un po’ preoccupati, perché tutto è successo in fretta e in Italia si è abituati a fidanzamenti lunghi e a storie che crescono piano piano, i genitori di Olivia capiscono che c’è qualcosa di autentico, di sincero, in quel legame.
I preparativi per il matrimonio iniziano.
“Allora… iniziamo dagli invitati.” dice Olivia, già un po’ stressata.
“Facciamo una cosa intima. Magari… venti persone.”
Olivia lo guarda scioccata: “Venti persone? Ma solo i miei cugini sono venti! In Italia, al matrimonio, si invitano tutti: parenti, amici, colleghi…”
Michael scuote la testa: “Così non è più un matrimonio, è un concerto! Un festival!”
“Allora tu prepara la lista dei tuoi invitati, io dei miei. Poi cerchiamo di ridurre il numero totale. Va bene? Passiamo alle bomboniere. Io pensavo a…”
“Bomboniere?” chiede Michael, confuso. “Cosa sono?”
Olivia ride: “Sono dei regalini per gli ospiti. Gli sposi scelgono in anticipo le bomboniere, cioè dei piccoli oggetti, come dei soprammobili o dei portachiavi. Puoi scegliere quello che vuoi. E poi si regalano agli invitati per ricordo, insieme a un sacchetto di confetti.”
“Confetti? Quelli colorati che si lanciano alle feste?”
“No! Non quei confetti! La parola “confetto” in italiano ha un altro significato. I confetti tradizionali, in Italia, sono mandorle ricoperte di zucchero bianco!”
Poi gli spiega che, secondo la tradizione, in ogni sacchetto c’è un numero dispari di confetti.
“Va bene, va bene.”
E arriva il momento di scegliere dove sposarsi, se in chiesa o in comune. Michael non è molto religioso e preferisce sposarsi in comune.
“Michael… mia madre e mia nonna sognano di vedermi vestita da sposa davanti all’altare da sempre. In Italia, il matrimonio religioso è più di una cerimonia: è un rito sociale, un momento magico. È più elegante, ci sono i fiori, la messa, il fotografo, il prete che sorride…”
“Va bene, capisco. Per quanto riguarda il ristorante, invece?”
“Beh, io propongo una villa moderna, vicino a Firenze, con grandi vetrate e vista panoramica.”
“Io preferisco una cena in un agriturismo nella campagna della Toscana, con lucine tra gli alberi, tavoli lunghi e musica dal vivo. I miei parenti americani lo apprezzeranno molto…”
“Ma l’agriturismo è in mezzo al nulla,” dice Olivia. “Come fanno gli ospiti ad arrivarci?”
“In macchina!” dice Michael mentre mostra a Olivia le foto della location. Olivia se ne innamora.
Arriva il momento di scegliere il menù per il pranzo. Olivia mostra il menù del catering: aperitivo di benvenuto, antipasti misti, due primi, due secondi, contorni, buffet di dolci, torta nuziale, caffè, amari, digestivi.
Michael la interrompe: “Due primi? Due secondi? Quanto dura questo pranzo?”
“Circa cinque ore …”
“Cinque ore?!”
“Sì, ma passano in un attimo! Poi ci saranno giochi, la musica, le foto!”
I preparativi continuano, e quello che all'inizio sembrava un sogno, diventa un incubo, un campo di battaglia. Olivia e Michael si accorgono che organizzare un matrimonio è molto complicato. Ogni dettaglio diventa una decisione, e ogni decisione un potenziale disaccordo. Comunque riescono a collaborare e a scendere a compromessi.
Arriviamo a una settimana prima del matrimonio. È tutto organizzato e tutto sembra andare bene finché, un giorno, arriva una telefonata. È l’agriturismo. C’è stato un errore nella prenotazione: una coppia di sposi aveva già prenotato lo stesso agriturismo per lo stesso giorno.
“Ci dispiace tantissimo,” dice il proprietario, “ma dobbiamo spostare la vostra prenotazione. L’agriturismo non è più disponibile.”
Panico. I voli dei parenti di Michael sono già prenotati, gli ospiti americani stanno arrivando. E loro non hanno più un ristorante per il loro matrimonio.
Olivia scoppia a piangere: “È un segno! Non dovevamo sposarci in un agriturismo!”
La madre comincia a telefonare a tutti i ristoranti della zona: “Ci sarà pure un ristorante disponibile per cento persone!”
Niente. È tutto pieno.
“Io non mi sposo in un ristorante qualsiasi! Non dopo tutto questo lavoro!”
Ed è in quel momento che entra in scena la vera eroina di questa storia: la nonna di Olivia. Vincenzina. Ottantatré anni, capelli bianchi raccolti, grandi occhiali rosa. Chiama Olivia al telefono e le dice: “Il matrimonio si farà nel mio giardino.”
Il giardino della nonna è grande, pieno di rose, ulivi e una vista meravigliosa sulla campagna toscana. Non è un posto di lusso, ma è una gemma italiana. La nonna chiama il resto della famiglia e tutti si mettono al lavoro: i cugini di Olivia montano un gazebo, gli zii appendono le lucine, i genitori decorano i tavoli con delle splendide tovaglie bianche e fiori ovunque.
Finalmente, il giorno dopo, arriva il momento di sposarsi. Il sole splende sulla chiesa, la cerimonia è meravigliosa.
“Vuoi tu, Michael Johnson, prendere come tua legittima sposa la qui presente Olivia Ricci per amarla, onorarla e rispettarla, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà, finché morte non vi separi...?”
“Lo voglio.”
“Vuoi tu, Olivia Ricci, prendere come tuo legittimo sposo il qui presente Michael Johnson per amarlo, onorarlo e rispettarlo, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà, finché morte non vi separi...?”
“Lo voglio.”
La nonna osserva tutto con gli occhi lucidi.
“Allora vi dichiaro marito e moglie. Ora puoi baciare la sposa.”
Gli invitati applaudono, urlano, e fischiano mentre la coppia percorre la navata pronta a uscire dalla chiesa. Fuori, il resto degli invitati li attende per lanciargli il riso. In Italia, infatti, si usa lanciare il riso addosso agli sposi fuori dalla chiesa: è un gesto di buon augurio, un modo per augurare alla nuova coppia abbondanza, fertilità e una vita piena di fortuna.
Subito dopo, gli sposi saltano a bordo di una bellissima macchina d’epoca e guidano fino a casa della nonna di Olivia. Gli invitati si mischiano nelle varie macchine e li seguono. Il pranzo dura davvero cinque ore, ma nessuno se ne accorge.
Si balla, si canta, si brinda, si gioca, si mangiano i confetti e tutti sono felici. La nonna di Olivia ha preparato anche un tavolo dove tutti gli invitati possono lasciare i regali per gli sposi. A fine serata, dopo un pranzo durato cinque ore, la musica si abbassa e le lucine si accendono tra gli ulivi.
Olivia guarda Michael e pensa: “È stato un matrimonio improvvisato… ma perfetto.”
“Gli italiani hanno un talento incredibile…” dice improvvisamente Michael, sorridendo.
“Ah sì? Quale?”
“Riescono a trasformare una festa in un disastro, come quando l’agriturismo ha annullato la nostra prenotazione all’ultimo momento. Ma poi riescono anche a trasformare un disastro in una festa, a trovare soluzioni impossibili, a ridere, a cantare, a brindare nonostante tutto.”
Olivia ride e gli stringe la mano. Intanto gli invitati ballano, chiacchierano, e brindano sotto le stelle. E in quel momento Olivia e Michael capiscono che la perfezione non ha niente a che fare con i fiori, con i tavoli o con le foto. Il loro matrimonio non è stato perfetto, ma è stato speciale: proprio come il Paese in cui hanno deciso di sposarsi, l’Italia. Un Paese dove si creano problemi dal nulla, senza motivo, ma poi ogni problema diventa un aneddoto, ogni difficoltà una risata, e ogni giorno, anche il più caotico, un ricordo pieno di bellezza.
La storia di oggi finisce qui. Ti è piaciuta?Fammelo sapere con un commento. E fammi anche sapere se nel tuo Paese esistono queste tradizioni: le bomboniere, i confetti, il riso lanciato addosso agli sposi fuori la chiesa. Apprezzo tanto i vostri commenti, mi piace moltissimo leggerli e rispondervi! Quindi li aspetto, va bene? Allora ti saluto, e ti ricordo che, se vuoi, puoi lasciare una valutazione al nostro podcast, magari di 5 stelle, sia su Spotify che sulle altre piattaforme che usi per ascoltarci. Se ti va, seguici anche su YouTube, su Podcast Italiano Principiante. Grazie mille e a giovedì prossimo, ciao!
Ciao e benvenuto o benvenuta su Podcast Italiano Principiante, un podcast per chi sa un po’ di italiano e vuole fare progressi attraverso l’ascolto di storie, riflessioni e conversazioni facili… ma anche stimolanti. Oggi ti propongo una storia che parla di un matrimonio in Italia, fra un americano e un’italiana. Tutto sembra andare bene ma poi c’è un problema che davvero mette il bastone fra le ruote ai due futuri sposini. Spero che questa storia ti piacerà. Come sempre, prima di cominciare, ti ricordo che troverai la trascrizione con il glossario sul nostro sito, podcastitaliano.com: queste risorse ti aiuteranno a capire perfettamente ogni parte di questa storia, ogni parola e costruzione che, magari, non conosci. Il link è nelle note di questo episodio, quindi vai a dare un’occhiata. La trascrizione è super utile, ti consiglio di usarla. Iniziamo: buon ascolto.
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Trascrizione interattiva dell'episodio
Ci sono due cose che gli italiani sanno fare bene: trasformare una festa in un disastro… e poi trasformare un disastro… in una festa. E questa è proprio la storia di un matrimonio iniziato come un disastro… e finito… vedrai come.
Olivia non vede i suoi genitori da tanto tempo. Dopo la laurea, è partita per gli Stati Uniti per un master, e poi ha trovato lavoro lì. Ogni tanto torna a casa a Siena per Natale o per l’estate, ma è sempre di corsa, di fretta, sempre con tante valigie, tanti impegni e pochissimo tempo.
E così, quando un giorno rientra a casa con un anello al dito, i suoi genitori restano senza parole. E quando lei, tutta sorridente, annuncia che si sposa… la madre quasi sviene. E non per l’emozione, o almeno, non solo per quella, ma per il nome dello sposo.
“Michael? Ma è americano, Olivia! E come facciamo con il pranzo, la cerimonia, le bomboniere, i parenti?”
Olivia la guarda con calma, e risponde con un sorriso: “Mamma, non ti preoccupare. Abbiamo tanto tempo per organizzare tutto nei minimi dettagli. Sarà un matrimonio semplice, con pochi invitati. E poi sono sicura che sei felice di sapere che ci sposeremo qui in Italia!”
Silenzio. La madre si siede sul divano, sospira.
“Quando ce lo presenti?”
Michael arriva in Italia. Il cielo è limpido e soleggiato. Olivia lo aspetta fuori dall’aeroporto, e poi lo porta a Siena, la città dove è cresciuta. I genitori li aspettano a casa, sul terrazzo, con una tavola già apparecchiata e un profumo di basilico che riempie l’aria. La mamma di Olivia, emozionata, ha gli occhi lucidi. Il padre, più silenzioso, osserva curioso il ragazzo americano che sta per varcare la soglia di casa. Michael arriva alla porta e gli tende la mano con un sorriso gentile.
“Piacere, sono Michael” dice in un italiano sorprendentemente buono.
“Ma… parli italiano?” dice la mamma di Olivia, colpita.
Lui annuisce: “Sì, studio italiano da più di un anno. È la mia lingua preferita.”
A tavola, tra un piatto di pici al sugo e un bicchiere di Chianti, tutti si rilassano. Michael ascolta con attenzione, cerca di capire tutto, e ogni tanto si volta verso Olivia per chiederle sottovoce il significato di qualche parola italiana che ancora non conosce.
I genitori di Olivia iniziano a guardare Michael con affetto: è un ragazzo gentile, buono, educato; aiuta la madre di Olivia a sparecchiare, scherza con il padre, e soprattutto guarda Olivia come la cosa più preziosa del mondo. Anche se in fondo sono un po’ preoccupati, perché tutto è successo in fretta e in Italia si è abituati a fidanzamenti lunghi e a storie che crescono piano piano, i genitori di Olivia capiscono che c’è qualcosa di autentico, di sincero, in quel legame.
I preparativi per il matrimonio iniziano.
“Allora… iniziamo dagli invitati.” dice Olivia, già un po’ stressata.
“Facciamo una cosa intima. Magari… venti persone.”
Olivia lo guarda scioccata: “Venti persone? Ma solo i miei cugini sono venti! In Italia, al matrimonio, si invitano tutti: parenti, amici, colleghi…”
Michael scuote la testa: “Così non è più un matrimonio, è un concerto! Un festival!”
“Allora tu prepara la lista dei tuoi invitati, io dei miei. Poi cerchiamo di ridurre il numero totale. Va bene? Passiamo alle bomboniere. Io pensavo a…”
“Bomboniere?” chiede Michael, confuso. “Cosa sono?”
Olivia ride: “Sono dei regalini per gli ospiti. Gli sposi scelgono in anticipo le bomboniere, cioè dei piccoli oggetti, come dei soprammobili o dei portachiavi. Puoi scegliere quello che vuoi. E poi si regalano agli invitati per ricordo, insieme a un sacchetto di confetti.”
“Confetti? Quelli colorati che si lanciano alle feste?”
“No! Non quei confetti! La parola “confetto” in italiano ha un altro significato. I confetti tradizionali, in Italia, sono mandorle ricoperte di zucchero bianco!”
Poi gli spiega che, secondo la tradizione, in ogni sacchetto c’è un numero dispari di confetti.
“Va bene, va bene.”
E arriva il momento di scegliere dove sposarsi, se in chiesa o in comune. Michael non è molto religioso e preferisce sposarsi in comune.
“Michael… mia madre e mia nonna sognano di vedermi vestita da sposa davanti all’altare da sempre. In Italia, il matrimonio religioso è più di una cerimonia: è un rito sociale, un momento magico. È più elegante, ci sono i fiori, la messa, il fotografo, il prete che sorride…”
“Va bene, capisco. Per quanto riguarda il ristorante, invece?”
“Beh, io propongo una villa moderna, vicino a Firenze, con grandi vetrate e vista panoramica.”
“Io preferisco una cena in un agriturismo nella campagna della Toscana, con lucine tra gli alberi, tavoli lunghi e musica dal vivo. I miei parenti americani lo apprezzeranno molto…”
“Ma l’agriturismo è in mezzo al nulla,” dice Olivia. “Come fanno gli ospiti ad arrivarci?”
“In macchina!” dice Michael mentre mostra a Olivia le foto della location. Olivia se ne innamora.
Arriva il momento di scegliere il menù per il pranzo. Olivia mostra il menù del catering: aperitivo di benvenuto, antipasti misti, due primi, due secondi, contorni, buffet di dolci, torta nuziale, caffè, amari, digestivi.
Michael la interrompe: “Due primi? Due secondi? Quanto dura questo pranzo?”
“Circa cinque ore …”
“Cinque ore?!”
“Sì, ma passano in un attimo! Poi ci saranno giochi, la musica, le foto!”
I preparativi continuano, e quello che all'inizio sembrava un sogno, diventa un incubo, un campo di battaglia. Olivia e Michael si accorgono che organizzare un matrimonio è molto complicato. Ogni dettaglio diventa una decisione, e ogni decisione un potenziale disaccordo. Comunque riescono a collaborare e a scendere a compromessi.
Arriviamo a una settimana prima del matrimonio. È tutto organizzato e tutto sembra andare bene finché, un giorno, arriva una telefonata. È l’agriturismo. C’è stato un errore nella prenotazione: una coppia di sposi aveva già prenotato lo stesso agriturismo per lo stesso giorno.
“Ci dispiace tantissimo,” dice il proprietario, “ma dobbiamo spostare la vostra prenotazione. L’agriturismo non è più disponibile.”
Panico. I voli dei parenti di Michael sono già prenotati, gli ospiti americani stanno arrivando. E loro non hanno più un ristorante per il loro matrimonio.
Olivia scoppia a piangere: “È un segno! Non dovevamo sposarci in un agriturismo!”
La madre comincia a telefonare a tutti i ristoranti della zona: “Ci sarà pure un ristorante disponibile per cento persone!”
Niente. È tutto pieno.
“Io non mi sposo in un ristorante qualsiasi! Non dopo tutto questo lavoro!”
Ed è in quel momento che entra in scena la vera eroina di questa storia: la nonna di Olivia. Vincenzina. Ottantatré anni, capelli bianchi raccolti, grandi occhiali rosa. Chiama Olivia al telefono e le dice: “Il matrimonio si farà nel mio giardino.”
Il giardino della nonna è grande, pieno di rose, ulivi e una vista meravigliosa sulla campagna toscana. Non è un posto di lusso, ma è una gemma italiana. La nonna chiama il resto della famiglia e tutti si mettono al lavoro: i cugini di Olivia montano un gazebo, gli zii appendono le lucine, i genitori decorano i tavoli con delle splendide tovaglie bianche e fiori ovunque.
Finalmente, il giorno dopo, arriva il momento di sposarsi. Il sole splende sulla chiesa, la cerimonia è meravigliosa.
“Vuoi tu, Michael Johnson, prendere come tua legittima sposa la qui presente Olivia Ricci per amarla, onorarla e rispettarla, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà, finché morte non vi separi...?”
“Lo voglio.”
“Vuoi tu, Olivia Ricci, prendere come tuo legittimo sposo il qui presente Michael Johnson per amarlo, onorarlo e rispettarlo, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà, finché morte non vi separi...?”
“Lo voglio.”
La nonna osserva tutto con gli occhi lucidi.
“Allora vi dichiaro marito e moglie. Ora puoi baciare la sposa.”
Gli invitati applaudono, urlano, e fischiano mentre la coppia percorre la navata pronta a uscire dalla chiesa. Fuori, il resto degli invitati li attende per lanciargli il riso. In Italia, infatti, si usa lanciare il riso addosso agli sposi fuori dalla chiesa: è un gesto di buon augurio, un modo per augurare alla nuova coppia abbondanza, fertilità e una vita piena di fortuna.
Subito dopo, gli sposi saltano a bordo di una bellissima macchina d’epoca e guidano fino a casa della nonna di Olivia. Gli invitati si mischiano nelle varie macchine e li seguono. Il pranzo dura davvero cinque ore, ma nessuno se ne accorge.
Si balla, si canta, si brinda, si gioca, si mangiano i confetti e tutti sono felici. La nonna di Olivia ha preparato anche un tavolo dove tutti gli invitati possono lasciare i regali per gli sposi. A fine serata, dopo un pranzo durato cinque ore, la musica si abbassa e le lucine si accendono tra gli ulivi.
Olivia guarda Michael e pensa: “È stato un matrimonio improvvisato… ma perfetto.”
“Gli italiani hanno un talento incredibile…” dice improvvisamente Michael, sorridendo.
“Ah sì? Quale?”
“Riescono a trasformare una festa in un disastro, come quando l’agriturismo ha annullato la nostra prenotazione all’ultimo momento. Ma poi riescono anche a trasformare un disastro in una festa, a trovare soluzioni impossibili, a ridere, a cantare, a brindare nonostante tutto.”
Olivia ride e gli stringe la mano. Intanto gli invitati ballano, chiacchierano, e brindano sotto le stelle. E in quel momento Olivia e Michael capiscono che la perfezione non ha niente a che fare con i fiori, con i tavoli o con le foto. Il loro matrimonio non è stato perfetto, ma è stato speciale: proprio come il Paese in cui hanno deciso di sposarsi, l’Italia. Un Paese dove si creano problemi dal nulla, senza motivo, ma poi ogni problema diventa un aneddoto, ogni difficoltà una risata, e ogni giorno, anche il più caotico, un ricordo pieno di bellezza.
La storia di oggi finisce qui. Ti è piaciuta?Fammelo sapere con un commento. E fammi anche sapere se nel tuo Paese esistono queste tradizioni: le bomboniere, i confetti, il riso lanciato addosso agli sposi fuori la chiesa. Apprezzo tanto i vostri commenti, mi piace moltissimo leggerli e rispondervi! Quindi li aspetto, va bene? Allora ti saluto, e ti ricordo che, se vuoi, puoi lasciare una valutazione al nostro podcast, magari di 5 stelle, sia su Spotify che sulle altre piattaforme che usi per ascoltarci. Se ti va, seguici anche su YouTube, su Podcast Italiano Principiante. Grazie mille e a giovedì prossimo, ciao!
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