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Quattro giorni di detox (storia)

Principiante
#
81

July 31, 2025

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Note e risorse

La storia di due amici che decidono di fare un detox digitale di quattro giorni, spegnendo telefoni e computer. Tra momenti divertenti e difficoltà inaspettate, scopriranno che il problema non è la tecnologia, ma come la usiamo.

Scopri La Storia di Italo, il mio corso per raggiungere il livello intermedio.
Trascrizione

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Benvenuto o benvenuta a Podcast Italiano Principiante, un podcast per chi sa un po’ di italiano e vuole fare progressi. Oggi torniamo alle nostre storie, con una storia a tema detox: due amici decidono di disintossicarsi dalla tecnologia. Ce la faranno? Chissà. Lo scoprirai solo se ascolterai con attenzione questa storia. Sicuramente usare la nostra trascrizione sarà molto utile per te, per capire ogni passaggio della storia, tutto ciò che succede. Nella trascrizione poi, è incluso anche un glossario, con tutte le parole nuove o difficili, spiegate in italiano e tradotte in inglese. E che succede se c’è una struttura grammaticale difficile nella storia? Beh, anche quella, te la spiego nella trascrizione! Insomma, se vuoi imparare l’italiano o anche solo capire ciò che stai ascoltando, usa la trascrizione. Mi raccomando. Si trova sul nostro sito, podcastitaliano.com. Ti lascio il link nelle note dell’episodio. La trascrizione inoltre è gratuita, quindi vai assolutamente a dare un’occhiata. Allora… buon ascolto!

Scarica la versione PDF della trascrizione
Trascrizione interattiva dell'episodio

Sara e Paolo sono amici da tanti anni. Si sono conosciuti all’università e, anche se ora lavorano in settori diversi, si vedono quasi ogni giorno. Poi, di tradizione, ogni venerdì sera cenano insieme, una volta a casa di Sara e una volta a casa di Paolo, dove cucinano qualcosa di semplice e chiacchierano per ore. Quella sera d’estate, Sara e Paolo sono seduti sul balcone a casa di Sara, con un piatto di pasta fredda con pesto e pomodorini e due birre ghiacciate.

“Sara, non so te… ma io sono davvero stanco. Ho proprio il cervello fuso” dice Paolo, mentre guarda il cielo. “Passo otto ore al giorno davanti al computer a lavoro, poi arrivo a casa e…cosa faccio? Apro Netflix, Instagram, Facebook, TikTok…”

“Idem. Ormai siamo dipendenti dalla tecnologia. Pensa che oggi ho guardato lo schermo del telefono per sei ore. Sei! Ho letto la notifica sul cellulare e mi è venuta l’ansia…”

“Beh, vuoi sapere qual è la prima cosa che ho fatto stamattina, quando mi sono svegliato? Aprire Instagram.”

Ahia… è grave! Beh… in realtà lo faccio anche io. Pressappoco tutte le mattine.”

I due amici si guardano negli occhi. La strada sotto di loro è rumorosa. Sul tavolo, accanto ai piatti di pasta e alle bottiglie di birra ghiacciata, ci sono i loro telefoni accesi.

Facciamo una follia, dai” propone Sara, alzando il sopracciglio.

“Cioè?”

“Quattro giorni senza tecnologia. Detox totale.”

Paolo scoppia a ridere: “Sei seria?”

“Sì. Noi siamo tipi tosti, con tanta buona volontà. Ce la possiamo fare. Niente cellulari, niente computer, niente Netflix. Niente YouTube. Solo la vita reale. Come negli anni ’90.”

Paolo ci pensa un secondo. “Scusa, e come lavoriamo?”

“Possiamo usare la tecnologia solo per lavoro.”

Dopo un attimo di silenzio, i due amici si stringono la mano.

"Allora la sfida inizia domani. Durerà quattro giorni. Accetti?”

“Dai, accetto.”

La sfida inizia ufficialmente. È sabato mattina. Sara mette il suo telefono in un cassetto. Paolo lo chiude in un armadio e ci mette sopra una pila di libri. Sara chiama Paolo, usando il telefono fisso.

Pronto?”

“Pronto, Paolo?”

“Sì, chi è?”

“Sono Sara, Paolo! Non mi riconosci?”

“Scusa, non sono abituato a parlare al telefono fisso. Di solito, quando mi chiami sul cellulare, leggo il tuo nome. Come va?”

“Va benissimo! Mi sento carica, piena di energie. Vogliamo andare a fare una passeggiata al parco insieme?”

“Certo. Ci vediamo davanti al bar all’angolo fra mezz’ora?”

I due si incontrano al parco, camminano e parlano. Ma ogni tre minuti si mettono la mano in tasca: cercano il telefono.

“Mi sento nudo;” dice Paolo, “come faccio a sapere l’ora?

“Non lo so, magari è arrivato il momento di comprare un orologio da polso?” dice Sara sorridendo.

A pranzo cercano un posto per mangiare. Di solito usano Google Maps e leggono le recensioni, ora invece devono guardare le vetrine e parlare con la gente. Scelgono un piccolo ristorante che sembra carino. Dentro, però, fa caldo da morire.

“Scusi, possiamo accendere l’aria condizionata, per favore?“ chiede Paolo al cameriere.

“Mi dispiace, ma l’aria condizionata è rotta” risponde il cameriere, sorridendo.

Paolo guarda Sara. Sara guarda Paolo.

“Niente tecnologia, niente comodità”.

I due passano il resto della giornata insieme, giocando a carte al parco. Si divertono e si godono il pomeriggio.

Arriva il giorno dopo: è domenica. Senza telefono, la sveglia è quella analogica, che ticchetta forte. Sara si sveglia alle sei. Appena apre gli occhi… non ha niente da guardare. Niente video da vedere, niente notifiche da leggere, nessun episodio su Netflix da recuperare. Si alza e comincia a leggere un libro. Dopo venti minuti, sbadiglia, annoiata.

Paolo invece si sveglia tardi e accende la radio. Ha bisogno della musica per svegliarsi del tutto. La musica che passa in radio però non gli piace, è la classica musica italiana di oggi. Lui preferisce la musica internazionale.

Nel pomeriggio, Sara e Paolo decidono di vedersi e di andare a fare una passeggiata al lago. Non prendono la macchina, ma il treno. Quando il treno arriva, è pieno e bollente. Neanche lì c’è l’aria condizionata. Sul treno tutti i passeggeri sono incollati ai loro cellulari: guardano video, postano foto e ascoltano musica.

Sara ride: “Siamo i soli esseri umani rimasti! Sono tutti zombie!”

I due amici si divertono al lago e la sera tornano a casa. Il giorno dopo è lunedì. Paolo arriva al lavoro e accende il PC. Una sua collega, Martina, sta guardando il suo cellulare… quando inizia a ridere. Piano piano, tutti i colleghi di Paolo iniziano a ridere mentre guardano i loro cellulari. Paolo è l’unico a non ridere, è l’unico a non capire. Una sua collega lo guarda in modo strano.

“Paolo, hai visto il video che abbiamo mandato sulla nostra chat di gruppo?”

“No, ragazzi, non sto usando il telefono, mi sto disintossicando dal telefono e da internet!”

Tutti, increduli, scoppiano in una risata.

Intanto Sara è a casa, perché quel giorno è di riposo. Sta leggendo un libro quando… salta la corrente. Il frigorifero si spegne. Anche il ventilatore. Fa un caldo tremendo. Sara chiama Paolo dal telefono fisso.

“Paolo, qui è andata via la corrente. Solo da me! Il mio vicino sta guardando la TV, lo sento. Hai il numero di un elettricista? Io non so chi chiamare. Il numero dell’elettricista che chiamo di solito è sul mio cellulare!”

“Certo, ora te lo do. Ma se vuoi posso venire a vedere io! Tanto sono in pausa pranzo”.

“Magari! Grazie, ti aspetto.”

Paolo prende la bici per raggiungere casa di Sara ma, strada facendo, ha un piccolo incidente: cade e si graffia il braccio. Ha bisogno urgentemente di una farmacia. Purtroppo, però, non ha il suo cellulare con sé, quindi non può chiamare nessuno né usare Google Maps per trovare una farmacia. Allora decide di fermare una passante:

“Scusi, c’è una farmacia qui vicino?”

“Sì. Vai tutto dritto. Poi giri a destra, a sinistra e a destra di nuovo…”

“Perfetto, grazie mille” dice Paolo con sguardo dubbioso. Ha già dimenticato tutte le informazioni. Paolo si perde. Gira per un’ora con il braccio sanguinante e, alla fine, decide di andare direttamente a casa di Sara.

Arriva martedì. L’ultimo giorno della sfida. Al lavoro, tutto va storto. Sara sbaglia orario per una riunione e arriva in ritardo. A quanto pare, non ha letto l’email che ha ricevuto sul suo cellulare. Paolo, invece, dimentica una scadenza. Purtroppo non ha potuto consultare l’app dei promemoria.

“Sara, ho un problema. Non funziono più! Il mio cervello è offline”

“Anch’io. Questa sfida è troppo difficile. Sta compromettendo tutta la mia vita!”

“Senti, stasera dobbiamo fare qualcosa di divertente. Andiamo a cena a casa di Silvana e Giulio, eh? Così stiamo in mezzo alla gente. Ci distraiamo. Che dici?”

“Dico di sì. Assolutamente sì!”

La sera, Sara e Paolo vanno a casa di amici. Molti parlano di una serie nuova, appena uscita su Netflix, altri di una notizia andata virale, riguardo qualche influencer del momento. Sara e Paolo annuiscono ma non sanno di cosa i loro amici stiano parlando. Si sentono fuori dal mondo. Alla fine scattano una foto tutti insieme e Silvana la posta su Instagram. Tutti mettono mi piace e la ricondividono, tranne loro due. La serata si conclude così ma, prima di tornare ognuno a casa propria, Sara e Paolo decidono di bere una birra insieme sul balcone di Sara. Niente musica, solo il suono delle cicale. E una fetta di pizza da condividere.

“La sfida termina stasera. È stata dura…” dice lei.

“Sì. Troppo dura! Questa sfida ha creato più problemi che benefici. E poi ho capito una cosa…”

“Cosa?”

“Che… la tecnologia non è il problema. Anzi. Il problema è come la usiamo”.

“Hai ragione. Senza telefono, mi sono sentita sola. Ma allo stesso tempo… ho letto di più. Ho dormito meglio.”

“Esatto. Io, senza GPS ho parlato con le persone. Ma… ho anche perso tempo girando inutilmente. Non siamo più abituati a perdere tempo”.

Sono le 23:59. Sara e Paolo guardano l’orologio al muro. Poi si guardano negli occhi.

“Tra un minuto… possiamo accendere i telefoni!” dice Paolo.

“Hai voglia di riaccenderlo?”

“Sì, un po’. Voglio vedere chi mi ha cercato questi giorni.”

Scatta la mezzanotte. I due amici accendono i telefoni. Iniziano ad arrivare milioni di notifiche. Messaggi. Email. Commenti.

Sara e Paolo si guardano per un attimo, poi si sorridono.

“Forse possiamo resistere ancora un po’. Godiamoci questa birra insieme senza leggere nulla, senza usare i telefoni. Chiacchieriamo ancora un po’.”

“Sì, ti prego. Troppi messaggi: mi sta venendo l’ansia! E poi dobbiamo assolutamente organizzare una cena senza telefono a settimana, magari… ogni venerdì.“

Ci sto!” risponde Sara.

I due amici brindano con la birra e si godono la loro ultima ora di detox, senza tecnologia, ricordandosi che, senza notifiche, il mondo continua a esistere. Solo un po’ più lento. Un po’ più attento. E silenzioso.

La storia di oggi finisce qui. Spero che ti sia piaciuta. Magari fammelo sapere con un commento. E fammi sapere se tu sei molto dipendente dalla tecnologia e dal cellulare e Internet o se, come i nostri amici, riesci a vivere senza. Sono super curiosa di leggere i tuoi commenti. Io ad esempio sono abbastanza dipendente. Avrei proprio bisogno di disintossicarmi un po’. Comunque, se ti piace imparare l’italiano con le storie, ti consiglio il nostro corso La Storia di Italo; è la storia di un ragazzo americano che scopre le sue origini italiane, durante un viaggio misterioso. Se ti piacciono i viaggi, le storie, l’Italia e i misteri, questo corso fa per te. Trovi il link nelle note di quest’episodio. Detto questo, ti saluto, grazie per l’ascolto e alla prossima. Ciao!

Benvenuto o benvenuta a Podcast Italiano Principiante, un podcast per chi sa un po’ di italiano e vuole fare progressi. Oggi torniamo alle nostre storie, con una storia a tema detox: due amici decidono di disintossicarsi dalla tecnologia. Ce la faranno? Chissà. Lo scoprirai solo se ascolterai con attenzione questa storia. Sicuramente usare la nostra trascrizione sarà molto utile per te, per capire ogni passaggio della storia, tutto ciò che succede. Nella trascrizione poi, è incluso anche un glossario, con tutte le parole nuove o difficili, spiegate in italiano e tradotte in inglese. E che succede se c’è una struttura grammaticale difficile nella storia? Beh, anche quella, te la spiego nella trascrizione! Insomma, se vuoi imparare l’italiano o anche solo capire ciò che stai ascoltando, usa la trascrizione. Mi raccomando. Si trova sul nostro sito, podcastitaliano.com. Ti lascio il link nelle note dell’episodio. La trascrizione inoltre è gratuita, quindi vai assolutamente a dare un’occhiata. Allora… buon ascolto!

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Trascrizione interattiva dell'episodio

Sara e Paolo sono amici da tanti anni. Si sono conosciuti all’università e, anche se ora lavorano in settori diversi, si vedono quasi ogni giorno. Poi, di tradizione, ogni venerdì sera cenano insieme, una volta a casa di Sara e una volta a casa di Paolo, dove cucinano qualcosa di semplice e chiacchierano per ore. Quella sera d’estate, Sara e Paolo sono seduti sul balcone a casa di Sara, con un piatto di pasta fredda con pesto e pomodorini e due birre ghiacciate.

“Sara, non so te… ma io sono davvero stanco. Ho proprio il cervello fuso” dice Paolo, mentre guarda il cielo. “Passo otto ore al giorno davanti al computer a lavoro, poi arrivo a casa e…cosa faccio? Apro Netflix, Instagram, Facebook, TikTok…”

“Idem. Ormai siamo dipendenti dalla tecnologia. Pensa che oggi ho guardato lo schermo del telefono per sei ore. Sei! Ho letto la notifica sul cellulare e mi è venuta l’ansia…”

“Beh, vuoi sapere qual è la prima cosa che ho fatto stamattina, quando mi sono svegliato? Aprire Instagram.”

Ahia… è grave! Beh… in realtà lo faccio anche io. Pressappoco tutte le mattine.”

I due amici si guardano negli occhi. La strada sotto di loro è rumorosa. Sul tavolo, accanto ai piatti di pasta e alle bottiglie di birra ghiacciata, ci sono i loro telefoni accesi.

Facciamo una follia, dai” propone Sara, alzando il sopracciglio.

“Cioè?”

“Quattro giorni senza tecnologia. Detox totale.”

Paolo scoppia a ridere: “Sei seria?”

“Sì. Noi siamo tipi tosti, con tanta buona volontà. Ce la possiamo fare. Niente cellulari, niente computer, niente Netflix. Niente YouTube. Solo la vita reale. Come negli anni ’90.”

Paolo ci pensa un secondo. “Scusa, e come lavoriamo?”

“Possiamo usare la tecnologia solo per lavoro.”

Dopo un attimo di silenzio, i due amici si stringono la mano.

"Allora la sfida inizia domani. Durerà quattro giorni. Accetti?”

“Dai, accetto.”

La sfida inizia ufficialmente. È sabato mattina. Sara mette il suo telefono in un cassetto. Paolo lo chiude in un armadio e ci mette sopra una pila di libri. Sara chiama Paolo, usando il telefono fisso.

Pronto?”

“Pronto, Paolo?”

“Sì, chi è?”

“Sono Sara, Paolo! Non mi riconosci?”

“Scusa, non sono abituato a parlare al telefono fisso. Di solito, quando mi chiami sul cellulare, leggo il tuo nome. Come va?”

“Va benissimo! Mi sento carica, piena di energie. Vogliamo andare a fare una passeggiata al parco insieme?”

“Certo. Ci vediamo davanti al bar all’angolo fra mezz’ora?”

I due si incontrano al parco, camminano e parlano. Ma ogni tre minuti si mettono la mano in tasca: cercano il telefono.

“Mi sento nudo;” dice Paolo, “come faccio a sapere l’ora?

“Non lo so, magari è arrivato il momento di comprare un orologio da polso?” dice Sara sorridendo.

A pranzo cercano un posto per mangiare. Di solito usano Google Maps e leggono le recensioni, ora invece devono guardare le vetrine e parlare con la gente. Scelgono un piccolo ristorante che sembra carino. Dentro, però, fa caldo da morire.

“Scusi, possiamo accendere l’aria condizionata, per favore?“ chiede Paolo al cameriere.

“Mi dispiace, ma l’aria condizionata è rotta” risponde il cameriere, sorridendo.

Paolo guarda Sara. Sara guarda Paolo.

“Niente tecnologia, niente comodità”.

I due passano il resto della giornata insieme, giocando a carte al parco. Si divertono e si godono il pomeriggio.

Arriva il giorno dopo: è domenica. Senza telefono, la sveglia è quella analogica, che ticchetta forte. Sara si sveglia alle sei. Appena apre gli occhi… non ha niente da guardare. Niente video da vedere, niente notifiche da leggere, nessun episodio su Netflix da recuperare. Si alza e comincia a leggere un libro. Dopo venti minuti, sbadiglia, annoiata.

Paolo invece si sveglia tardi e accende la radio. Ha bisogno della musica per svegliarsi del tutto. La musica che passa in radio però non gli piace, è la classica musica italiana di oggi. Lui preferisce la musica internazionale.

Nel pomeriggio, Sara e Paolo decidono di vedersi e di andare a fare una passeggiata al lago. Non prendono la macchina, ma il treno. Quando il treno arriva, è pieno e bollente. Neanche lì c’è l’aria condizionata. Sul treno tutti i passeggeri sono incollati ai loro cellulari: guardano video, postano foto e ascoltano musica.

Sara ride: “Siamo i soli esseri umani rimasti! Sono tutti zombie!”

I due amici si divertono al lago e la sera tornano a casa. Il giorno dopo è lunedì. Paolo arriva al lavoro e accende il PC. Una sua collega, Martina, sta guardando il suo cellulare… quando inizia a ridere. Piano piano, tutti i colleghi di Paolo iniziano a ridere mentre guardano i loro cellulari. Paolo è l’unico a non ridere, è l’unico a non capire. Una sua collega lo guarda in modo strano.

“Paolo, hai visto il video che abbiamo mandato sulla nostra chat di gruppo?”

“No, ragazzi, non sto usando il telefono, mi sto disintossicando dal telefono e da internet!”

Tutti, increduli, scoppiano in una risata.

Intanto Sara è a casa, perché quel giorno è di riposo. Sta leggendo un libro quando… salta la corrente. Il frigorifero si spegne. Anche il ventilatore. Fa un caldo tremendo. Sara chiama Paolo dal telefono fisso.

“Paolo, qui è andata via la corrente. Solo da me! Il mio vicino sta guardando la TV, lo sento. Hai il numero di un elettricista? Io non so chi chiamare. Il numero dell’elettricista che chiamo di solito è sul mio cellulare!”

“Certo, ora te lo do. Ma se vuoi posso venire a vedere io! Tanto sono in pausa pranzo”.

“Magari! Grazie, ti aspetto.”

Paolo prende la bici per raggiungere casa di Sara ma, strada facendo, ha un piccolo incidente: cade e si graffia il braccio. Ha bisogno urgentemente di una farmacia. Purtroppo, però, non ha il suo cellulare con sé, quindi non può chiamare nessuno né usare Google Maps per trovare una farmacia. Allora decide di fermare una passante:

“Scusi, c’è una farmacia qui vicino?”

“Sì. Vai tutto dritto. Poi giri a destra, a sinistra e a destra di nuovo…”

“Perfetto, grazie mille” dice Paolo con sguardo dubbioso. Ha già dimenticato tutte le informazioni. Paolo si perde. Gira per un’ora con il braccio sanguinante e, alla fine, decide di andare direttamente a casa di Sara.

Arriva martedì. L’ultimo giorno della sfida. Al lavoro, tutto va storto. Sara sbaglia orario per una riunione e arriva in ritardo. A quanto pare, non ha letto l’email che ha ricevuto sul suo cellulare. Paolo, invece, dimentica una scadenza. Purtroppo non ha potuto consultare l’app dei promemoria.

“Sara, ho un problema. Non funziono più! Il mio cervello è offline”

“Anch’io. Questa sfida è troppo difficile. Sta compromettendo tutta la mia vita!”

“Senti, stasera dobbiamo fare qualcosa di divertente. Andiamo a cena a casa di Silvana e Giulio, eh? Così stiamo in mezzo alla gente. Ci distraiamo. Che dici?”

“Dico di sì. Assolutamente sì!”

La sera, Sara e Paolo vanno a casa di amici. Molti parlano di una serie nuova, appena uscita su Netflix, altri di una notizia andata virale, riguardo qualche influencer del momento. Sara e Paolo annuiscono ma non sanno di cosa i loro amici stiano parlando. Si sentono fuori dal mondo. Alla fine scattano una foto tutti insieme e Silvana la posta su Instagram. Tutti mettono mi piace e la ricondividono, tranne loro due. La serata si conclude così ma, prima di tornare ognuno a casa propria, Sara e Paolo decidono di bere una birra insieme sul balcone di Sara. Niente musica, solo il suono delle cicale. E una fetta di pizza da condividere.

“La sfida termina stasera. È stata dura…” dice lei.

“Sì. Troppo dura! Questa sfida ha creato più problemi che benefici. E poi ho capito una cosa…”

“Cosa?”

“Che… la tecnologia non è il problema. Anzi. Il problema è come la usiamo”.

“Hai ragione. Senza telefono, mi sono sentita sola. Ma allo stesso tempo… ho letto di più. Ho dormito meglio.”

“Esatto. Io, senza GPS ho parlato con le persone. Ma… ho anche perso tempo girando inutilmente. Non siamo più abituati a perdere tempo”.

Sono le 23:59. Sara e Paolo guardano l’orologio al muro. Poi si guardano negli occhi.

“Tra un minuto… possiamo accendere i telefoni!” dice Paolo.

“Hai voglia di riaccenderlo?”

“Sì, un po’. Voglio vedere chi mi ha cercato questi giorni.”

Scatta la mezzanotte. I due amici accendono i telefoni. Iniziano ad arrivare milioni di notifiche. Messaggi. Email. Commenti.

Sara e Paolo si guardano per un attimo, poi si sorridono.

“Forse possiamo resistere ancora un po’. Godiamoci questa birra insieme senza leggere nulla, senza usare i telefoni. Chiacchieriamo ancora un po’.”

“Sì, ti prego. Troppi messaggi: mi sta venendo l’ansia! E poi dobbiamo assolutamente organizzare una cena senza telefono a settimana, magari… ogni venerdì.“

Ci sto!” risponde Sara.

I due amici brindano con la birra e si godono la loro ultima ora di detox, senza tecnologia, ricordandosi che, senza notifiche, il mondo continua a esistere. Solo un po’ più lento. Un po’ più attento. E silenzioso.

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