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La valigia sbagliata al momento giusto

Principiante
#
87

September 11, 2025

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Note e risorse

La storia di una donna che, dopo un tradimento, trova per sbaglio una valigia che le cambierà la prospettiva sulla vita.

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Trascrizione

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Ciao e benvenuto o benvenuta su Podcast Italiano Principiante, un podcast per chi sa un po’ di italiano e vuole fare progressi. Oggi ti propongo una storia che parla di una donna ferita… che prende la valigia sbagliata. Come sempre, prima di cominciare, ti ricordo che troverai la trascrizione con il glossario sul nostro sito, podcastitaliano.com: queste risorse ti aiuteranno a capire perfettamente ogni parte di questa storia, ogni parola e costruzione che, magari, non conosci. Il link è nelle note di questo episodio, quindi vai a dare un’occhiata. La trascrizione è super utile, ti consiglio di usarla. Iniziamo: buon ascolto.

Scarica la versione PDF della trascrizione
Trascrizione interattiva dell'episodio

È mattina presto. Il cielo è grigio e il sole non è ancora uscito. La stazione centrale di Bologna è immersa nella nebbia. I binari sembrano sparire nel bianco del mattino. Anna cammina lentamente sul marciapiede del binario 5. Porta la sua valigia blu con la mano destra. Le ruote del trolley scorrono sull’asfalto. Con la mano sinistra, tiene un caffè caldo preso al bar della stazione. Sorseggia piano per non bruciarsi.

Anna ha le occhiaie e gli occhi gonfi. Nasconde tutto dietro i suoi grandi occhiali da sole, ma ultimamente dorme poco. Il suo cuore pesa come piombo. Due mesi fa ha scoperto il tradimento di Marco, suo marito. Un’altra donna, più giovane. Una collega di suo marito. Una bugia dopo l’altra, fino a quando Anna ha scoperto la verità. Un coltello nella schiena. Ora, la vita di Anna è solo silenzio e stanze vuote. In poco tempo ha visto la sua vita crollare: ha perso l’uomo che amava, e se stessa.

Il tabellone delle partenze lampeggia. Il treno di Anna è quasi in partenza: parte alle 6:20. Anna guarda l’orologio: sono le 6:15 del mattino. Sale sul treno e cerca il suo posto. Fortunatamente è seduta vicino al finestrino: non le va di interagire con le persone, non vuole parlare con nessuno. Vuole solo guardare fuori dal finestrino e pensare, riflettere.

Nel vagone ci sono poche persone. Il treno è quasi vuoto. Fuori, la nebbia copre la città. Anna chiude gli occhi. Respira. Ha deciso di partire da sola, dopo la fine del suo matrimonio. Suo marito è andato via di casa due mesi fa. Lo ha cacciato lei. Il silenzio della casa è ancora troppo forte: Anna ha bisogno di evadere un po’, di staccare la spina.

Anna guarda fuori dal finestrino. Il paesaggio non è proprio bellissimo: cielo grigio, campi scuri e umidi, piccole case vecchie e rovinate, alberi fermi. Tutto è statico, come lei. Dopo qualche ora, il treno arriva a Sanremo, la sua destinazione. Anna scende, stanca di stare seduta. Trascina la sua valigia fino a una panchina, poi si siede e prenota un taxi. Intanto, intorno a lei, la stazione è nel caos: almeno trecento persone corrono da un binario all’altro, da un treno all’altro, da una carrozza all’altra. Le persone le passano davanti ma lei non le guarda neanche. Fissa il vuoto.

Arriva il suo taxi, Anna prende la valigia e sale in macchina. Poi arriva in albergo. Fa il check-in, sale in camera e fa un bagno caldo. Poi apre la valigia, per prendere dei vestiti puliti… ma non li trova. Dentro non ci sono i suoi vestiti ma… un foulard di seta color vinaccia, un diario con la copertina in pelle e un mazzo di lettere legate con un fiocco.

Anna resta ferma. Guarda la valigia, poi si siede sul letto. Le mani le tremano un po’.

Ma che cos’è sta roba? Questa non è la mia valigia”.

Anna è troppo stanca per arrabbiarsi. Prende una lettera, la apre con delicatezza e inizia a leggere.

Giulio,

non riesco a odiarti.

Anche se mi hai tradita, ti penso ogni mattina.

Continuo a cucinare i tuoi piatti preferiti, a comprare il tuo giornale, ad ascoltare le tue canzoni preferite, anche se so che non tornerai mai.

Mi guardo allo specchio e non mi riconosco.

Ho le occhiaie, gli occhi gonfi.

Dicono che il vero amore non fa male, ma io ti amo e sto morendo dentro.

E la cosa più triste è che, nonostante quello che mi hai fatto, ti aspetto. Torna.

Caterina

Anna sorride.

“Che coincidenza! L’ironia della sorte. Per sbaglio, ho preso la valigia di una donna che è stata tradita come me. Ah, Caterina, ti capisco...”

Poi prende un’altra lettera. La legge.

Giulio,

oggi sono salita su un treno, sono arrivata a Ventimiglia, da sola.

Ho camminato tra le bancarelle del mercato francese.

Una donna anziana mi ha detto che ho gli occhi belli ma tristi.

Non mi sento bella, ma molto triste. Ho sorriso.

Poi ho preso un caffè. Il barista mi ha regalato un cioccolatino. Ho sorriso di nuovo.

Mi manchi ma sto sopravvivendo.

Caterina

Anna appoggia le lettere sul letto. Esce sul balcone. L’aria sa di sale e di pioggia. Una lacrima le scende sulla guancia.

“Perché mi sento così vicina a questa donna? Sembrano lettere scritte da me. Anche io amo qualcuno che mi ha tradita e poi è andato via. Come quel maledetto Giulio. Anche io, come Caterina, aspetto e spero che tornerà. Anche io sono sola, proprio come lei.”

Anna si accende una sigaretta. Poi rientra in stanza e legge un’altra lettera:

Giulio,

ho preso un treno per Genova.

Una città difficile, rumorosa, piena di strade in salita e discesa.

Proprio come te. Ma tu sei unico al mondo, amore mio.

Mi sono persa nei vicoli stretti della città vecchia.

Lì ho incontrato un libraio che mi ha regalato un libro. Ho sorriso.

È un romanzo. Non parla d’amore, ma di mare aperto, di avventura, di libertà.

Voglio comprare una barca adesso.

Ti penso, amore mio.

Caterina

Anna sorride.

“Caterina, ma sei un’avventuriera! Prendi treni, visiti città, chiacchieri con baristi e librai…sei tremenda!”

Anna non riesce a smettere di leggere. Apre un’altra lettera:

Giulio,

oggi sono a Lucca. Ho scoperto che mi piace viaggiare.

Ho affittato una bicicletta e ho pedalato tutto il giorno.

Un bambino ha corso accanto a me con la sua bici rossa e mi ha detto di fare una gara. Io ho accettato. Mi sento libera.

Oggi non mi manchi, Giulio.

Mi sto divertendo di più da sola.

Caterina

Anna sorride di nuovo.

“Caterina la ciclista! Ah Caterina, mi fai morire dalle risate! Voglio proprio scoprire che altri viaggi hai fatto!”

Anna decide di ordinare cibo in camera e di restare in hotel quella sera: al ristorante dell’hotel ordina una pizza, una bottiglia di vino e un tiramisù. Poi passa la serata in camera, avvolta nell'asciugamano, a mangiare e leggere le lettere che Caterina ha scritto a Giulio. Ride, piange, si commuove. Legge le avventure di Caterina con grande interesse. Sembra una donna incredibile. Anna legge quasi tutte le lettere. Ne rimane solo una.

Giulio,

sono tornata a casa.

Ho viaggiato tutto l’anno per riprendermi.

Mi hai spezzato il cuore, è vero.

Mi hai tradita e lasciata.

Ma oggi non sono più la stessa.

Non piango più, non mi manchi più, non ti amo più.

La Caterina che ti ama e ti implora di tornare non esiste più.

In un anno ho viaggiato, ho ballato, ho cantato, ho incontrato e parlato con persone che mi hanno fatto capire che la vita continua.

Oggi ho comprato dei fiori per me stessa. Ho cucinato un risotto, ho ballato con la scopa mentre ascoltavo la mia canzone preferita. Ho riso con la vicina, e ho letto tre pagine di un libro senza pensare al passato.

Ho ancora tanto amore da dare, ma non lo sprecherò per te.

Non te lo meriti.

Io sono viva e voglio vivere la vita.

In bocca al lupo con la tua nuova fidanzata!

Addio,

Caterina

Anna resta immobile sul letto.

Una lacrima le scende lungo le guance.

Le mani stringono l’ultima lettera: il cuore le batte veloce e Anna sente un forte desiderio nel petto. Un desiderio di rivalsa. Il desiderio di tornare a vivere.

Si alza piano dal letto e va sul balcone. Si asciuga le lacrime e guarda la città. I tetti, le strade, il mare. Tutto le sembra diverso. Ormai è notte e le stelle splendono, illuminando la città di una luce nuova. Anche Anna si sente diversa. Si sente coraggiosa, incoraggiata.

Sorride.

Basta piangere da sola. Caterina ha ragione. La vita non aspetta. E neanche io. Basta aspettare, basta perdonare, basta accontentarsi”.

Apre il telefono e prenota un treno per il giorno dopo, direzione Lucca. Poi forse Genova. Vuole ripercorrere i posti che ha visitato Caterina. Vuole vederli con i suoi occhi. Non per fuggire, ma per ripartire.

Poi prepara la sua valigia. O meglio, la valigia di Caterina. È pronta a partire il giorno dopo per un’avventura con se stessa. Non ha una meta precisa: vuole solo andare. Camminare. Guardare il mondo. Parlarci. Vivere. Di Caterina, tiene tutto: il diario, il foulard di seta e tutte le lettere. Le porterà sempre con sé come un promemoria, per ricordarsi che la tristezza passa. Che dopo il dolore, si può ridere di nuovo. Che anche il cuore più stanco può tornare a emozionarsi per un’avventura. La vita è così: tanto dà e tanto toglie. All’improvviso ti lascia con una casa vuota, un letto freddo, e una valigia sbagliata. Ma dentro quella valigia, forse, c’è la chiave per ricominciare.

Perché la verità è questa: che la vita è troppo breve per restare fermi ad aspettare qualcuno che non torna. È troppo breve per smettere di amare, solo perché qualcuno ci ha traditi. La vita è un’avventura ricca di misteri da scoprire, non di problemi da risolvere. Anna chiude la valigia e sorride. Domani parte. E questa volta, non per scappare, ma per ritrovarsi.

La storia di oggi finisce qui. Ti è piaciuta? Fammelo sapere con un commento. E fammi anche sapere se ti è mai successo di perdere o trovare un oggetto importante. Non per forza una valigia, un oggetto qualsiasi. Ok? Apprezzo tanto i vostri commenti, mi piace moltissimo leggerli e rispondervi! Quindi li aspetto, va bene? Allora ti saluto, e ti ricordo che, se vuoi, puoi lasciare una valutazione al nostro podcast, sia su Spotify che sulle altre piattaforme che usi per ascoltarci. Se ti va, valuta il nostro podcast con 5 stelle. Grazie mille e a giovedì prossimo, ciao!

Ciao e benvenuto o benvenuta su Podcast Italiano Principiante, un podcast per chi sa un po’ di italiano e vuole fare progressi. Oggi ti propongo una storia che parla di una donna ferita… che prende la valigia sbagliata. Come sempre, prima di cominciare, ti ricordo che troverai la trascrizione con il glossario sul nostro sito, podcastitaliano.com: queste risorse ti aiuteranno a capire perfettamente ogni parte di questa storia, ogni parola e costruzione che, magari, non conosci. Il link è nelle note di questo episodio, quindi vai a dare un’occhiata. La trascrizione è super utile, ti consiglio di usarla. Iniziamo: buon ascolto.

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Trascrizione interattiva dell'episodio

È mattina presto. Il cielo è grigio e il sole non è ancora uscito. La stazione centrale di Bologna è immersa nella nebbia. I binari sembrano sparire nel bianco del mattino. Anna cammina lentamente sul marciapiede del binario 5. Porta la sua valigia blu con la mano destra. Le ruote del trolley scorrono sull’asfalto. Con la mano sinistra, tiene un caffè caldo preso al bar della stazione. Sorseggia piano per non bruciarsi.

Anna ha le occhiaie e gli occhi gonfi. Nasconde tutto dietro i suoi grandi occhiali da sole, ma ultimamente dorme poco. Il suo cuore pesa come piombo. Due mesi fa ha scoperto il tradimento di Marco, suo marito. Un’altra donna, più giovane. Una collega di suo marito. Una bugia dopo l’altra, fino a quando Anna ha scoperto la verità. Un coltello nella schiena. Ora, la vita di Anna è solo silenzio e stanze vuote. In poco tempo ha visto la sua vita crollare: ha perso l’uomo che amava, e se stessa.

Il tabellone delle partenze lampeggia. Il treno di Anna è quasi in partenza: parte alle 6:20. Anna guarda l’orologio: sono le 6:15 del mattino. Sale sul treno e cerca il suo posto. Fortunatamente è seduta vicino al finestrino: non le va di interagire con le persone, non vuole parlare con nessuno. Vuole solo guardare fuori dal finestrino e pensare, riflettere.

Nel vagone ci sono poche persone. Il treno è quasi vuoto. Fuori, la nebbia copre la città. Anna chiude gli occhi. Respira. Ha deciso di partire da sola, dopo la fine del suo matrimonio. Suo marito è andato via di casa due mesi fa. Lo ha cacciato lei. Il silenzio della casa è ancora troppo forte: Anna ha bisogno di evadere un po’, di staccare la spina.

Anna guarda fuori dal finestrino. Il paesaggio non è proprio bellissimo: cielo grigio, campi scuri e umidi, piccole case vecchie e rovinate, alberi fermi. Tutto è statico, come lei. Dopo qualche ora, il treno arriva a Sanremo, la sua destinazione. Anna scende, stanca di stare seduta. Trascina la sua valigia fino a una panchina, poi si siede e prenota un taxi. Intanto, intorno a lei, la stazione è nel caos: almeno trecento persone corrono da un binario all’altro, da un treno all’altro, da una carrozza all’altra. Le persone le passano davanti ma lei non le guarda neanche. Fissa il vuoto.

Arriva il suo taxi, Anna prende la valigia e sale in macchina. Poi arriva in albergo. Fa il check-in, sale in camera e fa un bagno caldo. Poi apre la valigia, per prendere dei vestiti puliti… ma non li trova. Dentro non ci sono i suoi vestiti ma… un foulard di seta color vinaccia, un diario con la copertina in pelle e un mazzo di lettere legate con un fiocco.

Anna resta ferma. Guarda la valigia, poi si siede sul letto. Le mani le tremano un po’.

Ma che cos’è sta roba? Questa non è la mia valigia”.

Anna è troppo stanca per arrabbiarsi. Prende una lettera, la apre con delicatezza e inizia a leggere.

Giulio,

non riesco a odiarti.

Anche se mi hai tradita, ti penso ogni mattina.

Continuo a cucinare i tuoi piatti preferiti, a comprare il tuo giornale, ad ascoltare le tue canzoni preferite, anche se so che non tornerai mai.

Mi guardo allo specchio e non mi riconosco.

Ho le occhiaie, gli occhi gonfi.

Dicono che il vero amore non fa male, ma io ti amo e sto morendo dentro.

E la cosa più triste è che, nonostante quello che mi hai fatto, ti aspetto. Torna.

Caterina

Anna sorride.

“Che coincidenza! L’ironia della sorte. Per sbaglio, ho preso la valigia di una donna che è stata tradita come me. Ah, Caterina, ti capisco...”

Poi prende un’altra lettera. La legge.

Giulio,

oggi sono salita su un treno, sono arrivata a Ventimiglia, da sola.

Ho camminato tra le bancarelle del mercato francese.

Una donna anziana mi ha detto che ho gli occhi belli ma tristi.

Non mi sento bella, ma molto triste. Ho sorriso.

Poi ho preso un caffè. Il barista mi ha regalato un cioccolatino. Ho sorriso di nuovo.

Mi manchi ma sto sopravvivendo.

Caterina

Anna appoggia le lettere sul letto. Esce sul balcone. L’aria sa di sale e di pioggia. Una lacrima le scende sulla guancia.

“Perché mi sento così vicina a questa donna? Sembrano lettere scritte da me. Anche io amo qualcuno che mi ha tradita e poi è andato via. Come quel maledetto Giulio. Anche io, come Caterina, aspetto e spero che tornerà. Anche io sono sola, proprio come lei.”

Anna si accende una sigaretta. Poi rientra in stanza e legge un’altra lettera:

Giulio,

ho preso un treno per Genova.

Una città difficile, rumorosa, piena di strade in salita e discesa.

Proprio come te. Ma tu sei unico al mondo, amore mio.

Mi sono persa nei vicoli stretti della città vecchia.

Lì ho incontrato un libraio che mi ha regalato un libro. Ho sorriso.

È un romanzo. Non parla d’amore, ma di mare aperto, di avventura, di libertà.

Voglio comprare una barca adesso.

Ti penso, amore mio.

Caterina

Anna sorride.

“Caterina, ma sei un’avventuriera! Prendi treni, visiti città, chiacchieri con baristi e librai…sei tremenda!”

Anna non riesce a smettere di leggere. Apre un’altra lettera:

Giulio,

oggi sono a Lucca. Ho scoperto che mi piace viaggiare.

Ho affittato una bicicletta e ho pedalato tutto il giorno.

Un bambino ha corso accanto a me con la sua bici rossa e mi ha detto di fare una gara. Io ho accettato. Mi sento libera.

Oggi non mi manchi, Giulio.

Mi sto divertendo di più da sola.

Caterina

Anna sorride di nuovo.

“Caterina la ciclista! Ah Caterina, mi fai morire dalle risate! Voglio proprio scoprire che altri viaggi hai fatto!”

Anna decide di ordinare cibo in camera e di restare in hotel quella sera: al ristorante dell’hotel ordina una pizza, una bottiglia di vino e un tiramisù. Poi passa la serata in camera, avvolta nell'asciugamano, a mangiare e leggere le lettere che Caterina ha scritto a Giulio. Ride, piange, si commuove. Legge le avventure di Caterina con grande interesse. Sembra una donna incredibile. Anna legge quasi tutte le lettere. Ne rimane solo una.

Giulio,

sono tornata a casa.

Ho viaggiato tutto l’anno per riprendermi.

Mi hai spezzato il cuore, è vero.

Mi hai tradita e lasciata.

Ma oggi non sono più la stessa.

Non piango più, non mi manchi più, non ti amo più.

La Caterina che ti ama e ti implora di tornare non esiste più.

In un anno ho viaggiato, ho ballato, ho cantato, ho incontrato e parlato con persone che mi hanno fatto capire che la vita continua.

Oggi ho comprato dei fiori per me stessa. Ho cucinato un risotto, ho ballato con la scopa mentre ascoltavo la mia canzone preferita. Ho riso con la vicina, e ho letto tre pagine di un libro senza pensare al passato.

Ho ancora tanto amore da dare, ma non lo sprecherò per te.

Non te lo meriti.

Io sono viva e voglio vivere la vita.

In bocca al lupo con la tua nuova fidanzata!

Addio,

Caterina

Anna resta immobile sul letto.

Una lacrima le scende lungo le guance.

Le mani stringono l’ultima lettera: il cuore le batte veloce e Anna sente un forte desiderio nel petto. Un desiderio di rivalsa. Il desiderio di tornare a vivere.

Si alza piano dal letto e va sul balcone. Si asciuga le lacrime e guarda la città. I tetti, le strade, il mare. Tutto le sembra diverso. Ormai è notte e le stelle splendono, illuminando la città di una luce nuova. Anche Anna si sente diversa. Si sente coraggiosa, incoraggiata.

Sorride.

Basta piangere da sola. Caterina ha ragione. La vita non aspetta. E neanche io. Basta aspettare, basta perdonare, basta accontentarsi”.

Apre il telefono e prenota un treno per il giorno dopo, direzione Lucca. Poi forse Genova. Vuole ripercorrere i posti che ha visitato Caterina. Vuole vederli con i suoi occhi. Non per fuggire, ma per ripartire.

Poi prepara la sua valigia. O meglio, la valigia di Caterina. È pronta a partire il giorno dopo per un’avventura con se stessa. Non ha una meta precisa: vuole solo andare. Camminare. Guardare il mondo. Parlarci. Vivere. Di Caterina, tiene tutto: il diario, il foulard di seta e tutte le lettere. Le porterà sempre con sé come un promemoria, per ricordarsi che la tristezza passa. Che dopo il dolore, si può ridere di nuovo. Che anche il cuore più stanco può tornare a emozionarsi per un’avventura. La vita è così: tanto dà e tanto toglie. All’improvviso ti lascia con una casa vuota, un letto freddo, e una valigia sbagliata. Ma dentro quella valigia, forse, c’è la chiave per ricominciare.

Perché la verità è questa: che la vita è troppo breve per restare fermi ad aspettare qualcuno che non torna. È troppo breve per smettere di amare, solo perché qualcuno ci ha traditi. La vita è un’avventura ricca di misteri da scoprire, non di problemi da risolvere. Anna chiude la valigia e sorride. Domani parte. E questa volta, non per scappare, ma per ritrovarsi.

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