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La quarta sorella (storia)

Principiante
#
76

June 26, 2025

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Note e risorse

La storia di tre sorelle che ereditano una villa da una zia misteriosa. Quando trovano una vecchia fotografia, scoprono che c'è una quarta bambina insieme a loro che non ricordano. Chi è questa bambina sconosciuta?

Scopri La Storia di Italo, il mio corso per raggiungere il livello intermedio.
Trascription

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Ciao e bentornato o bentornata su Podcast Italiano Principiante, un podcast per chi sa un po’ di italiano e vuole fare progressi, raggiungendo il livello intermedio. Anche oggi ti propongo una storia, misteriosa e affascinante, che spero ti piacerà. Come sempre, prima di incominciare, ti ricordo che troverai la trascrizione con il glossario sul nostro sito, podcastitaliano.com : queste risorse ti aiuteranno a capire perfettamente ogni parte di questa storia, ogni parola e costruzione che, magari, non conosci. Il link è nelle note di questo episodio, quindi vai a dare un’occhiata. Iniziamo: buon ascolto.

Scarica la versione PDF della trascrizione
Trascrizione interattiva dell'episodio

Tre sorelle adulte, Marta, la sorella maggiore, sveglia e razionale, Livia, ambiziosa e sarcastica, e Nina, la sorella minore, dolce e sognatrice, non si vedono si parlano da quasi un anno. Le tre sorelle hanno vite e caratteri completamente diversi: Marta è un’avvocata e vive in una modernissimo attico a Milano. Livia fa l’attrice di teatro e vive in periferia, a Roma. Nina è un’apicoltrice, alleva le api e vende miele biologico in campagna, in Abruzzo.

Le tre sorelle non vanno d’accordo. Non c’è un vero motivo, non hanno mai litigato, ma sono così diverse che, dopo la morte dei loro genitori, si sono separate per sempre. Hanno preso strade diverse. Sì, si sentono ogni tanto, si mandano qualche messaggio, magari per farsi gli auguri di compleanno o di Natale e Capodanno, ma finisce lì.

Un giorno, le tre sorelle ricevono una lettera da un notaio che gli comunica che… zia Evelina, una zia di cui non si ricordano, è morta in circostanze misteriose, e ha lasciato in eredità la sua villa a Marta, Livia, e Nina. Nelle tre lettere ci sono anche tre chiavi. Tutte e tre le chiavi aprono la porta della villa di zia Evelina.

Le tre sorelle, allora, si mettono in viaggio per raggiungere questa villa, una in macchina, una in aereo, e una in treno. Marta arriva per prima, prende le chiavi dalla borsa e apre la porta. Dopo dieci minuti arrivano Livia e Nina, che si incontrano fuori la porta. La tensione è evidente.

“Ciao.”

“Ciao.”

Nina tira fuori la lettera dalla tasca del cappotto.

Livia le chiede: “Anche tu hai ricevuto la lettera?”

“Sì!” risponde Nina.

“Bene, allora immagino che tra poco arriverà anche Marta…”

Le due fanno un respiro profondo, poi aprono la porta della villa con le chiavi. Quando entrano trovano le luci accese. Marta le guarda dalle scale:

“Sono arrivata prima di voi. Nell’attesa, mi sono preparata un drink. Ne volete uno?”

“La solita alcolizzata…” dice Livia.

“Che hai detto, scusa?” risponde Marta.

“Dai, non cominciate. Probabilmente zia Evelina ha lasciato questa villa a tutte e tre. Vero?”

“Sembra proprio di sì” risponde Marta.

“Ma chi è questa zia Evelina?” chiede Livia.

“Sinceramente non lo so… non me la ricordo…” dice Nina, dispiaciuta.

Le tre sorelle si guardano intorno. La casa è chiusa da anni, è polverosa, ma il lusso è ancora evidente: i soffitti sono alti, i lampadari di cristallo, i mobili antichi e in legno pregiato, i quadri d’autore sono originali e raffinati, i tappeti sono persiani, i divani in velluto bordeaux, e i pavimenti in marmo. Nessuno vive più lì, ormai, ma la villa conserva un’eleganza severa, come una nobildonna anziana con il rossetto rosso e la sigaretta in bocca.

Sedute nel salotto della villa, su un divano impolverato, le tre sorelle iniziano a discutere.

“Qualcuna di voi ha intenzione di comprare questa villa?” chiede Livia, con tono neutro, mentre si toglie gli occhiali da sole e li appoggia sul tavolo.

Nina fa una faccia dispiaciuta: “Mh. È grande, troppo difficile da pulire e troppo costosa da ristrutturare. Io non sono interessata…”

Livia guarda le pareti, esitante: “Beh, è bellissima, ma io con il mio lavoro non me la posso permettere”.

Dopo un breve silenzio, Marta conclude: “Allora è deciso: la vendiamo. Ma prima bisogna svuotarla. Dobbiamo dividerci le cose”.

Marta, Livia e Nina si alzano e cominciano a guardarsi intorno nella vecchia casa della zia. Aprono cassetti, sportelli, armadi e scatole, camminando piano per le stanze piene di polvere. Nina trova un bel servizio da tè: le piace tanto e decide di prenderlo. Poi prende alcuni quadri e una grande enciclopedia. Livia invece sceglie una pelliccia sintetica, morbida e calda, una vecchia radio verde chiaro, molto vintage, e vecchie tovaglie. Marta, invece, cerca le cose più preziose. Prende vari oggetti d’argento e, in un cassetto nascosto, trova una scatolina rossa con dentro dei gioielli: anelli d’oro e orecchini di perla. Si guarda intorno, controlla che nessuno la stia guardando e, senza dire niente, se li mette in tasca. Fuori, intanto, piove forte. La grandine batte sul tetto.

Mentre continuano a frugare nei cassetti, Nina trova una vecchia foto in bianco e nero. Toglie lo strato di polvere che la copre e la guarda bene: ci sono quattro bambine davanti ad una fontana, in un giardino che sembra proprio quello della villa.

“Ragazze! Guardate cosa ho trovato. Ma… queste siamo noi da piccole!” dice Nina.

Marta si avvicina e prende la foto. La guarda con attenzione, strizzando gli occhi per mettere a fuoco: “Sì… questa con i codini sono io… e questa con la gonna a fiori sei tu, Livia. Ed ecco Nina, la piccolina.”

Tutte e tre sorridono. All’improvviso, però, smettono di sorridere. Notano che nella foto c’è una quarta bambina.

“Ma… chi è questa bambina?” chiede Nina, indicando una bambina con le trecce, in mezzo a loro. Nessuno risponde. Un lungo silenzio invade il salotto. La pioggia fuori prende a battere più forte, insistentemente, contro i vetri.

“Ehm… può essere un’amichetta?” dice Livia, incerta.

“No, guarda bene. Ci somiglia troppo. Ha lo stesso naso tuo, Nina. Gli stessi occhi tuoi, Livia. E i capelli ricci come i miei” dice Marta.

“È inquietante… sembra... nostra sorella. Ma noi siamo solo tre sorelle. Siamo sempre state solo noi tre. Non abbiamo una quarta sorella” dice Nina.

“E se ci sbagliamo?” sussurra Livia.

“Ahah, ma dai, ma che dici? Ecco la foto della sorella segreta nella casa della zia fantasma!” risponde Marta in modo sarcastico ma con lo sguardo preoccupato.

Livia si alza in piedi, di scatto: “Non scherzare. È una cosa seria. Dobbiamo capire chi è questa bambina.”

Le tre sorelle restano sedute nel salotto ancora un po’. Marta prende in mano il telefono: “Allora ordiniamo qualcosa da mangiare. Se dobbiamo fare delle ricerche ci servirà energia.”

“Pizza o cinese?” chiede Livia, aprendo il portafoglio.

“Pizza. Pizza, pizza, pizza!” risponde Nina con un sorriso.

Mentre aspettano la consegna, iniziano a cercare in giro per la casa vecchi documenti: leggono lettere, aprono agende, osservano con attenzione vecchie fotografie. Marta, intanto, chiama il comune del paese per ottenere più informazioni su zia Evelina. Inizialmente la linea è occupata, ma alla fine riesce a parlare con un’impiegata gentile, che conferma che Evelina aveva una figlia: Vera. Marta parla con l’impiegata per mezz’ora e scopre tante informazioni interessanti.

“Vera. Vera è la bambina della foto. È nostra cugina, la figlia di Evelina” dice Marta alle due sorelle.

“Ma… com’è possibile che non ce la ricordiamo?” chiede Nina, confusa.

“Beh… nostra madre e zia Evelina si odiavano” dice Livia, sfogliando delle lettere trovate in un cassetto del salotto. “Sentite qui.”

Livia legge ad alta voce una lettera scritta da Evelina, indirizzata a sua figlia Vera:

Cara Vera,

ti ho offerto tutto quello che possiedo: una casa, oggetti preziosi, soldi. So che per te tutto questo non ha valore. Tu non vuoi i miei soldi, né il lusso, né la ricchezza. Vuoi qualcosa che non ho mai saputo darti: amore, vicinanza, affetto. Non ti biasimo per questo. Anzi, ti ammiro. Ma devi sapere che, nella mia vita, non sono mai riuscita a costruire legami forti e duraturi, e allora ho cercato stabilità altrove, in ciò che potevo controllare: il denaro, la proprietà, gli oggetti.

So che sei delusa, e mi dispiace. Ma sto cercando, a modo mio, di riavvicinarmi a te. Sto preparando il mio testamento, per quando non ci sarò più. So che non vuoi nulla da me, ma io devo comunque scegliere a chi lasciare ciò che ho. Se tu non lo accetterai, darò tutta la mia eredità alle figlie di mia sorella. Magari loro non mi giudicheranno con disprezzo. Ma se un giorno cambierai idea, tutto sarà tuo.

Con amore,

tua madre Evelina”

“Quindi Vera ha rifiutato l’eredità?” chiede Nina.

A quanto pare… quelli del comune e mi hanno detto che Vera vive in montagna, in isolamento, come un’eremita.” dice Marta.

“Poverina. È cresciuta con tanti soldi e poco amore.” aggiunge Nina.

Dopo ore di ricerche online, telefonate e contatti con il comune, le sorelle riescono finalmente a rintracciare Vera. La chiamano. La voce è calma, ma distante. Le sorelle la invitano a raggiungerle. Vera accetta con diffidenza. Quando arriva, è sera: indossa scarponi da montagna, un vecchio maglione e ha i capelli legati in una treccia. Le sorelle la guardano con meraviglia: è come guardarsi allo specchio. Si siedono a tavola. Parlano. Raccontano. Ridono. Vera è timida, ma si apre piano piano. Le sorelle le propongono di dividere tutta l’eredità in quattro parti.

“Io non voglio nulla,” dice Vera, con fermezza, “non voglio niente di questa casa.. né di mia madre”. Ma quando inizia a girare per la casa, qualcosa cambia. Cammina tra le stanze e ogni oggetto sembra parlarle. Si ferma davanti al vecchio pianoforte. Apre un cassetto e tira fuori una cartolina che aveva scritto da bambina. Gli occhi le si riempiono di lacrime.

“Quanti ricordi...” dice.

Le tre sorelle, senza esitare, la abbracciano.

“Vera, questa è casa tua” dice Marta.

“È vero, Vera! Vieni a vivere qui. Noi verremo a trovarti” aggiunge Livia.

Vera ci riflette, poi sorride: “Mi piacerebbe vivere qui. Magari voi potete aiutarmi. Io posso prendere la casa e voi potete prendere tutti gli oggetti preziosi e costosi che sono qui.”

“Per noi va bene!” esclama Marta.

“Marta! Sei sempre la solita!” dice Livia, dandole una gomitata.

Vera insiste e inizia a preparare bustoni con oro, argento, gioielli, e opere d’arte per le cugine. Nei giorni successivi, le quattro puliscono e sistemano la villa insieme. Riaprono le finestre, riordinano le stanze, lavano asciugamani e lenzuola. In un paio di giorni, Vera si trasferisce definitivamente nella villa.

La sera prima della partenza delle tre sorelle, Vera, Livia, Nina e Marta si scattano una foto nel giardino, davanti alla fontana. Una foto a colori. Quattro donne, come in quella vecchia foto in bianco e nero. Poi si salutano.

Fuori, prima di salire in macchina, Marta si ferma un attimo. Guarda la casa e le sorelle.

“Non facciamo la fine di nostra madre e zia Evelina, vi prego. Loro erano così diverse che hanno deciso di perdere i contatti. E così noi siamo cresciute senza ricordare di avere una zia e una cugina.”

Facciamo un patto,” dice Nina, “torniamo qui almeno tre volte all’anno, per stare tutte e quattro insieme e aggiornarci sulle nostre vite. Sì. Anche se piove, grandina o nevica”.

“Anche se saremo vecchie e piene di rughe” dice Marta, sorridendo.

Marta, Livia e Nina scoppiano a ridere e si abbracciano, a lungo, prima di prendere tre strade diverse.

Bene, la storia finisce qui. Ti è piaciuta? Fammelo sapere con un commento su Spotify o sul nostro sito podcastitaliano.com. Inoltre, se ti va, valuta questo podcast con 5stelle su Spotify o qualsiasi app usi per ascoltarci. Questo aiuterebbe sia il podcast sia gli studenti che cercano risorse per imparare l’italiano divertendosi. A proposito, ti ricordo che abbiamo un corso, La Storia di Italo, che non solo ti racconta una storia pazzesca, super misteriosa, simile a quella che abbiamo appena ascoltato, ma meglio, ma ti aiuta anche a raggiungere il livello intermedio in italiano. Se vuoi imparare senza sforzo, anzi, divertendoti e intrattenendoti, vai a dare un'occhiata a La Storia di Italo: il link è nelle note dell'episodio insieme a tutti gli altri link. Un saluto e ci vediamo la prossima settimana. Ciao!

Ciao e bentornato o bentornata su Podcast Italiano Principiante, un podcast per chi sa un po’ di italiano e vuole fare progressi, raggiungendo il livello intermedio. Anche oggi ti propongo una storia, misteriosa e affascinante, che spero ti piacerà. Come sempre, prima di incominciare, ti ricordo che troverai la trascrizione con il glossario sul nostro sito, podcastitaliano.com : queste risorse ti aiuteranno a capire perfettamente ogni parte di questa storia, ogni parola e costruzione che, magari, non conosci. Il link è nelle note di questo episodio, quindi vai a dare un’occhiata. Iniziamo: buon ascolto.

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Trascrizione interattiva dell'episodio

Tre sorelle adulte, Marta, la sorella maggiore, sveglia e razionale, Livia, ambiziosa e sarcastica, e Nina, la sorella minore, dolce e sognatrice, non si vedono si parlano da quasi un anno. Le tre sorelle hanno vite e caratteri completamente diversi: Marta è un’avvocata e vive in una modernissimo attico a Milano. Livia fa l’attrice di teatro e vive in periferia, a Roma. Nina è un’apicoltrice, alleva le api e vende miele biologico in campagna, in Abruzzo.

Le tre sorelle non vanno d’accordo. Non c’è un vero motivo, non hanno mai litigato, ma sono così diverse che, dopo la morte dei loro genitori, si sono separate per sempre. Hanno preso strade diverse. Sì, si sentono ogni tanto, si mandano qualche messaggio, magari per farsi gli auguri di compleanno o di Natale e Capodanno, ma finisce lì.

Un giorno, le tre sorelle ricevono una lettera da un notaio che gli comunica che… zia Evelina, una zia di cui non si ricordano, è morta in circostanze misteriose, e ha lasciato in eredità la sua villa a Marta, Livia, e Nina. Nelle tre lettere ci sono anche tre chiavi. Tutte e tre le chiavi aprono la porta della villa di zia Evelina.

Le tre sorelle, allora, si mettono in viaggio per raggiungere questa villa, una in macchina, una in aereo, e una in treno. Marta arriva per prima, prende le chiavi dalla borsa e apre la porta. Dopo dieci minuti arrivano Livia e Nina, che si incontrano fuori la porta. La tensione è evidente.

“Ciao.”

“Ciao.”

Nina tira fuori la lettera dalla tasca del cappotto.

Livia le chiede: “Anche tu hai ricevuto la lettera?”

“Sì!” risponde Nina.

“Bene, allora immagino che tra poco arriverà anche Marta…”

Le due fanno un respiro profondo, poi aprono la porta della villa con le chiavi. Quando entrano trovano le luci accese. Marta le guarda dalle scale:

“Sono arrivata prima di voi. Nell’attesa, mi sono preparata un drink. Ne volete uno?”

“La solita alcolizzata…” dice Livia.

“Che hai detto, scusa?” risponde Marta.

“Dai, non cominciate. Probabilmente zia Evelina ha lasciato questa villa a tutte e tre. Vero?”

“Sembra proprio di sì” risponde Marta.

“Ma chi è questa zia Evelina?” chiede Livia.

“Sinceramente non lo so… non me la ricordo…” dice Nina, dispiaciuta.

Le tre sorelle si guardano intorno. La casa è chiusa da anni, è polverosa, ma il lusso è ancora evidente: i soffitti sono alti, i lampadari di cristallo, i mobili antichi e in legno pregiato, i quadri d’autore sono originali e raffinati, i tappeti sono persiani, i divani in velluto bordeaux, e i pavimenti in marmo. Nessuno vive più lì, ormai, ma la villa conserva un’eleganza severa, come una nobildonna anziana con il rossetto rosso e la sigaretta in bocca.

Sedute nel salotto della villa, su un divano impolverato, le tre sorelle iniziano a discutere.

“Qualcuna di voi ha intenzione di comprare questa villa?” chiede Livia, con tono neutro, mentre si toglie gli occhiali da sole e li appoggia sul tavolo.

Nina fa una faccia dispiaciuta: “Mh. È grande, troppo difficile da pulire e troppo costosa da ristrutturare. Io non sono interessata…”

Livia guarda le pareti, esitante: “Beh, è bellissima, ma io con il mio lavoro non me la posso permettere”.

Dopo un breve silenzio, Marta conclude: “Allora è deciso: la vendiamo. Ma prima bisogna svuotarla. Dobbiamo dividerci le cose”.

Marta, Livia e Nina si alzano e cominciano a guardarsi intorno nella vecchia casa della zia. Aprono cassetti, sportelli, armadi e scatole, camminando piano per le stanze piene di polvere. Nina trova un bel servizio da tè: le piace tanto e decide di prenderlo. Poi prende alcuni quadri e una grande enciclopedia. Livia invece sceglie una pelliccia sintetica, morbida e calda, una vecchia radio verde chiaro, molto vintage, e vecchie tovaglie. Marta, invece, cerca le cose più preziose. Prende vari oggetti d’argento e, in un cassetto nascosto, trova una scatolina rossa con dentro dei gioielli: anelli d’oro e orecchini di perla. Si guarda intorno, controlla che nessuno la stia guardando e, senza dire niente, se li mette in tasca. Fuori, intanto, piove forte. La grandine batte sul tetto.

Mentre continuano a frugare nei cassetti, Nina trova una vecchia foto in bianco e nero. Toglie lo strato di polvere che la copre e la guarda bene: ci sono quattro bambine davanti ad una fontana, in un giardino che sembra proprio quello della villa.

“Ragazze! Guardate cosa ho trovato. Ma… queste siamo noi da piccole!” dice Nina.

Marta si avvicina e prende la foto. La guarda con attenzione, strizzando gli occhi per mettere a fuoco: “Sì… questa con i codini sono io… e questa con la gonna a fiori sei tu, Livia. Ed ecco Nina, la piccolina.”

Tutte e tre sorridono. All’improvviso, però, smettono di sorridere. Notano che nella foto c’è una quarta bambina.

“Ma… chi è questa bambina?” chiede Nina, indicando una bambina con le trecce, in mezzo a loro. Nessuno risponde. Un lungo silenzio invade il salotto. La pioggia fuori prende a battere più forte, insistentemente, contro i vetri.

“Ehm… può essere un’amichetta?” dice Livia, incerta.

“No, guarda bene. Ci somiglia troppo. Ha lo stesso naso tuo, Nina. Gli stessi occhi tuoi, Livia. E i capelli ricci come i miei” dice Marta.

“È inquietante… sembra... nostra sorella. Ma noi siamo solo tre sorelle. Siamo sempre state solo noi tre. Non abbiamo una quarta sorella” dice Nina.

“E se ci sbagliamo?” sussurra Livia.

“Ahah, ma dai, ma che dici? Ecco la foto della sorella segreta nella casa della zia fantasma!” risponde Marta in modo sarcastico ma con lo sguardo preoccupato.

Livia si alza in piedi, di scatto: “Non scherzare. È una cosa seria. Dobbiamo capire chi è questa bambina.”

Le tre sorelle restano sedute nel salotto ancora un po’. Marta prende in mano il telefono: “Allora ordiniamo qualcosa da mangiare. Se dobbiamo fare delle ricerche ci servirà energia.”

“Pizza o cinese?” chiede Livia, aprendo il portafoglio.

“Pizza. Pizza, pizza, pizza!” risponde Nina con un sorriso.

Mentre aspettano la consegna, iniziano a cercare in giro per la casa vecchi documenti: leggono lettere, aprono agende, osservano con attenzione vecchie fotografie. Marta, intanto, chiama il comune del paese per ottenere più informazioni su zia Evelina. Inizialmente la linea è occupata, ma alla fine riesce a parlare con un’impiegata gentile, che conferma che Evelina aveva una figlia: Vera. Marta parla con l’impiegata per mezz’ora e scopre tante informazioni interessanti.

“Vera. Vera è la bambina della foto. È nostra cugina, la figlia di Evelina” dice Marta alle due sorelle.

“Ma… com’è possibile che non ce la ricordiamo?” chiede Nina, confusa.

“Beh… nostra madre e zia Evelina si odiavano” dice Livia, sfogliando delle lettere trovate in un cassetto del salotto. “Sentite qui.”

Livia legge ad alta voce una lettera scritta da Evelina, indirizzata a sua figlia Vera:

Cara Vera,

ti ho offerto tutto quello che possiedo: una casa, oggetti preziosi, soldi. So che per te tutto questo non ha valore. Tu non vuoi i miei soldi, né il lusso, né la ricchezza. Vuoi qualcosa che non ho mai saputo darti: amore, vicinanza, affetto. Non ti biasimo per questo. Anzi, ti ammiro. Ma devi sapere che, nella mia vita, non sono mai riuscita a costruire legami forti e duraturi, e allora ho cercato stabilità altrove, in ciò che potevo controllare: il denaro, la proprietà, gli oggetti.

So che sei delusa, e mi dispiace. Ma sto cercando, a modo mio, di riavvicinarmi a te. Sto preparando il mio testamento, per quando non ci sarò più. So che non vuoi nulla da me, ma io devo comunque scegliere a chi lasciare ciò che ho. Se tu non lo accetterai, darò tutta la mia eredità alle figlie di mia sorella. Magari loro non mi giudicheranno con disprezzo. Ma se un giorno cambierai idea, tutto sarà tuo.

Con amore,

tua madre Evelina”

“Quindi Vera ha rifiutato l’eredità?” chiede Nina.

A quanto pare… quelli del comune e mi hanno detto che Vera vive in montagna, in isolamento, come un’eremita.” dice Marta.

“Poverina. È cresciuta con tanti soldi e poco amore.” aggiunge Nina.

Dopo ore di ricerche online, telefonate e contatti con il comune, le sorelle riescono finalmente a rintracciare Vera. La chiamano. La voce è calma, ma distante. Le sorelle la invitano a raggiungerle. Vera accetta con diffidenza. Quando arriva, è sera: indossa scarponi da montagna, un vecchio maglione e ha i capelli legati in una treccia. Le sorelle la guardano con meraviglia: è come guardarsi allo specchio. Si siedono a tavola. Parlano. Raccontano. Ridono. Vera è timida, ma si apre piano piano. Le sorelle le propongono di dividere tutta l’eredità in quattro parti.

“Io non voglio nulla,” dice Vera, con fermezza, “non voglio niente di questa casa.. né di mia madre”. Ma quando inizia a girare per la casa, qualcosa cambia. Cammina tra le stanze e ogni oggetto sembra parlarle. Si ferma davanti al vecchio pianoforte. Apre un cassetto e tira fuori una cartolina che aveva scritto da bambina. Gli occhi le si riempiono di lacrime.

“Quanti ricordi...” dice.

Le tre sorelle, senza esitare, la abbracciano.

“Vera, questa è casa tua” dice Marta.

“È vero, Vera! Vieni a vivere qui. Noi verremo a trovarti” aggiunge Livia.

Vera ci riflette, poi sorride: “Mi piacerebbe vivere qui. Magari voi potete aiutarmi. Io posso prendere la casa e voi potete prendere tutti gli oggetti preziosi e costosi che sono qui.”

“Per noi va bene!” esclama Marta.

“Marta! Sei sempre la solita!” dice Livia, dandole una gomitata.

Vera insiste e inizia a preparare bustoni con oro, argento, gioielli, e opere d’arte per le cugine. Nei giorni successivi, le quattro puliscono e sistemano la villa insieme. Riaprono le finestre, riordinano le stanze, lavano asciugamani e lenzuola. In un paio di giorni, Vera si trasferisce definitivamente nella villa.

La sera prima della partenza delle tre sorelle, Vera, Livia, Nina e Marta si scattano una foto nel giardino, davanti alla fontana. Una foto a colori. Quattro donne, come in quella vecchia foto in bianco e nero. Poi si salutano.

Fuori, prima di salire in macchina, Marta si ferma un attimo. Guarda la casa e le sorelle.

“Non facciamo la fine di nostra madre e zia Evelina, vi prego. Loro erano così diverse che hanno deciso di perdere i contatti. E così noi siamo cresciute senza ricordare di avere una zia e una cugina.”

Facciamo un patto,” dice Nina, “torniamo qui almeno tre volte all’anno, per stare tutte e quattro insieme e aggiornarci sulle nostre vite. Sì. Anche se piove, grandina o nevica”.

“Anche se saremo vecchie e piene di rughe” dice Marta, sorridendo.

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