Shock culturali (con Irene)
In questo episodio, parlo con Irene dei suoi shock culturali negli Stati Uniti.
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Benvenuto o benvenuta a Podcast Italiano Principiante, un podcast per chi sa un po' di italiano, per chi ha qualche conoscenza di italiano e vuole fare progressi. Io mi chiamo Davide e oggi, o meglio, un po' di tempo fa, con Irene, ho parlato di shock culturali, shock culturali che ci sono capitati, che sono successi a noi, in particolare a Irene. Spero che la conversazione sia divertente. Ma prima di iniziare ti ricordo solo che puoi trovare la trascrizione integrale con il glossario, quindi le parole difficili spiegate, sul nostro sito podcastitaliano.com. Il link alla pagina precisa è nelle note dell'episodio, su Spotify o dove stai ascoltando questo episodio. È uno strumento davvero utile e prezioso e che arricchisce molto l'episodio. Detto ciò, buon ascolto!
Scarica la versione PDF della trascrizione
Trascrizione interattiva dell'episodio
Davide: Ciao Irene, come stai?
Irene: Ciao, Davide! Sto bene. Tu come stai?
Davide: Bene, bene. Sempre contento di registrare questi episodi con te. Oggi l'argomento è interessante. Parlerai più tu, credo, perché voglio farti alcune domande sulle tue esperienze negli Stati Uniti. In particolare, i tuoi shock culturali americani. Ché tu vivi molti mesi dell'anno in America, no? In Pennsylvania. L'hai anche detto in un episodio sui fatti veri e falsi della tua vita, questo è vero.
Irene: Ahhh! Hai ascoltato l'episodio? Bravissimo! Sì, è vero, praticamente io vivo, diciamo… un po' di mesi in Italia, a Roma, e un po' di mesi in Pennsylvania, in un paesino in Pennsylvania. Non viviamo in città con il mio fidanzato. Perché lui è americano, io sono italiana e non siamo ancora sposati e quindi non abbiamo il visto, non abbiamo la cittadinanza e dobbiamo per forza uscire, lasciare il Paese entro tre mesi. E quindi io posso stare negli Stati Uniti per tre mesi, con il visto da turista, e poi devo tornare in Italia. E quindi è interessante perché vivo a metà fra l'Italia e gli Stati Uniti e… è molto costoso, costa tanti soldi, però è una vita avventurosa.
Davide: E questo, forse, è già uno shock culturale, no? Non lo so. I soldi, il costo delle cose, il costo della vita.
Irene: Oddio sì, soprattutto per un'italiana con uno stipendio italiano. L'America è molto, molto costosa, è spaventoso per me, perché in generale, se vuoi la qualità, devi pagare tantissimo, mentre in Italia siamo abituati o almeno… io sono abituata ad avere la qualità ad un prezzo molto basso.
Davide: Se parli… parli, adesso, di cibo o di prodotti alimentari in particolare, o tutto?
Irene: Mah, un po' tutto, ti dirò la verità. Anche per quanto riguarda l'abbigliamento, per quanto riguarda il cibo, sicuramente al primo posto, ma anche per quanto riguarda, non so, i tessuti, una stupidaggine; le creme, le creme per il corpo, il sapone per le mani, il sapone intimo. Questo è un grandissimo shock culturale. In America, il sapone intimo… ovviamente non usano il bidet, non tutti, la maggior parte delle persone non usa il bidet, per cultura, quindi…
Davide: Altro shock.
Irene: Esatto! Quindi il sapone intimo non è così comune fra le persone. E il sapone intimo costa tantissimo. Penso che il marchio, la marca meno costosa costi sui nove dollari, mentre qui in Italia, insomma, anche due euro, un euro e cinquanta, si trova il sapone intimo, buono. Quindi quello per me è stato un grandissimo shock culturale.
Davide: Immagino, immagino di sì. Hai menzionato anche il bidet. Parlaci di questa esperienza scioccante per una persona italiana. Vabbè in realtà non è una shock, perché lo sai, però forse, comunque, è scomodo.
Irene: Io sono molto fortunata perché il mio fidanzato mi ha installato un bidet nel bagno della nostra camera da letto.
Davide: Davvero?
Irene: Sì, sono molto fortunata, anche se è strano, perché... è un getto, un po' invasivo, diciamo, non è come il nostro bidet. Quindi, insomma, anche quello è stato uno shock per me. Però, in generale, anche prima di avere questo bidet installato, ho sempre usato la vasca o la doccia. È molto difficile perché noi usiamo il bidet tante volte durante il giorno. Quindi, per me, è stato molto difficile non avere il bidet. Non solo in America, ovviamente. Tu, ad esempio, hai viaggiato tantissimo: il bidet, lo hai mai trovato nei Paesi in cui hai viaggiato?
Davide: No, generalmente no, direi. Poi non ho viaggiato così tanto, in realtà. Però sì, principalmente in Europa, anzi, quasi solo in Europa, direi, sono stato. E no, generalmente non c'è, non c'è, però sì.
Irene: Ti posso chiedere…. (so che è un attimo un cambio di argomento improvviso) ti posso chiedere in che Paesi sei stato?
Davide: Eh, sì. Sono stato… sì, principalmente in Paesi europei. Spagna, Francia, Portogallo, Inghilterra, Germania, Croazia, Polonia, Ungheria.
Irene: Wow!
Davide: Russia è stato il Paese più a Est dove sono stato. Sono stato negli Stati Uniti una volta sola, a San Francisco, e basta. Non sono mai stato in Asia, in Africa, in Sud America, in Oceania. Quindi… sì, non sono un viaggiatore così incallito, però sì, in futuro vorrei visitare anche altri continenti.
Irene: Sì, io, io neanche. Io ho viaggiato pochissimo nella mia vita e mi fa ridere perché ho visto più Stati dell'America che Stati europei.
Davide: Beh, sono comunque Stati, no?
Irene: Sì, assolutamente.
Davide: Alla fine è un continente, quindi sono degli Stati.
Irene: Sì, no, no, l'America è pazzesca. Purtroppo sono stata solo in Nord America, solo negli Stati Uniti, però è un sogno pensare di viaggiare per tutta l'America… l'America del Sud! Oddio, sarebbe veramente un sogno. Chissà, in futuro, prima superiamo gli shock culturali legati all'America del Nord.
Davide: Sì. Raccontaci!
Irene: E mi hai detto che sei stato a San Francisco e quando mi hai detto “San Francisco” ho pensato subito al vento, al forte vento.
Davide: Sì. Me lo ricordo.
Irene: Te lo ricordi?
Davide: Me lo ricordo bene. Sì, sì, sì.
Irene: E questa cosa mi ha fatto pensare a un altro shock culturale che ho avuto quando sono arrivata in America, che è quello legato all'aria condizionata. Perché, in America, in qualsiasi negozio, supermercato, posto al chiuso, c’è sempre una fortissima e un'altissima aria condizionata. Fa sempre molto freddo, ed è qualcosa a cui io, da italiana, non sono abituata. Ed è stato un po' traumatico perché entrare in un posto, per me, significava morire di freddo automaticamente. Anche d'estate.
Davide: Sì, in Italia non è così comune avere l'aria condizionata così forte. A volte in alcuni negozi sì, in alcuni, insomma, centri commerciali, forse.
Irene: Sì.
Davide: Però, sicuramente, non nelle case private. Cioè, non è comune. Io ho l'aria condizionata, ma non la metto mai molto forte, non mi piace proprio tenerla bassa. Cioè, a una temperatura bassa, voglio dire.
Irene: Sì. Ma il cambio di temperatura, fra l'esterno e l'interno, è indescrivibile. Lo senti immediatamente. Soprattutto d'estate: magari fuori ci sono 50 gradi, 55 gradi… quando eravamo in California, entravamo in un supermercato, erano, non lo so, 15?
Davide: Celsius?
Irene: Sì, Celsius. Scusa, hai ragione. Anche questo è un altro shock!
Davide: Ah, il sistema, insomma… Fahrenheit, eccetera. Non metrico, imperiale, come si chiama? Sì, imperiale.
Irene: Anche quello è stato, sì, un altro shock. Quindi sì, direi… abbiamo menzionato il bidet, i prezzi, in generale i costi delle cose, del sapone intimo, l'aria condizionata. Che altro? Il ghiaccio.
Davide: Esatto, lo menzionavi nella nostra chiacchierata prima di incominciare.
Irene: C'è questa abitudine di mettere il ghiaccio in… nella maggior parte delle bibite, ma anche nell'acqua, che trovo interessante perché in Italia non si fa. Magari troviamo il ghiaccio quando andiamo a mangiare fuori, ad esempio, forse al McDonald's, che mettono il ghiaccio nella Coca Cola…? Non lo so. Quando io ero piccola, non ci vado da vent'anni, quindi non lo so. Però, ecco… il ghiaccio, in Italia, io me lo ricordo solo al McDonald's, o magari nei cocktail, se vai…
Davide: Nei cocktail sì, o se fai aperitivo e prendi lo spritz…
Irene: Esatto.
Davide: …mettono il ghiaccio anche per mettere meno alcol, magari, o mettere meno... insomma, quello che dovrebbe comporre la bevanda, la bibita.
Irene: Infatti, non mi piace, non mi piace il ghiaccio, non mi piace quando si scioglie e rovina il drink, rovina quello che stai bevendo. E è anche poco furbo, perché come dici tu, se un bicchiere è pieno di ghiaccio, insomma, il ghiaccio occupa tanto spazio, no? Quindi c'è meno bevanda. E poi ho notato che veramente lo mettono in tutto, nell'acqua, nel tè, nella coca-cola, nei succhi di frutta, in qualsiasi cosa. Ed io non ero abituata a bere ghiaccio, quindi anche quello è stato uno shock interessante.
Davide: E invece, per quanto riguarda il cibo, noi italiani siamo molto pignoli sul cibo. Tu come ti sei trovata?
Irene: Io amo il cibo americano.
Davide: Wow, cittadinanza italiana revocata.
Irene: Va benissimo, sono d'accordo. Sono d'accordissimo. Io amo il cibo americano, ma soprattutto amo i dolci americani. Per me sono i dolci più buoni del mondo. Per me i dolci francesi, che sono fantastici, i dolci italiani, che sono molto delicati, non arriveranno mai ai dolci americani, che sono proprio come piacciono a me. Burrosi, pieni di spezie e pieni di zucchero, perché quello è il dolce. Però, devo dire che, per quanto riguarda invece il resto, io da vegetariana sono rimasta scioccata perché ho trovato pochissime possibilità di mangiare fuori un pasto vegetariano. Nella cucina americana c'è tantissima carne e la carne è praticamente ovunque. E, al di là di quelle… di quei piatti che mangiano tutti, in cui non c'è carne, ad esempio la pizza Margherita (non c'è carne, quindi la posso mangiare), però non c'è mai una variante vegetariana per i vegetariani. Mi aspettavo più varietà, più possibilità per un vegetariano, in America. E, invece, sono rimasta molto delusa.
Davide: Forse questo è anche dovuto al fatto che state in una zona un po' rurale, no, dicevi?
Irene: Sì, però… non credo, perché in realtà io ho viaggiato tanto, ho viaggiato, ho visto più di Stati.
Davide: E anche nelle grandi città fai fatica?
Irene: Sì, devo dire di sì. Sicuramente ci sono dei posti dedicati ai vegetariani o ai vegani, però… magari bisogna cercarli prima, informarsi, andarci proprio con lo scopo di mangiare vegano o mangiare vegetariano. Mentre, nei ristoranti normali, nei semplici ristoranti, le scelte per un vegano o un vegetariano sono l'insalata e spesso neanche la pasta! Ad esempio, queste fettuccine Alfredo, io le ho potute mangiare perché sono andata a cercare, in questo ristorante dove siamo andati noi, che si chiama Olive Garden, siamo andati a cercare se ci fosse il caglio, che è questa cosa che io non posso mangiare, ma… ad esempio i camerieri non sapevano se ci fosse questo ingrediente vegetariano. Quindi… bisogna fare un po' di ricerca, non ci sono...
Davide: Sono meno preparati.
Irene: Meno preparati, secondo me, sì. E, anche il sapore, in generale, delle verdure, a volte è quasi inesistente, ma dipende sempre da dove acquisti, come abbiamo detto all'inizio, se vuoi una buona qualità, devi spendere tanti soldi.
Davide: Certo, interessante. A proposito, sai che le fettuccine Alfredo sono veramente italiane, sono romane?
Irene: Ma dai!
Davide: Non so se lo sapevi. Sì, sono nate veramente… davvero in un ristorante romano. Poi, però non sono diventate famose in Italia, ma sono diventate molto famose negli Stati Uniti. Però c'è un ristorante di Roma che è sempre molto visitato, a quanto pare, da... da turisti americani. E ho sentito questa storia in un podcast. Insomma, che tratta… che si chiama DOI, denominazione di origine inventata, che tratta queste bufale sul cibo, insomma, leggende e miti sul cibo. E quindi… sì, sono effettivamente nate in Italia.
Irene: Ma pensa te!
Davide: Anche se, ogni italiano, ti dirà “no, non sono italiane, sono un'invenzione italo-americana”. Però sono, in realtà, italiane.
Irene: Ma… ti posso dire? Io le ho mangiate senza preconcetti. Ok? Senza aspettative, né positive né negative. Le ho amate, le ho trovate buonissime.
Davide: Beh, sono piene di burro, formaggio, no? Quindi a te piacciono.
Irene: Sì, a me piacciono, però, in realtà, con il formaggio ho un po' di problemi e so che anche tu hai un po' di problemi perché ho ascoltato l'episodio. Non mi piacciono i formaggi forti, decisi, stagionati. E... credo che fosse un mix di formaggi, un po' come quei formaggi che si mettono sulla pasta, che non è vero Parmigiano reggiano, ma è un mix di formaggi grattugiati, però abbastanza leggero.
Davide: Tipo cheddar, no?
Irene: Sì, ma non credo che usino il Cheddar perché è un formaggio molto chiaro. Sembra... hai presente la cacio e pepe? Prendi la cacio e pepe, però riempila di burro. Il sapore è molto simile. C'è tanto burro, quindi tanta salsa e, nella mia pasta, c'erano anche i broccoli. Potevo scegliere di mettere i broccoli. Io sono una grandissima amante dei broccoli, li mangerei anche a colazione. E l'ho trovata buonissima, quindi sono molto orgogliosa, da romana, di scoprire che, in realtà, l'origine di queste fettuccine sia…
Davide: Devi andare a vedere quel ristorante, non mi ricordo come si chiama, ma… cercheremo.
Irene: Ci andrò.
Davide: Detto questo, una dichiarazione scioccante dalla bocca di una persona nata in Italia. Chiederemo all'ambasciata di revocare il passaporto. No, scherzo.
Irene: Mannaggia!
Davide: Bene, fateci sapere se voi avete avuto shock culturali, magari in Italia o in altri Paesi. E grazie, Irene, per questa testimonianza interessante.
Irene: Grazie a te, Davide. Saluto tutti e voglio dire Viva l'America!
Davide: Perfetto, ciao Irene e alla prossima.
Irene: Ciao!
Bene, siamo arrivati alla fine. Ti voglio solo ricordare che, se ti piace Podcast Italiano Principiante, puoi lasciare un voto positivo su Spotify o su Apple Podcast. Così, altri studenti ci troveranno con più facilità. Ti ricordo che, se stai cercando materiali più avanzati, come livello, abbiamo un podcast chiamato Podcast Italiano, dove creiamo contenuti per studenti di livello intermedio e avanzato. E poi, ovviamente, anche il canale YouTube, che si chiama Podcast italiano, dove facciamo video più dedicati alla lingua italiana, alla grammatica, alla pronuncia, al lessico e molto altro. Questo è tutto. Alla prossima!
Benvenuto o benvenuta a Podcast Italiano Principiante, un podcast per chi sa un po' di italiano, per chi ha qualche conoscenza di italiano e vuole fare progressi. Io mi chiamo Davide e oggi, o meglio, un po' di tempo fa, con Irene, ho parlato di shock culturali, shock culturali che ci sono capitati, che sono successi a noi, in particolare a Irene. Spero che la conversazione sia divertente. Ma prima di iniziare ti ricordo solo che puoi trovare la trascrizione integrale con il glossario, quindi le parole difficili spiegate, sul nostro sito podcastitaliano.com. Il link alla pagina precisa è nelle note dell'episodio, su Spotify o dove stai ascoltando questo episodio. È uno strumento davvero utile e prezioso e che arricchisce molto l'episodio. Detto ciò, buon ascolto!
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Trascrizione interattiva dell'episodio
Davide: Ciao Irene, come stai?
Irene: Ciao, Davide! Sto bene. Tu come stai?
Davide: Bene, bene. Sempre contento di registrare questi episodi con te. Oggi l'argomento è interessante. Parlerai più tu, credo, perché voglio farti alcune domande sulle tue esperienze negli Stati Uniti. In particolare, i tuoi shock culturali americani. Ché tu vivi molti mesi dell'anno in America, no? In Pennsylvania. L'hai anche detto in un episodio sui fatti veri e falsi della tua vita, questo è vero.
Irene: Ahhh! Hai ascoltato l'episodio? Bravissimo! Sì, è vero, praticamente io vivo, diciamo… un po' di mesi in Italia, a Roma, e un po' di mesi in Pennsylvania, in un paesino in Pennsylvania. Non viviamo in città con il mio fidanzato. Perché lui è americano, io sono italiana e non siamo ancora sposati e quindi non abbiamo il visto, non abbiamo la cittadinanza e dobbiamo per forza uscire, lasciare il Paese entro tre mesi. E quindi io posso stare negli Stati Uniti per tre mesi, con il visto da turista, e poi devo tornare in Italia. E quindi è interessante perché vivo a metà fra l'Italia e gli Stati Uniti e… è molto costoso, costa tanti soldi, però è una vita avventurosa.
Davide: E questo, forse, è già uno shock culturale, no? Non lo so. I soldi, il costo delle cose, il costo della vita.
Irene: Oddio sì, soprattutto per un'italiana con uno stipendio italiano. L'America è molto, molto costosa, è spaventoso per me, perché in generale, se vuoi la qualità, devi pagare tantissimo, mentre in Italia siamo abituati o almeno… io sono abituata ad avere la qualità ad un prezzo molto basso.
Davide: Se parli… parli, adesso, di cibo o di prodotti alimentari in particolare, o tutto?
Irene: Mah, un po' tutto, ti dirò la verità. Anche per quanto riguarda l'abbigliamento, per quanto riguarda il cibo, sicuramente al primo posto, ma anche per quanto riguarda, non so, i tessuti, una stupidaggine; le creme, le creme per il corpo, il sapone per le mani, il sapone intimo. Questo è un grandissimo shock culturale. In America, il sapone intimo… ovviamente non usano il bidet, non tutti, la maggior parte delle persone non usa il bidet, per cultura, quindi…
Davide: Altro shock.
Irene: Esatto! Quindi il sapone intimo non è così comune fra le persone. E il sapone intimo costa tantissimo. Penso che il marchio, la marca meno costosa costi sui nove dollari, mentre qui in Italia, insomma, anche due euro, un euro e cinquanta, si trova il sapone intimo, buono. Quindi quello per me è stato un grandissimo shock culturale.
Davide: Immagino, immagino di sì. Hai menzionato anche il bidet. Parlaci di questa esperienza scioccante per una persona italiana. Vabbè in realtà non è una shock, perché lo sai, però forse, comunque, è scomodo.
Irene: Io sono molto fortunata perché il mio fidanzato mi ha installato un bidet nel bagno della nostra camera da letto.
Davide: Davvero?
Irene: Sì, sono molto fortunata, anche se è strano, perché... è un getto, un po' invasivo, diciamo, non è come il nostro bidet. Quindi, insomma, anche quello è stato uno shock per me. Però, in generale, anche prima di avere questo bidet installato, ho sempre usato la vasca o la doccia. È molto difficile perché noi usiamo il bidet tante volte durante il giorno. Quindi, per me, è stato molto difficile non avere il bidet. Non solo in America, ovviamente. Tu, ad esempio, hai viaggiato tantissimo: il bidet, lo hai mai trovato nei Paesi in cui hai viaggiato?
Davide: No, generalmente no, direi. Poi non ho viaggiato così tanto, in realtà. Però sì, principalmente in Europa, anzi, quasi solo in Europa, direi, sono stato. E no, generalmente non c'è, non c'è, però sì.
Irene: Ti posso chiedere…. (so che è un attimo un cambio di argomento improvviso) ti posso chiedere in che Paesi sei stato?
Davide: Eh, sì. Sono stato… sì, principalmente in Paesi europei. Spagna, Francia, Portogallo, Inghilterra, Germania, Croazia, Polonia, Ungheria.
Irene: Wow!
Davide: Russia è stato il Paese più a Est dove sono stato. Sono stato negli Stati Uniti una volta sola, a San Francisco, e basta. Non sono mai stato in Asia, in Africa, in Sud America, in Oceania. Quindi… sì, non sono un viaggiatore così incallito, però sì, in futuro vorrei visitare anche altri continenti.
Irene: Sì, io, io neanche. Io ho viaggiato pochissimo nella mia vita e mi fa ridere perché ho visto più Stati dell'America che Stati europei.
Davide: Beh, sono comunque Stati, no?
Irene: Sì, assolutamente.
Davide: Alla fine è un continente, quindi sono degli Stati.
Irene: Sì, no, no, l'America è pazzesca. Purtroppo sono stata solo in Nord America, solo negli Stati Uniti, però è un sogno pensare di viaggiare per tutta l'America… l'America del Sud! Oddio, sarebbe veramente un sogno. Chissà, in futuro, prima superiamo gli shock culturali legati all'America del Nord.
Davide: Sì. Raccontaci!
Irene: E mi hai detto che sei stato a San Francisco e quando mi hai detto “San Francisco” ho pensato subito al vento, al forte vento.
Davide: Sì. Me lo ricordo.
Irene: Te lo ricordi?
Davide: Me lo ricordo bene. Sì, sì, sì.
Irene: E questa cosa mi ha fatto pensare a un altro shock culturale che ho avuto quando sono arrivata in America, che è quello legato all'aria condizionata. Perché, in America, in qualsiasi negozio, supermercato, posto al chiuso, c’è sempre una fortissima e un'altissima aria condizionata. Fa sempre molto freddo, ed è qualcosa a cui io, da italiana, non sono abituata. Ed è stato un po' traumatico perché entrare in un posto, per me, significava morire di freddo automaticamente. Anche d'estate.
Davide: Sì, in Italia non è così comune avere l'aria condizionata così forte. A volte in alcuni negozi sì, in alcuni, insomma, centri commerciali, forse.
Irene: Sì.
Davide: Però, sicuramente, non nelle case private. Cioè, non è comune. Io ho l'aria condizionata, ma non la metto mai molto forte, non mi piace proprio tenerla bassa. Cioè, a una temperatura bassa, voglio dire.
Irene: Sì. Ma il cambio di temperatura, fra l'esterno e l'interno, è indescrivibile. Lo senti immediatamente. Soprattutto d'estate: magari fuori ci sono 50 gradi, 55 gradi… quando eravamo in California, entravamo in un supermercato, erano, non lo so, 15?
Davide: Celsius?
Irene: Sì, Celsius. Scusa, hai ragione. Anche questo è un altro shock!
Davide: Ah, il sistema, insomma… Fahrenheit, eccetera. Non metrico, imperiale, come si chiama? Sì, imperiale.
Irene: Anche quello è stato, sì, un altro shock. Quindi sì, direi… abbiamo menzionato il bidet, i prezzi, in generale i costi delle cose, del sapone intimo, l'aria condizionata. Che altro? Il ghiaccio.
Davide: Esatto, lo menzionavi nella nostra chiacchierata prima di incominciare.
Irene: C'è questa abitudine di mettere il ghiaccio in… nella maggior parte delle bibite, ma anche nell'acqua, che trovo interessante perché in Italia non si fa. Magari troviamo il ghiaccio quando andiamo a mangiare fuori, ad esempio, forse al McDonald's, che mettono il ghiaccio nella Coca Cola…? Non lo so. Quando io ero piccola, non ci vado da vent'anni, quindi non lo so. Però, ecco… il ghiaccio, in Italia, io me lo ricordo solo al McDonald's, o magari nei cocktail, se vai…
Davide: Nei cocktail sì, o se fai aperitivo e prendi lo spritz…
Irene: Esatto.
Davide: …mettono il ghiaccio anche per mettere meno alcol, magari, o mettere meno... insomma, quello che dovrebbe comporre la bevanda, la bibita.
Irene: Infatti, non mi piace, non mi piace il ghiaccio, non mi piace quando si scioglie e rovina il drink, rovina quello che stai bevendo. E è anche poco furbo, perché come dici tu, se un bicchiere è pieno di ghiaccio, insomma, il ghiaccio occupa tanto spazio, no? Quindi c'è meno bevanda. E poi ho notato che veramente lo mettono in tutto, nell'acqua, nel tè, nella coca-cola, nei succhi di frutta, in qualsiasi cosa. Ed io non ero abituata a bere ghiaccio, quindi anche quello è stato uno shock interessante.
Davide: E invece, per quanto riguarda il cibo, noi italiani siamo molto pignoli sul cibo. Tu come ti sei trovata?
Irene: Io amo il cibo americano.
Davide: Wow, cittadinanza italiana revocata.
Irene: Va benissimo, sono d'accordo. Sono d'accordissimo. Io amo il cibo americano, ma soprattutto amo i dolci americani. Per me sono i dolci più buoni del mondo. Per me i dolci francesi, che sono fantastici, i dolci italiani, che sono molto delicati, non arriveranno mai ai dolci americani, che sono proprio come piacciono a me. Burrosi, pieni di spezie e pieni di zucchero, perché quello è il dolce. Però, devo dire che, per quanto riguarda invece il resto, io da vegetariana sono rimasta scioccata perché ho trovato pochissime possibilità di mangiare fuori un pasto vegetariano. Nella cucina americana c'è tantissima carne e la carne è praticamente ovunque. E, al di là di quelle… di quei piatti che mangiano tutti, in cui non c'è carne, ad esempio la pizza Margherita (non c'è carne, quindi la posso mangiare), però non c'è mai una variante vegetariana per i vegetariani. Mi aspettavo più varietà, più possibilità per un vegetariano, in America. E, invece, sono rimasta molto delusa.
Davide: Forse questo è anche dovuto al fatto che state in una zona un po' rurale, no, dicevi?
Irene: Sì, però… non credo, perché in realtà io ho viaggiato tanto, ho viaggiato, ho visto più di Stati.
Davide: E anche nelle grandi città fai fatica?
Irene: Sì, devo dire di sì. Sicuramente ci sono dei posti dedicati ai vegetariani o ai vegani, però… magari bisogna cercarli prima, informarsi, andarci proprio con lo scopo di mangiare vegano o mangiare vegetariano. Mentre, nei ristoranti normali, nei semplici ristoranti, le scelte per un vegano o un vegetariano sono l'insalata e spesso neanche la pasta! Ad esempio, queste fettuccine Alfredo, io le ho potute mangiare perché sono andata a cercare, in questo ristorante dove siamo andati noi, che si chiama Olive Garden, siamo andati a cercare se ci fosse il caglio, che è questa cosa che io non posso mangiare, ma… ad esempio i camerieri non sapevano se ci fosse questo ingrediente vegetariano. Quindi… bisogna fare un po' di ricerca, non ci sono...
Davide: Sono meno preparati.
Irene: Meno preparati, secondo me, sì. E, anche il sapore, in generale, delle verdure, a volte è quasi inesistente, ma dipende sempre da dove acquisti, come abbiamo detto all'inizio, se vuoi una buona qualità, devi spendere tanti soldi.
Davide: Certo, interessante. A proposito, sai che le fettuccine Alfredo sono veramente italiane, sono romane?
Irene: Ma dai!
Davide: Non so se lo sapevi. Sì, sono nate veramente… davvero in un ristorante romano. Poi, però non sono diventate famose in Italia, ma sono diventate molto famose negli Stati Uniti. Però c'è un ristorante di Roma che è sempre molto visitato, a quanto pare, da... da turisti americani. E ho sentito questa storia in un podcast. Insomma, che tratta… che si chiama DOI, denominazione di origine inventata, che tratta queste bufale sul cibo, insomma, leggende e miti sul cibo. E quindi… sì, sono effettivamente nate in Italia.
Irene: Ma pensa te!
Davide: Anche se, ogni italiano, ti dirà “no, non sono italiane, sono un'invenzione italo-americana”. Però sono, in realtà, italiane.
Irene: Ma… ti posso dire? Io le ho mangiate senza preconcetti. Ok? Senza aspettative, né positive né negative. Le ho amate, le ho trovate buonissime.
Davide: Beh, sono piene di burro, formaggio, no? Quindi a te piacciono.
Irene: Sì, a me piacciono, però, in realtà, con il formaggio ho un po' di problemi e so che anche tu hai un po' di problemi perché ho ascoltato l'episodio. Non mi piacciono i formaggi forti, decisi, stagionati. E... credo che fosse un mix di formaggi, un po' come quei formaggi che si mettono sulla pasta, che non è vero Parmigiano reggiano, ma è un mix di formaggi grattugiati, però abbastanza leggero.
Davide: Tipo cheddar, no?
Irene: Sì, ma non credo che usino il Cheddar perché è un formaggio molto chiaro. Sembra... hai presente la cacio e pepe? Prendi la cacio e pepe, però riempila di burro. Il sapore è molto simile. C'è tanto burro, quindi tanta salsa e, nella mia pasta, c'erano anche i broccoli. Potevo scegliere di mettere i broccoli. Io sono una grandissima amante dei broccoli, li mangerei anche a colazione. E l'ho trovata buonissima, quindi sono molto orgogliosa, da romana, di scoprire che, in realtà, l'origine di queste fettuccine sia…
Davide: Devi andare a vedere quel ristorante, non mi ricordo come si chiama, ma… cercheremo.
Irene: Ci andrò.
Davide: Detto questo, una dichiarazione scioccante dalla bocca di una persona nata in Italia. Chiederemo all'ambasciata di revocare il passaporto. No, scherzo.
Irene: Mannaggia!
Davide: Bene, fateci sapere se voi avete avuto shock culturali, magari in Italia o in altri Paesi. E grazie, Irene, per questa testimonianza interessante.
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Davide: Perfetto, ciao Irene e alla prossima.
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Bene, siamo arrivati alla fine. Ti voglio solo ricordare che, se ti piace Podcast Italiano Principiante, puoi lasciare un voto positivo su Spotify o su Apple Podcast. Così, altri studenti ci troveranno con più facilità. Ti ricordo che, se stai cercando materiali più avanzati, come livello, abbiamo un podcast chiamato Podcast Italiano, dove creiamo contenuti per studenti di livello intermedio e avanzato. E poi, ovviamente, anche il canale YouTube, che si chiama Podcast italiano, dove facciamo video più dedicati alla lingua italiana, alla grammatica, alla pronuncia, al lessico e molto altro. Questo è tutto. Alla prossima!
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