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Un nuovo coinquilino (storia)

Principiante
#
89

September 25, 2025

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Note e risorse

La storia di una ragazza che trova un coinquilino apparentemente perfetto, ma che nasconde un segreto pericoloso.

Scopri La Storia di Italo, il mio corso per raggiungere il livello intermedio.
Trascription

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Ciao e benvenuto o benvenuta su Podcast Italiano Principiante, un podcast per chi sa un po’ di italiano e vuole fare progressi. Oggi ti propongo una storia che parla di un coinquilino un po’ strano, un po’ inquietante. Spero ti piacerà. Come sempre, prima di cominciare, ti ricordo che troverai la trascrizione con il glossario sul nostro sito, podcastitaliano.com: queste risorse ti aiuteranno a capire perfettamente ogni parte di questa storia, ogni parola e costruzione che, magari, non conosci. Il link è nelle note di questo episodio, quindi vai a dare un’occhiata. La trascrizione è super utile, ti consiglio di usarla. Iniziamo: buon ascolto.

Scarica la versione PDF della trascrizione
Trascrizione interattiva dell'episodio

Marta ha ventotto anni e una vita, tutto sommato, tranquilla. Lavora come commessa in una profumeria nel centro di Verona, in un piccolo negozio dove vende profumi, creme e saponi biologici.

L’appartamento in cui vive è antico, grande e luminoso, con soffitti alti e finestre che danno su un cortile pieno di glicini. L’affitto, però, è un salasso: l’appartamento è troppo caro per una sola persona e, per questo motivo, Marta vuole cercare un coinquilino. La casa, infatti, ha due camere, cioè due stanze da letto, due bagni, un salotto e una cucina. È perfetta per due persone.

Allora scrive un annuncio:

Cerco un coinquilino o una coinquilina.

Una persona tranquilla, amante della natura, non fumatrice.

Pubblica l’annuncio su vari siti e, in meno di un’ora, riceve una risposta da Massimo.

“Ciao, sono Massimo Azzari.

Ho 30 anni, faccio il giardiniere e amo le piante”.

Il messaggio di Massimo è breve, ma convince subito Marta. Lei ama le piante, ma non ha il pollice verde: ogni volta che prova a prendersi cura di una pianta, si dimentica di annaffiarla! Poi la pianta si secca, muore… e Marta rimane con un grande senso di colpa.

Marta e Massimo si organizzano per incontrarsi. Decidono di fare colazione insieme, quindi si vedono in un bar vicino casa di lei. Massimo arriva puntuale, con una giacca scura e i capelli leggermente spettinati. Ha gli occhiali. È un bel ragazzo, affascinante, ma parla poco. In compenso, sorride sempre e sembra molto interessato ai racconti di Marta.

In pochi minuti, Marta gli fa tutte le domande di rito: che lavoro fa, quali sono le sue abitudini, se è una persona pulita, se esce spesso la sera. Le risposte di Massimo sono soddisfacenti: fa il giardiniere, non ha brutte abitudini, è molto pulito, e non esce quasi mai la sera.

Quando il cameriere porta il conto, Massimo paga senza dire nulla, offrendo la colazione a Marta. I due si salutano e Marta gli dice che gli farà sapere.

Due giorni dopo, Marta lo chiama.

“Pronto?”

“Pronto, ciao Massimo! Sono Marta, la ragazza che sta cercando un coinquilino. Volevo dirti che sei il candidato ideale. Se vuoi, la stanza è tua!”

“Davvero? Fantastico!”

Il giorno stesso, Massimo suona il campanello della porta alle 16 in punto. Quando Marta apre la porta, trova Massimo con tre valigie e una pianta enorme, alta più di un metro, con foglie larghe e lucide.

“Ciao Marta! Questo è Giovanni!” dice Massimo, accarezzando la sua pianta.

“Hai dato un nome alla tua pianta?” ride Marta.

“Non è una pianta. È il mio migliore amico.”

“Eheh! È bellissimo!” dice Marta, mentre allunga la mano per toccare la pianta.

“Non lo toccare!” dice Massimo.

All’inizio, la convivenza procede bene. I due si alternano per lavare i piatti, il bagno e il salotto. Massimo è ordinato, non lascia i piatti nel lavandino, non occupa troppo spazio in frigo. È bravo a cucinare e paga sempre l’affitto puntualmente.

Dopo il primo mese, però, Marta inizia a notare un’abitudine… un po’ particolare. Massimo passa ore e ore chiuso nella sua stanza a parlare con le piante. Passa la notte sveglio, spesso ride da solo, e la mattina si presenta in cucina con lo sguardo perso nel vuoto. È sempre stanco, a volte dice cose senza senso.

Una sera, Marta passa vicino alla porta della camera di Massimo. La porta è chiusa ma il legno è sottile, quindi si sente tutto. Marta sente Massimo parlare al telefono:

“È pronta. Devi stare attento, perché è pericolosa... davvero pericolosa. Ma prima ho bisogno dei soldi. Non la vedrai finché non avrò i miei soldi. E poi…”

Marta allunga il collo verso la porta, vuole capire di più. È la prima volta che sente Massimo parlare con un tono di voce così serio e spaventoso. Quasi non lo riconosce. La telefonata continua:

“Forse non hai capito. Se non mi porti subito i soldi la userò contro di te. Ti ammazzo, hai capito? Non mi sottovalutare.”

Marta trattiene il respiro. Rimane lì, nascosta, ad origliare. Massimo sta minacciando qualcuno di morte. All’improvviso Massimo attacca e si avvicina alla porta per uscire dalla stanza. Marta, sentendo i suoi passi, scappa in bagno, chiude la porta a chiave, e prende il telefono. Apre subito Google e cerca “Massimo Azzari” su internet.

Non trova niente. Nessun profilo sui social network, nessuna foto. Troppo strano: dopotutto siamo nel 2025, oggigiorno tutti lasciano tracce su internet. Marta inizia a dubitare e ad avere paura di Massimo.

Quella sera, Marta dorme nella sua stanza con la porta chiusa a chiave. La mattina dopo, si alza e si veste silenziosamente. Poi apre la porta piano piano e va in cucina per prepararsi un caffè e una colazione veloce. Apre lo sportello della credenza in cui tiene il caffè ma, quando lo richiude, Massimo è in piedi davanti a lei.

Ha lo sguardo stanco, i capelli sporchi e le occhiaie.

“Buongiorno coinquilina! Hai dormito bene?”

“Eh… eheh, sì, buongiorno a te! Sì, ho dormito bene, benissimo! Come un sasso!”

“Bene. Sono contento.”

Massimo continua a guardare Marta con uno sguardo strano.

“Stai bene, Massimo? Perché mi stai fissando?”

“Sto benissimo.”

Massimo sembra… intossicato.

“Va bene… senti, io… devo… proprio andare…” dice Marta, mentre cerca di uscire dalla cucina.

“Aspetta, aspetta, dove devi andare?”

Il tono di Massimo suona minaccioso, il suo sguardo fa venire i brividi: Marta non riesce a stare lì e a fingere di non sapere nulla, di non aver ascoltato la sua telefonata… così inizia a correre verso il bagno, dove si chiude a chiave.

Massimo la segue lentamente, e inizia a bussare e a ridere:

“Apri, Marta! Coinquilinaaaaaa…”

“Cosa vuoi, Massimo?”

“Apri subito la porta!” dice Massimo ridendo.

Vattene via!”

Massimo si innervosisce e smette di ridere. Poi tira fuori un paio di forbici dalla tasca e inizia a colpire la porta del bagno.

“Apri! Apri! Lo so che hai ascoltato la mia telefonata. Hai origliato, eh! Marta, apri!”

Marta chiama subito la sua migliore amica.

“Pronto?”

“Chiara! Aiuto! Il mio coinquilino mi vuole ammazzare!”

“Marta, arrivo subito! Ma tu chiama la polizia!”

Marta attacca e chiama subito il 190. Spiega la situazione all’agente e in pochissimo tempo sente il suono di una volante. Due uomini in divisa bussano alla porta.

“Polizia! Aprite la porta.”

Nessuna risposta.

“Polizia! Aprite la porta!”

Marta urla dal bagno: “Aiuto!”

Massimo colpisce la porta: “Stai zitta! Devi stare zitta. Ti prometto che non ti faccio niente, ma tu stai zitta!”

Marta inizia a piangere: teme che la polizia se ne andrà, credendo che la casa sia vuota.

Proprio in quel momento, però, i poliziotti buttano giù la porta con un calcio e vedono Massimo davanti alla porta del bagno, con le forbici in mano e con lo sguardo di un assassino spietato.

“Massimo Lampi?”

Massimo guarda la polizia, abbassa il capo, fa un passo verso i due poliziotti e poi, con uno scatto, corre verso la sua stanza: vuole scappare dalla finestra.

Uno degli agenti gli urla di fermarsi. Lui scavalca il davanzale della finestra, ma cade di sotto e si rompe un braccio. Gli agenti escono di corsa dal palazzo e lo bloccano. Gli mettono le manette e lo portano nella volante.

Marta esce dal bagno e li raggiunge per strada. Uno dei due poliziotti si avvicina:

“Grazie per averci aiutato a prendere il signor Lampi, signorina. Lo cerchiamo da anni. Lei sta bene?”

“Sì, sto bene, grazie a voi. Ma… non capisco… è un ricercato? Per quale crimine? È un assassino?”

“No, signorina… ma è molto pericoloso. È coinvolto nel traffico di piante esotiche vietate. Alcune sono specie protette, altre… velenose. E alcune, se ingerite o toccate, possono uccidere. Diciamo che… indirettamente… è un assassino.”

Marta rabbrividisce.

“A quanto pare doveva vendere una pianta pericolosissima a un noto assassino della città che voleva uccidere suo fratello per una questione di soldi. Grazie a Lei, abbiamo preso sia l’assassino che lo spacciatore di piante, il signor Lampi!”

“Il signor Lampi?… Ecco perché non lo trovavo su Internet. Mi ha detto di chiamarsi Massimo Azzari!”

Marta torna a casa con i poliziotti e scopre che la pianta velenosa che Massimo doveva vendere all’assassino era proprio Giovanni, la pianta che Massimo definiva “il suo migliore amico”. I poliziotti prendono la pianta e la portano in centrale. Marta, traumatizzata, decide di prendersi qualche giorno di vacanza e va a trovare sua madre.

Dopo due mesi, Marta è pronta a cercare un nuovo coinquilino. Stavolta, nell’annuncio scrive chiaramente:

Cerco persona tranquilla, ordinata, pulita, non fumatrice, che faccia un lavoro normale. No assassini.

Un giorno riceve un messaggio da Dario:

“Ciao! Sono Dario, ho 31 anni e faccio il cuoco.

Sono molto ordinato e amo pulire...”

“Mmm… un cuoco, non male!”

Marta e Dario si incontrano in un bar. Dario è sorridente, ben vestito, e parla di ricette e viaggi in giro per il mondo. Tutto procede bene, Marta gli racconta anche tutto ciò che le è successo con Massimo. Dario si mostra molto empatico, fino a quando, mentre sorseggia il caffè, tira fuori una valigetta. La apre e, ridendo, dice a Marta:

“Comunque, come ogni cuoco… porto sempre con me la mia collezione di coltelli. Guarda… ti piacciono? Li uso per… uccidere le persone!”

Marta lo fissa per due secondi, poi posa il suo caffè sul tavolo, si alza e dice: “Senti, io devo proprio andare… la stanza non è più disponibile.”

“Marta, aspetta! Sto giocando! Nell'annuncio hai scritto “no assassini”, volevo solo fare una battuta… ”

“Senti, sarai pure un bravo cuoco, ma sei un pessimo comico!” dice Marta prima di andarsene, lasciando Dario con il conto da pagare e il caffè ormai freddo.

La storia di oggi finisce qui. Ti è piaciuta? Fammelo sapere con un commento. E fammi anche sapere se tu vivi con un coinquilino o con una coinquilina, come si chiama e come ti trovi a vivere con lui o con lei. Apprezzo tanto i vostri commenti, mi piace moltissimo leggerli e rispondervi! Quindi li aspetto, va bene? Allora ti saluto, e ti ricordo che, se vuoi, puoi lasciare una valutazione al nostro podcast, sia su Spotify che sulle altre piattaforme che usi per ascoltarci. Se ti va, valuta il nostro podcast con 5 stelle. Grazie mille e a giovedì prossimo, ciao!

Ciao e benvenuto o benvenuta su Podcast Italiano Principiante, un podcast per chi sa un po’ di italiano e vuole fare progressi. Oggi ti propongo una storia che parla di un coinquilino un po’ strano, un po’ inquietante. Spero ti piacerà. Come sempre, prima di cominciare, ti ricordo che troverai la trascrizione con il glossario sul nostro sito, podcastitaliano.com: queste risorse ti aiuteranno a capire perfettamente ogni parte di questa storia, ogni parola e costruzione che, magari, non conosci. Il link è nelle note di questo episodio, quindi vai a dare un’occhiata. La trascrizione è super utile, ti consiglio di usarla. Iniziamo: buon ascolto.

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Trascrizione interattiva dell'episodio

Marta ha ventotto anni e una vita, tutto sommato, tranquilla. Lavora come commessa in una profumeria nel centro di Verona, in un piccolo negozio dove vende profumi, creme e saponi biologici.

L’appartamento in cui vive è antico, grande e luminoso, con soffitti alti e finestre che danno su un cortile pieno di glicini. L’affitto, però, è un salasso: l’appartamento è troppo caro per una sola persona e, per questo motivo, Marta vuole cercare un coinquilino. La casa, infatti, ha due camere, cioè due stanze da letto, due bagni, un salotto e una cucina. È perfetta per due persone.

Allora scrive un annuncio:

Cerco un coinquilino o una coinquilina.

Una persona tranquilla, amante della natura, non fumatrice.

Pubblica l’annuncio su vari siti e, in meno di un’ora, riceve una risposta da Massimo.

“Ciao, sono Massimo Azzari.

Ho 30 anni, faccio il giardiniere e amo le piante”.

Il messaggio di Massimo è breve, ma convince subito Marta. Lei ama le piante, ma non ha il pollice verde: ogni volta che prova a prendersi cura di una pianta, si dimentica di annaffiarla! Poi la pianta si secca, muore… e Marta rimane con un grande senso di colpa.

Marta e Massimo si organizzano per incontrarsi. Decidono di fare colazione insieme, quindi si vedono in un bar vicino casa di lei. Massimo arriva puntuale, con una giacca scura e i capelli leggermente spettinati. Ha gli occhiali. È un bel ragazzo, affascinante, ma parla poco. In compenso, sorride sempre e sembra molto interessato ai racconti di Marta.

In pochi minuti, Marta gli fa tutte le domande di rito: che lavoro fa, quali sono le sue abitudini, se è una persona pulita, se esce spesso la sera. Le risposte di Massimo sono soddisfacenti: fa il giardiniere, non ha brutte abitudini, è molto pulito, e non esce quasi mai la sera.

Quando il cameriere porta il conto, Massimo paga senza dire nulla, offrendo la colazione a Marta. I due si salutano e Marta gli dice che gli farà sapere.

Due giorni dopo, Marta lo chiama.

“Pronto?”

“Pronto, ciao Massimo! Sono Marta, la ragazza che sta cercando un coinquilino. Volevo dirti che sei il candidato ideale. Se vuoi, la stanza è tua!”

“Davvero? Fantastico!”

Il giorno stesso, Massimo suona il campanello della porta alle 16 in punto. Quando Marta apre la porta, trova Massimo con tre valigie e una pianta enorme, alta più di un metro, con foglie larghe e lucide.

“Ciao Marta! Questo è Giovanni!” dice Massimo, accarezzando la sua pianta.

“Hai dato un nome alla tua pianta?” ride Marta.

“Non è una pianta. È il mio migliore amico.”

“Eheh! È bellissimo!” dice Marta, mentre allunga la mano per toccare la pianta.

“Non lo toccare!” dice Massimo.

All’inizio, la convivenza procede bene. I due si alternano per lavare i piatti, il bagno e il salotto. Massimo è ordinato, non lascia i piatti nel lavandino, non occupa troppo spazio in frigo. È bravo a cucinare e paga sempre l’affitto puntualmente.

Dopo il primo mese, però, Marta inizia a notare un’abitudine… un po’ particolare. Massimo passa ore e ore chiuso nella sua stanza a parlare con le piante. Passa la notte sveglio, spesso ride da solo, e la mattina si presenta in cucina con lo sguardo perso nel vuoto. È sempre stanco, a volte dice cose senza senso.

Una sera, Marta passa vicino alla porta della camera di Massimo. La porta è chiusa ma il legno è sottile, quindi si sente tutto. Marta sente Massimo parlare al telefono:

“È pronta. Devi stare attento, perché è pericolosa... davvero pericolosa. Ma prima ho bisogno dei soldi. Non la vedrai finché non avrò i miei soldi. E poi…”

Marta allunga il collo verso la porta, vuole capire di più. È la prima volta che sente Massimo parlare con un tono di voce così serio e spaventoso. Quasi non lo riconosce. La telefonata continua:

“Forse non hai capito. Se non mi porti subito i soldi la userò contro di te. Ti ammazzo, hai capito? Non mi sottovalutare.”

Marta trattiene il respiro. Rimane lì, nascosta, ad origliare. Massimo sta minacciando qualcuno di morte. All’improvviso Massimo attacca e si avvicina alla porta per uscire dalla stanza. Marta, sentendo i suoi passi, scappa in bagno, chiude la porta a chiave, e prende il telefono. Apre subito Google e cerca “Massimo Azzari” su internet.

Non trova niente. Nessun profilo sui social network, nessuna foto. Troppo strano: dopotutto siamo nel 2025, oggigiorno tutti lasciano tracce su internet. Marta inizia a dubitare e ad avere paura di Massimo.

Quella sera, Marta dorme nella sua stanza con la porta chiusa a chiave. La mattina dopo, si alza e si veste silenziosamente. Poi apre la porta piano piano e va in cucina per prepararsi un caffè e una colazione veloce. Apre lo sportello della credenza in cui tiene il caffè ma, quando lo richiude, Massimo è in piedi davanti a lei.

Ha lo sguardo stanco, i capelli sporchi e le occhiaie.

“Buongiorno coinquilina! Hai dormito bene?”

“Eh… eheh, sì, buongiorno a te! Sì, ho dormito bene, benissimo! Come un sasso!”

“Bene. Sono contento.”

Massimo continua a guardare Marta con uno sguardo strano.

“Stai bene, Massimo? Perché mi stai fissando?”

“Sto benissimo.”

Massimo sembra… intossicato.

“Va bene… senti, io… devo… proprio andare…” dice Marta, mentre cerca di uscire dalla cucina.

“Aspetta, aspetta, dove devi andare?”

Il tono di Massimo suona minaccioso, il suo sguardo fa venire i brividi: Marta non riesce a stare lì e a fingere di non sapere nulla, di non aver ascoltato la sua telefonata… così inizia a correre verso il bagno, dove si chiude a chiave.

Massimo la segue lentamente, e inizia a bussare e a ridere:

“Apri, Marta! Coinquilinaaaaaa…”

“Cosa vuoi, Massimo?”

“Apri subito la porta!” dice Massimo ridendo.

Vattene via!”

Massimo si innervosisce e smette di ridere. Poi tira fuori un paio di forbici dalla tasca e inizia a colpire la porta del bagno.

“Apri! Apri! Lo so che hai ascoltato la mia telefonata. Hai origliato, eh! Marta, apri!”

Marta chiama subito la sua migliore amica.

“Pronto?”

“Chiara! Aiuto! Il mio coinquilino mi vuole ammazzare!”

“Marta, arrivo subito! Ma tu chiama la polizia!”

Marta attacca e chiama subito il 190. Spiega la situazione all’agente e in pochissimo tempo sente il suono di una volante. Due uomini in divisa bussano alla porta.

“Polizia! Aprite la porta.”

Nessuna risposta.

“Polizia! Aprite la porta!”

Marta urla dal bagno: “Aiuto!”

Massimo colpisce la porta: “Stai zitta! Devi stare zitta. Ti prometto che non ti faccio niente, ma tu stai zitta!”

Marta inizia a piangere: teme che la polizia se ne andrà, credendo che la casa sia vuota.

Proprio in quel momento, però, i poliziotti buttano giù la porta con un calcio e vedono Massimo davanti alla porta del bagno, con le forbici in mano e con lo sguardo di un assassino spietato.

“Massimo Lampi?”

Massimo guarda la polizia, abbassa il capo, fa un passo verso i due poliziotti e poi, con uno scatto, corre verso la sua stanza: vuole scappare dalla finestra.

Uno degli agenti gli urla di fermarsi. Lui scavalca il davanzale della finestra, ma cade di sotto e si rompe un braccio. Gli agenti escono di corsa dal palazzo e lo bloccano. Gli mettono le manette e lo portano nella volante.

Marta esce dal bagno e li raggiunge per strada. Uno dei due poliziotti si avvicina:

“Grazie per averci aiutato a prendere il signor Lampi, signorina. Lo cerchiamo da anni. Lei sta bene?”

“Sì, sto bene, grazie a voi. Ma… non capisco… è un ricercato? Per quale crimine? È un assassino?”

“No, signorina… ma è molto pericoloso. È coinvolto nel traffico di piante esotiche vietate. Alcune sono specie protette, altre… velenose. E alcune, se ingerite o toccate, possono uccidere. Diciamo che… indirettamente… è un assassino.”

Marta rabbrividisce.

“A quanto pare doveva vendere una pianta pericolosissima a un noto assassino della città che voleva uccidere suo fratello per una questione di soldi. Grazie a Lei, abbiamo preso sia l’assassino che lo spacciatore di piante, il signor Lampi!”

“Il signor Lampi?… Ecco perché non lo trovavo su Internet. Mi ha detto di chiamarsi Massimo Azzari!”

Marta torna a casa con i poliziotti e scopre che la pianta velenosa che Massimo doveva vendere all’assassino era proprio Giovanni, la pianta che Massimo definiva “il suo migliore amico”. I poliziotti prendono la pianta e la portano in centrale. Marta, traumatizzata, decide di prendersi qualche giorno di vacanza e va a trovare sua madre.

Dopo due mesi, Marta è pronta a cercare un nuovo coinquilino. Stavolta, nell’annuncio scrive chiaramente:

Cerco persona tranquilla, ordinata, pulita, non fumatrice, che faccia un lavoro normale. No assassini.

Un giorno riceve un messaggio da Dario:

“Ciao! Sono Dario, ho 31 anni e faccio il cuoco.

Sono molto ordinato e amo pulire...”

“Mmm… un cuoco, non male!”

Marta e Dario si incontrano in un bar. Dario è sorridente, ben vestito, e parla di ricette e viaggi in giro per il mondo. Tutto procede bene, Marta gli racconta anche tutto ciò che le è successo con Massimo. Dario si mostra molto empatico, fino a quando, mentre sorseggia il caffè, tira fuori una valigetta. La apre e, ridendo, dice a Marta:

“Comunque, come ogni cuoco… porto sempre con me la mia collezione di coltelli. Guarda… ti piacciono? Li uso per… uccidere le persone!”

Marta lo fissa per due secondi, poi posa il suo caffè sul tavolo, si alza e dice: “Senti, io devo proprio andare… la stanza non è più disponibile.”

“Marta, aspetta! Sto giocando! Nell'annuncio hai scritto “no assassini”, volevo solo fare una battuta… ”

“Senti, sarai pure un bravo cuoco, ma sei un pessimo comico!” dice Marta prima di andarsene, lasciando Dario con il conto da pagare e il caffè ormai freddo.

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