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Il LATINO che si usa in italiano

May 25, 2025

Note e risorse

In questo video ci focalizzeremo sui latinismi in italiano, ovvero quelle parole latine che sono entrate nell'italiano moderno senza modifiche. Vedremo i significati dei latinismi più comuni, i contesti in cui è opportuno usarli e rifletteremo sul ruolo del latino nell'italiano di oggi.

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Trascrizione e glossario sul Podcast Italiano Club (livello di bronzo).

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Una tantum qui su Podcast Italiano ci occuperemo di parole ed espressioni non proprio italiane ma latine, alias latinismi. Noi italiani li usiamo molto spesso anche nella vita di tutti i giorni. Ergo, ho pensato di fare un video ad hoc, un vademecum delle espressioni e parole latine che, de facto, fanno parte del vocabolario italiano. Mi auguro che ti piaccia, e che non lo guarderai obtorto collo. E se non ti piace… beh, de gustibus.

Trascrizione e glossario sul Podcast Italiano Club

Oddio, che succede? Sono impazzito? Sono su Podcast Italiano o su Podcast Latino? Sono nel 2025 o nel 225 dopo Cristo? Niente panico, volevi darti un esempio di come parlerei se volessi infarcire il mio discorso di parole ed espressioni latine, magari per darmi un tono, magari per sembrare più colto o per dare una sfumatura di antico e di solenne all’incipit di questo video. Ma non è solo un gioco: conoscere i latinismi ha la sua utilità, perché in italiano si usano, specie nella lingua scritta e nella lingua di un certo livello. E saperli usare, cum grano salis, ti farà fare bella figura con gli italiani. Dunque, guarda questo video.

Io mi chiamo Davide, questo è Podcast Italiano, un canale per chi impara o ama l’italiano. Attiva i sottotitoli se ne hai bisogno. Trovi la trascrizione integrale, in toto, sul mio sito. E poi, come sempre, ho preparato un PDF, una una specie di riassunto, di summa di tutto quello che dico, con esempi, esercizi etcetera. Perché, ricorda, verba volant, scripta manent. Puoi scaricarlo al link in descrizione, oppure scansionando questo codice QR. Leggilo, rileggilo, fai gli esercizi che prepariamo per te, perché, come dicevano i latini, repetita iuvant, ripetere aiuta!

Come spesso ripetiamo su questo canale, il latino è stato per lungo tempo la lingua delle leggi, della giustizia, dell’amministrazione pubblica, della religione, della letteratura e della comunicazione scientifica internazionale: insomma, una vera lingua franca, almeno dell’Occidente, un po’ come, mutatis mutandis, l’inglese oggi. Pensa che, fino al Settecento, il latino era parlato normalmente da studenti e professori nelle scuole e nelle università, e ancora nel Novecento alcuni convegni scientifici si svolgevano in latino. In Italia, poi, ancora oggi, gli adolescenti studiano il latino al liceo per ben cinque anni. Anch’io l’ho studiato. Il latino ha, dunque, continuato a esercitare nei secoli un fortissimo influsso culturale sull’italiano e sulle altre lingue romanze che, nel frattempo, si stavano formando. Studiarlo è sempre stato considerato una conditio sine qua non, una condizione fondamentale per essere considerati persone di cultura e far parte delle élite culturali.

Ma che cos’è esattamente un latinismo? Lato sensu, un latinismo è una parola della lingua latina che, per un lungo periodo, mentre la lingua italiana si stava formando, non è stata usata nella lingua parlata, e che invece è entrata nell’italiano soltanto dopo, in un secondo momento, quando è stata ripresa da testi latini, da libri, da modelli scritti, quindi non per via non popolare ma, al contrario, per via colta, attraverso i libri, appunto.

Come abbiamo visto in un video che ho fatto qualche anno fa, alcuni di questi latinismi sono stati adattati alle regole della grammatica e della pronuncia italiana. Si chiamano anche “cultismi”, parole colte, o dotte, e di fatto solo chi sa un po’ di linguistica li sa riconoscere perché, de facto, sono parole del tutto italiane, che hanno il suono e l’aspetto italiano, per esempio “problema”, “sostanza”, “causa”, “pensare”, “immagine”, la stessa parola “Italia”, ma… moltissime altre, che sono entrate in italiano in varie epoche. Ne ho parlato in questo video, se ti interessa l’argomento.

Ma, oltre a queste parole, che sono, appunto, italiane, sono indistinguibili da altre parole italiane per la persona comune, ci sono latinismi che si usano esattamente nella loro forma originaria, latina: praticamente parole e locuzioni latine, che non sono state adattate alle regole dell’italiano, e che chiunque riconosce come latine perché hanno una forma abbastanza particolare. Ed è di queste che parleremo oggi.

Ma prima di vederne alcune, perché noi italiani le usiamo così tanto? Cui prodest?

Beh, in alcuni casi si usano perché sono utili. Ad esempio, è molto comodo dire “il mio ex” piuttosto che “il mio precedente partner”, o in generale usare “ex” di fronte a nomi: ex-capo, ex-collega, ex-presidente. Ed è più pratico, per esempio, dire “ho avuto un lapsus” piuttosto che “ho fatto un errore risultante da una sostituzione, trasposizione od omissione involontaria di una parola”. Insomma, si usano perché fanno comodo, a volte, un po’ come i prestiti dall’inglese o da qualsiasi altra lingua.

In altri casi, il latinismo si è fissato, si è cristallizzato come forma standard di un certo linguaggio specialistico: in economia si parla di reddito pro capite (in questa forma, non “per capita”, come in inglese), cioè reddito “a persona”, per persona; in medicina si parla di esame post mortem, “dopo la morte”; nel linguaggio amministrativo si parla di iter burocratico, ovvero “percorso, itinerario“. Ma forse sto esagerando con gli esempi, mea culpa… o forse no. Perché forse, come dicevano i latini, melius abundare quam deficere, meglio abbondare che far mancare.

Ma è vero questo, è sempre meglio abbondare? Infatti, quando i latinismi nel discorso diventano troppi, il loro uso non ha più a che fare con ragioni pratiche, ma piuttosto con la vanità del parlante. Chi infarcisce il proprio discorso di latinismi a volte lo fa semplicemente per sembrare più colto, brillante, per far vedere che è istruito, spesso ha una formazione classica, e quindi è esperto di quella cultura di cui parlavo prima, quella cultura classica, umanistica, che è così importante in Italia e che, per secoli, ha formato le élite del nostro Paese. Il rischio di esprimersi così è di finire nel cosiddetto “pedantesco”, la lingua del “pedante”. La mia lingua. No, scherzo! “Pedante”, tra l’altro, era anche un fortunato personaggio della commedia italiana che nasce nel Cinquecento come caricatura dell’intellettuale pieno di sé e sempre occupato a spiegare cose agli altri (ps, cioè post scriptum, dal latino anche questo: spiegare cose che non fregano minimamente agli altri). Ascolta come parla, ad esempio, Manfurio, il personaggio pedante della commedia intitolata Candelaio scritta da Giordano Bruno nel 1582:

O buttati indarno i miei dictati, li quali nel mio almo minervale gimnasio, excerpendoli dall'acumine del mio Marte, ti ho fatti nelle candide pagine, col calamo […] intincto, exarare! buttati dico, incassum cum sit, ché a tempo e loco, eorum servata ratione, servirtene non sai.

Eh??? Ci hai capito qualcosa? Nemmeno io. Ora, questa è una parodia, ovviamente, ma l’obiettivo di chi parla usando tanti latinismi è proprio mettersi in mostra, non farsi capire. La raccomandazione è, quindi, usare, sì, i latinismi, se ci piacciono o se ci servono, ma cum grano salis, con un granello di sale, cioè con moderazione. Dopo tutto, in medio stat virtus, la virtù sta nel mezzo.

Per darti alcuni esempi di un uso moderato e preciso dei latinismi, vediamo insieme qualche clip. Partiamo dall’espressione ad hoc, che in latino vuol dire “per questo”, ad hoc. È un latinismo molto usato in italiano, anche nella lingua di tutti i giorni, che significa “pensato per questo scopo, per questo fine, per questo obiettivo”.

E per quanto riguarda i virus, anche lì, avremo la possibilità di sviluppare dei virus ad hoc per combattere un certo tipo di batteri.

Ad hoc è l’espressione usata per significare che una persona, un oggetto, un mezzo, o perfino un virus, sono proprio quelli adatti al caso, sono pensati appositamente a uno scopo specifico. Per esempio: “per ogni video creo un PDF ad hoc” oppure “la nostra azienda ha progettato un algoritmo ad hoc per analizzare questi dati.”

Poi, la seconda espressione è in extremis.

Condannato a morte, ottenne la grazia in extremis, quando già si trovava sul patibolo.

Nel video, il momento “ultimo” a cui ci si riferisce è quello della vita, momento prima di morire. Di fatto in extremis si usa spesso con il significato di “in punto di morte”, ad esempio quando si dice pentirsi in extremis, o fare testamento in extremis. Con un significato più ampio, in extremis può essere usato per indicare non l’ultimo momento della vita, ma di qualcos’altro: “l’Inter ha evitato la sconfitta grazie a un gol in extremis” cioè segnato negli ultimi minuti della partita.

Un altro latinismo molto usato è modus operandi, che vuol dire “maniera di fare, di agire, di procedere”, sia in senso generico sia nell’ambito di una determinata attività:

Il modus operandi dei fascisti era sempre lo stesso: le squadracce si muovevano a bordo dei camion che erano muniti di mitragliatrici, bombe a mano e persino cannoni e si dirigevano verso i municipi e i sindacati socialisti.

E terminiamo questo excursus, questa breve trattazione, con un latinismo che probabilmente c’è anche nella tua lingua, ovvero status quo, che significa “la situazione attuale, così com’è ora, nel presente”.

Tuttavia la paura tende, anche qui per ragioni biologiche, a difendere lo status quo, cioè non ha una visione di lungo periodo.

A questo punto ti propongo un breve quiz finale. Ti presenterò delle frasi tratte da giornali italiani, dalle quali ho tolto un’espressione latina. Il tuo compito sarà individuare il latinismo corretto per riempire lo spazio vuoto. Vediamo se il tuo intuito è abbastanza sviluppato, o magari li sai già e dunque puoi già fregiarti del titolo di pedante.

  1. La prima frase è:

"Il nuovo governo ha promesso di fare _______ delle vecchie politiche economiche."

  1. hic et nunc
  2. tabula rasa
  3. do ut des

La risposta corretta è B, “tabula rasa”. Fare tabula rasa significa “cancellare tutto quello che è stato fatto prima e ripartire da zero, da capo”. Questo perché i romani, dopo aver scritto su una tavoletta, cancellavano il contenuto per ricominciare a scrivere: tabula rasa.

Hic et nunc, invece, significa “qui ed ora” è un’espressione che sa chi ha studiato la filosofia, ma si può impiegare anche, per esempio, per indicare un'azione che deve essere eseguita subito, senza aspettare. Ad esempio, in un articolo si legge: "La situazione richiede una risposta hic et nunc”, cioè senza indugi, senza aspettare.

Do ut des, invece, significa, letteralmente, “do a te perché tu dia a me”, e si usa a proposito di favori che si fanno quando vogliamo ricevere qualcosa in cambio di quel favore. Ad esempio, in un articolo, si legge: “La diplomazia ha lavorato per ottenere un do ut des”.

  1. Bene, ora vediamo questa:

"La città è stata ricostruita _______ dopo il terremoto."

a. aut aut

b. mea culpa

c. ex novo

La risposta corretta è C, ex novo, che significa “di nuovo, dall’inizio, daccapo”.

Aut aut, invece, può essere tradotto letteralmente “o ... o…”, e significa “o questo o quello”, “o così o cosà”. Mettere, porre o imporre un aut aut vuol dire “mettere qualcuno davanti a un’alternativa, obbligandolo a scegliere”: o A o B. Attenzione a non scriverlo come se fosse un’espressione inglese, come fanno alcuni italiani. Brutta cosa.

Mea culpa, infine, è l’espressione usata per riconoscere la propria colpa, la propria responsabilità. Deriva dalla liturgia  cattolica.

  1. Chiudiamo con un’ultima frase:

“Questa torta è davvero squisita. Penso proprio farò un _______”

  1. ultimatum
  2. bis
  3. idem

La risposta corretta è “bis”! A tavola, fare il bis, vuol dire “prendere una seconda porzione di un piatto”. Ma “bis” significa, letteralmente, “due volte”. Credo tu lo sappia. Per esempio, è l’esclamazione con cui negli spettacoli e ai concerti il pubblico chiede una nuova esibizione dell’artista, il quale, solitamente, fa il bis o concede il bis.

Ultimatum, invece, penso tu lo conosca, sarebbe un “ultimo avviso”.

E, per finire, idem,bè una parolina molto usata nel linguaggio colloquiale, che usiamo con il significato di “uguale”, “la penso come te”, “sono d’accordo con te”, per esempio:

  • Le scuse di Maria non mi hanno convinto.
  • Idem, la penso come te (cioè “non hanno convinto nemmeno me, sono d’accordo con te”: idem).

Potrei continuare questa lista molto a lungo ma tempus fugit, il tempo fugge. Ed è per questo che ci fermiamo qui, ma non senza prima farti l’esortazione in latino forse più famosa: carpe diem, “cogli il giorno (presente)”, parole con cui Orazio nelle sue Odi esorta a godere dei beni che la vita ci offre ogni giorno, anche se sono pochi, come questa manciata di latinismi che contribuiranno ad arricchire il tuo vocabolario in italiano, a renderlo più raffinato e colto. Così anche te puoi tirartela quando parli italiano! Vuoi scoprirne altri? Scarica il PDF, dove ne troverai altri che qui non ho potuto menzionare per motivi di tempo.

Ah, e fammi sapere, conoscevi tutte queste parole ed espressioni latine? E nelle tua lingua, quali sono i latinismi più frequenti? Quali sono, anche, i tuoi preferiti? Fammi sapere in un commento.

Ci vediamo al prossimo video e… ad maiora! O… per aspera ad astra…?

Una tantum qui su Podcast Italiano ci occuperemo di parole ed espressioni non proprio italiane ma latine, alias latinismi. Noi italiani li usiamo molto spesso anche nella vita di tutti i giorni. Ergo, ho pensato di fare un video ad hoc, un vademecum delle espressioni e parole latine che, de facto, fanno parte del vocabolario italiano. Mi auguro che ti piaccia, e che non lo guarderai obtorto collo. E se non ti piace… beh, de gustibus.

Trascrizione e glossario sul Podcast Italiano Club

Oddio, che succede? Sono impazzito? Sono su Podcast Italiano o su Podcast Latino? Sono nel 2025 o nel 225 dopo Cristo? Niente panico, volevi darti un esempio di come parlerei se volessi infarcire il mio discorso di parole ed espressioni latine, magari per darmi un tono, magari per sembrare più colto o per dare una sfumatura di antico e di solenne all’incipit di questo video. Ma non è solo un gioco: conoscere i latinismi ha la sua utilità, perché in italiano si usano, specie nella lingua scritta e nella lingua di un certo livello. E saperli usare, cum grano salis, ti farà fare bella figura con gli italiani. Dunque, guarda questo video.

Io mi chiamo Davide, questo è Podcast Italiano, un canale per chi impara o ama l’italiano. Attiva i sottotitoli se ne hai bisogno. Trovi la trascrizione integrale, in toto, sul mio sito. E poi, come sempre, ho preparato un PDF, una una specie di riassunto, di summa di tutto quello che dico, con esempi, esercizi etcetera. Perché, ricorda, verba volant, scripta manent. Puoi scaricarlo al link in descrizione, oppure scansionando questo codice QR. Leggilo, rileggilo, fai gli esercizi che prepariamo per te, perché, come dicevano i latini, repetita iuvant, ripetere aiuta!

Come spesso ripetiamo su questo canale, il latino è stato per lungo tempo la lingua delle leggi, della giustizia, dell’amministrazione pubblica, della religione, della letteratura e della comunicazione scientifica internazionale: insomma, una vera lingua franca, almeno dell’Occidente, un po’ come, mutatis mutandis, l’inglese oggi. Pensa che, fino al Settecento, il latino era parlato normalmente da studenti e professori nelle scuole e nelle università, e ancora nel Novecento alcuni convegni scientifici si svolgevano in latino. In Italia, poi, ancora oggi, gli adolescenti studiano il latino al liceo per ben cinque anni. Anch’io l’ho studiato. Il latino ha, dunque, continuato a esercitare nei secoli un fortissimo influsso culturale sull’italiano e sulle altre lingue romanze che, nel frattempo, si stavano formando. Studiarlo è sempre stato considerato una conditio sine qua non, una condizione fondamentale per essere considerati persone di cultura e far parte delle élite culturali.

Ma che cos’è esattamente un latinismo? Lato sensu, un latinismo è una parola della lingua latina che, per un lungo periodo, mentre la lingua italiana si stava formando, non è stata usata nella lingua parlata, e che invece è entrata nell’italiano soltanto dopo, in un secondo momento, quando è stata ripresa da testi latini, da libri, da modelli scritti, quindi non per via non popolare ma, al contrario, per via colta, attraverso i libri, appunto.

Come abbiamo visto in un video che ho fatto qualche anno fa, alcuni di questi latinismi sono stati adattati alle regole della grammatica e della pronuncia italiana. Si chiamano anche “cultismi”, parole colte, o dotte, e di fatto solo chi sa un po’ di linguistica li sa riconoscere perché, de facto, sono parole del tutto italiane, che hanno il suono e l’aspetto italiano, per esempio “problema”, “sostanza”, “causa”, “pensare”, “immagine”, la stessa parola “Italia”, ma… moltissime altre, che sono entrate in italiano in varie epoche. Ne ho parlato in questo video, se ti interessa l’argomento.

Ma, oltre a queste parole, che sono, appunto, italiane, sono indistinguibili da altre parole italiane per la persona comune, ci sono latinismi che si usano esattamente nella loro forma originaria, latina: praticamente parole e locuzioni latine, che non sono state adattate alle regole dell’italiano, e che chiunque riconosce come latine perché hanno una forma abbastanza particolare. Ed è di queste che parleremo oggi.

Ma prima di vederne alcune, perché noi italiani le usiamo così tanto? Cui prodest?

Beh, in alcuni casi si usano perché sono utili. Ad esempio, è molto comodo dire “il mio ex” piuttosto che “il mio precedente partner”, o in generale usare “ex” di fronte a nomi: ex-capo, ex-collega, ex-presidente. Ed è più pratico, per esempio, dire “ho avuto un lapsus” piuttosto che “ho fatto un errore risultante da una sostituzione, trasposizione od omissione involontaria di una parola”. Insomma, si usano perché fanno comodo, a volte, un po’ come i prestiti dall’inglese o da qualsiasi altra lingua.

In altri casi, il latinismo si è fissato, si è cristallizzato come forma standard di un certo linguaggio specialistico: in economia si parla di reddito pro capite (in questa forma, non “per capita”, come in inglese), cioè reddito “a persona”, per persona; in medicina si parla di esame post mortem, “dopo la morte”; nel linguaggio amministrativo si parla di iter burocratico, ovvero “percorso, itinerario“. Ma forse sto esagerando con gli esempi, mea culpa… o forse no. Perché forse, come dicevano i latini, melius abundare quam deficere, meglio abbondare che far mancare.

Ma è vero questo, è sempre meglio abbondare? Infatti, quando i latinismi nel discorso diventano troppi, il loro uso non ha più a che fare con ragioni pratiche, ma piuttosto con la vanità del parlante. Chi infarcisce il proprio discorso di latinismi a volte lo fa semplicemente per sembrare più colto, brillante, per far vedere che è istruito, spesso ha una formazione classica, e quindi è esperto di quella cultura di cui parlavo prima, quella cultura classica, umanistica, che è così importante in Italia e che, per secoli, ha formato le élite del nostro Paese. Il rischio di esprimersi così è di finire nel cosiddetto “pedantesco”, la lingua del “pedante”. La mia lingua. No, scherzo! “Pedante”, tra l’altro, era anche un fortunato personaggio della commedia italiana che nasce nel Cinquecento come caricatura dell’intellettuale pieno di sé e sempre occupato a spiegare cose agli altri (ps, cioè post scriptum, dal latino anche questo: spiegare cose che non fregano minimamente agli altri). Ascolta come parla, ad esempio, Manfurio, il personaggio pedante della commedia intitolata Candelaio scritta da Giordano Bruno nel 1582:

O buttati indarno i miei dictati, li quali nel mio almo minervale gimnasio, excerpendoli dall'acumine del mio Marte, ti ho fatti nelle candide pagine, col calamo […] intincto, exarare! buttati dico, incassum cum sit, ché a tempo e loco, eorum servata ratione, servirtene non sai.

Eh??? Ci hai capito qualcosa? Nemmeno io. Ora, questa è una parodia, ovviamente, ma l’obiettivo di chi parla usando tanti latinismi è proprio mettersi in mostra, non farsi capire. La raccomandazione è, quindi, usare, sì, i latinismi, se ci piacciono o se ci servono, ma cum grano salis, con un granello di sale, cioè con moderazione. Dopo tutto, in medio stat virtus, la virtù sta nel mezzo.

Per darti alcuni esempi di un uso moderato e preciso dei latinismi, vediamo insieme qualche clip. Partiamo dall’espressione ad hoc, che in latino vuol dire “per questo”, ad hoc. È un latinismo molto usato in italiano, anche nella lingua di tutti i giorni, che significa “pensato per questo scopo, per questo fine, per questo obiettivo”.

E per quanto riguarda i virus, anche lì, avremo la possibilità di sviluppare dei virus ad hoc per combattere un certo tipo di batteri.

Ad hoc è l’espressione usata per significare che una persona, un oggetto, un mezzo, o perfino un virus, sono proprio quelli adatti al caso, sono pensati appositamente a uno scopo specifico. Per esempio: “per ogni video creo un PDF ad hoc” oppure “la nostra azienda ha progettato un algoritmo ad hoc per analizzare questi dati.”

Poi, la seconda espressione è in extremis.

Condannato a morte, ottenne la grazia in extremis, quando già si trovava sul patibolo.

Nel video, il momento “ultimo” a cui ci si riferisce è quello della vita, momento prima di morire. Di fatto in extremis si usa spesso con il significato di “in punto di morte”, ad esempio quando si dice pentirsi in extremis, o fare testamento in extremis. Con un significato più ampio, in extremis può essere usato per indicare non l’ultimo momento della vita, ma di qualcos’altro: “l’Inter ha evitato la sconfitta grazie a un gol in extremis” cioè segnato negli ultimi minuti della partita.

Un altro latinismo molto usato è modus operandi, che vuol dire “maniera di fare, di agire, di procedere”, sia in senso generico sia nell’ambito di una determinata attività:

Il modus operandi dei fascisti era sempre lo stesso: le squadracce si muovevano a bordo dei camion che erano muniti di mitragliatrici, bombe a mano e persino cannoni e si dirigevano verso i municipi e i sindacati socialisti.

E terminiamo questo excursus, questa breve trattazione, con un latinismo che probabilmente c’è anche nella tua lingua, ovvero status quo, che significa “la situazione attuale, così com’è ora, nel presente”.

Tuttavia la paura tende, anche qui per ragioni biologiche, a difendere lo status quo, cioè non ha una visione di lungo periodo.

A questo punto ti propongo un breve quiz finale. Ti presenterò delle frasi tratte da giornali italiani, dalle quali ho tolto un’espressione latina. Il tuo compito sarà individuare il latinismo corretto per riempire lo spazio vuoto. Vediamo se il tuo intuito è abbastanza sviluppato, o magari li sai già e dunque puoi già fregiarti del titolo di pedante.

  1. La prima frase è:

"Il nuovo governo ha promesso di fare _______ delle vecchie politiche economiche."

  1. hic et nunc
  2. tabula rasa
  3. do ut des

La risposta corretta è B, “tabula rasa”. Fare tabula rasa significa “cancellare tutto quello che è stato fatto prima e ripartire da zero, da capo”. Questo perché i romani, dopo aver scritto su una tavoletta, cancellavano il contenuto per ricominciare a scrivere: tabula rasa.

Hic et nunc, invece, significa “qui ed ora” è un’espressione che sa chi ha studiato la filosofia, ma si può impiegare anche, per esempio, per indicare un'azione che deve essere eseguita subito, senza aspettare. Ad esempio, in un articolo si legge: "La situazione richiede una risposta hic et nunc”, cioè senza indugi, senza aspettare.

Do ut des, invece, significa, letteralmente, “do a te perché tu dia a me”, e si usa a proposito di favori che si fanno quando vogliamo ricevere qualcosa in cambio di quel favore. Ad esempio, in un articolo, si legge: “La diplomazia ha lavorato per ottenere un do ut des”.

  1. Bene, ora vediamo questa:

"La città è stata ricostruita _______ dopo il terremoto."

a. aut aut

b. mea culpa

c. ex novo

La risposta corretta è C, ex novo, che significa “di nuovo, dall’inizio, daccapo”.

Aut aut, invece, può essere tradotto letteralmente “o ... o…”, e significa “o questo o quello”, “o così o cosà”. Mettere, porre o imporre un aut aut vuol dire “mettere qualcuno davanti a un’alternativa, obbligandolo a scegliere”: o A o B. Attenzione a non scriverlo come se fosse un’espressione inglese, come fanno alcuni italiani. Brutta cosa.

Mea culpa, infine, è l’espressione usata per riconoscere la propria colpa, la propria responsabilità. Deriva dalla liturgia  cattolica.

  1. Chiudiamo con un’ultima frase:

“Questa torta è davvero squisita. Penso proprio farò un _______”

  1. ultimatum
  2. bis
  3. idem

La risposta corretta è “bis”! A tavola, fare il bis, vuol dire “prendere una seconda porzione di un piatto”. Ma “bis” significa, letteralmente, “due volte”. Credo tu lo sappia. Per esempio, è l’esclamazione con cui negli spettacoli e ai concerti il pubblico chiede una nuova esibizione dell’artista, il quale, solitamente, fa il bis o concede il bis.

Ultimatum, invece, penso tu lo conosca, sarebbe un “ultimo avviso”.

E, per finire, idem,bè una parolina molto usata nel linguaggio colloquiale, che usiamo con il significato di “uguale”, “la penso come te”, “sono d’accordo con te”, per esempio:

  • Le scuse di Maria non mi hanno convinto.
  • Idem, la penso come te (cioè “non hanno convinto nemmeno me, sono d’accordo con te”: idem).

Potrei continuare questa lista molto a lungo ma tempus fugit, il tempo fugge. Ed è per questo che ci fermiamo qui, ma non senza prima farti l’esortazione in latino forse più famosa: carpe diem, “cogli il giorno (presente)”, parole con cui Orazio nelle sue Odi esorta a godere dei beni che la vita ci offre ogni giorno, anche se sono pochi, come questa manciata di latinismi che contribuiranno ad arricchire il tuo vocabolario in italiano, a renderlo più raffinato e colto. Così anche te puoi tirartela quando parli italiano! Vuoi scoprirne altri? Scarica il PDF, dove ne troverai altri che qui non ho potuto menzionare per motivi di tempo.

Ah, e fammi sapere, conoscevi tutte queste parole ed espressioni latine? E nelle tua lingua, quali sono i latinismi più frequenti? Quali sono, anche, i tuoi preferiti? Fammi sapere in un commento.

Ci vediamo al prossimo video e… ad maiora! O… per aspera ad astra…?

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