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Pranzo coi suoi (storia)

Principiante
#
74

June 13, 2025

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Note e risorse

La storia di Juan, uno studente messicano che studia italiano ma ha paura di parlare per timidezza. Quando trova finalmente la motivazione giusta per superare le sue paure, si ritrova ad affrontare una situazione che metterà alla prova tutto il suo coraggio.

Scopri La Storia di Italo, il mio corso per raggiungere il livello intermedio.
Trascription

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Benvenuto o benvenuta: questo è Podcast Italiano Principiante, un podcast per chi sa un po' di italiano e vuole fare progressi, raggiungendo il livello intermedio. Nell'episodio di oggi ascolterai una storia. Come sempre, ti ricordo che trovi la trascrizione e il glossario delle parole difficili sul nostro sito, podcastitaliano.com. La trascrizione con il glossario è molto utile perché ti aiuterà a capire tutto il testo, tutte le parole del testo, quindi è uno strumento molto molto prezioso. Detto questo, buon ascolto.

Scarica la versione PDF della trascrizione
Trascrizione interattiva dell'episodio

Juan, messicano, studia lingue e letterature straniere all’università. È all’ultimo anno e sta per laurearsi. Da sempre ha una grande passione per le lingue: parla inglese e francese perfettamente, e anche un po’ di portoghese e russo. Studia l’italiano da tanti anni ma, anche se l’italiano è molto simile allo spagnolo, cioè alla sua lingua madre, lui non riesce a parlare in italiano.

E non è che non sa parlare in italiano, perché in realtà è bravo. È che ha un blocco: si vergogna. Si vergogna di fare errori grammaticali e di pronunciare male le parole e, per questo motivo, parla poco. E tutti sappiamo che la chiave per imparare davvero una lingua è la pratica.

Juan sta per laurearsi: gli manca solo un esame alla laurea. E… indovina un po’ che esame gli manca? Esatto: proprio l’esame di lingua italiana. Juan è un ottimo studente, ha voti eccellenti in tutte le materie, ma con l’italiano… ha un problema. Non è non gli piace la lingua, anzi… è che non è motivato, non è stimolato… eppure deve per forza impararlo bene, per passare il suo esame all’università e laurearsi. Fortunatamente, Juan ha ancora 6 mesi per preparare il suo esame.

Così, un giorno, mentre è in biblioteca e si sente più frustrato del solito, prende una decisione improvvisa: scarica un’app per conoscere persone. Attenzione, però: Juan non cerca l’amore, cerca solo qualcuno con cui parlare, migliorare, e sbloccare il proprio italiano.

Juan scorre i profili delle persone iscritte all’app alla ricerca del perfetto compagno di pratica. Michele, da Roma, ama andare in palestra. Giulia, da Catania, adora la musica classica. Flavio, da Milano, adora la moda. Tutte queste persone sembrano molto interessanti, ma nessuno condivide gli hobby di Juan.

Dopo mezz’ora di ricerche, Juan capita per caso sul profilo di Laura. Laura. Italiana, di Pisa. Anche lei studia letteratura inglese e italiana, proprio come Juan, e nella descrizione del suo profilo parla di Dante e di fumetti giapponesi. I manga sono una delle più grandi passioni di Juan! Allora il nostro amico si fa coraggio e decide di scriverle.

“Ciao Laura, mi chiamo Juan e sono messicano. Sto cercando qualcuno con cui praticare l’italiano. Non sono molto bravo a scrivere o a parlare ma sono spagnolo, quindi capisco tutto perfettamente. Fammi sapere se sei interessata a uno scambio linguistico. A presto!”

Laura risponde immediatamente.

“Ciao Juan, piacere di conoscerti! Complimenti, il tuo italiano è ottimo. Mi piacerebbe conoscerti meglio e aiutarti con l’italiano! Hai WhatsApp?”

Juan è molto sorpreso e anche molto contento. I due si scambiano i numeri e iniziano a sentirsi su Whatsapp. Iniziano a conoscersi, piano piano, e in un mese le loro conversazioni diventano sempre più lunghe e profonde. Ogni giorno, parlano un po’: tramite messaggi scritti, vocali, e anche videochiamate. Parlano sia in italiano che in spagnolo. Parlano di libri, serie tv, cibo, progetti, sogni e aspirazioni. Juan si accorge che con Laura non ha paura di parlare in italiano.

Un giorno, Laura scrive a Juan: “Juan, dici sempre di non parlare bene l’italiano… ma con me sei bravissimo. Forse non ti manca la grammatica, ti manca solo un motivo per parlare in italiano.»

Quel messaggio rimane nella mente di Juan per giorni. Ci pensa e ci ripensa. Finché si rende conto che Laura è una grande motivazione per lui. Più grande del suo esame. Ora vuole imparare l’italiano bene per comunicare con questa ragazza che… gli ha rubato il cuore. Così, in un momento di follia e coraggio, decide di comprare un biglietto aereo per Pisa.

“Laura, vengo a Pisa. Vengo a trovarti. Arrivo il 10 luglio. Sei felice?”

“Felice? Sono felicissima! Che bella sorpresa! Non vedo l’ora di vederti!”

Il giorno del viaggio arriva. Juan si fa coraggio e sale sull’aereo. Dopo tante ore di volo, atterra a Pisa in una mattina grigia. L’aria profuma di pioggia. È nervoso, ma anche emozionato. Si guarda intorno. Già in aeroporto sente profumo di Italia. Laura lo aspetta in aeroporto con una maglia rossa. I due si vedono, si sorridono, e si abbracciano. Nessun imbarazzo. Solo gioia e tanta emozione. Juan e Laura passano la settimana insieme: passeggiano, mangiano tanta pasta, pizza e gelato, e parlano, parlano tantissimo, in italiano.

Juan si accorge che il suo italiano migliora ogni giorno. Parla senza pensare, senza tradurre mentalmente le frasi dallo spagnolo. E, quando sbaglia, Laura lo corregge con dolcezza. I due vivono una settimana da film. Ma poi… arriva il momento. Arriva il momento che Juan teme di più.

“I miei genitori vogliono conoscerti”, dice Laura una sera, “quindi sei ufficialmente invitato per un pranzo a casa mia domani! Papà ha già deciso il menù. È molto bravo a cucinare.”

Juan impallidisce. Una cena con i genitori di Laura è peggio che dare l’esame! È una sfida troppo grande per lui, non si sente pronto.

“Devo venire per forza?”

“Beh… sì! I miei genitori sanno che usciamo insieme, che ci frequentiamo. È normale che vogliano conoscerti. Non sanno molto su di te, non voglio che si preoccupino. Dai, fallo per me.”

“Va bene. Lo faccio per te.”

“Evvai! Non ti preoccupare, stai tranquillo: mia madre parla tantissimo e mio padre passa tutto il tempo in cucina. Sarà una bella serata rilassante!”

“Sì, certo, rilassante…”

Il giorno dopo arriva presto. Juan è molto teso. Ma fa del suo meglio. La mattina si sveglia e si prepara come per una presentazione accademica. Indossa una camicia bianca e pantaloni neri. Si sistema i capelli, i baffi, e si mette il profumo. Poi, ripassa mentalmente i verbi irregolari, al presente e al passato, e mentre è sull’autobus, in direzione della casa di Laura, cerca su internet “lessico della cena”, poi legge e ripete a bassa voce: “piacere di conoscerla”, “grazie dell’invito”, “la cena è buonissima, complimenti allo chef!”, “mi passa il sale?”.

Juan scende dall’autobus e, dopo una camminata di 5 minuti, si trova davanti casa di Laura. È una piccola villa con un bel giardino: c’è una fontana, un grande tavolo con una tovaglia a quadri, cuscini colorati, bottiglie di vino e limonata fresca. Nel giardino ci sono anche due cani annoiati, che dormicchiano tra le margherite, tantissimi fiori e alberi da frutto. Juan si fa coraggio e suona il citofono.

“Chi è?” risponde Laura.

“Sono Juan”.

Juan sente un urletto dalla finestra aperta al primo piano: “Ahhh! È lui, è arrivato! Mamma, papà, è arrivato!”. Laura è molto entusiasta.

Il cancello si apre e Juan entra nel giardino, poi lo attraversa in direzione della porta di casa. Laura gli corre incontro e lo accoglie con un abbraccio caloroso. Poco dopo, dalla porta escono i genitori di lei. La mamma indossa un grembiule con stampe di limoni. Lo saluta con un abbraccio e gli dice subito: “Benvenuto, Juan! Finalmente ci conosciamo!”. Il papà invece si avvicina piano piano, gli porge la mano e dice “Piacere, Juan, io sono Paolo”. Juan risponde e sorride nervosamente.

Laura, intanto, lo guarda con orgoglio. Paolo lo invita a sedersi all’ombra di un melo. Sul tavolo all’esterno è già pronto un aperitivo: coca cola fresca, limonata, patatine, bruschette e olive.

“Vieni, Juan! Vuoi un antipasto?” dice la mamma di Laura mentre lo porta verso il tavolo.

“Un… antipatico?” risponde Juan, che non conosce la parola “antipasto”. La mamma di Laura sorride e poi gli spiega: “Un antipasto, in italiano, sono degli stuzzichini… dei piccoli assaggi, come salumi, formaggi, verdure grigliate o sott’olio, crostini, olive o insalate fredde… qualcosa che mangiamo prima di un pranzo o una cena speciale. L’antipasto serve ad aprire lo stomaco, a far venire l’appetito! “Anti” come prima e “pasto” come… “pasto”! Scusa, Juan, è difficile da spiegare… il tuo italiano è migliore del mio!”

Juan sorride e risponde educatamente: “No, no, è tutto chiaro! Grazie della spiegazione. Sì, vorrei un antipasto, grazie. Prima posso lavarmi le mani?”

“Certo, ti mostro il bagno!” risponde Laura.

Juan entra in bagno e si guarda allo specchio. È molto agitato. Si lava le mani e fa un respiro profondo, poi torna in giardino dalla famiglia. Mentre Laura e sua madre raccolgono e lavano il basilico, il prezzemolo, e il rosmarino dalle piante del giardino, Paolo accende la brace e si avvicina a Juan con un sorriso da chef stellato.

“Allora, Juan, ti insegno la ricetta segreta per un’ottima salsa che usiamo per insaporire la carne e le verdure grigliate. Devi tritare finemente aglio, basilico, prezzemolo e rosmarino. Poi li metti in una ciotolina con olio extravergine d’oliva, un pizzico di sale, pepe e qualche goccia di limone. Poi, un pizzico di polvere di peperoncino. Ti piace il piccante?”

“Sì, moltissimo, Paolo!”

“Bene” dice Paolo mentre mette sulla griglia peperoni, zucchine, melanzane, e carne. “Non ti preoccupare, Juan, sappiamo che sei vegetariano. Qui abbiamo anche tofu e seitan, che cuociamo su un’altra griglia”.

Juan è sorpreso: gli italiani sono davvero speciali. Hanno pensato anche a un menù alternativo per lui che è vegetariano. Di solito deve cucinare lui per se stesso. Beh, non in Italia! Juan si sente accolto. È tutto perfetto.

“Adesso ti preparo una bella bruschetta all'italiana: grigliamo il pane, poi ci grattiamo un intero spicchio di aglio sopra. Ecco, così. Aggiungiamo olio d’oliva e sale. Senti che delizia…”

Finito l’aperitivo, tutti chiacchierano e ridono. Juan è ancora teso, ma il cibo è così buono e la compagnia così divertente che inizia a rilassarsi sempre di più. Poi, finalmente, arriva il dolce: tiramisù e fragole con panna. Ma proprio mentre stanno per iniziare a mangiare le fragole… Juan sente una goccia cadergli sulla faccia. Poi un’altra. E piano piano inizia a piovere.

“Oh no, sta piovendo!” dice Laura.

“Dentro, dentro! Correte!” urla la madre di Laura. Tra le risate, tutti prendono piatti, bicchieri, cibo e tovaglia e corrono in casa. Ma non è finita qui, perché la casa, dentro, è buia.

“Paolo, accendi la luce!”

“La luce è accesa…”

“Ma è tutto buio…” dice Laura.

“Oh no! È saltata la corrente!” dice la mamma.

Laura e la mamma accendono delle candele. Intanto Paolo prende degli asciugamani: tutti si asciugano e poi si siedono sul divano a finire di mangiare il tiramisù. Si guardano l’un l’altro e scoppiano a ridere: l’atmosfera è magica, Juan si sente a casa. I genitori di Laura, approfittando del buio e della calma, iniziano a raccontare a Juan di quella volta che sono andati in vacanza in Messico e negli Stati Uniti. Poi chiedono a Juan dove è cresciuto, che studi ha fatto, che sogni ha. Juan gli racconta tutto. Dice che vuole fare l’insegnante di letteratura inglese, che ama leggere, insegnare, condividere le sue passioni; che sogna di vivere in Europa, magari in Italia.

Il padre lo guarda con rispetto: “Hai fatto tanta strada per arrivare fin qui, eh?”

Juan annuisce: “Beh, in realtà ho preso un aereo, non ho camminato…”

Tutti ridono. La madre di Laura si complimenta con Juan: “Juan. Il tuo italiano è incredibile. Sei davvero bravo. Hai sicuramente un talento naturale per le lingue!”

Juan si sente felice, rilassato. Ha trovato la giusta motivazione per studiare l’italiano e per superare l’esame, e cioè continuare a conoscere queste persone meravigliose che la vita ha messo sul suo cammino. Sorride e pensa a quanto è fortunato, ad avere Laura. A poter fare un pranzo così, in Italia, mentre parla in italiano, anche sotto la pioggia, anche senza luce e anche facendo qualche errore.

Bene, l’episodio di oggi finisce qui. Ti è piaciuta la storia? Ti ha incoraggiato a praticare un po’ di italiano? Fammelo sapere in un commento su Spotify o sul nostro sito podcastitaliano.com. Ci fa molto piacere leggere i vostri commenti e ricevere un feedback. Grazie mille. Inoltre, se vuoi raggiungere il livello intermedio in italiano, ti ricordo che abbiamo un corso che si chiama La Storia di Italo. È un corso che racconta una storia che si sviluppa in 15 episodi e che, allo stesso tempo, ti insegna la grammatica dell'italiano necessaria per raggiungere il livello intermedio. È una storia davvero appassionante, penso proprio che ti piacerà. Se ti interessa, vai a dare un'occhiata a La Storia di Italo sul nostro sito. Questo è tutto, alla prossima!

Benvenuto o benvenuta: questo è Podcast Italiano Principiante, un podcast per chi sa un po' di italiano e vuole fare progressi, raggiungendo il livello intermedio. Nell'episodio di oggi ascolterai una storia. Come sempre, ti ricordo che trovi la trascrizione e il glossario delle parole difficili sul nostro sito, podcastitaliano.com. La trascrizione con il glossario è molto utile perché ti aiuterà a capire tutto il testo, tutte le parole del testo, quindi è uno strumento molto molto prezioso. Detto questo, buon ascolto.

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Trascrizione interattiva dell'episodio

Juan, messicano, studia lingue e letterature straniere all’università. È all’ultimo anno e sta per laurearsi. Da sempre ha una grande passione per le lingue: parla inglese e francese perfettamente, e anche un po’ di portoghese e russo. Studia l’italiano da tanti anni ma, anche se l’italiano è molto simile allo spagnolo, cioè alla sua lingua madre, lui non riesce a parlare in italiano.

E non è che non sa parlare in italiano, perché in realtà è bravo. È che ha un blocco: si vergogna. Si vergogna di fare errori grammaticali e di pronunciare male le parole e, per questo motivo, parla poco. E tutti sappiamo che la chiave per imparare davvero una lingua è la pratica.

Juan sta per laurearsi: gli manca solo un esame alla laurea. E… indovina un po’ che esame gli manca? Esatto: proprio l’esame di lingua italiana. Juan è un ottimo studente, ha voti eccellenti in tutte le materie, ma con l’italiano… ha un problema. Non è non gli piace la lingua, anzi… è che non è motivato, non è stimolato… eppure deve per forza impararlo bene, per passare il suo esame all’università e laurearsi. Fortunatamente, Juan ha ancora 6 mesi per preparare il suo esame.

Così, un giorno, mentre è in biblioteca e si sente più frustrato del solito, prende una decisione improvvisa: scarica un’app per conoscere persone. Attenzione, però: Juan non cerca l’amore, cerca solo qualcuno con cui parlare, migliorare, e sbloccare il proprio italiano.

Juan scorre i profili delle persone iscritte all’app alla ricerca del perfetto compagno di pratica. Michele, da Roma, ama andare in palestra. Giulia, da Catania, adora la musica classica. Flavio, da Milano, adora la moda. Tutte queste persone sembrano molto interessanti, ma nessuno condivide gli hobby di Juan.

Dopo mezz’ora di ricerche, Juan capita per caso sul profilo di Laura. Laura. Italiana, di Pisa. Anche lei studia letteratura inglese e italiana, proprio come Juan, e nella descrizione del suo profilo parla di Dante e di fumetti giapponesi. I manga sono una delle più grandi passioni di Juan! Allora il nostro amico si fa coraggio e decide di scriverle.

“Ciao Laura, mi chiamo Juan e sono messicano. Sto cercando qualcuno con cui praticare l’italiano. Non sono molto bravo a scrivere o a parlare ma sono spagnolo, quindi capisco tutto perfettamente. Fammi sapere se sei interessata a uno scambio linguistico. A presto!”

Laura risponde immediatamente.

“Ciao Juan, piacere di conoscerti! Complimenti, il tuo italiano è ottimo. Mi piacerebbe conoscerti meglio e aiutarti con l’italiano! Hai WhatsApp?”

Juan è molto sorpreso e anche molto contento. I due si scambiano i numeri e iniziano a sentirsi su Whatsapp. Iniziano a conoscersi, piano piano, e in un mese le loro conversazioni diventano sempre più lunghe e profonde. Ogni giorno, parlano un po’: tramite messaggi scritti, vocali, e anche videochiamate. Parlano sia in italiano che in spagnolo. Parlano di libri, serie tv, cibo, progetti, sogni e aspirazioni. Juan si accorge che con Laura non ha paura di parlare in italiano.

Un giorno, Laura scrive a Juan: “Juan, dici sempre di non parlare bene l’italiano… ma con me sei bravissimo. Forse non ti manca la grammatica, ti manca solo un motivo per parlare in italiano.»

Quel messaggio rimane nella mente di Juan per giorni. Ci pensa e ci ripensa. Finché si rende conto che Laura è una grande motivazione per lui. Più grande del suo esame. Ora vuole imparare l’italiano bene per comunicare con questa ragazza che… gli ha rubato il cuore. Così, in un momento di follia e coraggio, decide di comprare un biglietto aereo per Pisa.

“Laura, vengo a Pisa. Vengo a trovarti. Arrivo il 10 luglio. Sei felice?”

“Felice? Sono felicissima! Che bella sorpresa! Non vedo l’ora di vederti!”

Il giorno del viaggio arriva. Juan si fa coraggio e sale sull’aereo. Dopo tante ore di volo, atterra a Pisa in una mattina grigia. L’aria profuma di pioggia. È nervoso, ma anche emozionato. Si guarda intorno. Già in aeroporto sente profumo di Italia. Laura lo aspetta in aeroporto con una maglia rossa. I due si vedono, si sorridono, e si abbracciano. Nessun imbarazzo. Solo gioia e tanta emozione. Juan e Laura passano la settimana insieme: passeggiano, mangiano tanta pasta, pizza e gelato, e parlano, parlano tantissimo, in italiano.

Juan si accorge che il suo italiano migliora ogni giorno. Parla senza pensare, senza tradurre mentalmente le frasi dallo spagnolo. E, quando sbaglia, Laura lo corregge con dolcezza. I due vivono una settimana da film. Ma poi… arriva il momento. Arriva il momento che Juan teme di più.

“I miei genitori vogliono conoscerti”, dice Laura una sera, “quindi sei ufficialmente invitato per un pranzo a casa mia domani! Papà ha già deciso il menù. È molto bravo a cucinare.”

Juan impallidisce. Una cena con i genitori di Laura è peggio che dare l’esame! È una sfida troppo grande per lui, non si sente pronto.

“Devo venire per forza?”

“Beh… sì! I miei genitori sanno che usciamo insieme, che ci frequentiamo. È normale che vogliano conoscerti. Non sanno molto su di te, non voglio che si preoccupino. Dai, fallo per me.”

“Va bene. Lo faccio per te.”

“Evvai! Non ti preoccupare, stai tranquillo: mia madre parla tantissimo e mio padre passa tutto il tempo in cucina. Sarà una bella serata rilassante!”

“Sì, certo, rilassante…”

Il giorno dopo arriva presto. Juan è molto teso. Ma fa del suo meglio. La mattina si sveglia e si prepara come per una presentazione accademica. Indossa una camicia bianca e pantaloni neri. Si sistema i capelli, i baffi, e si mette il profumo. Poi, ripassa mentalmente i verbi irregolari, al presente e al passato, e mentre è sull’autobus, in direzione della casa di Laura, cerca su internet “lessico della cena”, poi legge e ripete a bassa voce: “piacere di conoscerla”, “grazie dell’invito”, “la cena è buonissima, complimenti allo chef!”, “mi passa il sale?”.

Juan scende dall’autobus e, dopo una camminata di 5 minuti, si trova davanti casa di Laura. È una piccola villa con un bel giardino: c’è una fontana, un grande tavolo con una tovaglia a quadri, cuscini colorati, bottiglie di vino e limonata fresca. Nel giardino ci sono anche due cani annoiati, che dormicchiano tra le margherite, tantissimi fiori e alberi da frutto. Juan si fa coraggio e suona il citofono.

“Chi è?” risponde Laura.

“Sono Juan”.

Juan sente un urletto dalla finestra aperta al primo piano: “Ahhh! È lui, è arrivato! Mamma, papà, è arrivato!”. Laura è molto entusiasta.

Il cancello si apre e Juan entra nel giardino, poi lo attraversa in direzione della porta di casa. Laura gli corre incontro e lo accoglie con un abbraccio caloroso. Poco dopo, dalla porta escono i genitori di lei. La mamma indossa un grembiule con stampe di limoni. Lo saluta con un abbraccio e gli dice subito: “Benvenuto, Juan! Finalmente ci conosciamo!”. Il papà invece si avvicina piano piano, gli porge la mano e dice “Piacere, Juan, io sono Paolo”. Juan risponde e sorride nervosamente.

Laura, intanto, lo guarda con orgoglio. Paolo lo invita a sedersi all’ombra di un melo. Sul tavolo all’esterno è già pronto un aperitivo: coca cola fresca, limonata, patatine, bruschette e olive.

“Vieni, Juan! Vuoi un antipasto?” dice la mamma di Laura mentre lo porta verso il tavolo.

“Un… antipatico?” risponde Juan, che non conosce la parola “antipasto”. La mamma di Laura sorride e poi gli spiega: “Un antipasto, in italiano, sono degli stuzzichini… dei piccoli assaggi, come salumi, formaggi, verdure grigliate o sott’olio, crostini, olive o insalate fredde… qualcosa che mangiamo prima di un pranzo o una cena speciale. L’antipasto serve ad aprire lo stomaco, a far venire l’appetito! “Anti” come prima e “pasto” come… “pasto”! Scusa, Juan, è difficile da spiegare… il tuo italiano è migliore del mio!”

Juan sorride e risponde educatamente: “No, no, è tutto chiaro! Grazie della spiegazione. Sì, vorrei un antipasto, grazie. Prima posso lavarmi le mani?”

“Certo, ti mostro il bagno!” risponde Laura.

Juan entra in bagno e si guarda allo specchio. È molto agitato. Si lava le mani e fa un respiro profondo, poi torna in giardino dalla famiglia. Mentre Laura e sua madre raccolgono e lavano il basilico, il prezzemolo, e il rosmarino dalle piante del giardino, Paolo accende la brace e si avvicina a Juan con un sorriso da chef stellato.

“Allora, Juan, ti insegno la ricetta segreta per un’ottima salsa che usiamo per insaporire la carne e le verdure grigliate. Devi tritare finemente aglio, basilico, prezzemolo e rosmarino. Poi li metti in una ciotolina con olio extravergine d’oliva, un pizzico di sale, pepe e qualche goccia di limone. Poi, un pizzico di polvere di peperoncino. Ti piace il piccante?”

“Sì, moltissimo, Paolo!”

“Bene” dice Paolo mentre mette sulla griglia peperoni, zucchine, melanzane, e carne. “Non ti preoccupare, Juan, sappiamo che sei vegetariano. Qui abbiamo anche tofu e seitan, che cuociamo su un’altra griglia”.

Juan è sorpreso: gli italiani sono davvero speciali. Hanno pensato anche a un menù alternativo per lui che è vegetariano. Di solito deve cucinare lui per se stesso. Beh, non in Italia! Juan si sente accolto. È tutto perfetto.

“Adesso ti preparo una bella bruschetta all'italiana: grigliamo il pane, poi ci grattiamo un intero spicchio di aglio sopra. Ecco, così. Aggiungiamo olio d’oliva e sale. Senti che delizia…”

Finito l’aperitivo, tutti chiacchierano e ridono. Juan è ancora teso, ma il cibo è così buono e la compagnia così divertente che inizia a rilassarsi sempre di più. Poi, finalmente, arriva il dolce: tiramisù e fragole con panna. Ma proprio mentre stanno per iniziare a mangiare le fragole… Juan sente una goccia cadergli sulla faccia. Poi un’altra. E piano piano inizia a piovere.

“Oh no, sta piovendo!” dice Laura.

“Dentro, dentro! Correte!” urla la madre di Laura. Tra le risate, tutti prendono piatti, bicchieri, cibo e tovaglia e corrono in casa. Ma non è finita qui, perché la casa, dentro, è buia.

“Paolo, accendi la luce!”

“La luce è accesa…”

“Ma è tutto buio…” dice Laura.

“Oh no! È saltata la corrente!” dice la mamma.

Laura e la mamma accendono delle candele. Intanto Paolo prende degli asciugamani: tutti si asciugano e poi si siedono sul divano a finire di mangiare il tiramisù. Si guardano l’un l’altro e scoppiano a ridere: l’atmosfera è magica, Juan si sente a casa. I genitori di Laura, approfittando del buio e della calma, iniziano a raccontare a Juan di quella volta che sono andati in vacanza in Messico e negli Stati Uniti. Poi chiedono a Juan dove è cresciuto, che studi ha fatto, che sogni ha. Juan gli racconta tutto. Dice che vuole fare l’insegnante di letteratura inglese, che ama leggere, insegnare, condividere le sue passioni; che sogna di vivere in Europa, magari in Italia.

Il padre lo guarda con rispetto: “Hai fatto tanta strada per arrivare fin qui, eh?”

Juan annuisce: “Beh, in realtà ho preso un aereo, non ho camminato…”

Tutti ridono. La madre di Laura si complimenta con Juan: “Juan. Il tuo italiano è incredibile. Sei davvero bravo. Hai sicuramente un talento naturale per le lingue!”

Juan si sente felice, rilassato. Ha trovato la giusta motivazione per studiare l’italiano e per superare l’esame, e cioè continuare a conoscere queste persone meravigliose che la vita ha messo sul suo cammino. Sorride e pensa a quanto è fortunato, ad avere Laura. A poter fare un pranzo così, in Italia, mentre parla in italiano, anche sotto la pioggia, anche senza luce e anche facendo qualche errore.

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