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5 curiosità storiche sull’Italia

Principiante
#
73

June 5, 2025

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Note e risorse

L'Italia ha appena festeggiato la Festa della Repubblica il 2 giugno. In quest'occasione Irene ti racconta 5 curiosità affascinanti sulla storia più recente dell'Italia: dalla nascita dello Stato italiano nel 1861 al passaggio da monarchia a repubblica, dall'origine misteriosa del nome "Italia" alla storia del Tricolore e dell'Inno di Mameli.

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Trascription

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Ciao e benvenuto, o benvenuta, su Podcast Italiano Principiante, un podcast per chi sa un po' di italiano e vuole fare progressi. Io sono Irene e oggi è giovedì 5 giugno. Tre giorni fa, cioè il 2 giugno, in Italia, abbiamo festeggiato la Festa della Repubblica. La Festa della Repubblica è una festa nazionale italiana, cioè un giorno di festa per tutta la nazione, tutta l’Italia, cioè per tutte le regioni italiane, che si celebra ogni anno il 2 giugno, che è una data speciale perché celebra la nascita della Repubblica Italiana. Ed è proprio in onore della Festa della Repubblica che oggi voglio condividere con te 5 curiosità sulla storia più recente dell’Italia. Resta con me perché sono sicura che queste curiosità ti …incuriosiranno!

Scarica la versione PDF della trascrizione
Trascrizione interattiva dell'episodio

Ma, prima di cominciare, ti ricordo che puoi trovare la trascrizione con il glossario di questo episodio sul sito podcastitaliano.com. Sia il glossario che la trascrizione sono gratis e molto utili, perché ti aiutano a seguire il podcast senza difficoltà. Nel glossario, poi, trovi tutte le parole più difficili che ho usato spiegate in italiano e tradotte in inglese: questo ti aiuterà a imparare parole ed espressioni nuove senza sforzo. E poi in quest’episodio userò parecchio il passato prossimo e l’imperfetto, quindi fai in modo di controllare le spiegazioni grammaticali che trovi nella trascrizione, così capirai perché ho usato questi tempi verbali. Io ti consiglio di ascoltare il podcast mentre leggi la trascrizione: vedrai che capire l’italiano sembrerà molto più facile! Iniziamo.

Partiamo con la prima curiosità: lo sapevi che l’Italia è uno Stato giovane?

Oggi pensiamo all’Italia come a un Paese antichissimo, ma ciò che forse non sai è che l’Italia è diventata uno Stato recentemente: infatti, anche se ha una storia antichissima, con città come Roma, Napoli e Firenze che esistono da migliaia di anni, l’Italia come “Stato” è nata solo nel 1861, cioè 164 anni fa. Praticamente lo “Stato Italiano” è più giovane degli Stati Uniti! Adesso ti racconto brevemente come l’Italia è diventata uno Stato nazionale. Prima del 1861, infatti, la penisola italiana non era uno Stato: era divisa in tanti piccoli stati e regni autonomi, ognuno con le proprie leggi, il proprio esercito, e il proprio governatore. C’era il Regno di Sardegna (governato da Vittorio Emanuele II),  il Regno delle Due Sicilie, lo Stato Pontificio (governato direttamente dal Papa) e, infine, c’era il Regno Lombardo-Veneto, controllato dall’Impero Austriaco. Poi c’erano ducati, granducati e tanti piccoli territori. Come vedi l’Italia ancora non esisteva: esistevano tanti piccoli Stati. Tuttavia, gli abitanti della penisola italiana condividevano tradizioni, cultura, religione e un forte senso di appartenenza alla stessa terra. All’inizio dell’Ottocento, infatti, si diffonde sempre di più l’idea che tutti i popoli che vivono nella penisola italiana devono unirsi in un unico popolo: gli italiani; e che tutti questi regni e piccoli Stati devono unirsi in un unico Paese: l’Italia. Un ruolo fondamentale lo ha Vittorio Emanuele II, re del Piemonte e del Regno di Sardegna, che insieme al suo primo ministro Camillo Benso, conte di Cavour, decide di unire l’Italia in modo concreto. Vittorio Emanuele II governa quasi tutto il nord Italia; quindi il nord Italia è praticamente d’accordo a unirsi agli altri regni per formare un unico Stato. E lo stesso vale per la maggior parte delle regioni del centro Italia. Ma il Sud Italia non è ancora unito, così entra in scena Giuseppe Garibaldi che, con solo mille volontari, parte dalla Liguria, sbarca in Sicilia e unisce praticamente tutto il Sud. Questa sua missione è famosa come la Spedizione dei Mille. Quando arriva a Napoli, poi, cede tutto il Sud della penisola a Vittorio Emanuele II. Così, il 17 marzo 1861, viene proclamata ufficialmente la nascita dello Stato d’Italia, con Vittorio Emanuele II come primo re d’Italia. La capitale, all’inizio, era Torino, perché il re d’Italia era prima di tutto re del Piemonte. Poi si decide di spostare la capitale verso il centro per motivi politici e strategici, così Firenze diventa capitale d’Italia, dal 1865 al 1871, per 6 anni, e infine arriva Roma, che diventa capitale d’Italia nel 1871, fino ad oggi.

Ma se nel 1861 Vittorio Emanuele II è Re d’Italia, significa che l’Italia, in quel periodo, era una monarchia. Quando è successo che l’Italia è diventata una repubblica? Beh, te lo racconto adesso con la seconda curiosità. Lo sapevi che l’Italia è stata una monarchia fino al 1946?

Infatti, dopo Vittorio Emanuele II, hanno regnato altri re in Italia, sempre suoi eredi. Uno degli ultimi re d’Italia è stato Vittorio Emanuele III, che ha regnato dal 1900 al 1946. E quindi, durante il fascismo, dal 1922 al 1943, in Italia, c’era ancora la monarchia. Però… diciamo che il ruolo della monarchia e del re è diventato sempre più debole, perché il potere era nelle mani di Mussolini. Allora, dopo il fascismo e dopo la Seconda guerra mondiale, molti italiani cominciano a pensare che la monarchia ha, in qualche modo, favorito il fascismo e tutte le conseguenze di quella terribile dittatura. Perché, comunque, Vittorio Emanuele III non ha fermato Mussolini, anzi: lo ha nominato presidente del Consiglio, non è intervenuto quando Mussolini ha eliminato la democrazia e, infine, ha firmato le leggi fasciste. Per tutti questi motivi e tanti altri, molti italiani dopo la guerra lo hanno ritenuto responsabile o, comunque, complice dello sviluppo del fascismo. Così, nel 1946, l’Italia affronta una scelta importantissima: gli italiani devono decidere se mantenere la monarchia o diventare una repubblica. Il 2 giugno 1946, attraverso un referendum, il 54% degli italiani vota a favore della repubblica, mentre il 45% per la monarchia. C’è poco da fare: la maggioranza vota per la repubblica e vince, così l’Italia diventa una repubblica. Questo è il motivo per cui il 2 giugno di ogni anno, dal 1946 ad oggi, in Italia, è festa. In più quest’evento è importantissimo perché è la prima volta in cui le donne italiane esercitano il diritto di voto a livello nazionale. Evviva! Era ora!

Comunque, andiamo avanti, perché la prossima curiosità riguarda proprio il nome del nostro Paese: lo sapevi che non sappiamo da dove viene la parola “Italia”?

L’origine del nome “Italia” è affascinante e un po’ misteriosa, perché non esiste una spiegazione certa, sicura. Ci sono diverse ipotesi, ma parliamo comunque di ipotesi, non di certezze. Secondo un’ipotesi la parola “Italia” è collegata al termine latino “vitulu(m)”, che forse è imparentato al termine di origine osca “Víteliú”, che significa “vitello”. Il vitello, cioè il cucciolo della mucca, era un simbolo sacro per alcune popolazioni che, in antichità, vivevano nel Sud della penisola. Quindi, secondo questa teoria, il nome “Italia” indicava inizialmente solo una piccola regione dell’Italia, precisamente della Calabria meridionale, che i Greci avevano colonizzato. Tra l’altro, i greci d’Italia, per distinguersi dagli elleni, quindi i greci che vivevano in Grecia, si chiamavano “Italiotai” fra loro: Greci d’Italia, appunto, o “italioti”. L’Italia, in antichità, era dunque la parte più meridionale della penisola italiana, in sostanza il profondo Sud, l’area colonizzata dai Greci. In poche parole, i Romani, nel Lazio, non erano considerati italiani, né gli Etruschi a Nord. L’Italia comprendeva, all’epoca, più o meno, il territorio dell’attuale Puglia, della Basilicata, della Calabria e buona parte della Campania. Comunque le ipotesi riguardo all’origine del nome Italia sono tante e sono tutte molto interessanti ma questa che abbiamo citato è le più attendibile. Trovo questi misteri storici davvero affascinanti, mi fanno impazzire. La certezza è bella, ma il mistero… è magico, ha il suo perché. Tu sai da dove deriva il nome del tuo Paese? Se ti va, proprio ora, lascia un commento a quest’episodio e raccontaci, in breve, se la sai, l’origine del nome del tuo Paese.

Io intanto ti racconto la nostra quarta curiosità storica sull’Italia. Ora parliamo della bandiera italiana, chiamata Tricolore, con i suoi tre colori: verde, bianco e rosso. Sono sicura che, se sei europeo o europea, questi colori ti ricordano la bandiera di un altro Paese, almeno il bianco e il rosso. Lo sapevi che la bandiera italiana è ispirata alla bandiera francese?

La bandiera italiana, cioè il Tricolore verde, bianco e rosso, nasce alla fine del Settecento, in un periodo molto importante per l’Europa e per l’Italia. Tutto comincia in Francia nel 1789, quando esplode la Rivoluzione Francese, un evento storico fondamentale in cui il popolo francese si ribella contro la monarchia assoluta, chiedendo libertà, uguaglianza e democrazia. Da questa rivoluzione nasce la bandiera francese, quella blu, bianca e rossa che conosciamo oggi. Pochi anni dopo, nel 1796, arriva in Italia Napoleone Bonaparte, un generale francese molto giovane e ambizioso che guida l’esercito francese in una campagna militare per conquistare territori. Napoleone invade l’Italia e porta con sé le idee della Rivoluzione francese, tra cui il desiderio di libertà e unità. Durante questa invasione, gli italiani iniziano a usare una coccarda tricolore, fatta di tre colori: il bianco e il rosso, che rappresentano la città di Milano, e il verde, che è il colore della divisa della Guardia Civica milanese (una specie di polizia locale, per capirci). Questo segno, questo tricolore, diventa un simbolo di identità e speranza per l’Italia. Il 7 gennaio 1797, nasce la Repubblica Cispadana, il primo Stato italiano che adotta ufficialmente questa bandiera, anche se all’epoca le strisce erano orizzontali e c’era uno stemma al centro. Dopo la sconfitta di Napoleone, torna la monarchia e l’Italia torna ad essere divisa in tanti piccoli Stati, come abbiamo detto all’inizio dell’episodio. In questo periodo il Tricolore è vietato, ma rimane un simbolo importante per chi sogna un’Italia unita e libera: sono i patrioti del Risorgimento, cioè le persone che vogliono l’unità d’Italia. Quando, poi, nel 1861, nasce ufficialmente il Regno d’Italia, il re Vittorio Emanuele II adotta il Tricolore come bandiera ufficiale d’Italia aggiungendo lo stemma dei Savoia al centro. Durante il periodo del fascismo, Mussolini voleva modificare la bandiera aggiungendo il simbolo del tma il re rifiutò. Il fascio littorio è un simbolo romano, antico-romano, di potere, che rappresenta dei bastoni legati insieme fra loro e ad una scure, simbolo usato poi dai fascisti per rappresentare il loro potere, il loro controllo. Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, nel 1946, con il referendum che ha trasformato l’Italia da monarchia a repubblica, il governo decide di togliere lo stemma dei Savoia dalla bandiera. Da quel momento nasce la bandiera italiana così come la conosciamo oggi, con tre strisce verticali uguali: verde, bianco e rosso, senza stemmi. La bandiera italiana segue delle regole precise: le tre strisce devono essere uguali, il verde deve stare vicino all’asta, e i colori hanno tonalità ufficiali, definite nel 2006 con i codici Pantone: verde felce, bianco brillante e rosso scarlatto. Ti piacciono i colori della bandiera italiana? Molti dicono che ricordano il colore del basilico, del parmigiano e del pomodoro!

Comunque, passiamo ora all’ultima curiosità storica di oggi sull’Italia. Parliamo dell’inno nazionale italiano, che forse conosci con il nome di Inno di Mameli. Te ne faccio ascoltare un pezzetto. Lo sapevi che il suo autore, Goffredo Mameli, aveva meno di vent’anni quando ha scritto il nostro inno nazionale? Non la musica, eh, solo il testo, la melodia l’ha scritta un compositore, Michele Novaro.

Mameli nasce a Genova nel 1827 e, già da ragazzo, mostra un talento incredibile per la scrittura. A scuola scrive poesie d’amore e testi romantici, ma è l’amore per la patria che lo conquista davvero. Nel 1847 scrive il “Canto degli Italiani”, che oggi chiamiamo Inno di Mameli. Un testo pieno di energia e spirito rivoluzionario, pensato per incoraggiare gli italiani a unirsi e a lottare per la libertà e l’indipendenza. La musica, come dicevamo, viene poi composta da Michele Novaro. Il brano diventa subito popolare, soprattutto durante le guerre d’indipendenza. Ma attenzione: anche se quasi 180 anni fa veniva già cantato da tantissimi italiani, quest’inno non è stato subito adottato ufficialmente. Solo nel 1946, con la nascita della Repubblica Italiana, il governo decide di usarlo come inno provvisorio. E pensa che è diventato l’inno ufficiale d’Italia, grazie a una legge del Parlamento, solo 170 anni dopo, nel 2017. Purtroppo Mameli non scoprirà mai quanto il suo inno diventerà importante per il nostro Paese. Infatti, poco dopo aver scritto l’inno, decide di unirsi ai combattenti guidati da Giuseppe Garibaldi, uno dei protagonisti dell’unificazione d’Italia. Durante l’assedio di Roma del 1849, Mameli viene ferito gravemente a una gamba: la ferita si infetta, e Mameli muore il 6 luglio 1849, giovanissimo, a 21 anni. Una vita brevissima, ma piena di coraggio: parliamo di un ragazzo giovanissimo, poeta e ribelle, che ha scritto delle parole che ancora oggi rappresentano l’identità e l’orgoglio di tutto un Paese.

L’Italia è un Paese dove il passato è sempre presente. Dall’unificazione dell’Italia alla nascita della Repubblica, dai colori della bandiera italiana alle parole dell’inno nazionale, tutto racconta la sua storia, le sue lotte e la sua identità. Quest’episodio finisce qui, spero ti sia piaciuto e spero che queste curiosità sulla storia più recente d’Italia siano state interessanti per te. Mi raccomando, se questo episodio ti è piaciuto, faccelo sapere con un commento, su Spotify o sul sito podcastitaliano.com. Ti chiedo anche, se ti va, di valutare Podcast Italiano Principiante. È facilissimo: se vai su Spotify, alla pagina principale del podcast, accanto alla campanella troverai tre puntini. Se clicchi sui tre puntini e poi su “valuta show” puoi lasciarci cinque stelle. Se ti va. Allora ti saluto, grazie per l’ascolto e alla prossima. Ciao!

Ciao e benvenuto, o benvenuta, su Podcast Italiano Principiante, un podcast per chi sa un po' di italiano e vuole fare progressi. Io sono Irene e oggi è giovedì 5 giugno. Tre giorni fa, cioè il 2 giugno, in Italia, abbiamo festeggiato la Festa della Repubblica. La Festa della Repubblica è una festa nazionale italiana, cioè un giorno di festa per tutta la nazione, tutta l’Italia, cioè per tutte le regioni italiane, che si celebra ogni anno il 2 giugno, che è una data speciale perché celebra la nascita della Repubblica Italiana. Ed è proprio in onore della Festa della Repubblica che oggi voglio condividere con te 5 curiosità sulla storia più recente dell’Italia. Resta con me perché sono sicura che queste curiosità ti …incuriosiranno!

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Trascrizione interattiva dell'episodio

Ma, prima di cominciare, ti ricordo che puoi trovare la trascrizione con il glossario di questo episodio sul sito podcastitaliano.com. Sia il glossario che la trascrizione sono gratis e molto utili, perché ti aiutano a seguire il podcast senza difficoltà. Nel glossario, poi, trovi tutte le parole più difficili che ho usato spiegate in italiano e tradotte in inglese: questo ti aiuterà a imparare parole ed espressioni nuove senza sforzo. E poi in quest’episodio userò parecchio il passato prossimo e l’imperfetto, quindi fai in modo di controllare le spiegazioni grammaticali che trovi nella trascrizione, così capirai perché ho usato questi tempi verbali. Io ti consiglio di ascoltare il podcast mentre leggi la trascrizione: vedrai che capire l’italiano sembrerà molto più facile! Iniziamo.

Partiamo con la prima curiosità: lo sapevi che l’Italia è uno Stato giovane?

Oggi pensiamo all’Italia come a un Paese antichissimo, ma ciò che forse non sai è che l’Italia è diventata uno Stato recentemente: infatti, anche se ha una storia antichissima, con città come Roma, Napoli e Firenze che esistono da migliaia di anni, l’Italia come “Stato” è nata solo nel 1861, cioè 164 anni fa. Praticamente lo “Stato Italiano” è più giovane degli Stati Uniti! Adesso ti racconto brevemente come l’Italia è diventata uno Stato nazionale. Prima del 1861, infatti, la penisola italiana non era uno Stato: era divisa in tanti piccoli stati e regni autonomi, ognuno con le proprie leggi, il proprio esercito, e il proprio governatore. C’era il Regno di Sardegna (governato da Vittorio Emanuele II),  il Regno delle Due Sicilie, lo Stato Pontificio (governato direttamente dal Papa) e, infine, c’era il Regno Lombardo-Veneto, controllato dall’Impero Austriaco. Poi c’erano ducati, granducati e tanti piccoli territori. Come vedi l’Italia ancora non esisteva: esistevano tanti piccoli Stati. Tuttavia, gli abitanti della penisola italiana condividevano tradizioni, cultura, religione e un forte senso di appartenenza alla stessa terra. All’inizio dell’Ottocento, infatti, si diffonde sempre di più l’idea che tutti i popoli che vivono nella penisola italiana devono unirsi in un unico popolo: gli italiani; e che tutti questi regni e piccoli Stati devono unirsi in un unico Paese: l’Italia. Un ruolo fondamentale lo ha Vittorio Emanuele II, re del Piemonte e del Regno di Sardegna, che insieme al suo primo ministro Camillo Benso, conte di Cavour, decide di unire l’Italia in modo concreto. Vittorio Emanuele II governa quasi tutto il nord Italia; quindi il nord Italia è praticamente d’accordo a unirsi agli altri regni per formare un unico Stato. E lo stesso vale per la maggior parte delle regioni del centro Italia. Ma il Sud Italia non è ancora unito, così entra in scena Giuseppe Garibaldi che, con solo mille volontari, parte dalla Liguria, sbarca in Sicilia e unisce praticamente tutto il Sud. Questa sua missione è famosa come la Spedizione dei Mille. Quando arriva a Napoli, poi, cede tutto il Sud della penisola a Vittorio Emanuele II. Così, il 17 marzo 1861, viene proclamata ufficialmente la nascita dello Stato d’Italia, con Vittorio Emanuele II come primo re d’Italia. La capitale, all’inizio, era Torino, perché il re d’Italia era prima di tutto re del Piemonte. Poi si decide di spostare la capitale verso il centro per motivi politici e strategici, così Firenze diventa capitale d’Italia, dal 1865 al 1871, per 6 anni, e infine arriva Roma, che diventa capitale d’Italia nel 1871, fino ad oggi.

Ma se nel 1861 Vittorio Emanuele II è Re d’Italia, significa che l’Italia, in quel periodo, era una monarchia. Quando è successo che l’Italia è diventata una repubblica? Beh, te lo racconto adesso con la seconda curiosità. Lo sapevi che l’Italia è stata una monarchia fino al 1946?

Infatti, dopo Vittorio Emanuele II, hanno regnato altri re in Italia, sempre suoi eredi. Uno degli ultimi re d’Italia è stato Vittorio Emanuele III, che ha regnato dal 1900 al 1946. E quindi, durante il fascismo, dal 1922 al 1943, in Italia, c’era ancora la monarchia. Però… diciamo che il ruolo della monarchia e del re è diventato sempre più debole, perché il potere era nelle mani di Mussolini. Allora, dopo il fascismo e dopo la Seconda guerra mondiale, molti italiani cominciano a pensare che la monarchia ha, in qualche modo, favorito il fascismo e tutte le conseguenze di quella terribile dittatura. Perché, comunque, Vittorio Emanuele III non ha fermato Mussolini, anzi: lo ha nominato presidente del Consiglio, non è intervenuto quando Mussolini ha eliminato la democrazia e, infine, ha firmato le leggi fasciste. Per tutti questi motivi e tanti altri, molti italiani dopo la guerra lo hanno ritenuto responsabile o, comunque, complice dello sviluppo del fascismo. Così, nel 1946, l’Italia affronta una scelta importantissima: gli italiani devono decidere se mantenere la monarchia o diventare una repubblica. Il 2 giugno 1946, attraverso un referendum, il 54% degli italiani vota a favore della repubblica, mentre il 45% per la monarchia. C’è poco da fare: la maggioranza vota per la repubblica e vince, così l’Italia diventa una repubblica. Questo è il motivo per cui il 2 giugno di ogni anno, dal 1946 ad oggi, in Italia, è festa. In più quest’evento è importantissimo perché è la prima volta in cui le donne italiane esercitano il diritto di voto a livello nazionale. Evviva! Era ora!

Comunque, andiamo avanti, perché la prossima curiosità riguarda proprio il nome del nostro Paese: lo sapevi che non sappiamo da dove viene la parola “Italia”?

L’origine del nome “Italia” è affascinante e un po’ misteriosa, perché non esiste una spiegazione certa, sicura. Ci sono diverse ipotesi, ma parliamo comunque di ipotesi, non di certezze. Secondo un’ipotesi la parola “Italia” è collegata al termine latino “vitulu(m)”, che forse è imparentato al termine di origine osca “Víteliú”, che significa “vitello”. Il vitello, cioè il cucciolo della mucca, era un simbolo sacro per alcune popolazioni che, in antichità, vivevano nel Sud della penisola. Quindi, secondo questa teoria, il nome “Italia” indicava inizialmente solo una piccola regione dell’Italia, precisamente della Calabria meridionale, che i Greci avevano colonizzato. Tra l’altro, i greci d’Italia, per distinguersi dagli elleni, quindi i greci che vivevano in Grecia, si chiamavano “Italiotai” fra loro: Greci d’Italia, appunto, o “italioti”. L’Italia, in antichità, era dunque la parte più meridionale della penisola italiana, in sostanza il profondo Sud, l’area colonizzata dai Greci. In poche parole, i Romani, nel Lazio, non erano considerati italiani, né gli Etruschi a Nord. L’Italia comprendeva, all’epoca, più o meno, il territorio dell’attuale Puglia, della Basilicata, della Calabria e buona parte della Campania. Comunque le ipotesi riguardo all’origine del nome Italia sono tante e sono tutte molto interessanti ma questa che abbiamo citato è le più attendibile. Trovo questi misteri storici davvero affascinanti, mi fanno impazzire. La certezza è bella, ma il mistero… è magico, ha il suo perché. Tu sai da dove deriva il nome del tuo Paese? Se ti va, proprio ora, lascia un commento a quest’episodio e raccontaci, in breve, se la sai, l’origine del nome del tuo Paese.

Io intanto ti racconto la nostra quarta curiosità storica sull’Italia. Ora parliamo della bandiera italiana, chiamata Tricolore, con i suoi tre colori: verde, bianco e rosso. Sono sicura che, se sei europeo o europea, questi colori ti ricordano la bandiera di un altro Paese, almeno il bianco e il rosso. Lo sapevi che la bandiera italiana è ispirata alla bandiera francese?

La bandiera italiana, cioè il Tricolore verde, bianco e rosso, nasce alla fine del Settecento, in un periodo molto importante per l’Europa e per l’Italia. Tutto comincia in Francia nel 1789, quando esplode la Rivoluzione Francese, un evento storico fondamentale in cui il popolo francese si ribella contro la monarchia assoluta, chiedendo libertà, uguaglianza e democrazia. Da questa rivoluzione nasce la bandiera francese, quella blu, bianca e rossa che conosciamo oggi. Pochi anni dopo, nel 1796, arriva in Italia Napoleone Bonaparte, un generale francese molto giovane e ambizioso che guida l’esercito francese in una campagna militare per conquistare territori. Napoleone invade l’Italia e porta con sé le idee della Rivoluzione francese, tra cui il desiderio di libertà e unità. Durante questa invasione, gli italiani iniziano a usare una coccarda tricolore, fatta di tre colori: il bianco e il rosso, che rappresentano la città di Milano, e il verde, che è il colore della divisa della Guardia Civica milanese (una specie di polizia locale, per capirci). Questo segno, questo tricolore, diventa un simbolo di identità e speranza per l’Italia. Il 7 gennaio 1797, nasce la Repubblica Cispadana, il primo Stato italiano che adotta ufficialmente questa bandiera, anche se all’epoca le strisce erano orizzontali e c’era uno stemma al centro. Dopo la sconfitta di Napoleone, torna la monarchia e l’Italia torna ad essere divisa in tanti piccoli Stati, come abbiamo detto all’inizio dell’episodio. In questo periodo il Tricolore è vietato, ma rimane un simbolo importante per chi sogna un’Italia unita e libera: sono i patrioti del Risorgimento, cioè le persone che vogliono l’unità d’Italia. Quando, poi, nel 1861, nasce ufficialmente il Regno d’Italia, il re Vittorio Emanuele II adotta il Tricolore come bandiera ufficiale d’Italia aggiungendo lo stemma dei Savoia al centro. Durante il periodo del fascismo, Mussolini voleva modificare la bandiera aggiungendo il simbolo del tma il re rifiutò. Il fascio littorio è un simbolo romano, antico-romano, di potere, che rappresenta dei bastoni legati insieme fra loro e ad una scure, simbolo usato poi dai fascisti per rappresentare il loro potere, il loro controllo. Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, nel 1946, con il referendum che ha trasformato l’Italia da monarchia a repubblica, il governo decide di togliere lo stemma dei Savoia dalla bandiera. Da quel momento nasce la bandiera italiana così come la conosciamo oggi, con tre strisce verticali uguali: verde, bianco e rosso, senza stemmi. La bandiera italiana segue delle regole precise: le tre strisce devono essere uguali, il verde deve stare vicino all’asta, e i colori hanno tonalità ufficiali, definite nel 2006 con i codici Pantone: verde felce, bianco brillante e rosso scarlatto. Ti piacciono i colori della bandiera italiana? Molti dicono che ricordano il colore del basilico, del parmigiano e del pomodoro!

Comunque, passiamo ora all’ultima curiosità storica di oggi sull’Italia. Parliamo dell’inno nazionale italiano, che forse conosci con il nome di Inno di Mameli. Te ne faccio ascoltare un pezzetto. Lo sapevi che il suo autore, Goffredo Mameli, aveva meno di vent’anni quando ha scritto il nostro inno nazionale? Non la musica, eh, solo il testo, la melodia l’ha scritta un compositore, Michele Novaro.

Mameli nasce a Genova nel 1827 e, già da ragazzo, mostra un talento incredibile per la scrittura. A scuola scrive poesie d’amore e testi romantici, ma è l’amore per la patria che lo conquista davvero. Nel 1847 scrive il “Canto degli Italiani”, che oggi chiamiamo Inno di Mameli. Un testo pieno di energia e spirito rivoluzionario, pensato per incoraggiare gli italiani a unirsi e a lottare per la libertà e l’indipendenza. La musica, come dicevamo, viene poi composta da Michele Novaro. Il brano diventa subito popolare, soprattutto durante le guerre d’indipendenza. Ma attenzione: anche se quasi 180 anni fa veniva già cantato da tantissimi italiani, quest’inno non è stato subito adottato ufficialmente. Solo nel 1946, con la nascita della Repubblica Italiana, il governo decide di usarlo come inno provvisorio. E pensa che è diventato l’inno ufficiale d’Italia, grazie a una legge del Parlamento, solo 170 anni dopo, nel 2017. Purtroppo Mameli non scoprirà mai quanto il suo inno diventerà importante per il nostro Paese. Infatti, poco dopo aver scritto l’inno, decide di unirsi ai combattenti guidati da Giuseppe Garibaldi, uno dei protagonisti dell’unificazione d’Italia. Durante l’assedio di Roma del 1849, Mameli viene ferito gravemente a una gamba: la ferita si infetta, e Mameli muore il 6 luglio 1849, giovanissimo, a 21 anni. Una vita brevissima, ma piena di coraggio: parliamo di un ragazzo giovanissimo, poeta e ribelle, che ha scritto delle parole che ancora oggi rappresentano l’identità e l’orgoglio di tutto un Paese.

L’Italia è un Paese dove il passato è sempre presente. Dall’unificazione dell’Italia alla nascita della Repubblica, dai colori della bandiera italiana alle parole dell’inno nazionale, tutto racconta la sua storia, le sue lotte e la sua identità. Quest’episodio finisce qui, spero ti sia piaciuto e spero che queste curiosità sulla storia più recente d’Italia siano state interessanti per te. Mi raccomando, se questo episodio ti è piaciuto, faccelo sapere con un commento, su Spotify o sul sito podcastitaliano.com. Ti chiedo anche, se ti va, di valutare Podcast Italiano Principiante. È facilissimo: se vai su Spotify, alla pagina principale del podcast, accanto alla campanella troverai tre puntini. Se clicchi sui tre puntini e poi su “valuta show” puoi lasciarci cinque stelle. Se ti va. Allora ti saluto, grazie per l’ascolto e alla prossima. Ciao!

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